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Autore: _Cthylla_    18/03/2020    3 recensioni
[Sequel della fanfic del 2013 “The Specter Bros’”]
Dopo la battaglia che ha portato alla distruzione dell’Omega Lock, molte persone in entrambe gli schieramenti si sentono perse o hanno perso qualcosa -o, ancora, qualcuno.
Il ritorno di vecchie conoscenze più o meno inaspettate sarà destinato a peggiorare ulteriormente la situazione o porterà qualcosa di buono?
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Autobot, Decepticon, DJD/Decepticon Justice Division, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Transformers: Prime
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Specter Bros'- la serie'
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("Ho fatto proprio bene a uscire")

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



«Cerchi di comprendere, Lord Megatron, ho inviato i vehicons in quella zona perché il sistema di sorveglianza era riuscito a individuare la presenza di quei due Autobot nelle vicinanze del segnalatore che ho messo su Wheeljack, tutto potevo immaginare ma non che ci fossero anche due astronavi di rinforzo! In ogni caso non possono dire di aver vinto la battaglia, si sono ritirat-»

 
«Non possono dire di aver vinto la battaglia ma neppure noi abbiamo avuto quel che volevamo! Non cercare di far passare per un successo ciò che “successo” non è, Starscream!»
 
Megatron non era stato particolarmente contento di ricevere aggiornamenti su quanto era accaduto ormai quasi ventiquattro ore prima, anzi, dire così era un eufemismo. C’era un Autobot nuovo del quale occuparsi, come se quelli già presenti non avessero già dato abbastanza grattacapi, e pur avendone avuti vari nello stesso posto non erano riusciti a concludere nulla. Era frustrante, quasi come il fatto che Soundwave -come Knockout aveva previsto, purtroppo- non si fosse ancora ripreso.
 
«Dimmi che almeno con il cannone a fusione ci sono dei progressi».
 
«Ci sono. Pochi però!» si affrettò a dire Starscream, che mai avrebbe parlato bene di un rivale quale secondo lui Shockwave era «I danni erano alquanto ingenti, signore…»
 
La tendenza a fare più danni di quanto avrebbe voluto era ben conosciuta a Megatron, gli bastava ricordare cos’era successo a Cybertron. Era partito bene, perché non c’era niente di sbagliato nel voler sollevare la popolazione contro la casta corrotta che li aveva governati, però mai Megatron avrebbe voluto che tutto degenerasse com’era successo. Aveva dato inizio alla sua rivoluzione per amore del proprio pianeta e della propria gente, che per tanto tempo l’aveva adorato a sua volta -in certi casi forse anche troppo; ai tempi tutto avrebbe pensato meno che avrebbe finito col contribuire a distruggere tutto, inclusa buona parte del popolo per cui aveva lottato.
Quei pensieri non avevano mai smesso di tormentarlo a livello inconscio nei secoli dei secoli, ma da qualche tempo lo facevano anche a livello cosciente, forse per la dipartita di Optimus, forse per quanto era accaduto a Cybertron con l’Omega Lock, forse semplicemente perché sì. Naturalmente non rinnegava la filosofia e il movimento che lui stesso aveva fondato, mai l’avrebbe fatto -men che meno per passare dalla parte del nemico- però la consapevolezza delle conseguenze l’avrebbe sempre accompagnato.
 
«Immagino. In caso contrario sarebbe già stato operativo» disse l’ex gladiatore «A proposito, ho un compito anche per te: rendere di nuovo efficiente il sistema di comunicazioni e trasmissioni. Non so se l’hai notato, essendo il tuo attuale strumento di lavoro principale e conoscendo il tuo “zelo”, ma va a tratti».
 
Nascosta l’espressione di chi era stato colto con le mani nel sacco, il seeker drizzò la schiena. «Con tutto il rispetto, Lord Megatron, non dovrebbe essere Shockwave a occuparsi di simili faccende?»
 
«Shockwave come sai è impegnato con altro, e a occuparti di “simili faccende” al momento sei tu per forza di cose. Mi risulta che non dovresti avere problemi a ripararlo, Starscream, un tempo eri uno scienziato abbastanza dotato, di sicuro quanto serve per occuparti delle riparazioni… come Shockwave al posto tuo sarebbe in grado di fare».
 
Pungere Starscream nell’orgoglio si era rivelato più volte un modo abbastanza efficace di spingerlo a fare qualcosa e, anche in quel caso, la strategia si rivelò efficace dato che Starscream se ne andò dopo una breve rassicurazione sul fatto che ci sarebbe riuscito senza problemi.
 
