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Autore: fefi97    13/03/2020    5 recensioni
[geraskier; idiots in love; insecure Jaskier; prompt di edsheeran]
Jaskier incontra Geralt quando ha diciotto anni e Geralt ne ha… beh, molti di più.
Ma Jaskier è destinato a invecchiare, mentre Geralt a rimanere sempre lo stesso. Nonostante questo, Geralt continua a considerarlo il suo ragazzino.
Jaskier non è d'accordo.
Una storia d'amore scandita dai segni del tempo su Jaskier, dai suoi diciotto anni fino ai cinquanta.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Geralt di Rivia, Ranuncolo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sign of the Times

 

 

 

Jaskier ha diciotto anni quando incontra Geralt.

E Geralt ne ha... beh, non sa esattamente quanti anni abbia Geralt. Tanti, presume. Troppi.

Non che abbia importanza, visto che Geralt mantiene un aspetto assolutamente fantastico e giovanile.

Jaskier ha diciotto anni quando si innamora a prima vista di Geralt.

Per questo lo segue in quella ridicola missione contro il diavolo di Posada.

Ed è per questo che, dopo, non smette di seguirlo.

Sorprendentemente, Geralt glielo lascia fare.

È giovane, stupido, estroverso, avventato e sempre allegro e, beh, ha diciotto maledetti anni.

Quindi non ci pensa più di tanto quando si alza sulle punte dei piedi e bacia Geralt sulle labbra.

Non voleva farlo, davvero. La colpa è di Geralt in realtà, che ha insistito per disfare il loro accampamento all'alba per rimettersi in viaggio. Jaskier aveva così sonno che inciampava nei suoi stessi piedi. Geralt gli aveva avvolto la vita con un braccio, per sostenerlo. Si stava già quasi per ritrarre, quando Jaskier lo aveva trattenuto per la sua stupida, boriosa e ridicola collana con il lupo da grande e elitario witcher, si era alzato sulle punte e lo aveva baciato.

Quando realizza cosa ha fatto, spalanca inorridito gli occhi, allontanandosi un po' da Geralt, senza lasciare andare la collana.

Va bene, viaggiano insieme da mesi, hanno confidenza, si direbbe quasi che Geralt lo tolleri.

Ma quello era un fottuto bacio.

Si aspetta che Geralt lo spinga via, gli urli addosso, lo prenda a pugni.

Oddio, Geralt è un fottuto witcher.

Ha due spade dietro la schiena.

Potrebbe ucciderlo.

Ma Geralt si limita a guardarlo, impassibile.

Dopo un tempo infinito, fa un sorriso piccolissimo. Non ne è completamente sicuro, ma Jaskier pensa che i suoi occhi siano morbidi.

-Quindi la metti così, ragazzino? -

Jaskier lo guarda, confuso. Quando nota che Geralt sta ridacchiando, si arrabbia.

- Non ridere di me! E non sono un ragaz... -

-Lo sei – lo interrompe Geralt con un sorriso gentile. Jaskier trattiene bruscamente il fiato quando l'altro lo tira verso di lui con il braccio che tiene ancora intorno alla sua vita. Le sue dita si contraggono contro la stupida collana di Geralt.

Geralt china il viso verso il suo e a Jaskier sembra proprio di non respirare.

Ha solo diciotto anni, ma non è inesperto.

Anzi.

Solo che nessuna, nessuna, delle persone con cui è stato fino ad ora gli ha mai fatto lo stesso effetto di Geralt.

Geralt appoggia la fronte contro la sua e Jaskier non si sbaglia: i suoi occhi sono proprio morbidi.

-Sei il mio ragazzino – sussurra, e poi lo bacia.

 

 

 

Dopo quel primo bacio, ce ne sono altri.

Tanti, tanti baci. E carezze.

Baci e carezze per un anno intero.

Jaskier ci impiega un po' a far capire a Geralt che vuole portare la loro relazione, o qualunque cosa sia, a un livello superiore.

Pensa che Geralt sia troppo condizionato dalla sua età.

-Guarda che ho già scopato con un uomo – si sente in dovere di sottolineare una sera, dopo che Geralt ha svergognatamente rifiutato di andare oltre a una tristissima masturbazione reciproca.

Okay, non è stata tristissima.

È stata carina.

Okay, è stata la masturbazione reciproca migliore della sua vita, ma non è questo il punto.

Geralt lo guarda da sopra la spalla, dandogli quel non molto incoraggiante sguardo da “non ricominciare, ragazzino”.

Jaskier si imbroncia, mettendosi seduto sul letto, radunando bene le lenzuola contro il suo corpo nudo.

