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Autore: ParoleNelCuore02    14/03/2020    0 recensioni
E se Sasori e Deidara riuscissero a costruire ciò che loro due non hanno mai avuto? Due terremoti a cui badare e tanto, tanto amore.
Piccoli momenti di vita auto-conclusivi.
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[Dal testo]
[...]Deidara accarezzò i capelli di entrambi [i piccoli] e poi si specchiò negli occhi cremisi del marito.
«Buonanotte.» gli sussurrò Sasori, mentre i titoli di coda [del film] illuminavano la stanza con bagliori variopinti.
[...] loro due e i loro bambini. Non avrebbero voluto nulla di diverso neppure tra un migliaio di anni.
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*Attenzione: lievissimi accenni mpreg!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akasuna no Sasori, Deidara, Sorpresa | Coppie: Sasori/Deidara
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto, Contesto generale/vago
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Torte e marionette


Agosto.
A casa di Sasori e Deidara significava una sola cosa: due torte e una ventina di bambini urlanti per il giardino.
Da un paio d’anni, avevano preso l’abitudine di festeggiare il compleanno dei due figli lo stesso giorno: Chiara era nata il 31 luglio e Mattia il 2 settembre, quindi, per mediare, la festa si svolgeva sempre a metà agosto.
Quell'anno le cose si sarebbero complicate, visto che Mattia era entrato all'asilo e Chiara aveva cominciato a seguire un corso di arte dopo la scuola, il che significava una lista infinita di nomi tra cui scegliere. Alla fine erano riusciti a selezionare un numero sufficiente di piccoli invitati per far contenti entrambi i figli, ma ancora nei limiti del gestibile. Fortunatamente molti genitori sarebbero stati presenti, soprattutto quelli dei bimbi dell’età di Mattia, il che toglieva molto lavoro ai due poveri padroni di casa.
Spediti gli inviti e ottenute le conferme da parte di tutti, arrivò il fatidico giorno.
Inutile dire che alle 10 del mattino la casa era già un caos tra decorazioni da posizionare e panini da farcire.
Le due pesti correvano per il giardino lanciandosi palloncini pieni d’acqua, mentre Deidara tentava invano di tenerli d’occhio e guarnire le due torte contemporaneamente. All'ennesimo scoppio che gli fece perdere la concentrazione, posò la sac à poche piena di panna montata e spalancò la porta finestra che dava sul loro giardino privato.
«Sentiamo:» urlò per farsi sentire dai due bambini «chi è che vuole restare in camera sua durante tutta la festa?» domandò con una punta di rimprovero e le mani posate sui fianchi.
I due ammutolirono: Chiara nascose il palloncino che aveva ancora in mano con fare colpevole e Mattia mise un broncio contrariato.
Deidara s’impietosì e si abbassò sulle gambe per essere alla loro altezza.
«Facciamo che mi aiutate a preparare i muffin finché non arriva papà Saso, d’accordo?».
I due bimbi s’illuminarono. La maggiore depositò il palloncino nel secchio accanto alla portafinestra e poi seguì il fratello fin dentro casa, arrampicandosi su uno degli sgabelli che circondavano l’isola della cucina. Il biondo mise Mattia sul seggiolone ed iniziò a predisporre gli ingredienti.


Sasori li trovò così quando rientrò, un paio d’ore dopo: sporchi di farina e chiazzati di cioccolato; i ripiani della cucina colmi di vassoi carichi di dolci e salatini.
«Bentornato a casa, Danna.» gli sussurrò suo marito prima di baciarlo. Il maggiore rispose al bacio, approfittandone anche per leccare via una macchia di cioccolato all'angolo della bocca dell’altro.
«Ma che buoni questi muffin!» mugugnò con enfasi staccandosi e prendendo in braccio il figlio più piccolo che gli si era attaccato alle gambe. Gli fece il solletico e lui ridacchiò, poi Sasori rivolse la sua attenzione agli innumerevoli stuzzichini che avevano invaso la cucina.
«Ma quante cose buone...» commentò tentando di prendere un rotolino al prosciutto con la mano libera. Chiara si attaccò al braccio del padre come una scimmia, protestando con una risata: «No, papà! Sono per la festa.» disse mentre il fratellino le dava man forte cercando di trattenere il genitore. Deidara arrivò in soccorso del marito, recuperando la figlia prima che rompesse un braccio al padre.
«Bambini,» li richiamò «perché non dite cosa deve fare papà, visto che noi abbiamo cucinato...».
«Mettere le decorazioni!» esclamarono in coro i due.
Sasori sbiancò: «Tutte da solo?».
Silenzio. I due bimbi si guardarono complici per un istante, poi si voltarono verso il più piccolo dei loro papà che fece loro un sorriso e assentì.
Sasori ancora immobile per la brutta notizia.
«No, ti aiutiamo anche noi!» esclamarono ancora i piccoli, che poi abbracciarono di corsa il povero padre che si mise a ridere con loro per il pericolo scampato.


