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Autore: ToraStrife    15/03/2020    0 recensioni
Saitama e Genos stavolta, in vacanza a Miami, incrociano i pugni con Bud Spencer e Terence Hill!
Chi sarà più forte, il pugno di Saitama o gli sberloni dei noti picchiatori italiani?
Genere: Azione, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Genos, Saitama
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Big Bud - Le scazzottate di Bud Spencer'
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One Punch Bud
    Mianu Superheroes & Supercops

One Punch Man e Genos incontrano Bud Spencer e Terence Hill


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                                                        Scott Hall                                Dave Speed                                                                        




Miami. Una splendida giornata di sole.
Avvenenti ragazze in bikini passeggiavano sulla stradina che costeggiava il lungomare.
Alcune si fermavano per salutare, con inviti più o meno espliciti, un imbarazzato cyborg biondo.
Le occhiate suadenti che lo mettevano in imbarazzo si accompagnavano alle occhiatacce, cariche di invidia, dell'individuo pelato che aveva scelto come mentore.
- Sensei, - Lo chiamò, come a scusarsi. - Forse non è stata una buona idea questa vacanza.
Saitama, colto di sorpresa, abbozzò un sorriso.
- Al contrario, Genos. Mi ci voleva voleva proprio un cambio d'aria.
Si stiracchiò, nel suo generoso camicione hawaiiano che copriva quasi completamente le bermuda a fiorellini.
Il ragazzo bionico dovette convenire che il sensei aveva ragione, soprattutto per i benefici che stava notando su quest'ultimo: era molto meno apatico e svogliato, rispetto al solito, quasi un'altra persona.
- Una vera fortuna, il viaggio premio come milionesimo cliente del minimarket.
- E' vero. - Ribatté Saitama. - Il viaggio in aereo in prima classe è stato davvero strabiliante! Ma adesso dobbiamo pensare a come tornare.
Il premio, come avevano scoperto, troppo tardi, all'arrivo, consisteva solo nei due biglietti aerei per Miami.
Nessun soggiorno. E soprattutto, nessun viaggio di ritorno.
Si sarebbe potuta definire una truffa in piena regola.
- Sensei, quello non è un problema. Un balzo dei suoi e siamo subito a casa.
Nello scontro con Lord Boros, dopotutto, aveva impiegato meno di un secondo per coprire la distanza tra la Luna e la Terra.
- Non ho voglia. - Sbuffò l'altro. - Voglio tornare in aereo!
- Sensei, senza soldi non possiamo fare diversamente, lo sa anche lei.
Saitama incrociò le braccia e scosse la testa: voleva provare ancora una volta le comodità di un volo con tutti i confort.
Fece spallucce e cominciò a camminare.
- Vorrà dire che cercherò qualche mini-market per vincere un altro volo premio.
- Non credo troveremo mai nulla del genere... - Obiettò Genos, ma sapeva di parlare invano.
Il suo mentore si era ormai impuntato, e nulla e nessuno lo avrebbero smosso da quel proposito.
Il cyborg sospirò, seguendolo.
- Se solo ci fosse qualche supercriminale da catturare, potremmo racimolare il denaro con facilità...
L'idea di Genos piacque a Saitama, che però dovette obiettare su un particolare di non poco conto.
- Se fossimo a New York, o a Gotham City, o a Metropolis, sarebbe facile. Ma qua al massimo ci sono il mare, il sole, e... - Sospirò, continuando a notare l'interesse del pubblico femminile nei confronti di Genos. - ... le ragazze.