Per la cronaca, trova alquanto oltraggioso che Geralt, subito dopo aver scopato, sia andato a lucidare le sue spade, ancora tutto nudo.

Okay, forse non subito dopo. Lo ha coccolato prima. Ma per un tempo ridicolo, tipo un'ora.

E okay, forse Geralt stava effettivamente lucidando le sue spade, quando Jaskier gli era saltato addosso e lo aveva trascinato a letto.

A sua difesa, ha solo diciannove anni e la prospettiva che avrebbero potuto dormire nel comodo letto della locanda lo aveva eccitato. Molto.

E poi, va bene, la vista del culo di Geralt non è niente per cui voglia lamentarsi.

Anche se...

-Non ignorarmi – si lamenta Jaskier, strascicando le vocali in quel modo che sa che darà abbastanza fastidio a Geralt da indurlo a smettere di ignorarlo.

Infatti Geralt posa delicatamente le spade, si gira e lo fulmina.

- Piantala, ragazzino. Sta zitto e mettiti a dormire. -

Gli occhi di Jaskier si infiammano.

-Non sono un ragazzino. -

Non sa perché ma odia quando Geralt lo chiama così.

Lo fa sentire... inferiore.

Sa che l'uomo lo dice con affetto, glielo legge negli occhi.

Ma non gli piace comunque.

Geralt sospira profondamente, mentre torna verso il letto.

Jaskier gli fa subito posto, perché nessuna discussione sarà abbastanza grave da fargli smettere di desiderare Geralt nel suo letto.

L'uomo è molto più grande di lui e Jaskier non sa come sentirsi riguardo a questo.

Da una parte l'aspetto di Geralt lo eccita e lo fa sospirare come una ragazzina innamorata, dall'altra vorrebbe solo che Geralt fosse... meno.

Meno alto, meno muscoloso. Meno bello.

Forse così Jaskier smetterebbe di sentirsi... nulla.

Forse è per questo che non vuole fare sesso con lui.

Non è mai stata una persona insicura, ha sempre saputo di avere un bell'aspetto e di piacere alle persone, ma Geralt... Geralt è speciale.

E Jaskier sa che non potrà mai esserlo.

-Ti sento pensare – borbotta Geralt, mettendogli una mano sul fianco e trascinandolo verso di lui, scoprendolo dal lenzuolo sottile.

Jaskier cerca di sorridere, mentre si sistema sul suo petto.

-Penso al fatto che voglio scopare – cinguetta, con un contrastante aspetto angelico.

Geralt ridacchia, morbido, poi il suo sguardo si abbassa sulla mano che tiene sul fianco di Jaskier e di colpo si incupisce, aggrotta la fronte.

Perplesso, Jaskier segue il suo sguardo.

La mano di Geralt è grande, come tutto il resto di lui.

Gli copre con facilità tutto il fianco, dall'osso iliaco fino alle costole. È quasi affascinante da osservare, la mano enorme di Geralt contrapposta alla vita sottile di Jaskier.

Geralt allarga le dita, toccandogli lo stomaco con il pollice e mandandogli brividi in tutto il corpo.

-Così piccolo – borbotta, burbero ma affezionato.

Con il dito fa una leggera pressione sullo stomaco di Jaskier, e subito la pelle bianca si arrossa per qualche istante.

-Così delicato – mormora Geralt, in un tono strano, gli occhi fissi sulla sua pancia.

Jaskier si avvicina a lui, guardandolo da sotto le ciglia.

-È una brutta cosa? - domanda, stranamente timido.

Geralt lo fissa per infiniti secondi, con quello sguardo indecifrabile che farà impazzire Jaskier, ma poi si scioglie nel suo piccolo sorriso e il bardo può riprendere a respirare.

-No – lo avvicina ancora di più a sé e gli bacia la fronte con infinita attenzione – Solo che le cose piccole e delicate sono preziose, vanno custodite e protette – gli rivolge un sorriso dolente – Non penso di essere la persona più adatta a farlo. -

Jaskier lo fissa, mettendo lentamente tutti i tasselli in ordine.

Si sente anche un po' agitato, per via di tutto quel discorso sull'essere prezioso, ma cerca di non pensarci troppo.

-È per questo che non vuoi fare sesso con me? - domanda, stringendosi di più a lui.

Geralt fa una smorfia.

-Non voglio che tu faccia qualcosa di cui potresti pentirti. Sei giovane, pensi di volere cose che forse non vorrai in futuro. -

-Ma io non me ne pentirei! - quasi urla Jaskier, staccandosi un po' dal suo corpo e guardandolo tutto infervorato – Non me ne pentirei domani, tra un mese e nemmeno tra mille anni! Io ti amo, idiota! -

Geralt lo fissa, immobile, e a Jaskier sembra di essere ritornato al loro primo bacio.

