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Autore: Colpo in Canna Official    13/03/2020    2 recensioni
Nel ventre della città di Chicago, Tod e Gimmi si dibattono per rimanere a galla.
È una vita nelle ombre, la loro, lì nei bassifondi della grande metropoli.
Coltivano ganja nel seminterrato di un bar e s'aggrappano strenuamente ad un vita che non gli appartiene davvero.
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In questa realtà che non perdona nessuno, c'è chi di morte e violenza ne fa il proprio lavoro, perchè lì, ai bordi di quel piccolo, terribile mondo, o divori o sei divorato.
Capitolo nuovo ogni domenica
Genere: Azione, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lemon | Avvertimenti: Violenza
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Lo sparo è tutto ciò che ricordo di quella sera, quando ancora avevo una famiglia, quando io ero ancora me stessa, ma ora tutto e cambiato, non ho nessuno se non Gimmi. Mi ripresi da quel pensiero per guardarmi allo specchio, abiti maschili, fasciature al seno, capelli corti, quella che prima era una ragazza adesso sembra un ragazzino effemminato. Scendo dalla mia stanza sopra al bar e spengo tutte le luci, mi avvicino all'uscita e sposto il cartellino *chiuso*, salgo sulla mia Alfa Romeo color acquamarina e mi precipito a casa di Gimmi e Carol. Non posso fare a meno di pensare alla mia inusuale vita, spaccio ganja a Chicago con un mio amico e mi fingo quella che non sono. Scendo dall'auto e mi avvicino alla piccola casa in mattoni rossi, busso e mi apre Carol, non riesco ancora a credere che a 25 anni sia già sposata. "Sei stupenda come sempre Carol" sorride e mi fa entrare in casa. "Gimmi non vedeva l'ora che arrivassi Tod" dice lei spostando i suoi magnifici capelli rossi. "Come sta il pancione" indico la sua pancia da 7 mesi di crescita. "Be la piccola sta crescendo in salute e qusto è l'importante, sei pronto a diventare zio?" Dice ridendo e passandomi una birra. "Non credo di essere fatto per i bambini, le avete già trovato un nome?" Chiedo bevendo un sorso. "Beh pensavamo a -" non finisce la frase che entra Gimmi nella stanza e mi abbraccia. "Fratello non vedevo l'ora di vederti" mi da una pacca sulla spalla, Gimmi e proprio come un fratello per me, alto e smilzo, lunghi capelli color granno che tiene sempre legati tralasciando un piccolo ciuffo, ancora non ci credo che un bravo ragazzo come lui spacci insieme a me. Dopo poco inzia ad arrivare gente e la casa si riempie, tutti i suoi altri amici sono persone apposto e forse proprio per quello non ci vado d'accordo, sono piuttosto taciturna e brontolona. Birra dopo birra mi inzio a sciogliere come mio solito fare. "Sapete" dico salendo su una sedia traballante "Gimmi questo grandioso uomo che oggi fa 24 anni, è stato la mia unica famiglia, ricordo ancora quando quattro anni fa mi salvò da quella rissa da bar, Bar che poi comprammo, vorrei solo ringraziarlo di esistere, salute" e butto giù altro alcol, non sono brava nei discorsi ma ogni tanto vorrei fare di più per lui. A fine serata sono quasi tornata sobria, sono circa le quattro di notte. "Bella serata amore, ti sei divertito?" Chiede Carol a Gim e lui la bacia e gli accarezza il pancione, quei due sono adorabili. "Hei Tod sbaglio o dovevamo fare quella cosa al bar prima di domani?" Mi chiede Gimmi. "Cazzo è vero" mi alzo di scatto e prendo la giacca cosa che replica lui. "Carol splendore te lo riporto domani mattina, promesso" dico veloce e lei fa uno sguardo contrariato per poi sorridere. Saliamo sulla Alfa e andiamo dritti al Bar che gestiamo, mi fermo di poco per vedere la nostra insegna, South Bar. Entriamo e scendiamo al piano di sotto, ecca la nostra coltivazione di ganja, si questa cosa mi fa sentire molto il protagonista di Bracking Bad, ma nella vita reale è molto più difficcile. "Mi ero dimenticato che dovevamo preparare i pacchi per l'ordine di domani" dico levandomi la felpa larga e il cappellino da baseball. "Dovresti levare le fasce le indossi da troppo" dice Gimmi. "Sto bene non preoccuparti" lui è l'unico a sapere la mia vera identità, l'unico a sapere il passato della mia famiglia. "Quanti K sono?" Si leva la giacca e guarda qualcosa su cellulare. "Cazzo sono 8K di roba" dice poi buttando il telefono su la poltrona e alzandosi le maniche della camicia. "8 ma ne ordina 5 di solito, ci metteremo una eternità" dico iniziando a prendere la droga e a pesarla. "Se lavoriamo insieme possiamo finire prima delle 7" dice "Grandioso giusto in tempo per aprire il bar" dico ironica mettendo il primo k nella busta e sigillandola. Ci mettiamo a lavorare e dopo ore finiamo finalmente i pacchi, in porzioni da 8 li mettiamo in degli scatoloni con scritte e cazzate varie da sembrare che vengano dalla posta. Alle 6:40 saliamo per dare una pulita al bar, Gimmi va a casa a cambiarsi mentre io salgo, finalmente posso levare le bende per qualche minuto, mi cambio e do una aggiusta ai miei ricci neri, scendo e apro il bar. Come ogni matti a vedo arrivare la stessa gente monotona, la tipa stramba che chiede un the poi si siede in fondo al bar sui sedili in pelle, i ragazzini nerd che si mettono davanti le grandi finestre e studiare algebra, James e il suo collega che ogni settimana cambia, lui è un brav'uomo ma da quando suo figlio Paul è morto di overdose cerca ogni spacciatore della zona, da quel che so non aveva comprato da uno dei miei e il che mi solleva. "Il solito Tod" dice il poliziotto appena si siede al banco. "Ah mi spiace James ma Anni è andata via" dico e gli posso due semplici caffè. "Come farai senza la ragazza dei pancake amico" "Beh questo è un bar non una tavola calda, saprò cavarmela" dico e vedo entrare Gimmi. "Hei tutto apposto? Mi sembra che hai la guancia un po rossa" dico ironica e gli passo una birra. "Molto simpatico di prima mattina Tod, Carol si è incazzata parecchio per quella storia li" dice e mi ri da la birra. "Non bevo la birra appena svegliato" dice "No, tu non bevi proprio" dico e bevo io "non serve bere per divertirsi" dice alzando le mani e venendo dietro il bancone. "Ci pensi tu a l'ordine e io al bar o?" Dice lui "Si vado io lo so che ti fa paura" dico ridendo cercando di non sembrare troppo femminile. "Andiamo non è normale che abbia tutti quei tatuaggi sul collo" dice e io non posso fare a meno di ridere.
   
 
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