Una straordinaria coincidenza lo contraddisse quando, sulla spiaggia vicina, un uomo alla guida di un esoscheletro corazzato piombò dal cielo, sollevando un polverone di sabbia.
La testa, l'unica parte visibile in quell'agglomerato hi tech, apparteneva a un signore di mezz'età, con una iconica barba modellata su Che Guevara, come ad imitarne lo spirito ribelle e battagliero.
Poi aprì bocca, e il tutto si frantumò in una insensata uscita da supercriminale.
- E' finita la pacchia, massa di africani vu cumprà!
Poi si guardò attorno, e realizzò l'assoluta assenza dei soggetti da lui citati, dal momento che l'individuo più abbronzato lo era per via del caldo sole della Florida.
- Accidenti, questa non è Marina di Pietra Santa. Ma poco importa, in ogni caso, prima gli Americani!
E cominciò, azionando le braccia idrauliche, a seminare scompiglio tra i bagnanti.
Nel panico che si creò, in mezzo a surfisti lampadati e ragazzine più o meno siliconate che si disperdevano in tutte le direzioni, solo due individui erano rimasti impassibili: Saitama e Genos
L'occhio cibernetico di quest'ultimo aveva già esaminato la minaccia, e il cervello elettronico aveva prontamente scartabellato via Web nel database mondiale dei supercriminali ricercati dall'Associazione Eroi.
- Ruspaman. Supercriminale, livello basso. - Sentenziò, meccanicamente.
- Livello "Lupo"? - Chiese Saitama.
Il cyborg scosse la testa, precisando.
- "Sciacallo".
Il sensei emise un basito "Eh?", con tanto di espressione confusa.
Genos si affrettò a precisare.
- Pare sia l'unico, di quel livello.
- D'accordo, - Liquidò l'altro. - Ma... "quanto"?
Il riferimento, naturalmente, riguardava la taglia posta sulla testa del soggetto.
- Quarantanove milioni di Yen.
Saitama sorrise.
- Ciò che volevo sentire. Altro che ritorno in prima classe. Potrei affittare tutto l'aereo! E qualcosina avanzerebbe anche per la spesa al market! Direi che possiamo cominciare!
Ma prima che l'eroe potesse anche solo sollevare il braccio, il sottoposto lo fermò.
- Sensei! Non c'è bisogno che si sporchi le mani. 
Il vero timore di Genos, naturalmente, riguardava il rischio che, nella foga, il maestro non dosasse la forza del suo pugno, col risultato di spazzare via tutto il quartiere.

Con un balzo, il ragazzo bionico atterrò davanti a Ruspaman.
Il lestofante cessò la sua attività distruttoria a danno di ombrelloni e sdraio, unici rimasugli di una spiaggia ormai deserta.
- E tu chi sei? - Bofonchiò il criminale, infastidito.
Poi, constatando i tratti somatici spiccatamente orientali, sbottò di rabbia.
- Uno straniero!
Il cyborg ignorò la punta razzista del commento, e cominciò, flemmatico.
- Signor Ruspaman, in nome dell'Associazione degli Eroi, le intimo di deporre le armi e di arrendersi, o...
- Me ne frego! - Lo interruppe l'altro. - Soprattutto di prendere ordini da un limoncino con gli occhi a mandorla. Prima gli Americani!
- Bene! Mi fa piacere che la pensi così. - Intervenne una terza voce. - Perché adesso dovrai rispondere di una miriade di articoli infranti del Codice Penale, davanti alle autorità Americane!

Sia Genos che Ruspaman si voltarono, in una scena surreale, in direzione di due agenti di polizia che erano sopraggiunti sulla scena, pistole alla mano, per nulla turbati dai segni di devastazione, tantomeno dalla particolarità di chi si trovavano davanti.

- Scendi dal mezzo non regolamentato e metti le mani sulla testa. - Intimò il più smilzo dei due, un giovanotto biondo con un sorriso beffardo stampato sul volto. - Hai il diritto di non parlare, di...
- Beh, agente Speed, nel frattempo, lasciare parlare me. Ricorda che il capo sono io!
Ad interromperlo era stato il collega, un corpulento colosso dalla folta barba scura e l'espressione seccata.
Il biondino si scostò, obbediente.
- Signorsì, capo pattuglia Hall! - Aggiunse, mettendosi sull'attenti, in un ossequioso saluto militare.
Il barbuto, soddisfatto, cominciò la sua, di intimazione - Scendi... - e rimase così, a bocca spalancata, cercando di ricordare il resto del discorso.
Sbuffando, tagliò corto.
- Beh, fai quello che ti ha detto lui.
- Io tiro dritto! - Ribattè Ruspaman, dando loro le spalle, e ricominciando a devastare suppellettili da spiaggia.
- Beh, se la mette così... - Sbuffò l'agente Speed, col dito sul grilletto. - Sarò costretto a sparare.
Genos sentì il dovere di intromettersi.
- Chiedo scusa, agenti. Ma la corazza dell'esoscheletro non verrebbe neanche scalfita dai colpi delle vostre armi. Per favore, - Pregò, con un inchino. - Lasciate che ce ne occupiamo noi
La richiesta colse di sorpresa i tutori dell'ordine, che fino a quel momento neppure avevano notato la presenza dei due turisti.
Il capo pattuglia si lisciò la barba con una mano.
- E voi sareste?
- Genos, Eroe di classe S, mentre lui è il sensei Saitama, eroe di classe B. Affiliati all'associazione degli eroi della Città Z.
Speed accolse la notizia con fanciullesco entusiasmo.
- Sentito, capo? Sono due supereroi!
L'agente Hall, al contrario, fece una faccia perplessa, che mutò in scetticismo.
- Super o no, qua siamo a Miami, e c'è un Dipartimento di Polizia apposito. E quello lo rappresentiamo noi!
Enfatizzò l'ultima frase battendo la mano sul distintivo, prima di concludere.
- Non abbiamo bisogno del vostro aiuto.
Genos avrebbe voluto ribattere, ma qualcuno lo anticipò.
Era Saitama, con una sola parola.
- Insistiamo!
Tutti guardarono in direzione di One Punch Man.
Genos vide negli occhi del Sensei una insolita nota di interesse, ben diversi dalla solita apatia.
E lui, tra tutti, era quello che ne conosceva meglio il significato: Saitama non avrebbe accettato un rifiuto.
I quattro rimasero per un momento in silenzio per studiarsi, quando Ruspaman, stufo della presenza dei due fastidiosi immigrati orientali, portatori magari di chissà quali malattie, decise di levarli di torno a suon di ruspa.
Partì quindi alla carica, deciso a travolgerli.