Ancora una volta si aspetta che Geralt lo spinga via, gli urli contro, lo prenda a pugni, lo uccida addirittura.

Ma, ancora, Geralt non fa nulla di tutto questo.

Sorride, il suo solito sorriso minuscolo, tutto occhi morbidi e luminosi, luminosi persino nella penombra di quella stanza angusta.

-Sei proprio un ragazzino – sussurra e prima che Jaskier possa protestare, lo bacia, a lungo e con passione.

E poi lo porta sotto al suo corpo, delicato come non mai.

Lo bacia dappertutto, lo accarezza dappertutto, lo lecca dappertutto.

Jaskier singhiozza disperato quando comincia a prepararlo, piano, un dito alla volta e sempre guardandolo con attenzione in viso.

Non è vergine, l'idiota lo sa.

Ma ha deciso di torturarlo comunque, perché Jaskier si rifiuta di credere che quella premura non sia altro che una lenta tortura.

E poi, finalmente, Geralt è dentro di lui e Jaskier potrebbe morire domani e morirebbe felice, assolutamente e scioccamente felice.

E visto che Jaskier è un idiota, ha diciannove anni e, soprattutto, è innamorato perso, decide che quello è il modo di Geralt di dirgli che anche lui lo ama.

 

 

 

 

A volte devono separarsi per periodi di tempo più o meno lunghi, perché Geralt, anche dopo sei anni di viaggi insieme, continua a considerarlo una cosa piccola e preziosa e non vuole che vada con lui durante le cacce più pericolose.

Una volta rimangono separati quasi per due mesi.

Jaskier ha preso soggiorno in questa locanda al centro della città, è una sistemazione confortevole e il cibo e le monete non gli mancano, ma si annoia.

Terribilmente.

Dopo le prime due settimane nemmeno esibirsi con il suo liuto gli dà qualche conforto.

Gli manca Geralt.

Così comincia a cercare modi per distrarsi.

Un tempo avrebbe cercato quella distrazione nel sesso, ma ora c'è Geralt e, beh, non hanno mai parlato di fedeltà o cose simili, ma Jaskier non ha comunque voglia di stare con qualcuno che non sia lui.

Quindi si accontenta di aiutare come può la gente del villaggio. Ha sentito che il borgomastro cercava braccia forti per ricostruire il tempio cittadino, andato distrutto dopo un'alluvione particolarmente violenta, e Jaskier si reca al cantiere tutti i giorni per dare una mano.

All'inizio non è granché d'aiuto con il suo fisico magro e sottile.

Ma con il costante esercizio il suo corpo si rinvigorisce. Le braccia prendono qualche muscolo in più, ha persino qualche piccolo addominale.

È estate e fa caldissimo, quindi lavora solo in camicia, con le maniche arrotolate sugli avambracci.

Il suo viso e le sue braccia si scuriscono, i capelli diventano leggermente più chiari sulle punte e, visto che è sempre troppo stanco per radersi, un'ombra di barba scura comincia a crescergli sulle guance.

Jaskier non si rende nemmeno conto dei piccoli cambiamenti del suo corpo finché Geralt non torna.

Non appena Geralt entra nella loro stanza, stanco e ricoperto di cose di cui il bardo non vuole sapere nulla, Jaskier lascia cadere il liuto che stava strimpellando sul letto e gli corre incontro, saltandogli in braccio come al solito.

Geralt ha appena il tempo di far cadere la spada e di afferrarlo per le gambe, con una risata bassa e gentile. Barcolla un pochino prima di trovare l'equilibrio e di rafforzare la presa su Jaskier, e questo è strano.

Geralt lo ha sempre preso in braccio senza nessuno sforzo.

Jaskier non ci pensa poi molto, mentre trascina Geralt in un bacio feroce, intrecciando le dita tra i suoi capelli e tirando la testa dell'uomo verso la sua, prepotente e pieno di mancanza.

-Ehi, ragazzino – borbotta Geralt, morbido, quando interrompono il bacio per riprendere fiato, ancora abbracciati e con le fronti vicine.

Jaskier è troppo felice per indignarsi per il modo in cui lo ha chiamato.

Si limita a un sorriso luminoso.

-Mi sei mancato. -

Geralt ride, facendo sobbalzare un po' Jaskier tra le sue braccia.

-Lo vedo – risponde dolcemente, poi fa per metterlo con i piedi a terra.

