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Autore: Noeru    15/03/2020    2 recensioni
Un Nerd
Un Tamarro
Un Fattone
Un viaggio esteriore, interiore e soprattutto memorabile
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ivan, Max, Max (Team Magma), N, Nuovo personaggio
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Dopo aver buttato via le ultime scartoffie della giornata, Max tirò un sospiro di sollievo, ripulì i suoi occhiali in un quadratino di tessuto
magenta e passò dalla sedia rossa imbottita al rigido sgabello nero all'angolo; l'ultimo acquisto del leader del Team Magma troneggiava in un angolo
del suo ufficio, pronto ad essere aperto e suonato nei momenti in cui sentiva il cervello fumare come il monte alle cui pendici sorgeva il quartier generale rosso.
Da bambino in casa aveva un pianoforte a coda, ma era stato venduto dopo che lui se n'era andato per studiare all'università e la scoperta di tale fatto lo aveva spinto a troncare i rapporti già tesi coi suoi genitori, colpevoli di avergli trasmesso un pessimo corredo genetico, e a relegare in un angolo della sua mente la passione per la musica classica.
Da quando era iniziato il periodo di tregua col Team Idro tuttavia aveva deciso di concedersi un regalo speciale che lo distogliesse dalle preoccupazioni quotidiane sia legate alla propria salute che a quanto succedeva nel mondo esterno.
Non ci sarebbe più stato nulla a tenerlo sveglio; Ivan e la sua ciurma di imbranati avevano fallito nel tentativo di dominare Kyogre, ma anche Max e i suoi alleati si erano lasciati sopraffare da Groudon ed essere in pari era sempre meglio che aver perso.
Così si scaldò le dita, spesso fredde a causa dell'anemia, strofinando le mani fra loro e facendole scrocchiare e lasciò che la claustrofobica stanza rosso cupo si riempisse di suoni ben ordinati e melodiosi.
Le reclute che passavano davanti alla porta si fermavano ad ascoltare incantate, nonostante il loro capo non fosse un pianista professionista.
Però aveva considerato di rispolverare questo interesse e studiare musica seriamente.
Lo avrebbe fatto, tanto non c'era più nulla a cui correre dietro; Groudon era stato rispedito negli abissi da un giovanissimo allenatore che si narrava fosse un portento capace persino di sfidare la Lega Pokemon e la sfera rossa era ritornata sul Monte Pira, dove gli anziani la custodivano con doppia mandata insieme alla sua gemella blu.
La musica continuò a risuonare nell'atmosfera fredda del sottosuolo.
I due magmatenenti, che avevano accesso alle stanze di  Max, talvolta entravano e si sedevano a fargli compagnia in silenzio religioso: Ottavio diventava marmoreo, temendo con la sua corporatura di far cascare oggetti
o fare troppo rumore muovendosi mentre Rossella si avvicinava di più, sporgendosi sullo spartito nel tentativo di decifrare quello che sembrava un codice di Unown.
Il suo bel viso era terribilmente vicino all'incavo della spalla di Max, il quale ne avvertiva l'odore di violette in forte contrasto con quello di umidità, rocce e fuoco che permeava il rifugio.
Era un profumo tanto raro ed insolito, ma regalava solo qualche secondo di piacere al suo olfatto e la concentrazione sui tasti bianconeri non gli consentiva di abbandonarsi alla pace dei sensi.
Rossella gli voltava anche le pagine e lui si limitava ad esprimere gratitudine con un cenno del capo.
Di solito quel passatempo gli occupava le due ore tra la fine del giorno lavorativo e la cena, ma quel giorno, non riusciva a spiegarsi il perché, avrebbe desiderato continuare fino alla mezzanotte.
Povere reclute che si sarebbero addormentate in massa sul pavimento per assistere al concerto che non era loro permesso di vedere.
"Largooooooo!" Dal corridoio la voce di Ottavio spezzò l'incanto del silenzio. Le gambe robuste del Tenente correvano ad una velocità insolita ed il suo faccione era più rosso della felpa dell'organizzazione rendendolo simile ad un pomodoro gigantesco.
Senza troppo tatto spinse via le reclute con l'orecchio appoggiato all'uscio bordeaux ed ignorando le loro proteste immise l'impronta digitale destra.
La mano sinistra stringeva una busta bianca priva di scritte che la riconducessero a un mittente.
Le dita di Max frenarono la loro corsa frenetica con una cacofonia secca e brutale: "Ottavio! Lo sai bene che quando sto suonando..." Sembrava un adolescente dedito ad un allenamento speciale.
"C-c-c'è...u-u-una...l-l-let-t-tera-a-a..." Farfugliò il ragazzone; l'altro gliela strappò, aprendola in fretta e furia.
Dovette metterci un po' a riabituare la vista all'alfabeto.
Ottavio sloggiò fuori per evitarsi un sonoro rimprovero e si nascose nella sua stanza, evitando il dormitorio dove i suoi sottoposti lo avrebbero fatto a fettine incolpandolo di averli distratti da uno dei pochi momenti
di piacere previsti dalla dura vita di una recluta.

