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Autore: NyxTNeko    15/03/2020    1 recensioni
Napoleone Bonaparte, un nome che tutti avranno letto almeno una volta sui libri di scuola.
C'è chi l'ha adorato, chi odiato, chi umiliato e chi glorificato.
Ma siamo sicuri di conoscerlo veramente? Come si sa la storia è scritta dai vincitori e lui, il più grande dei vincitori, perse la sua battaglia più importante.
Dietro la figura del generale vittorioso e dell'imperatore glorioso si nasconde un solitario, estremamente complesso, incompreso che ha condotto la sua lotta personale contro un mondo che opprime sogni, speranze e ambizioni.
Un uomo che, nonostante le calunnie, le accuse, vere e presunte, affascina tutt'ora per la sua mente brillante, per le straordinarie doti tattiche, strategiche e di pensiero.
Una figura storica la cui esistenza è stata un breve passaggio per la creazione di un'era completamente nuova in cui nulla sarebbe stato più lo stesso.
"Sono nato quando il paese stava morendo, trentamila francesi vomitati sulle nostre coste, ad affogare i troni della libertà in mari di sangue, tale fu l'odioso spettacolo che colse per primo il mio occhio. Le grida dei morenti, i brontolii degli oppressi, le lacrime di disperazione circondarono la mia culla sin dalla nascita".
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Rivoluzione francese/Terrore, Periodo Napoleonico
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Machecoul, 12 marzo

Era dagli inizi del mese che nella regione bretone della Vandea esplosero sollevazioni popolari, a causa della leva obbligatoria imposta a tutti i cittadini francesi. I vandeani non avevano alcuna intenzione di imbracciare le armi per un paese che non li rappresentava più: dei ferventi cattolici al servizio degli assassini dell'Unto di Dio, ossia il Re, oltre che usurpatori e distruttori della religione stessa.

Per sostenere e rendere legittima la loro rivolta si appellarono addirittura all'articolo 35 della nuova Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, che autorizzava l'insurrezione in caso di violazione dei diritti del, per e contro il popolo, da parte del governo. 

Il sindaco della piccola città, per bloccare la sommossa, ordinò immediatamente l'esecuzione di 500 insorti. Ciò portò i vandeani a vendicarli, eleggendo un capo per potersi organizzare meglio. Fu scelto come comandante un giovane uomo di trentacinque anni, di nome Jacques Cathelineau, un venditore ambulante, sacrestano e padre di famiglia.

All'inizio, però, l'uomo non era molto convinto di dover combattere, uccidere delle persone, soprattutto francesi, in nome della fede. Inoltre era esente dalla leva obbligatoria proprio perché padre. Fu il curato della sua parrocchia, l'abate Cantiteau che gli consigliò, per non dire imposto, di farlo - È il Signore che te lo dice, tu sei molto devoto e ha visto in te una guida per la nostra santa causa - gli aveva detto il curato il giorno prima.

- Il Signore non dice di uccidere i propri fratelli - ribatté umilmente Jacques, preoccupato per la situazione che si stava verificando. Non era a favore del governo, ma nemmeno dell'atteggiamento ribelle dei suoi compagni - Dovremmo collaborare pacificamente con loro...

- Non puoi contrattare con coloro che hanno condannato e ucciso il re! Colui che può essere giudicato solo da Dio in persona! - sbottò l'altro, tentando di aggrapparsi a quel delitto per smuoverlo. Il suo sagrestano era l'unico in grado di unirli tutti sotto la bandiera del Signore e riscattare, così, la Chiesa da tutte le ingiustizie che stava subendo dagli inizi della Rivoluzione - Tu non vuoi andare all'inferno per aver disobbedito al suo ordine, vero?!

- È Lui che dice di farlo dunque? - chiese turbato da quella minaccia. Era sempre stato un uomo religioso, rispettoso dei precetti e dei dogmi, non voleva essere punito per l'eternità a causa di un suo rifiuto - Se è questo che Dio vuole, allora io accetto di lottare per lui, anche a costo della vita - annuì convinto. Il Signore era dalla sua parte e li avrebbe fatti vincere.

- Fidati di me Jacques e Dio ti ricompenserà - furono le ultime parole che sentì, prima di essere acclamato a gran voce dagli uomini che lo avevano scelto. Tutti lo seguirono e si armarono velocemente, per poter cacciare i repubblicani e pulire il sangue dei vandeani giustiziati in nome di Dio.