Jaskier non può fare a meno di mettere il broncio, un po' deluso per quella perdita di contatto.

Geralt lo nota e sorride.

-Non sei più leggero come ti ho lasciato, sai? -

Jaskier mette su un'espressione oltraggiata e ferita che fa sorridere Geralt un po' di più.

-Fammi capire. Due mesi che non ci vediamo, e la prima cosa che mi dici è che sono ingrassato? -

Geralt scuote la testa, senza scomporsi.

-Non sei affatto ingrassato – lo studia con i suoi occhi gialli, con qualcosa che a Jaskier sembra di aver già visto nei suoi stessi occhi quando si guarda allo specchio pensando a Geralt. Desiderio.

-Hai messo su qualche muscolo – allunga una mano e gli accarezza piano una guancia un po' ruvida e sorride, gli occhi luminosi – Ci siamo anche fatti crescere la barba, vedo. -

Jaskier assume un'espressione mortificata, un po' imbarazzato.

-Mi sono dimenticato di radermi. -

Geralt si fa un po' più vicino, prendendolo tra le braccia.

-Non mi stavo esattamente lamentando. -

Si baciano e Jaskier avvolge felicemente le braccia intorno alle spalle di Geralt.

-Sono diventato troppo pesante per essere scopato contro il muro? - gli sussurra sulle labbra, con un sorriso che è tutto un programma.

Geralt inarca un sopracciglio, poi lo solleva di scatto e lo preme contro la parete, mentre Jaskier scoppia a ridere e gli avvolge la vita con le gambe.

Quando Jaskier, la mattina dopo, si rade, Geralt sembra un po' triste.

Jaskier non ci fa molto caso, chiedendosi vagamente come Geralt potesse trovarlo attraente, con quella barba ruvida che lo invecchiava.

Lo chiama ancora ragazzino, ma sembra aver sviluppato un'insana passione per baciargli i muscoli dell'addome e delle braccia.

Jaskier non può fare a meno di notare, un po' divertito, che lo solleva molto di rado adesso.

 

 

 

 

Jaskier ha trent'anni e ama Geralt di Rivia.

Ama ogni cosa di lui.

Ma, forse, a volte odia questo divario di età tra di loro, che li separa come un muro, tenendoli ai due lati opposti della stanza in cui soggiornano.

-Non trattarmi come un ragazzino! - urla, furibondo.

Geralt sembra incazzato quanto lui, ma è sicuramente più stoico.

-Ti tratto così, se ti comporti come tale – risponde, sprezzante.

-Non puoi davvero pretendere che io resti qui per chissà quanto tempo mentre tu vai chissà dove a rischiare la vita! E non puoi ordinarmelo, non più! Non sono un bambino! -

Geralt chiude per un secondo gli occhi, come a cercare di calmarsi.

-Non ho intenzione di ripeterlo, Jaskier – scandisce, freddo – Non puoi venire con me. È pericoloso e io non posso tenere un occhio sul mostro e uno su di te, per timore che ti faccia male. -

-So difendermi da solo – protesta Jaskier, offeso – Non sono più la tua cosa piccola e delicata, Geralt. Sono cresciuto, sono un uomo. Non te ne sei reso conto? -

Qualcosa sembra ammorbidirsi negli occhi di Geralt. Azzarda persino un piccolo passo verso il bardo.

-Me ne sono reso conto – dice piano, studiando con cautela il volto teso di Jaskier – Ma per me è difficile... è difficile non vederti come il mio ragazzino, Jaskier. -

-Ma ho trent'anni – protesta Jaskier, sentendo suo malgrado un po' della sua rabbia evaporare.

Geralt sorride, un sorriso triste e antico, un sorriso che Jaskier è troppo giovane per capire fino in fondo.

-E io ne ho più di cento. Sono su questa terra da troppo tempo per ritenerti poco più che un ragazzino. -

Jaskier scuote la testa cocciuto, mentre avanza verso l'altro.

-Beh, sono un uomo invece. Sono in grado di difendermi, di prendere le mie decisioni e di assumermene i rischi. E se dico che voglio venire con te, ci vengo. -

-Jaskier... - comincia Geralt in tono di avvertimento, ma Jaskier non gli dà il tempo di dire niente.

Gli si butta addosso, prepotente, coinvolgendolo in un bacio che è più un assalto, tutto denti e spinte.

Sarebbe quasi cattivo, se non fosse per le mani dolci di Geralt sui suoi fianchi e quelle di Jaskier intrecciate ai capelli del witcher.