Genos quasì ringraziò l'iniziativa di Ruspaman, che oltre a sbloccare la situazione... "diplomatica" con gli ufficiali di polizia, si stava di fatto consegnando spontaneamente alla bocca del cannone laser che l'eroe bionico aveva deciso di utilizzare.
Tuttavia, qualcuno lo anticipò, ma con sua sorpresa, non si trattò del Sensei.
Entrambi gli agenti di polizia erano infatti scattati in avanti, in direzione del criminale.
- Quale follia suicida? - Commentò, incredulo.
Poi, però, i suoi sensori captarono delle anomalie in quelli che credeva come normali esseri umani.
Il poliziotto barbuto esplose in un aumento esponenziale di forza.
Tendendo una delle sue grosse mani, l'agente fermò in un secondo la folle carica del macchinario guidato da Ruspaman, il quale si accartocciò come schiantato su un muro indistruttibile.
Contemporaneamente, nel poliziotto biondo, i sensori di Genos registrarono un incredibile aumento di velocità.
Scattando come un leopardo, ma a velocità Mach 2, questi balzò agilmente sulle spalle dell'imponente esoscheletro, faccia a faccia con Ruspaman, ancora stordito dall'impatto con Scott.
Altrettando rapidamente, con la sola mano destra schiaffeggiò ripetutamente il  criminale, afferrò la pistola nella fondina, la estrasse e la puntò direttamente sotto il naso di Ruspaman.
Tutto questo, in un arco di tempo che Genos cronometrò in un secondo e sedici centesimi.
Il criminale osservò basito la canna della pistola che lo teneva sotto tiro.
- Non ci hai capito niente, vero? - Scherzò il biondo. - Se vuoi te lo rifaccio!
- Dacci un taglio. - Lo ammonì. Hall, seccato. - E' vero fai Speed di cognome, e allora, appunto, sbrigati ad ammanettarlo che lo portiamo al fresco.
Una volta estratto il criminale dai rottami, le manette scattarono.
La faccenda si sarebbe chiusa lì, senonchè qualcuno non era d'accordo.

- Spiacente di intromettermi, ma su quel tizio ci sarebbe una taglia che ci serve.
L'agente Hall sbuffò, d'innanzi alla rinnovata protesta di Saitama, il cui sguardo, da serio, si stava caricando di ostilità.
Il poliziotto, per nulla impressionato, si lisciò la barba.
- Parlane con il giudice, quando questo mascalzone verrà processato. Io faccio il mio lavoro.
- Ebbene, il mio lavoro è catturare questo criminale e portarlo alla giustizia.
Nonchè intascare la taglia. Intuì, Genos, imbarazzato.
- Sensei... - Cercò di interloquire. - Non credo sia il caso...
Ma Saitama, chiuso nella sua cocciutaggine, non era disposto a sentire ragioni.
Al contrario, una folle idea si fece strada nella sua testa pelata.
- Forse, con un pugno potrei convincerla...
Genos entrò nel panico. - E' una pazzia, sensei!
Naturalmente, la pazzia riguardava le conseguenze che avrebbe portato uno dei leggendari, devastanti pugni del suo mentore.
Altro che i danni di Ruspaman!
- Sarebbe aggressione a pubblico ufficiale. - Spiegò Hall. - Sempre che, naturalmente, tu riesca a colpirmi.
Saitama sorrise, mentre le sopracciglia si aggrottarono, donandogli una luce sinistra.
- Devo considerarla una sfida?
- Sensei! - Supplicò Genos.
- Cercherò di andarci piano. - Lo tranquillizzò Saitama, caricando il pugno.
Genos scosse la testa, allarmato.
Anche "andandoci piano", un pugno di One Punch Man poteva volatilizzare un palazzo.
Non vide altra scelta: avrebbe eretto una barriera elettromagnetica attorno all'agente Hall, sperando che questa potesse essere sufficiente a reggere il colpo.
Tese le mani, erigendo la barriera, preparandosi al peggio.
One Punch Man, intanto,  estese il braccio destro,  e l'apocalisse stette per avere inizio.