 
"Carissimo
Ci tenevo ad informarti che sei stato selezionato per essere parte di una nuova organizzazione criminale che riunisce nel suo nucleo le menti più pericolose ed efferate della nazione.
Un progetto destinato a non fallire grazie ad un cervello strategico e brillante come il tuo.
Questa nuova società si chiama Team Rainbow Rocket ed opererà ad Alola, dove ti aspetto per un primo meeting durante il quale conoscerai i futuri collaboratori e verrà stabilito un primo piano volto a far capire che SONO TORNATO!
L'incontro si terrà fra cinque giorni durante i quali avrai tutto il tempo di preparare la partenza ed organizzare tenenti e reclute nel periodo in cui sarai assente.
Un ultimo favore: ti chiedo se puoi cortesemente recarti nel bosco a nord di Forestopoli.
Senz'altro già sai che in quella zona ha sede il Team Erba.
Dovrai passare da loro e ritirare un pacco che dovrai portare qui ad Alola.
Non ti è dato sapere cosa contenga, ma il Team Erba fornirà gentilmente una dose di Ganja tale che passerà inosservato a ipotetici controlli di frontiera.
Spero di essere stato esauriente.
Ti aspetto!
G."
 
"Il solito megalomane!" Max sbatté il manoscritto sul tavolo ricordando a malincuore i suoi brevissimi trascorsi nel Team Rocket, dal quale era stato allontanato per
colpa della sua salute cagionevole.
Allora lavorava come impiegato ed Ivan, suo futuro rivale era una semplice recluta che presto aveva pure lui disertato l'organizzazione vedendo il male che faceva ai pokemon.
O forse perché le ragazze di Kanto e Johto erano frigide, pensò tra sé e sé il geologo.
La lettera era stata scritta con parole che avrebbero dovuto lusingarlo, ma si fiutava lontano un miglio dove Giovanni voleva andare a parare.
Max disapprovava questo modo di essere leader: mandare in giro i sottoposti a fare ciò che non gli andava di fare per pigrizia o perché ci avrebbe rimesso la faccia non era un atteggiamento da capitano.
Lui era severo, ma corretto nei confronti di reclute e tenenti e aveva aiutato coi suoi mezzi persone svantaggiate che in quel gruppo avevano trovato motivazione ed uno scopo di vita.
In particolare Rossella gli stava a cuore come una figlia o sorellina più piccola da quando aveva perso i genitori mentre Ottavio aveva subito bullismo a scuola e mobbing sul posto di lavoro a cui nemmeno il rosso era estraneo, da bambino gracilino qual era stato.
Inoltre era andato lui di persona nell'antro abissale con la sfera rossa a risvegliare Groudon.
Lui e non Ottavio o Rossella, che di certo non sarebbero sopravvissuti alla furia del gigante di fuoco e terra.
Con molta cura ripiegò la lettera e si diresse in camera da letto, decidendo sul da farsi.