Sarebbe quasi cattivo, se non fosse evidente quanto si amano, anche quando litigano come due idioti.

Finiscono sul letto ancora sfatto, in un casino contorto di arti.

Le dita sono febbrili e impazienti mentre sciolgono nodi e lacci, mentre liberano la pelle.

La bocca di Geralt è subito sul muscolo della spalla e Jaskier geme un po', buttando la testa indietro.

Si riscuote quando Geralt cerca di metterlo sotto. Fa pressione sul petto di Geralt e l'uomo si lascia spingere supino sul materasso, con un sorriso indecifrabile e gli occhi che brillano, mentre osserva Jaskier arrampicarsi con un cipiglio deciso sul suo grembo.

Jaskier si sente un po' preso in giro e il morso che lascia sul pettorale di Geralt è più una punizione che un atto d'amore. L'uomo geme sotto di lui e le sue dita si contraggono contro i fianchi magri ma definiti del bardo.

-Ti sto per cavalcare – lo informa, sussurrando sulle sua labbra dopo averle reclamate in un bacio bagnato.

Geralt ride, senza fiato, e non è esattamente la reazione che Jaskier si aspettava.

Almeno non sembra affatto contrario alla proposta, ed è già qualcosa.

Non succede spesso che permetta a Jaskier di cavalcarlo, preferisce averlo sotto di lui, tutto nelle sue braccia, ma Jaskier ha bisogno di questo adesso e Geralt lo sa.

-Tutto quello che vuoi, ragazzino. -

Jaskier lo fulmina, con il solo risultato di aumentare il divertimento di Geralt.

È una piccola soddisfazione cancellargli il sorriso dal volto, quando Jaskier afferra il suo cazzo in un movimento quasi brusco, stringendolo forte.

-Non sono un ragazzino. -

Decisamente, Geralt non ride più mentre Jaskier lo cavalca con furia, come se il solo scopo della sua vita sia far impazzire Geralt di piacere.

E Geralt impazzisce davvero. È un casino di gemiti e sospiri che Jaskier stenta a riconoscere.

Jaskier si sente un vero uomo.

Almeno finché non cade nella solita nebbia post orgasmo e rischia quasi di cadere addosso a Geralt.

È solo un fragile umano, dopotutto.

Ma Geralt non gli permette di cadere.

Le sue mani sono gentili mentre solleva Jaskier per i fianchi e lo sistema sul suo petto, abbracciandolo e facendolo sentire al sicuro solo con il proprio peso confortevole addosso.

Jaskier odia questa cosa. Odia il fatto che qualsiasi cosa faccia, Geralt sarà sempre più forte, più resistente e semplicemente più grande di lui.

Lo odia perché una piccola parte di lui, la parte che sta strofinando con pigrizia il naso contro il petto nudo di Geralt e si sta godendo le sue carezze tra i capelli, ama tutto questo.

-Non sono un ragazzino – borbotta, petulante fino alla morte, mentre lotta disperatamente per rimanere sveglio.

Geralt non dice niente, limitandosi ad accarezzargli i capelli mentre si addormenta.

Il mattino dopo si risveglia in un letto vuoto e il panico lo assale.

Non gli importa di essere nudo mentre si alza dal letto e si guarda intorno.

C'è un biglietto accanto al suo liuto, sul tavolo, e Jaskier lo prende con dita tremanti.

Le frasi brevi e lapidarie di Geralt lo fanno incazzare come non mai.

Partito. Tornerò presto. Stai al sicuro. Niente guai.

Jaskier probabilmente spaccherebbe il suo liuto contro il muro, se non fosse per quelle due parole, piccole e scritte di fretta, scarabocchiate in un angolino del foglio.

Ti amo.

 

 

 

 

Jaskier ha quarant'anni quando lui e Geralt si rimettono insieme.

Ne aveva trentacinque quando Geralt gli aveva spezzato il cuore, in quella torre di Rinde, con Yennefer.

Geralt aveva provato a spiegare, aveva borbottato di un desiderio, del fatto che non sapesse bene come fosse potuto accadere, che voleva solo che Yennefer non morisse, perché lei aveva salvato Jaskier e Jaskier era ogni cosa per lui.

Aveva detto che non voleva perderlo, che non sarebbe successo più.

Aveva persino provato a prenderlo tra le braccia e quando aveva visto che Jaskier respingeva con rabbia ogni suo pseudo tentativo di romanticismo, lo aveva chiamato “ragazzino” e gli aveva detto di darsi una calmata.

Probabilmente quella era stata la goccia che fa traboccare il vaso.

Jaskier se n'era andato e Geralt non lo aveva fermato. Questa era stata la cosa che gli aveva fatto più male.