Quello stesso giorno insorsero anche Paimbœuf, Tiffauges, Saint-Fulgent, Beaupréau e Montaigu. La guerra civile, che in molti volevano evitare, era appena scoppiata e si sarebbe rivelata molto più difficile da sedare, rispetto alle aspettative dei repubblicani.

Jallais, 13 marzo

Assieme ai suoi 27 uomini erano giunti nella cittadina vicina, dove riuscirono a convincere facilmente i contadini: questi videro in Chatelineau il protettore delle loro tradizioni, radici cristiane, il difensore della fede a cui non volevano rinunciare. La città era sorvegliata da 150 repubblicani e un pezzo d'artiglieria, il comandante vandeano, però, senza perdere tempo e il carisma, con il quale avevano reclutato i suoi uomini, riuscì ad impadronirsi del cannone e ad occupare la città, facendo scappare a gambe levate gli oppositori.

- È un segno del Cielo - gridavano a gran voce i suoi seguaci, mentre avanzavano inarrestabili, rafforzati nel loro credo da quei successi militari inaspettati. L'esercito repubblicano si stava dimostrando più debole di quanto potessero credere, questo perché era impegnato in più fronti, oltre ad essere infiaccati dall'avanzata degli eserciti controrivoluzionari. Quest'ultimi li avevano cacciati dai Paesi Bassi, riportando i confini francesi a quelli del 1789.

- Il Signore è dalla nostra parte!

- Vuole che si vendichi il re ucciso, lui, il padre di tutti i francesi, il sovrano unto da Dio, trattato in quel modo barbaro e irrispettoso - rincaravano la dose alcuni preti di campagna, che, molto più svegli della plebaglia ignorante e facilmente impressionabile, avevano intuito come alimentare il loro spirito battagliero.

Cholet, 14 marzo

L'avanzata dei vandeani, sempre più inebriati dalle vittorie, al punto da considerare la campagna una sorta di spedizione punitiva voluta da Dio, pareva inarrestabile. In quella giornata Cathelineau non solo aveva occupato e 'riconquistato' molte città, tra cui Chemillé, aveva persino attirato l'interesse di un ex capolare dell'esercito regio, che stava guadagnandosi da vivere come guardiacaccia, Jean Nicolas Stofflet.

Non appena ebbe saputo delle imprese del giovane comandante vandeano, non aveva esitato un secondo nel volerlo aiutare. Sapeva che nonostante i successi ottenuti, Cathelineau non aveva né le basi, né uomini a sufficienza per poter abbattere i propri nemici. Si era presentato da lui con i suoi uomini, che non lo amavano particolarmente per via del suo carattere freddo, spietato ed ambizioso - Avete bisogno di consigli da parte di un uomo che la guerra l'ha fatta e ha studiato nelle migliori scuole - esordì dopo essere piombato nel suo piccolo accampamento, altezzoso, fiero - Jean Nicolas Stofflet a vostro servizio...

Jacques Cathelineau, colpito dalla sua generosa disponibilità, dagli eventi che si stavano compiendo sotto i suoi stessi occhi, cominciava a credere fermamente di essere stato davvero chiamato da Dio, per riportare la Francia a com'era prima. Non si era aspettato di avere tutto quel seguito che pendeva dalle sue labbra - Io sono solo un uomo che sta svolgendo il volere divino - rispose lui - Vi ringrazio - aggiuse con profonda gratitudine.

Non appena ebbe messo su il suo esercito di 15.000 uomini attaccò quella cittadina a pochi passi dall'accampamento in cui si erano stanziati, di circa 7.000 abitanti, controllata da 500 guardie, 80 cavalieri e una piccola batteria di dieci cannoni. Lo scontro fu duro ed entrambe le fazioni erano spinti dalle loro credenze e dai loro ideali, da una parte i vandeani, guidati dalla loro cieca fede cattolica, quasi bigotta; dall'altra, i repubblicani, difensori delle conquiste rivoluzionarie. Nessuno voleva rinunciare, né demordere dai loro propositi.

Tuttavia la battaglia si fece subito feroce, il fanatismo di entrambe le parti costringeva alla resilienza, nonostante le perdite della guardia nazionale divennero, in poco tempo, consistenti, superando le 300 unità. Alla fine furono costretti a cedere la cittadina. I vandeani avevano perso solamente 40 uomini. Neanche il tempo di riposare che subito Cathelineau riprese la sua marcia verso il paesino successivo.

Saint-Florent-le-Viel

I vandeani furono accolti con gioia dagli abitanti del paese - Liberateci dai regicidi! - urlavano a squarciagola.