 
**
 
"Como te llamas Baby?"
Una voce editata dai migliori programmi per la registrazione esplose accompagnata da battiti elettronici veloci e ritmati.
Proveniva da una piccola, ma potentissima cassa bluetooth che riposava sul braccio muscoloso e abbronzato di un energumeno perennemente a petto nudo che varcò una porta color zaffiro.
"Bella! è venerdì sera! Quindi..." La sua manona batté a tempo il palmo contro un'altra mano guantata di blu in un saluto speciale che solo due persone con un'intesa fortissima potevano condividere.
"Si sboccia, Bro!" Ivan rise forte, spingendo la sedia lontana dalla scrivania col piede precedentemente appoggiato al tavolo.
Per il leader del team Idro più che un sottoposto il tenente Alan era un fratello: entrambi cresciuti nei peggiori quartieri portuali di Hoenn, da quando giocavano a calcio in strada con lattine o stracci tenuti precariamente insieme avevano fatto affidamento l'uno sull'altro proteggendosi da fratelli serpenti, patrigni violenti e confortandosi durante i lutti peggiori.
Ivan si ricordava benissimo l'aver trovato sua madre, meno di quarant'anni, riversa sul letto con diversi lividi in volto e segni di coltellata inferti dall'ennesimo uomo che le aveva promesso stabilità economica e protezione.
Era corso a casa di Alan e aveva vissuto lì il resto della sua vita da minorenne, rivelandosi la spalla di cui il futuro tenente aveva bisogno per sopravvivere a due crudeli fratelli maggiori.
I due avevano catturato i loro Carvanha gemelli insieme e li allenavano nella sudicia acqua di porto e poi si recavano in una delle innumerevoli sale pesi improvvisate dove stavano ore ed ore.
Inseparabili, tranne durante il breve apprendistato di Ivan nel Team Rocket: "Va'che c'è figa a Kanto! Mica come qua..." Sospirava sognante Alan: "Vai e rimorchia anche per me!"
"Sarà fatto, Bro!" In seguito si erano riuniti e avevano fondato il Team Idro con l'obiettivo di contrastare le mire espansionistiche del Team Magma.
In particolare Ivan manifestava un accanimento negativo verso il leader della squadra rivale, reo di non aver prestato le dovute attenzioni alle condizioni degli operai in un progetto che aveva coinvolto entrambi dopo aver abbandonato il Team Rocket.
"Andiamo a prepararci!" Alan sollevò una cassa contenente un superalcolico azzurro ghiaccio destinato alla consumazione notturna collettiva.
Aver fallito nel manovrare Kyogre era stato sì umiliante, ma almeno anche i rossi erano rimasti ben lontani dalle loro aspettative e non dovevano più stare all'erta.
Fine del proibizionismo.
Ivan si sistemò la folta barba e si diede quel deodorante che attirava sciami di ragazze ai suoi piedi e fece per uscire quando una mano femminile lo bloccò.
"Una lettera, capo!" Due dita abbronzate ed affusolate dalle unghie laccate nelle sfumature di cielo e mare gli porsero un'anonima busta bianca.
Che fosse l'ennesima spasimante del pirata?
"La leggo dopo! Non vedi che sono impegnato?" Ivan fece per ignorarla, ma Ada gli si piazzò davanti decisa, un ginocchio pronto a puntare là dove non batte il sole.
E non col fine di eccitarlo: "Insomma! Chi è il capo qui? Essere leader non è solo svago mentre gli altri ti fanno da assistenti! Alan, puoi fare il piacere di abbassare quel dispositivo infernale e cambiare canzone, che questa è sessista da morire?!"
Ogni tanto Ada aveva l'impressione di doversi occupare di due eterni adolescenti e ne aveva sinceramente abbastanza della loro strafottenza e misoginia velata; nonostante Ivan avesse smesso di toccarle il didietro come faceva con alcune reclute più giovani, continuava a non considerare il suo parere quanto quello di Alan e talvolta farsi beffe di lei.
E dire che senza la sua voce della ragione sarebbero finiti tutti quanti nelle fauci di Kyogre.
"Come sei noiosa!" La canzonò Alan, impegnato a spargersi i muscoli di olio: "Rilassati che abbiamo già dato!"
"Cia'..." Sbuffò scocciato Ivan, aprendo il messaggio coi denti da squalo.