Rimasto solo accanto al pannello di controllo, Megatron decise di dare un’occhiata alle miniere di energon. Erano preziose come e più di quanto per gli umani fosse prezioso il minerale chiamato “oro”, perché l’energon era la loro principale fonte di nutrimento sulla Terra.
Nel corso della breve occhiata che diede riuscì perfino a intercettare una un possibile giacimento nuovo  -quello che Spectrus aveva trovato tempo prima e del quale aveva taciuto con tutti, eccetto Wheeljack, ma Megatron non poteva saperlo- verso la quale si ripromise di mandare qualcuno più tardi.
 
“Auspico che Shockwave in futuro riesca a perfezionare la formula incompleta dell’energon sintetico a cui il medico degli Autobot aveva lavorato” pensò, scorrendo le immagini video di una miniera dopo l’altra “Questo permetterebbe all’esercito di…”
 
Si bloccò, tornò all’immagine precedente e la ingrandì.
 
«Giusto. Doveva pur procurare nutrimento per tutti e due» commentò, vedendo scorrere sugli schermi le immagini di Dreadwing che strisciava di soppiatto nella miniera.
 
Non impiegò molto per decidere che intendeva parlare a quattr’occhi col suo secondo in comando -anzi, ex… purtroppo- e per uscire da Darkmount, decollare e raggiungere la cava.
Non aveva intenzione di terminare Dreadwing, non se avesse potuto evitarlo: era sempre stato un bravo soldato, secondo come lealtà solo a Soundwave tra i Decepticon presenti nella Nemesis o a Darkmount, e in tempi come quelli un buon soldato era proprio quel che sarebbe servito.
Ciò che voleva Megatron dunque era chiarire con lui un paio di faccende, in primis tutti i motivi per cui se n’era andato, e possibilmente convincerlo a fare ritorno alla base. Il suo ritorno poi avrebbe comportato anche quello di Spectra, alla quale forse era il caso di far sapere le ultime novità.
 
Appena Dreadwing lo vide arrivare e trasformarsi, si mise sulla difensiva. «Lo… Megatron!»
 
«Abbassa le armi, Dreadwing, non sono qui per combattere» fu la prima cosa che disse il leader dei Decepticon, pur notando come Dreadwing avesse evitato di chiamarlo col suo titolo -o meglio, si fosse corretto cercando di non farlo «Credo che abbiamo delle faccende da chiarire».
 
«Lo credo anche io» ribatté l’ex secondo in comando.
 
Per forza di cose era stato costretto a uscire più volte dall’Harbinger in quei giorni, procurandosi abbastanza scorte alimentari da dare a lui e Spectra un po’di autonomia ma non tanto da far sì che a Darkmount si accorgessero degli ammanchi, rubando sempre da miniere diverse -in quel caso più d’una nella stessa uscita- per lo stesso motivo.
Da un lato era ansioso di confrontarsi con alcuni degli altri Decepticon, dall’altro invece aveva sempre ben chiaro in mente che la sua priorità attuale avesse un nome, un cognome e in quel momento fosse nell’Harbinger. Quando se n’era andato l’aveva lasciata in ricarica e, appena prima che Megatron arrivasse, nel suo comm-link era arrivato un messaggio che doveva ancora ascoltare e del quale momentaneamente si era dimenticato, invischiato in due desideri contrastanti che lo stavano inducendo a voler affrontare il suo ex comandante -con rabbia e dispiacere- e a volersene andare via e tornare da Spectra con l’energon, sperando di seminare Megatron così che non li trovasse.
Come aveva detto a Spectra, sapeva che contro di lui avrebbe avuto poche speranze di fare qualcosa di concreto: Megatron era leader dei Decepticon tanto per il suo carisma, quanto per una potenza in battaglia che pochi eguagliavano.
 
Notando che Dreadwing sembrava ben poco amichevole, Megatron decise di cercare di ammorbidirlo puntato su un interesse che avevano sicuramente in comune. «Mi auguro che Spectra stia bene».
 
«È così per quanto è possibile, e non vuole tornare» mise subito in chiaro l’altro «Il suo compagno ha ucciso suo fratello nonostante lei volesse lasciarlo andare. Sono anch’io dell’idea che Spectrus stia meglio morto ma lei soffre per questo».
 
«Conoscendola lo immaginavo. Tuttavia può smettere di portare il lutto» disse Megatron, vedendo nascere lo stupore nelle ottiche rosse di Dreadwing «È sopravvissuto, è fin troppo in salute e si è spinto fin dentro Darkmount a far danni. Soundwave avrebbe bisogno della propria compagna in questo momento».
 