Jaskier ha quarant'anni quando rivede Geralt di Rivia.

E Geralt, oh Geralt è il solito idiota incredibilmente bello e giovane, sempre uguale e perfetto.

Jaskier inciampa un po' in un accordo quando lo vede entrare nella locanda dove si sta esibendo, ma continua a sorridere e a cantare come se nulla fosse.

Canta proprio di Geralt e non è forse crudele destino questo?

Geralt lo fissa per tutto il tempo, con quei suoi occhi gialli e ardenti, in piedi in mezzo a una folla, l'unico a cui Jaskier interessi.

Jaskier lo ama.

È glorioso baciarsi sulle scale che conducono alla stanza di Jaskier, è glorioso vedere Geralt obbedire alle sue mani che lo spingono in basso, in ginocchio. Non sono nemmeno arrivati alla loro stanza, sono parzialmente nascosti nel sottoscala, ma chiunque potrebbe vederli.

Jaskier geme incontrollato mentre scopa la sua bocca e Geralt asseconda ogni suo movimento, lasciandosi guidare dalle mani del bardo tra i suoi capelli.

Jaskier è euforico, eccitato, un po' brusco, ma sempre attento, mai esagerato.

Non vorrà mai fare del male a Geralt, non importa quanto male gli faccia l'uomo.

Quando sono nella loro stanza, Jaskier non dà nemmeno il tempo a Geralt di riprendere fiato che lo spinge sul letto e lo cavalca.

È un po' diverso da come entrambi se lo ricordavano.

Le gambe di Jaskier sono più muscolose, i suoi fianchi meno magri e più scolpiti, i suoi avambracci più gonfi.

Si muove in maniera più decisa, tutto il suo corpo più forte e definito.

Jaskier è diventato un uomo e può leggere nei suoi occhi che la cosa piace parecchio a Geralt.

Il mattino dopo Jaskier si osserva preoccupato nello specchio della loro stanza.

Anche se è cresciuto, può ancora comodamente indossare come una specie di vestaglia la camicia di Geralt. Non gli sta più larga come un tempo, non gli lascia più scoperta una spalla, ma è ancora grande per lui e gli arriva a metà coscia.

Geralt è ancora a letto, ma Jaskier sa che è sveglio e che lo sta fissando.

-Che stai facendo?-

Jaskier emette un verso angosciato, tirandosi con dita delicate la pelle intorno agli occhi.

-Come hai potuto non dirmi niente? -

-Non dirti cosa? - chiede Geralt, in un tono ancora tutto sommato paziente.

-Le mie rughe! - sbotta Jaskier, fulminandolo dallo specchio – Ho le zampe di gallina e non mi hai detto assolutamente niente! -

Vede Geralt stringersi serafico nelle spalle e giura che lo odia.

-Non ti ho detto niente perché non ci ho nemmeno fatto caso. -

Jaskier vorrebbe dirgli qualcosa di pungente come che la sua carenza di spirito di osservazione è preoccupante per un witcher, ma in quel momento Geralt si alza con un sospiro morbido dal letto e lo raggiunge.

Jaskier guarda con invidia il suo corpo nudo, ancora perfetto, giovane e intatto.

Pensa a Yennefer, a quanto la maga sia bella e giovane, al fatto che rimarrà per sempre così e sente una dolorosa fitta al petto.

Con il senno di poi, capisce perché Geralt l'abbia preferita a lui.

Yennefer non dovrà mai preoccuparsi di una ruga.

Nonostante l'irritazione, non può fare a meno di appoggiarsi contro il petto solido di Geralt, quando l'uomo lo abbraccia da dietro.

Hanno ancora qualche centimetro di differenza e per Geralt non è difficile incastrare il mento contro la spalla di Jaskier.

-Qual è il problema? - borbotta contro il suo orecchio, guardando Jaskier dallo specchio – Sei perfetto. -

Jaskier odia vedersi arrossire e odia ancora di più la risata roca di Geralt contro la sua pelle.

-Non è vero. Le rughe... -

-Sono perfettamente normali – lo interrompe Geralt, gentile, - Ti stanno bene – aggiunge dopo un po', come ripensandoci.

Jaskier gli getta uno sguardo perplesso.

-Mi stanno bene? -

Geralt annuisce, con un piccolo sorriso.

