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Autore: Fiore di Giada    16/03/2020    0 recensioni
[Mortal Kombat 11/ Subzero's ending/Prequel di "End"]
Un sospiro sgorgò dalle labbra di Kuai Liang. Con la sconfitta di Kronika, lui si era impadronito della Clessidra del Tempo e aveva strappato Bi Han al suo destino di corruzione.
Ci era riuscito, ma questo aveva portato a effetti imprevisti.
Allungò il braccio, prese la mano destra di Hanzo e la strinse.
Questi, per alcuni istanti, si irrigidì, poi si rilassò. Col tempo, si era creato tra di loro un rapporto di stima e rispetto, ma non era mai andato oltre le loro nature, poco inclini a manifestazioni teatrali dei sentimenti.
Tuttavia, il suo amico, in quel momento, era prostrato dalla lunga e lenta agonia del fratello.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Sub-Zero
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Kuai Liang guidò Hanzo attraverso un ampio corridoio, illuminato dalla luce di alcune lampade appese ai muri.

Che tristezza., pensava, dispiaciuto. In quella realtà, Kuai Liang e Bi Han si erano ritrovati e si era ricreato tra loro un legame coriaceo.

Ma la morte aveva preteso la vita di Bi Han.

Pur di salvare la vita di suo fratello, era stato colpito da una maledizione crudele, che lo aveva condannato ad una dilaniante agonia.

Che l’abbia fatto per espiazione?, si domandò lo shinobi nipponico. Quell’ipotesi, subitanea, era balenata nella sua mente e non si era dissolta.

Anzi, gli sembrava alquanto plausibile.

Ad un tratto, il criomante si fermò e si appoggiò al muro, lo sguardo, vitreo d’amarezza, volto verso il soffitto.

Il suo petto si sollevò in ansiti sempre più veloci e un pallore livido ricoprì il suo viso.

La mano di Hanzo, leggera, si appoggiò sulla spalla sinistra di Kuai Liang in un gesto di premura.

Non ha senso che dica qualcosa. Come io, in un’altra linea temporale, ho perduto la mia famiglia, così, in questa, lui sta perdendo un fratello ritrovato. Non si può capire una simile pena., meditò. L’animo di Kuai Liang, ulcerato da quella pena, non aveva necessità di parole evanescenti, che non potevano mutare una realtà aspra e crudele.

A volte… a volte mi chiedo se sia stato giusto manipolare le sabbie, per esaudire un mio desiderio egoistico… – mormorò ad un tratto il ninja cinese.

Perplesso, l’altro aggrottò le sopracciglia.

Io… io non riuscivo ad accettare che l’animo di Bi Han fosse contaminato dal male… Per questo, ho usato le Sabbie del Tempo… Volevo liberarlo dalla tenebra… – confessò, il tono vibrante d’amarezza.

Tacque e, per alcuni istanti, rimase immobile, la testa tra le mani.

Ora è libero dal male… Ma è imprigionato in una sofferenza insensata. La libertà della sua anima vale il suo attuale dolore? Non lo so più… – confessò.

Sopraffatto dall’amarezza, chinò la testa sul petto e rimase immobile.

Il ninja nipponico non rispose e continuò a restare silenzioso.

Kuai Liang, di scatto, girò la testa e i suoi occhi, lucidi di gratitudine, si fissarono nelle iridi di Hanzo.

Grazie. – mormorò.

Si rialzò e riprese a guidare Hanzo attraverso i corridoi.


Il loro cammino si concluse davanti ad una porta.

Kuai Liang allungò la mano e la posò sulla maniglia.

Per alcuni istanti, la sua mano tremò e il ninja cinese esitò. La risolutezza del suo animo si dissolveva e lo lasciava a contatto con le asperità dei suoi dubbi.

L’agonia di Bi Han era dura, a stento mitigata dal balsamo del suo affetto, e, presto, gli avrebbe chiesto uno sforzo considerevole.

La sua risoluzione era corretta?

La mano di Hanzo si strinse attorno al polso di Kuai Liang.

