Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Cida    14/03/2020    24 recensioni
Regole vecchie di secoli ed una studiata crudele vendetta riusciranno ad impedire a due spiriti affini di incontrasi, imparare a conoscersi e, perché no, ad amarsi?
Nota *Non tiene conto degli avvenimenti di Frozen 2*
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Ciclo delle Stagioni'
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Capitolo 1

Preludio

 

    La vita, o meglio, la non vita del nuovo Spirito dell'Inverno era cominciata in maniera davvero strana. Risvegliarsi improvvisamente, sul fondo di un lago ghiacciato, era stato un inizio col botto: scoprire come il freddo non potesse intaccare il suo corpo era stato esaltante, per non parlare del totale controllo che sapeva esercitare su ogni elemento legato al ghiaccio ed al gelo… volare, poi, era il massimo.
Quell’euforia iniziale, però, era scemata quando la sua mente si era accorta di non conoscere nient'altro di se stessa all'infuori del nome: Jack Frost. Il panico l'aveva colto e, così, aveva iniziato a volare scomposto, sbattendo contro i rami degli alberi e con l'animo in preda all'angoscia.
Arrivato al villaggio più vicino cercò spiegazione, cercò conforto ma, ahilui, nessuno riusciva a vederlo e ciò non fece altro che aumentare la sua disperazione. Arrabbiato, gridò alla luna tutto il suo risentimento ma nulla successe e, alla fine, non gli restò che calmarsi.
A quel punto una brezza leggera gli scompigliò i capelli candidi, riempiendoli di riflessi d'argento: fu allora che capì. Lui era l'Inverno, il signore dei ghiacci. Al suo comando l'acqua si trasformava in cristalli, alberi e specie animali dormivano al suo passaggio, la neve obbediva ad ogni suo capriccio: portare l'Inverno nel mondo era il suo compito e l'avrebbe svolto, era rinato per quello.
Anno dopo anno, però, il buio e il gelo erano diventati tetri compagni, le persone attorno a lui erano tristi, rassegnate mentre aspettavano con brama l'arrivo della Primavera e della bella stagione. Frustrato dall'ennesimo commento negativo nei suoi confronti, fece scivolare su di una lastra gelata i colpevoli di tali male parole e li ricoprì entrambi con un cumulo di neve caduto da un grosso albero lì accanto. Quello che ne seguì, incredibilmente, risultò qualcosa di meraviglioso: anziché arrabbiarsi ed imprecare, le persone cominciarono a ridere e nei loro sguardi brillò la scintilla del divertimento. La battaglia a palla di neve che ne seguì fu per lui una fonte di gioia tale che continuò a sorriderne per giorni. Finalmente era completo, ogni suo compito gli era chiaro: doveva, sì, portare l’Inverno ma anche aiutare le persone ad affrontarlo. Eppure perché continuava a sentire quel fastidioso vuoto nel petto? Ogni schiamazzo, ogni Natale erano palliativi di mera durata. Litigare con Tara, giocare con Sue e discorrere con Barry aiutava, certo, ma lavorando in momenti diversi dell'anno difficilmente riuscivano ad essere tutti insieme. Sentire incessantemente un bisogno, senza essere in grado di dargli un nome, era per lui fonte di estremo disagio.
Così gli anni passavano e niente di tutto questo cambiava, finché non si ritrovò finalmente nella stagione sbagliata in quello che sarebbe diventato il posto giusto.

 