Alle 15:30 il giardino era stato allestito con festoni, ghirlande, palloncini e un enorme striscione che recitava “Buon compleanno a Chiara e Mattia!”. Sotto il portico avevano attaccato altro palloncini e disposto due grosse tavolate con cibi e bevande. Ora dovevano solo far vestire i bambini e impedire loro di rubare patatine prima dell’arrivo degli invitati.
Alle 15:55 Chiara indossava il vestitino viola che le avevano regalato il giorno del suo compleanno e aveva i capelli legati in una treccia che, Deidara lo sperava ardentemente, le avrebbe tenuto a bada la nuvola di capelli per tutto il pomeriggio; Mattia, invece aveva addosso dei calzoncini corti di un adorabile verde pastello e una maglietta bianca col colletto -gli avevano comprato anche le bretelline, ma non c’era stato verso di fargliele mettere-.
Alle 16:00 arrivarono i primi invitati e la festa cominciò.
Tra giochi, musica e cibo, i bambini si divertirono tutto il pomeriggio. Deidara faceva avanti e indietro dalla cucina per portare vassoi carichi di cose da mangiare, mentre Sasori dirigeva i giochi a squadre dei più grandi.
Dopo “nascondino”, “ruba bandiera” e una decina di partite a “Strega comanda colore”, decisero di fare una pausa per spegnere le candeline ed aprire i regali.
Con la luce del tramonto a tinteggiare l’atmosfera di un tenue bagliore aranciato, bambini e genitori si spostarono tutti sotto il porticato. I due festeggiati si sedettero a capotavola, circondati dai loro amichetti. Sulle note di “Tanti auguri a te”, Sasori uscì dalla cucina con un’enorme torta al cioccolato guarnita di panna montata tinta di verde. Deidara, invece, ne teneva una alla frutta con fiorellini viola e sbuffi spolverati di rosa. Un piccolo 4 sulla torta del piccolo, un 7 zuccheroso su quella della bambina.
Foto di rito, candeline spente e poi una serie di piattini di carta che iniziarono a viaggiare tra gli invitati. Chili di tovaglioli per pulire i bambini e una macchia di cioccolato sulla magliettina bianca di Mattia. Deidara lo guardò con finto rimprovero, poi gli diede un buffetto sul naso e lo fece tornare a giocare.
Sasori guardò la scena con un sorriso, poi però fu distratto da qualcosa che lo pietrificò: sua figlia, la sua bambina, era stata portata dietro il ciliegio da un suo compagno di classe. Da soli. Il rosso si mosse come un automa verso il suo obbiettivo.
«Sasuke Uchiha!» ringhiò a denti stretti una volta raggiunto il moro.
L’uomo si limitò a fissarlo, laconico come sempre, con un bicchiere di aranciata tra le mani.
Il padrone di casa indicò l’albero incriminato dietro cui si vedeva chiaramente Boruto fin troppo vicino alla sua bambina.
«Vedi di tenere a bada tuo figlio.» emise. L'Uchiha si limitò ad un «Tsk!» scocciato.
Poco distante, due biondi di loro conoscenza stavano animatamente sghignazzando tra loro nel vedere i rispettivi mariti ringhiarsi contro.
Deidara, però, si fermò nell'istante in cui vide zampettare la figlia verso il padre. «Papà Saso,» la sentì dire «mi metteresti il braccialetto che mi ha regalato Boruto.» chiese porgendo all'uomo un piccolo cinturino di fili intrecciati. L’uomo sorrise osservando il marito con gli occhi lucidi aiutare la figlia.
«L’hai fatto tu?» chiese a Boruto che aveva raggiunto il padre. Il bambino annuì, imbarazzato.
«Digli che ti ha insegnato nonna Tsunade.» gli suggerì Naruto con un sorriso incoraggiante.
Il piccolo si nascose il visino tra le manine, poi scostò un paio di ditina da cui spuntò un occhietto timido.
«Mi ha aiutato la nonna e mi ha insegnato ad intrecciare i fili.» mormorò, la voce attutita dalle mani che ancora lo coprivano.
Deidara gli scompigliò i capelli: «Ti ringrazio, tesoro: a Chiara è piaciuto molto.» gli sorrise, indicando la figlia che stava andando a mostrare il braccialetto a tutti i suoi amichetti.
Il bimbo divenne ancora più rosso e si nascose contro il grembo del padre dietro di lui. I due uomini risero della reazione innocente. Poi Boruto corse via, per tornare a giocare e Deidara si sentì afferrare per i fianchi e premere contro un corpo che conosceva fin troppo bene.
Di fronte a lui, Sasuke stava tirando a sé Naruto mentre ringhiava contro Sasori. I due biondi alzarono gli occhi al cielo e l'Uzumaki trascinò via il moro dirottandolo verso una delle panche da un lato del portico per chiacchierare con gli altri genitori.
Deidara si voltò verso il marito: «Geloso?» gli chiese con un sorriso sghembo.
Sasori mugugnò qualcosa a denti stretti e il biondo lo fissò di sottecchi, al che il rosso sospirò e cedette: «Non basta che mandino il figlio a traviare la mia bambina, pure te dovevano puntare!».
Il più piccolo rise all'adorabile broncio dell’altro e glielo baciò via.
«Facciamo che ora vai a prendere le tue marionette per lo spettacolo e io stasera ti ricordo perché voglio e vorrò sempre solo te.». Glielo sussurrò in un orecchio, gli lasciò un bacio poco più sotto, sul collo, e si allontanò sculettando per andare ad allestire il teatrino.
Sasori dovette concentrarsi su come far funzionare i suoi polmoni per alcuni istanti, prima di riuscire a mandare ossigeno sufficiente al cervello per riconnettere un paio di neuroni. Poi, finalmente, si mosse.