Il maestro del clan Lin Kuei si irrigidì e lunghi brividi attraversarono la sua schiena. La stretta prossimità dei loro corpi, in quel momento, lo turbava…

Era la conseguenza del peso che opprimeva la sua anima e oscurava la sua lucidità?

Come ti ho detto prima, se Bi Han non se la sente, tornerò in un altro momento. – lo rassicurò Hanzo.

Le labbra di Kuai Liang si sollevarono in un tenue sorriso.

Mi ha assicurato che desidera vederti. Ha recuperato i ricordi della passata linea temporale. – spiegò, il tono lugubre.

Sospirò, aprì la porta ed entrò nella stanza.


La luce di una lampada appesa al soffitto illuminava la stanza, dominata da un letto singolo, su cui riposava la figura sofferente di Bi Han.

Di tanto in tanto, il corpo del criomante disteso si irrigidiva in uno spasmo di dolore, come una sbarra di acciaio e il suo viso si deformava in una maschera grottesca.

Gli occhi, opachi di sofferenza, roteavano, mostrando il biancho delle pupille, mentre una schiuma biancastra montava sulle sue labbra, livide di dolore.

Sconfortato, Kuai Liang scosse la testa. Nemmeno i poteri di Raiden riuscivano a ridare la salute a Bi Han…

Gli sembrava di essere avviluppato nella palude di un incubo.

A passo rapido, si avvicinò al letto del fratello e gli appoggiò le mani sul petto.

Stai tranquillo… Presto smetterai di soffrire. – lo rassicurò.

Qualche istante dopo, una tenue luce glaciale, splendente di minuti cristalli, sgorgò dalle sue mani e avvolse l’intero corpo del fratello.

Un debole sospiro, quasi timoroso, sgorgò dalla bocca di Hanzo. In quel momento, si sentiva un intruso, che assisteva ad un momento di intimità tra i due fratelli.

Gli sembrava di violare uno spazio sacro.

Cosa devo fare?

Il corpo di Bi Han si rilassò sul letto e la sua testa si abbandonò sulla sua spalla destra.


Poco dopo, il ninja aprì gli occhi e, con fatica, girò lo sguardo, ora verso Kuai Liang, ora verso Hanzo.

Grazie, fratello mio… – sussurrò. Presto, i veli sarebbero stati squarciati.

Desiderava morire libero da equivoci e menzogne.

Io vado… Perdonami Bi Han, ma devo proseguire con la gestione del clan. E Frost mi sta aspettando da un po’ di tempo. – spiegò Kuai Liang, cupo.

L’altro sollevò le labbra in un debole sorriso.

Non preoccuparti. – lo rassicurò.

Kuai Liang sollevò la mano in un debole gesto di saluto e si allontanò.



I due ninja, per alcuni istanti, rimasero silenziosi.

Sei contento, Hanzo? – soffiò ad un tratto la voce, arrochita dal dolore, di Bi Han.

Il ninja nipponico si scosse dai suoi pensieri e fissò il suo sguardo sul criomante.

Di che cosa stai parlando? – chiese.

Una rauca risata risuonò sulle labbra di Bi Han.

Se sei qui, c’è una ragione… Qualche ricordo della precedente realtà è emerso nella tua mente… – dichiarò, pacato.

Con un cenno del capo, Hanzo annuì. Non aveva senso negare la verità.

Il suo interlocutore aveva ragione.

Bramava risposte agli incubi che straziavano la sua mente.

Certo, Kuai Liang aveva svelato parte della realtà, ma gli sembrava incompleta, priva delle verità di Bi Han.

Hanzo serrò le labbra in un silenzio impacciato e sfregò le mani l’una contro l’altra. Qualsiasi parola gli pareva inopportuna.

Forse, in un’altra realtà, avrebbe provato un sadico compiacimento, ma in quel momento il suo cuore era stretto dalla pena.

Il suo pensiero si rivolgeva a Kuai Liang e all’opprimente dolore, che, pure, non gli impediva di svolgere le sue funzioni di capo.

Quanta dignità si rifletteva nel suo viso scavato…


Si avvicinò alla finestra e, per alcuni istanti, fissò il paesaggio.