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    Adorava i paesi nordici, anche d'Estate poteva combinare qualche guaio senza allarmare troppo gli umani, fare arrabbiare Tara Heat, Spirito dell’Estate, era una delle cose che gli dava più soddisfazione.
Arrivato ad Arendelle, però, il paesaggio che trovò lo scombussolò non poco «Chi diavolo mi ha rubato il lavoro?» borbottò ad alta voce, come era potuto succedere?
Volò sospinto dal vento gelido, tremendamente fuori stagione, fino a ritrovarsi nel paese ai piedi del castello reale: le persone, totalmente impreparate ad un clima così rigido, battevano i denti per il freddo cercando di farsi caldo invano, dandosi pacche sulle braccia nude. Fra di loro sibilava la paura, stregoneria, sentì dire da alcuni sottovoce, la regina era scappata. In quel momento, quella che doveva essere la principessa coprì il suo leggero abito da ballo con un mantello pesante, lasciò un belloccio in carica e, spronando la sua cavalcatura, si avventurò verso il bosco. Svolazzò ancora per un po' fra la gente, senza osar fare nessuno dei suoi scherzi, quelle persone in difficoltà lo facevano stare male. Impotente, lui lo alimentava l'Inverno non poteva fermarlo, si rincuorò un poco quando cominciarono ad organizzarsi, recuperando vestiti caldi e coperte dagli armadi e la legna per i camini.
«Perché la regina Elsa ci ha fatto questo?» piagnucolò un bimbo tremante abbracciato alla madre.
«Non lo so, piccolo mio» gli rispose la donna tenendolo stretto «Non lo so davvero»
La regina era l'artefice di tutto? Jack era incredulo: un'umana con la capacità di scatenare un cambiamento climatico del genere? Impossibile... ed incredibilmente esaltante! In un attimo fu di nuovo sulle ali del vento, l'avrebbe trovata, eccome se l'avrebbe fatto.
 

    Fischiò estasiato guardando dall'alto l'imponente castello di ghiaccio che sovrastava la montagna «Ma è a dir poco pazzesco!» constatò, volando tra le guglie e le torri pieno di meraviglia, non aveva mai visto una cosa del genere. Continuò ad esplorare ogni angolo della costruzione finché, improvvisamente, non si bloccò: proprio in quel momento la regina uscì sulla terrazza, sul suo vestito scintillavano infiniti cristalli di ghiaccio e i suoi capelli biondi, legati in una morbida treccia, s'accendevano d'oro sotto i raggi del sole al tramonto. Anche senza vedere il suo viso, ne era rimasto totalmente affascinato. Incapace di frenare la sua curiosità, si sospinse di lato quel tanto che bastava per poterla vedere in volto: era giovane ed era bellissima. Il suo sguardo era fiero, sicuro di sé e del controllo che aveva sulle sue capacità. Eppure, guardandola meglio, qualcosa increspava la sua maschera, un barlume negli occhi, quella riga agli angoli della bocca... Un impulso che non avvertiva da tempo lo costrinse ad aprire le labbra per lo stupore: se solo avesse abbassato la quota quel tanto che bastava, sarebbe entrato nel suo campo visivo e... e lei non l'avrebbe visto, esattamente come tutti gli altri. Quella convinzione trasformò la sua espressione in rammarico, facendolo sbuffare con stizza. Doveva fare qualcosa, non poteva restare con le mani in mano... sì, ma che cosa?
«Scordatelo, stupido di un Frost» lo riprese una voce sprezzante alle sue spalle.
Lui si voltò e incontrò lo sguardo ardente di una giovane ragazza dal fisico scattante, leggermente androgino «Tara» constatò «A cosa devo l'onore della tua visita?» le chiese con una faccia da schiaffi.
L'altra si passò una mano fra i corti capelli rossi «Ero già pronta a prenderti a calci nel sedere, perché ritenevo che questa volta avessi davvero esagerato, invece cosa scopro? Non posso farti proprio niente perché non sei stato tu ma quella biondina scintillante laggiù!» disse irritata, puntandola con il suo bastone ondulato di cedro rosso «Già è una rottura portare l'Estate qui al Nord: e il sole non troppo forte, e poca afa, e l’acqua non troppo calda... ci mancava pure questa che s'improvvisa regina dei ghiacci» si lamentò salendo di tono sul finale «E, come se non bastasse, non mi è permesso sistemare tutto perché non posso interferire con ciò che gli umani combinano» si voltò nuovamente verso di lui «E neanche tu puoi» lo avvertì puntandogli il bastone al petto «Hai capito, Jack Frost?»
Lo spirito dell'Inverno alzò le mani «Ho capito, ho capito. Sei sempre la solita rompiscatole»
Gli occhi dorati di Tara scintillarono di rabbia «Queste sono...»
«Le regole, lo so» completò per lei la frase.
L'altra si rilassò «Devo tornare al mio compito, ho già perso anche troppo tempo» lo guardò dandogli un ultimo muto avvertimento «Ci vediamo Frost»
Jack la salutò con un gesto della mano prima di essere accarezzato da un refolo di aria calda che la sospinse verso la sua prossima meta. Ripensò alle sue parole, guardò la luna appena sorta nel cielo, poi ancora Elsa con i suoi occhi tristi mascherati di sicurezza e quelle regole gli parvero per la prima volta maledettamente sbagliate. Se ne andò.

