Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: AleDic    14/03/2020    1 recensioni
[Crossover Frozen/Le 5 leggende ǀ Elsa!Centric ǀ accenni Elsa/Pitch]
«Sei di nuovo qui.»
La voce arriva a cavallo del vento, tagliente e calda al tempo stesso – e sempre così vuota, sempre la stessa.
«Che cosa vuoi, principessa?»
Pitch non si mostra a lei quasi mai. In realtà, l’ha fatto solo una volta – la prima in assoluto in cui si è ritrovata in quel luogo oscuro, senza sapere come, attirata da una sensazione simile all’affondare. Dopodiché è stato sempre solo voce, solo ombre che prendono forma e consistenza diversa ogni volta, solo nebbia nero seppia.

{Storia scritta per l'event “QuaranDEna Drabble Weekend” indetto dal gruppo facebook "We are out of prompt"}
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Elsa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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What do you want from me? Why don't you run from me?

What are you wondering? What do you know?

Why aren't you scared of me? Why do you care for me?

When we all fall asleep, where do we go?

 

~ Bury a Friend, Billie Ellish ~

 

 

 

 

 

 

 

Disclaimer: non sono miei, ovviamente.
Generi: Introspettivo, Angst, Sentimentale.
Avvertimenti: Crossover, What if?, Missing Moments, probabilissimo OOC per Pitch, sorry.
Rating: Giallo.

Contesto: prima della morte dei genitori di Elsa, post-Le 5 leggende.
Personaggi: Elsa, Pitch.
Pairings: accenni Elsa/Pitch.
Parole: 711.

 

 

 

 

 

 

 

Fra tremiti di paura 

che svaniscono nelle tenebre   

 

 

 

 

 

 

 

Il gelo non le ha mai fatto nulla sin da quando ha memoria – Elsa ha il ghiaccio che le scorre nelle vene e le fuoriesce dalle mani, ma il freddo non la tocca in nessun modo (tranne ora). Ora è circondata da montagne e sabbia nero pece – ombre che sembrano aver inghiottito ogni raggio di luce mai esistito e brillano di sfumature d’oscurità che Elsa non riuscirà a descrivere nemmeno usando tutte le parole del mondo – e sente freddo. Lo percepisce chiaramente ogni volta che si ritrova in quel luogo – e vorrebbe sapere esattamente quale, dov’è che si trova? Ricorda sempre di arrivare laggiù quando si addormenta, ma sa perfettamente che è tutto reale (e come può essere vero un sogno?).
Un vento grigio si alza tra le dune inchiostro e lei rabbrividisce, sentendo una scarica incendiarle il corpo – ed è strano, non avrebbe mai immaginato che il freddo bruciasse.
«Sei di nuovo qui».
La voce arriva a cavallo del vento, tagliente e calda al tempo stesso – e sempre così vuota, sempre la stessa.
«Che cosa vuoi, principessa?»
Pitch non si mostra a lei quasi mai. In realtà, l’ha fatto solo una volta – la prima in assoluto in cui si è ritrovata in quel luogo oscuro, senza sapere come, attirata da una sensazione simile all’affondare. Dopodiché è stato sempre solo voce, solo ombre che prendono forma e consistenza diversa ogni volta, solo nebbia nero seppia.
Anche ora non c’è traccia di lui, tutto ciò che Elsa riesce a scorgere è un cumulo ondeggiante di sabbia pece che luccica al bagliore della sfera di ghiaccio tra le sue dita.
«Me lo chiedi ogni volta» dice, e può vedere il fiato uscire dalle sue labbra e condensarsi all’istante. «E ogni volta ti ripeto: niente. Non voglio niente. Non so neanche dove mi trovo. Non so nemmeno chi sei!» Il tono di voce sale a ogni frase, diventando più acuto ed Elsa può udirla riecheggiare per quel nulla assoluto.
«Certo che lo sai».
Non riesce mai a capire quali emozioni esprimano le parole di Pitch. La sua voce le risuona atona attraverso il vuoto, eppure quando la raggiunge assomiglia alla carezza della seta.
«Certo che sai dove ti trovi. Certo che sai chi sono».
Elsa sente un altro brivido correrle lungo la schiena e quando riporta lo sguardo al cumulo di sabbia, nota una figura oscura stagliarvisi all’interno.
Non vuole ammettere che Pitch ha ragione, non vuole ammettere di averlo saputo fin dall’inizio – non vuole ammetterlo perché significherebbe che non sta funzionando, che potrà anche restare rinchiusa nella sua stanza per sempre e non cambierà niente, non vuole ammettere che--
«Hai paura?»
Pitch ha fatto un passo avanti dalla piccola tempesta di sabbia e ora i suoi occhi brillano attraverso le tenebre.
(Ghiaccio liquido. Elsa non saprebbe descriverli diversamente.)
Il suo sguardo è indecifrabile: sembra volerle scavare dentro.
«Continuamente».
Non sa perché, ma non riesce a mentire. La cosa non la mette a disagio come forse dovrebbe.
«Quindi chi pensi che io sia?»
Elsa potrebbe averlo immaginato, ma ha percepito quella voce vuota ammorbidirsi.

 

 

 

Lei sa chi è Pitch. L’ha sempre saputo.
«E hai paura di me?»

Adesso è Elsa che lo guarda come se dovesse toccarlo fin dentro l’animo.
«Tu non mi fai paura».
Anche quella è la verità.
Negli occhi di Pitch comincia a succedere qualcosa – iniziano ad apparire opachi, come attraversati da una fitta nebbia. La tempesta di sabbia intorno a lui s’intensifica nuovamente e torna ad avvolgerlo. Quando si acquieta, di Pitch non c’è più traccia.

 

 

 

La notte successiva è di nuovo lì – come quelle precedenti, come quelle che verranno.
Elsa passa la sua vita a combattere contro se stessa, contro quel nero soffocante e solitario che le stringe il petto e le chiude la gola, arrivando esausta al tramonto – non le dà pace, e lei è così stanca, vorrebbe solo smettere, fermarsi per un attimo. Vorrebbe poter arrendersi, anche se solo per un momento.
Ogni sera quando chiude gli occhi affonda nelle tenebre tremante di paura – e quando li riapre e trova le montagne nere, il gelo, il fuoco e Pitch, la paura diventa sollievo.
«Pitch, dov’è che andiamo quando sogniamo?»

Delle notti lui ride a quella domanda. Lei la pone ogni volta, sperando sia una di quelle.

   
 
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