Lo spettacolo con le marionette fu un successo come ogni anno: Sasori aveva un’abilità incredibile nel maneggiare i fili, anche se il suo rimaneva più che altro un hobby. Principesse e cavalieri si alternarono a pop-star ed astronauti attraverso fondali da sogno dipinti da Deidara nei mesi precedenti.
Alla fine, i bambini applaudirono entusiasti e Sasori regalò ad ognuno di loro un personaggio che aveva costruito personalmente per animare la storia.


Era ormai ora di cena quando gli ultimi invitati se ne andarono. Boruto rivolse un timido “Ciao” a Chiara prima di raggiungere i papà sul cancello e sparire oltre la siepe che costeggiava il giardino.
Deidara si affrettò a radunare gli avanzi e a metterli in contenitori da riporre in frigorifero. Dopodiché raggiunse la sua famiglia al piano di sopra, dove trovò Mattia che zampettava per il corridoio con solo delle mutandine celesti addosso. Lo prese al volo, prima che si scontrasse contro le sue gambe e camminò fino alla cameretta di Chiara.
Superata la porta trovò il marito che stava aiutando la figlia ad indossare i pantaloncini del pigiama, mentre lei non la finiva di travolgerlo con una valanga di parole sulla festa e i giochi che aveva fatto.
Mattia scalciò tra le braccia del padre che fu costretto a metterlo giù. Il bimbo ne approfittò per arrampicarsi sul letto della sorella e parlare a raffica saltellando sul materasso.
Sasori rivolse al marito uno sguardo esasperato. Deidara rise: non ne avrebbe mai avuto abbastanza di quei momenti.
«Chi vuole vedere un film sul lettone?» propose alla fine.
Le due pesti urlettarono approvazioni.
«Prima, però, mettere pigiama e lavare i denti!» li ammonì l’altro papà.
I due annuirono ubbidienti e 15 minuti dopo erano tutti e quattro sul lettone, intenti a vedere il logo della Disney che riempiva lo schermo, i due papà ai lati e i bambini al centro. Il condizionatore acceso per garantire una temperatura sopportabile nella stanza.
Dopo aver cantato tutti insieme “Puoi volar”, i più piccoli iniziarono ad accusare i primi segni di stanchezza, finché la ninna nanna di Wendy non lo mise definitivamente k.o..
Deidara accarezzò i capelli di entrambi e poi si specchiò negli occhi cremisi del marito.
«Buonanotte.» gli sussurrò Sasori, mentre i titoli di coda illuminavano la stanza con bagliori variopinti.
Il biondo sorrise, stanco per la giornata, e mimò con le labbra un “Sogni d’oro”, poi chiuse gli occhi. Sasori spense la tv e li abbracciò tutti e tre, poi, anche lui cedette al sonno.
E per quanto riguarda la proposta che Deidara gli aveva sussurrato quel pomeriggio? Quel momento fu più che sufficiente: loro due e i loro bambini.

Non avrebbero voluto nulla di diverso neppure tra un migliaio di anni.



  
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