 

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    Così altri anni passarono, anni in cui Jack Frost continuò a fare il suo dovere senza mai dimenticarsi degli occhi della regina di Arendelle. A onor del vero si concesse del tempo, ogni qualvolta toccasse all’Inverno arrivare su quelle terre, per guardarla da lontano: la vide crescere, maturare, prendere consapevolezza di sé e del dono che aveva ricevuto. L'amore che aveva per la sorella era immenso, adorava il suo regno e i suoi sudditi. Quando era diventata zia, poi, era stata radiosa eppure, in fondo al suo sguardo, ancora quell'ombra non se n'era andata.
L'ennesimo solstizio era arrivato, di lì a poco avrebbe dovuto trasformare quella limpida serata d'Autunno in una gloriosa giornata invernale. Arendelle era in festa, come ogni anno, e il palazzo letteralmente scintillava nell'oscurità della notte. Ospiti da ogni dove vi avevano preso parte e la serata era stata grandiosa. Jack s'impose di non pensare a lei, doveva togliersela dalla testa ma poi, quando tutto fu finito, da una delle grandi finestre della sala da ballo la vide prendere posto ad un tavolino e lasciarsi andare ad un momento di relax. Rimase per un attimo rapito dai suoi gesti, poi, sentendosi di troppo in un momento così intimo, decise di allontanarsi ma la stizza con cui lei fece apparire e sparire un cristallo di ghiaccio, smosse qualcosa dentro di lui: al diavolo le regole, al diavolo tutto, se doveva cadere sarebbe caduto, di sicuro ne sarebbe valsa la pena.
Così lasciò che una folata di vento gelido aprisse la finestra alle sue spalle e l'aspettò seduto sul cornicione del balcone perché sapeva che sarebbe uscita. Di fatti, un attimo dopo, la sovrana era a pochi passi da lui rapita dal cielo stellato.
Era giunto il momento di giocarsi tutto «Ad una regina non dovrebbe essere permesso di andarsene da una festa senza aver fatto almeno un ballo»
Lei si voltò allarmata «Chi siete voi?»
Nonostante il sospetto nella sua voce, quella domanda riempì di gioia il suo petto, così tanto che sulle sue labbra si dipinse un sorriso: lo aveva visto.





Grazie per essere giunti alla fine di questo Preludio che fa da introduzione a quella che sarà la vera storia.
Come da presentazione, questa fanfiction non tiene conto degli avvenimenti di Frozen 2 che, purtroppo, non sono ancora riuscita a vedere. 
Due parole per contestualizzare il mondo in cui tutto questo si svolge: la storia si svolge nel mondo di Frozen, circa una decina d'anni dopo gli avvenimenti del primo film ma possiamo dire che sia un universo alternativo dove dimora anche Jack Frost che non è una Leggenda ma semplicemente lo Spirito dell'Inverno e, assieme ad altri tre spiriti, si occupa di portare le stagioni nel mondo. Qui Jack è diventanto spirito ad un'età maggiore, sui trent'anni ed è praticamente coeateno - a livello di aspetto - di Elsa.
Inutile dire che mi piacerebbe molto ricevere un vostro parere ed ogni recensione sarà ben accetta.
Per chi vuole vedere come procederà la serata fra i due, vi lascio un bonus track: Ballo d'Inverno.
Cida

  
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