-Non puoi continuare così! – esclamò esasperata Calipso.

-Calma, mamacita! – replicò Leo -E chi lo dice che non posso? -

-Prima di tutto, non chiamarmi mamacita- gli intimò la maga -In secondo luogo: uhm… lo dico io? Lo direbbe chiunque abbia un po’ di buonsenso? Cosa devo fare per fartelo capire? Mandare un messaggio Iride a…?-

Improvvisamente, qualcuno si schiarì la voce. Trattenendo il fiato, tutti gli altri figli di Efesto si voltarono verso la fonte del suono.

Nathan Mount, il nuovo arrivato, fece un passo in avanti.

Nyssa si lasciò sfuggire un “Oh me…”

Harley si schiaffò una mano in faccia.

Qualcuno dichiarò che Nathan era troppo giovane per morire.

Jake si affacciò alla soglia della cabina, ma fece immediatamente marcia indietro.

Quando Leo e Calipso litigavano, gli altri sapevano di doverne stare fuori.

-Se mi permettete…- esordì il ragazzo con l’aria di chi sa assolutamente tutto e trova la più grande forma di gioia nel dimostrarlo.

-STAI ZITTO! – gli urlò contro all’unisono la coppia. Sì, quei due erano in perfetta sintonia.

Nyssa capì di dover intervenire.
-Ehi Nat, che ne diresti di fare un tour del campo con i tuoi nuovi fratelli? - disse tirandolo via per un braccio.

-Ma io l’ho già fatto…- protestò lui.

-Non importa, ne faremo un altro! Ragazzi, andiamo! – ordinò la maggiore. Gli altri se la diedero a gambe levate.

Quando furono abbastanza lontani dalla cabina, Jake, che si era unito al gruppo, guardò il novellino dritto negli occhi e disse in tono solenne :-Prima regola di sopravvivenza del Campo Mezzosangue: non intrometterti nelle discussioni tra Leo e Calipso. Mai. Non litigano poi tanto spesso, ma quando succede faresti meglio a starne fuori-

-Okay…- fece Nathan, alquanto perplesso -Anche se suppongo di non doverla tenere a mente ancora a lungo. Per me si lasceranno. Sembrano troppo diversi, e quella tizia da l’idea di essere incredibilmente acida-

-Nah, non credo, anche se ad un certo punto tutti l’hanno pensato- affermò Harley giocherellando con un pezzo di metallo -Inizialmente detestavo Calipso. Passava troppo tempo con Leo, quindi cercai di sabotare la loro relazione in ogni modo. Ho ancora alcune delle invenzioni che usai stipate sotto il letto-

-E dovresti toglierle da lì prima che vada di nuovo a fuoco- gli fece notare Christopher.

-Lo farò il prima possibile- promise il più piccolo, per poi riprendere -Lo giuro, ho causato disastri incredibili, però stanno ancora insieme. E Cal è simpatica, una volta che la conosci. Ormai la consideriamo tutti parte della famiglia. Secondo me, poi, questa volta aveva ragione lei-

-Quello che dice Harley è esatto. Te ne renderai conto col tempo- gli assicurò Nyssa -Se li lascerai in pace quando è meglio farlo-

Non fu molto rassicurante.
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Circa un’ora dopo, i ragazzi tornarono alla cabina 9. Sarebbero rimasti fuori più tempo per sicurezza, ma era ormai tardi.

Nathan non riusciva a credere alla scena che gli si era presentata al suo ingresso. Era sconvolto. La sua vita non sarebbe mai più stata la stessa.

No, niente cadaveri, pozze di sangue o segni di esplosioni.

Era qualcosa di perfino più sorprendente: Leo e Calipso, gli stessi che fino a sessanta minuti prima gli erano sembrati sul punto di mandarsi a vicenda a quel paese, assopiti sul divano, rannicchiati, mano nella mano, la testa della ragazza sulla spalla del figlio di Efesto e il capo di lui inclinato verso di lei.

-Non ci credo…- mormorò sgranando gli occhi.

-Credici – gli disse Nyssa coprendo amorevolmente i due con un lenzuolo -Saranno anche una coppia strana, ma si amano-