Nel piazzale del tempio, scorse le piccole sagome di Kuai Liang e Frost, che si allenavano.

Si allontanò un poco e tornò a fissare lo sguardo su Bi Han.

Il ninja criomante si irrigidì e, a stento, sostenne l’oscuro sguardo indagatore del combattente Shirai Ryu. Avvertiva su di sé il peso del rimorso…

Non riusciva a dare risposte a quelle iridi, colme di domande.

Perché? – domandò ad un tratto il ninja Shirai Ryu.

Bi Han tacque e rifletté.

Potrei dirti che ero stato corrotto da Quan Chi e dalla sua magia… Ma sarebbe una idiozia e non meriti una menzogna tanto puerile… – cominciò.

Un forte accesso di tosse cavernosa, simile ad un lugubre latrato, lo scosse e, per alcuni istanti, non riuscì a proseguire.

Hanzo, immobile, attese.

No, Hanzo… Io… Io mi sono lasciato sedurre dal potere… Non ho saputo resistere alle lusinghe di Quan Chi… Ed è stata la mia sete, in un’altra linea, a distruggere la tua famiglia e a trasformare te in uno spettro, consumato dall’odio e dalla sete di vendetta… L’unica mia scusa era il mio desiderio di rendere forte il Lin Kuei… – confessò. Finalmente, i veli dell’inganno erano stati strappati e nessuna ombra oscurava la sua anima…

Niente lo legava a quel mondo tenebroso, risuonante di urla demoniache e greve di gratuite crudeltà.


Una risata, sempre più forte, cominciò a risuonare sulla bocca di Bi Han.

Perché ridi? – domandò Hanzo, perplesso.

In quella vita, io agognavo le ombre… Invece, io ora desidero la luce e ho paura di sprofondare nella tenebra. Mi sento in colpa davanti a Kuai Liang… – concluse.

Capisco. – dichiarò Hanzo, calmo. Bi Han si era sacrificato per suo fratello, come lui aveva capito, ma questo suo atto non attenuava il suo senso di colpa…

Anzi, probabilmente, non si perdonava la sofferenza, che, in quei giorni, dilaniava il cuore di Kuai Liang.

Sensi di colpa antichi e nuovi opprimevano il suo cuore, simili a macigni.

Hanzo… – lo chiamò Bi Han.

Il ninja nipponico si scosse dai suoi pensieri e lo guardò.

Io… Io so che morirò… La maledizione di Quan Chi è inesorabile… – iniziò.

Con un gesto stanco, si passò una mano tra i lunghi capelli neri, umidi di sudore.

Kuai Liang… Kuai Liang soffrirà molto per la mia morte… Il suo cuore, già pieno di crepe, potrebbe infrangersi e non penso sia giusto. Lui è molto forte, ma la solitudine potrebbe sopraffarlo… – continuò.

Reclinò la testa verso destra e, per alcuni istanti, fissò la finestra, dalla quale penetrava un esile raggio di luna.

Rare lacrime rigarono le guance scavate del guerriero cinese e un debole singulto strinse il suo petto.

Io… Io ho visto il legame che si è creato tra di voi… Lui ti rispetta e ammira il tuo carisma. Vede in te un esempio luminoso… – affermò.

Hanzo, sgomento, aprì un poco gli occhi. Nessun sentimento torbido riverberava in quelle parole…

Il suo sguardo, malgrado la morte futura, era limpido.

Hanzo… Ho le mie colpe verso di te, anche se in un’altra epoca… Quando io sarò morto, desidero che tu stia accanto a lui. Ti prego, non abbandonarlo. – lo supplicò.

Hanzo, per alcuni istanti, rimase immobile, il volto di nuovo atteggiato ad una espressione impenetrabile. Bi Han, in quelle parole chiare, aveva smesso la sua maschera e aveva rivelato la limpidità d'un forte amore fraterno.

Il suo pensiero, lontano dagli egoismi, era rivolto al suo unico familiare…

Davanti ad una simile richiesta, ogni altra considerazione svaniva.

Sì. Lo farò. –


   
 
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