-Sì. Ti rendono più maturo. Mi piace come sembrano quando sorridi. Mi piace che la tua pelle non sia più liscia, nonostante continui a raderti. Mi piace il tuo corpo, mi piace ogni singolo segno del tempo su di te. Significa che sei vivo, che sei umano. E lo amo. -

Jaskier tira su con il naso, gli occhi lucidi fissi negli stupidi occhi gialli di Geralt di Rivia, che lo fissa impassibile dallo specchio, come se non avesse appena fatto la dichiarazione d'amore più romantica della storia.

O almeno, lo è per Jaskier.

-Cinque anni, Geralt. -

Qualcosa sembra spezzarsi nell'espressione stoica dell'uomo.

Sembra addolorato ed è strano per Jaskier vederlo così.

-Lo so – fa una piccola pausa – Non avrei mai dovuto lasciarti andare. -

Jaskier si volta, le sue braccia trovano subito il collo di Geralt, quelle di Geralt i suoi fianchi.

Si baciano, con dolcezza e calma, in modo molto diverso dalla sera precedente.

-Ti piacerò anche quando avrò i capelli grigi? - sussurra Jaskier sulle sue labbra, tutto serio e preoccupato.

Gli occhi di Geralt sono insopportabilmente morbidi e affezionati nei suoi.

-Io non ti piaccio con i capelli bianchi? -

Jaskier si imbroncia.

-Ovvio. Ma è diverso, lo sai.

Geralt ridacchia, stringendolo più forte.

-Mi piacerai sempre, ragazzino, con qualsiasi segno del tempo – gli bacia un angolo dell'occhio, proprio dove si trova la sottile trama di una ruga – Ancora di più con i capelli grigi. -

 

 

 

 

Jaskier pensava davvero che questa volta sarebbe andato tutto bene.

E così era stato, per qualche anno.

Ma poi c'era stata Cintra, la legge della sorpresa, la caccia al drago e il litigio con Yennefer sulle montagne.

E poi c'era stato Geralt che gli diceva che la vita gli avrebbe fatto una benedizione, se gli avesse tolto dalle mani Jaskier.

Jaskier aveva deciso di rendergli le cose semplici e se n'era andato, di nuovo.

Aveva cinquant'anni e non vedeva Geralt di Rivia da sei anni.

E il modo in cui si incontrano è quasi comico.

Jaskier sta camminando apatico per questa nuova città, una città che non significa niente per lui, un corto pugnale fissato alla cintura.

Il pugnale glielo ha dato Geralt qualcosa come vent'anni fa, quando Jaskier ha quasi rischiato di essere ucciso da un'arpia.

Il liuto è rimasto ad attenderlo alla locanda, troppo pesante per essere portato a lungo sulla spalla dolorante di Jaskier.

Jaskier non può suonarlo più tanto spesso come prima.

Le sue mani sono un po' raggrinzite, le sue dita callose.

Sta invecchiando, e odia la cosa.

Ha rinunciato da tempo a tingersi i capelli e lascia semplicemente che si arriccino in questi ciuffi argentati sulle tempie. Persino la sua barba è un po' brizzolata, ma finora nessuno dei suoi amanti si è mai lamentato, quindi Jaskier non la tocca.

Sta camminando, quando sente un cavallo avvicinarsi alle sue spalle.

-Mi scusi, signore, sa dove posso trovare il borgomastro? -

Jaskier si blocca, congelato.

Riconoscerebbe quella voce ovunque, ovunque.

Si volta, molto lentamente.

L'espressione sul viso di Geralt lo fa quasi ridere.

Lo riconosce subito, ovviamente.

Jaskier potrà essere invecchiato, ma i suoi occhi sono ancora gli stessi, blu e allegri, sempre giovani in un viso che non lo è più.

Geralt lo fissa da sopra Roach, assolutamente inespressivo.

È sempre uguale, sempre giovane, sempre perfetto.

Jaskier lo amerà per sempre.

Dopo un po', non sopporta più il silenzio, questa tensione tra di loro, tutto quel rimpianto che può sentire provenire da Geralt.

Così decide di fare quello che sa fare meglio.

L'idiota.

-Posso aiutarla, giovanotto? - dice, con un vago sorriso.

Geralt sbatte le palpebre, si riscuote.

-Jaskier – dice dopo quella che sembra una vita ed è strano sentire di nuovo il suo nome pronunciato dalla voce di Geralt, dopo sei anni.

-Lieto di non essere ancora diventato così vecchio da non essere riconosciuto – risponde, e adesso il suo sorriso fa un po' male.

Geralt scuote la testa.

-Ti riconoscerei sempre. Mi hanno tratto in inganno i capelli. -

Jaskier si passa una mano tra di essi, imbarazzato.

-Già. Più grigi, meno castani. Sto cercando di convincermi che vada di moda così, adesso. -

Geralt non dice niente, ma lo fissa in modo strano.