 
"Carissimo
Forse ti stupirà il fatto che questa mia lettera sia indirizzata a TE.
Sì, proprio te, che eri una tra le tante reclute e nemmeno sei arrivato fino in fondo. Credi ti abbia perso di vista, ma non è così: mi sono tenuto aggiornato sulla tua gloriosa impresa in quel di Hoenn e devo
ammettere che mi ha stupito vederti tirar fuori una grinta che mai ti avrei dato.
In merito a ciò rivolgo a te e ribadisco, SOLTANTO TE, questo invito a prendere parte alla mia nuova orgnizzazione: Il team Rainbow Rocket.
Tra cinque giorni ci troveremo tutti quanti ad Alola e cominceremo ad elaborare il piano definitivo.
Con la tua forza d'animo il successo sarà garantito.
Prima però ci tenevo a chiederti un favore: nelle foreste a nord di Forestopoli è situato il quartier generale del Team Erba.
Lì si trova un pacco da portare ad Alola.
Il contenuto è segreto, ma per fortuna ho convinto quei fricchettoni a farmi dare erba in quantità sufficiente da proteggerlo.
Ricorda: Forestopoli Nord!
G."
 
Ivan si sentì inizialmente lusingato da quelle parole, ma le ultime righe assumevano un tono semi canzonatorio e lo trattavano come se non fosse in grado di fare due più due.
Era consapevole di non brillare per intelligenza, al contrario del suo rivale, ma odiava essere trattato da stupido e di Max detestava proprio quel fare saccente ed arrogante che esibiva solo perché aveva avuto più possibilità di lui, inclusa quella di studiare.
Certe volte lo avrebbe trascinato per i capelli nei palazzoni grigi macchiati di graffiti in cui era cresciuto e lì lo avrebbe lasciato una settimana per vedere quanto sarebbe resistito in mezzo a violenza, povertà ed ignoranza.
Riguardò le parole scritte dal più grande malvivente di Kanto, passandosi le mani nella barba pensieroso
Giovanni lo aveva spinto ad abbandonare il Team Rocket perché i suoi traffici illegali di pokemon danneggiavano soprattutto le creature e nessuna recluta mostrava sensibilità verso ciò; si limitavano a seguire
ciecamente gli ordini di un boss che quasi mai si palesava nelle missioni, preferendo starsene in palestra a farsi i suoi comodi e contare il denaro sporco accumulato sulle spalle di numerose vittime innocenti.
Certo, centinaia di pokemon avevano perso la vita quando Kyogre si era risvegliato, ma non perché lui, Ada, Alan o le loro reclute li seviziavano.
Il rispetto verso la natura era alla base del team Idro.
"Allora?!" Alan gli diede una pacca sulla spalla: "Non è festa se manchiamo noi!"
Ivan tentò di far canestro nel cestino fallendo miseramente e seguì il suo migliore amico fuori da quello che chiamava "ufficio", ma si traduceva come "stanza delle necessità"

**


Angolo dell'autrice: Cosa sceglieranno di fare i due Leader rivali?
Avviso che questa storia è frutto della quarantena a cui siamo recentemente costretti, ergo non stupitevi se cerco di ridere per non piangere.
Secondo il mio Headcanon, Max suona il pianoforte perché penso sia uno strumento che si addice alla sua personalità seria e glaciale, mentre Ivan è patito di reggaeton, tenendo conto del suo re-design in ORAS.
Spero sia stata di vostro gradimento e ci si vede al prossimo capitolo
   
 
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