Durò un attimo, nel quale Genos non aveva avuto il coraggio di guardare.
Lasciò alle orecchie il compito di recepire l'esito dell'impatto.
Al contrario delle aspettative, arrivò solo un rumore sordo, attutito.
Vinto dalla curiosità, Genos riaprì gli occhi, e li sbattè un paio di volte, perché, a ciò che stava vedendo, non riusciva davvero a credere.
L'agente Hall aveva teso il braccio e, con la mano aperta, aveva afferrato al volo il pugno del leggendario eroe, boccandolo saldamente.
Persino Saitama, come poche volte nella sua vita, stava mostrando un'espressione stupita.
- Un pugno potente. - Ammise il poliziotto, sorridendo.
Dopodiché, con una forza immensa, Hall usò la stessa mano per storcere ed abbassare il braccio di Saitama, mentre l'altra, stretta a pugno, si levò in aria e si abbattè, come un martello, sul cranio pelato.

Forse non erano posti di prima classe, ma non era cosa di tutti i giorni, ammise Saitama, godere di un viaggio in aereo a spese delle autorità di Miami.
Genos continuava a studiare il foglio sul quale era stato redatto l'ordine di rimpatrio da parte del giudice federale.
Certo, non avevano intascato la taglia su Ruspaman, in custodia presso il penitenziario locale, ma ormai non importava più.
- Solo una curiosità, Genos. - Chiese Saitama. - Ma come facevano quei poliziotti ad essere così forti?
- Ho effettuato un controllo presso il database. - Spiegò Genos. - E ho trovato il segreto dei loro poteri.

Spiegò che il biondino, Dave Speed, era un normale poliziotto di Miami che un giorno, investito dalle radiazioni di una esplosione atomica,  aveva finito per acquisire dei superpoteri.  Non risultava ufficialmente iscritto al registro degli eroi, ma era comunque noto presso gli stessi con un soprannome:  "Poliziotto  Superpiù".
Il secondo, Scott Hall, era un ex sceriffo che si ritrovò coinvolto in un contatto con una enttità aliena. Quest'ultima, dalle sembianze di un bambino umano, tramite un portentoso macchinario lo investì di una sconosciuta energia biomagnetica, dotandolo di una forza e una resistenza straordinarie.
Anche lui non  iscritto al registro, veniva comunque soprannominato, dai più, lo "Sceriffo Extraterrestre".
Concludendo la spiegazione sull'agente Hall, Genos ironizzò.
- Ed è anche uno tra i pochi che è stato in grado di bloccare un suo pugno, sensei! E come se non bastasse, gliene ha restituito uno lui, sulla sua testa!
Saitama fece spalluce.
- Sì, ma non ho sentito assolutamente nulla. Una punta di zanzara.  Una inezia.
Allorchè Genos guardando la testa di Saitama, scoppiò ancora una volta a ridere.
- E finiscila! - Sbottò il Sensei, - Non è colpa mia se si vede il bernoccolo! Ripeto che non fa male!
- Le credo, Sensei, le credo! - Rispose Genos, che conosceva la straordinaria resistenza fisica dell'altro. - E' solo che...
Non riuscì a trattenere una ulteriore serie di risate.
Non era davvero cosa di tutti i giorni vedere il sensei non illeso.
Tutto questo mentre l'aereo proseguiva il suo viaggio, e Saitama sbottò l'intenzione di comprare, al ritorno, un dannatissimo cappello di paglia per nasconderel'imbarazzante tumefazione.







FINE













  
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