- Lo faremo - enunciò Cathelineau, guardandoli commosso dalla loro profonda devozione. La maggior parte erano uomini umili come lui, che trovavano nella religione la forza per andare avanti, per resistere a quel mondo difficile, con la promessa di una ricompensa dopo la morte - Ma dovete unirvi a noi, dobbiamo combattere tutti insieme! - poi indicò la parrocchia che si stagliava dinnanzi a lui - Chi vuole unirsi alla lotta mi raggiunga alla chiesa, lì riceveremo la benedizione divina...

Dopo il boato e le urla calò il silenzio e, similmente ad una lunga processione, che anticipava la Pasqua che stava per arrivare, camminavano rispettosi fino alla chiesa indicata. Il parrocco, da sempre refrattario, quindi fiero oppositore della Costituzione Civile del Clero e di ogni riforma rivoluzionaria, vide in quell'esercito lo strumento perfetto per indire una crociata contro gli infedeli. Infedeli che non erano, questa volta, ebrei o musulmani, ma i deisti, gli atei, gli agnostici, gli illuministi, in pratica tutti coloro che non avevano abbracciato alcuna religione e si affidavano alla ragione.

Indisse una messa in loro onore e li benedisse, ordinò, poi, ai più forzuti di abbattere la bandiera tricolore che sventolava sulla chiesa - Quel segno del diavolo che quegli assassini hanno imposto a noi, umili servitori della Chiesa di Roma, del Papa, che si è detto contrario a questa rivoluzione, come la chiamano loro e che ha mandato i suoi eserciti in aiuto delle altre nazioni che, al pari di noi, vogliono riportare l'ordine! 

17 marzo

Nel frattempo, l'eco della ribellione vandeana si diffuse rapidamente nelle regioni vicine, e sui giornali di tutta Europa, e molti contadini decisero di eleggere altri generali da mandare in aiuto a Cathelineau: D'Elbée e Bonchamps, entrambi di origine aristocratica.

Si erano messi in viaggio con i loro piccoli eserciti quasi due giorni prima ed erano riusciti a trovare il comandante, che aveva aumentato notevolmente le forze, divenendo così una minaccia da non sottovalutare. Il trentacinquenne li vide in lontananza e si fermò, pur restando attento in modo che, se fossero stati dei nemici, non avrebbero perso tempo ad attaccarli.

- Veniamo in pace! - disse il marchese Bonchamps anche a nome del suo collega -Siamo stati eletti dai contadini come voi,  generalissimo Cathelineau, nonostante la nostra origine nobiliare, ci siamo sempre definiti amici del popolo, perciò non abbiamo esitato un solo istante nel prendere a cuore la causa vandeana... - riprese chinandosi leggermente per dimostrare la sua sincerità. Ciò colpì molto le genti più umili, un aristocratico che si metteva a disposizione di un ex venditore ambulante, che veniva trattato come un loro pari, non lo avevano mai visto.

Tale gesto alimentò esponenzialmente la speranza e la forza per la riuscita della guerra/crociata. Dopo aver combattuto a Vihiers, vincendo per l'ennesima volta, in modo estremamente facile, interruppero la campagna per rientrare e festeggiare la Pasqua. In pochi giorni, gli insorti avevano occupato metà della parte meridionale del dipartimento del Maine e Loira, chiamata Mauges.

Dall'altra parte della Loira, però, era la Guardia Nazionale a prevalere su altri gruppi di vandeani guidati da altri capi eletti tra la popolazione. Ne catturarono una trentina e di questi, venti furono ghigliottinati. Pensarono che se avessero adoperato la paura come arma, si sarebbero intimoriti e calmati.

La Rochelle, 19 marzo

La repressione delle rivolte divenne sempre più agguerrita e sanguinaria, la Convenzione sapeva delle violazioni che stavano commettendo, però, non potevano permettersi di rallentare la morsa, di ritirare il pugno di ferro. Per questo incaricarono il generale Loius de Mancé di reprimere l'ennesima ribellione scoppiata a  Noirmoutiere, ad opera dei vandeani: le sue forze erano composte da 2.300 fanti, 100 cavalieri e 8 cannoni.

Eppure, nemmeno in questo modo, erano riusciti ad attraversare completamente il tratto che collegava La Rochelle a Nantes, perché bloccato da un'imboscata, tesa dal generale vandeano Charles Augustin de Royrand a Pont-Charault, costringendoli a tornare a La Rochelle, stanchi e delusi dagli eventi e dalla sconfitta.