Jaskier si schiarisce la gola, sopraffatto dall'improvviso desiderio di andarsene.

-Comunque, la casa del borgomastro è proprio dietro quella curva. Ha un prato pieno di viole davanti, non puoi sbagliare. -

Fa per andarsene, quando la voce di Geralt lo richiama.

-Beviamo qualcosa insieme stasera? -

Jaskier sa che dovrebbe dire di no. Insomma, qualsiasi persona con un minimo di buon senso direbbe di no.

Jaskier non ha più vent'anni. Non può gestire un cuore spezzato. E non di certo un cuore spezzato da Geralt di Rivia.

Ma Geralt continua a fissarlo in quel modo strano, ed è così bello e Jaskier lo ama così tanto, e allora dice di sì.

Quella sera bevono insieme.

Jaskier gli racconta brevemente cosa ha fatto in quegli anni, ma per lo più ascolta.

Ascolta Geralt che gli racconta di Ciri, di come adesso sia al sicuro con Yennefer al tempio di Melitele.

Ascolta Geralt dirgli che è stato un idiota, che lo ha cercato dappertutto, dappertutto, dopo quel giorno sulla montagna.

Lo ascolta mentre dice che non può vivere senza di lui, che non vuole vivere senza di lui.

Lo ascolta mentre dice con questa voce sottile e imbarazzata che lo ama, ed è la prima volta in più di trent'anni insieme che lo dice ad alta voce.

Non è inaspettato per nessuno dei due quando inciampano nella camera di Jaskier, le bocche unite e i corpi così stretti che non si capisce dove finisca uno e dove inizi l'altro.

Jaskier vede come lo guarda Geralt.

Vede l'eccitazione per ogni ruga, per ogni capello grigio, per ogni segno del tempo sul suo corpo.

E d'un tratto non si sente più insicuro.

Si sente forte, si sente bello.

Si sente eternamente giovane e in grado di fare tutto.

È facile ribaltare le loro posizioni sul materasso, inchiodare i polsi di Geralt ai lati del suo viso.

Non ha mai visto l'uomo così eccitato e Jaskier si sente ancora più tronfio, ancora più esaltato.

Lo bacia, sicuro ed esperto, e gode nel sentire il corpo di Geralt farsi morbido e sciolto sotto il suo, completamente in sua balia.

Gli morde piano un labbro e decide di azzardare.

-Posso scoparti, ragazzino? -

Il verso sconvolto ed eccitato che emette Geralt è una risposta più che sufficiente.

Jaskier si prende il suo tempo, lo bacia su tutto il corpo, beve i lamenti di Geralt e osserva affascinato la pelle dell'uomo diventare rossa per lo sfregare della barba.

Lo prepara con dolcezza, guardandolo negli occhi e lasciando che Geralt gli accarezzi totalmente perso le rughe agli angoli degli occhi.

Pensa che Geralt abbia una certa passione per quelle rughe.

Ha già scopato altri uomini. Nei loro periodi di separazione (quelli dopo i litigi, non le separazioni normali) non si è mai preoccupato troppo della monogamia.

Ma adesso, mentre entra dentro il corpo perfetto di Geralt e gli occhi gli si ribaltano all'interno della testa, capisce che non vorrà mai più nient'altro.

Geralt farà meglio a non mandare tutto a puttane questa volta.

Glielo dice, quando tutto è finito e ci sono solo loro due nudi sul letto, la testa di Geralt sul petto di Jaskier e un braccio di Jaskier solido intorno alla schiena di Geralt.

Geralt strofina il naso contro il petto di Jaskier, stringendosi di più contro di lui.

-Non manderò tutto a puttane. Ti amo. -

È ancora un po' esitante quando lo dice, ma a Jaskier non importa.

Geralt ha detto che non si separeranno più, il resto non conta.

Jaskier può invecchiare con Geralt di Rivia e questo è tutto ciò che vuole da questa vita.

Gli bacia i capelli, stringendolo a sé.

-Ti amo anche io, ragazzino. -

 

 

 

Angolino:

 

 

Eccomi di nuovo qui! Ero un po' restia a pubblicare questa storia, ma ho pensato che nonostante non sia niente di speciale, magari può fare compagnia in questi giorni in cui si deve stare a casa <3

Il prompt è della mia ciccia Giuls, che ha sempre idee geniali. La colpa di come è venuta fuori la fic invece è tutta mia.

La dedico sia a lei che a Rach, vi voglio bene <3

Spero che non sia una schifezza totale!

Un bacio a tutti,

Fede <3

  
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