- Generale Louis Marcé, a nome della Convenzione di Parigi vi dichiaro in arresto - annunciò uno dei comandanti della Guardia Nazionale, non appena lo videro arrivare.

- In arresto? E per cosa? - domandò spaventato. Venne circondato dagli uomini per impedirgli ogni possibilità di fuga.

- Per presunta complicità con il nemico - rispose l'altro, senza fare una piega. Teneva la mano alzata pronto a dare l'ordine di cattura.

- Appunto presunta, ma non è vera, io sono caduto in un'imboscata, non ho mai tradito la Repubblica! - ribadì disperatamente il generale. Non valse a nulla, venne arrestato e condotto in prigione, dove avrebbe atteso, invano, un giudizio che gli offrisse la possibilità di scagionarsi. Quest'ulteriore sconfitta annientò la capacità offensiva delle forze repubblicane ad Ovest della Francia.  Molte città, nei giorni successivi, caddero abbastanza velocemente o si arresero immediatamente, sfiduciati e impauriti da una simile situazione.

Pornic, 22 marzo

- È quasi passato un giorno dalla cattura della città, ormai nessun regicida verrà a riprendersela - rise un vandeano in un'osteria, dopo essersi scolato interi boccali di birra - Possiamo anche andarcene da qui, generale!

- Attendiamo il giorno, per accertarci della loro resa - rispose il generale un po' più accorto degli altri - É davvero strano che non abbiano quasi combattuto con tutti i mezzi di cui disponevano...

- Come volete generale - ribottò l'altro bevendo d'un fiato l'ultimo boccale, per poi appisolarsi sul bancone.

Infatti le forze della Guardia Nazionale si erano appostate negli angoli più nascosti, tenendoli d'occhio per tutto il giorno. Avevano progettato un attacco a sorpresa, che sarebbe scattato non appena avessero abbassato la guardia, come stavano già facendo - Piomberemo non appena il buio sarà calato, sarà più facile farli scappare, dopo aver generato scompiglio - rivelò il generale controllando la situazione con il cannocchiale - E ci riprenderemo la città! - I suoi sottoposti e colleghi annuirono silenziosi, attendendo il momento dell'azione.

Lo spicchio di luna assomigliava ad una sinistra risata, quasi come se fosse già a conoscenza di quanto sarebbe accaduto fra non molto tempo. Solo quando furono sicuri che tutti i vandeani si fossero addormentati, i repubblicani cominciarono la riconquista, assaltandoli con le baionette e i fucili.

Colti alla sprovvista, assonnati, ebbri di vino e birra, accerchiati dall'artiglieria, i vandeani non riuscirono a creare un efficace contrattacco e dopo poche ore di lotta presero la decisione di scappare, abbandonando la città in fretta e furia. Un piccolo successo che risollevò il morale di quella piccola divisione della guardia nazionale.

Ajaccio, 27 marzo

Napoleone si era tenuto costantemente aggiornato su quella che oramai veniva chiamata da tutti Guerra di Vandea, ed era preoccupato sul suo evolversi. Poteva costituire un serio problema, se non fossero riusciti a soffocare quelle ribellioni mosse dalla fede e dalla religione.

"Potrebbero diffondersi ovunque in Francia, con il clima di insofferenza, d'incertezza che aleggia, basta un niente per farle scoppiare in ogni angolo, innumerevoli sacerdoti sfrutterebbero questo caos per scagliarsi contro i loro nemici e attirare sempre più plebaglia, come già sta accadendo nella regione coinvolta" rifletteva al chiaro di luna, l'insonne Buonaparte.

Era soddisfatto nel constatare la prontezza della Convenzione nell'azione e nella repressione, quell'energia, quel polso deciso che il re, invece, non aveva mai dimostrato in tutto il suo regno. Sapeva che non era sufficiente, occorreva preparare gli uomini alla guerra, in brevissimo tempo, ed era un'impresa davvero ardua.

"Inoltre, devo stare attento a Paoli" ridacchiò divertito, certo del fatto che si stava tenendo informato dagli inglesi, sempre più desiderosi di conquistare la Corsica "Dubito fortemente che non stia prendendo appunti sulla faccenda per poi replicarla sull'isola". Allungò la mano sulla spada che aveva posato sul tavolo, la prese e la sguainò, facendola brillare "Io sarò pronto ad andare sia a favore, sia contro di lui". La rimise nel fodero, afferrò la pistola al volo e la pulì delicatamente, attendendo l'alba.

 

   
 
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