«Specter è vivo, è entrato a Darkmount riuscendo, presumo, a uscirne e pretendereste che lei torni, magari finendo avvelenata dal Tox-En com’era successo ai vehicons della Nemesis tempo fa?! O a farsi di nuovo quasi violentare da quell’essere disgustoso che è anche colpevole di aver ridotto Sky Quake in uno stramaledetto zombie?!»
 
«Dunque è questa l’altra ragione per cui sei andato via» disse Megatron «Hai saputo di quella vicenda».
 
«Una vicenda che Lei… che tu difficilmente non sapevi, giusto? E oltre a questo l’hai coperto, hai tenuto ugualmente con te un profanatore di tombe che ha ridotto un onorato guerriero Decepticon, caduto in battaglia, in un mostro! Come ha potuto permetterlo?» incalzò l’ex secondo in comando, tornando inevitabilmente al “lei” senza volerlo «Come può permettere che Starscream resti ancora online dopo questo, dopo tutti i suoi tradimenti?! Dopo quel che voleva fare a-»
 
«Quel che è accaduto a Sky Quake non doveva succedere e quella faccenda mi ha contrariato, ma per il resto nessun Decepticon è un santo» lo interruppe il leader dei Decepticon, con una certa durezza «Tu stesso profanasti una tomba insieme a me. Quanto all’ultima cosa, io per primo ho condannato un gesto per il quale Starscream è già stato punito dal compagno di vita della femme in questione. Di certo ricordi entrambe le cose».
 
«Ricordo anche il modo in cui suddetto compagno l’ha lasciata sul pavimento sconvolta, danneggiata e con la valvola scoperta, signore» ribatté il jetformer, altrettanto duro, dandosi un ceffone mentale per quel “signore” che non riusciva a togliersi di bocca «Io al posto suo avrei pensato prima di tutto a soccorrere la femme che intendevo sposare».
 
«Tu non eri e non sei al posto suo. Della vita privata altrui a me non interessa ma se fossi in te cercherei di tenerlo a mente. Dreadwing, io sono sicuro che nonostante quel che è successo tu sia ancora un Decepticon leale come sei sempre stato» affermò Megatron, avvicinandosi al suo ex luogotenente «A Darkmount può esserci ancora posto per te e ti invito a pensare anche a Spectra. Saresti solo contro gli Autobot e contro chiunque voglia provare a terminarla, due dei quali sono Spectrus e Airachnid. Vuoi davvero esporla a questo?»
 
«Se Spectra una volta saputo che Spectrus è vivo vorrà tornare a Darkmount, giuro sulla mia dignità di mech che lei tornerà lì sana, salva e subito, per quanto l’idea non mi piaccia e non mi piacerà mai finché sarà presente Starscream» rispose Dreadwing, per poi prendere in mano dei cubi di energon senza che Megatron desse mostra di volerglielo impedire e iniziando ad allontanarsi «Il resto però lo sapevamo già e tutto quel che ho detto riguardo Sky Quake resta valido».
 
«Come ufficiale hai molti pregi ma anche un grosso difetto: sei troppo testardo».
 
«Allora forse è un bene che non sia più un ufficiale» furono le ultime parole di Dreadwing prima di decollare, con sua sorpresa, indisturbato.
 
Sembrava che Megatron non lo volesse morto per aver disertato ma, a rifletterci bene, non aveva forse riaccolto Starscream un numero indefinito di volte nonostante questi avesse addirittura attentato più volte alla sua persona? Per non parlare del fatto che quel seeker non era leale a Megatron come non era leale alla Causa, faceva parte dei Decepticon ma era interessato solo al proprio tornaconto e agiva di conseguenza. Comparato a ciò, forse essere andato via non era una cosa tanto grave da meritare la terminazione.
 
Nel suo processore si riaffacciò di botto il ricordo del messaggio che aveva ricevuto, e con esso giunse una potente fitta di inquietudine. L’arrivo di Megatron non era una giustificazione perché gli fosse passato di mente, non poteva permettersi giustificazioni.
Lo ascoltò.
 
 
- Dreadwing, sarò breve: l’Harbinger è persa, quattro Autobot l’hanno trovata e non sono nostri amici. Per un attimo avevo pensato di sì. Come fai a dire che non sono stupida?... Sto scappando e non si sono ancora accorti, quando raggiungo un posto che sembri sicuro ti mando le coordinate, va bene? -
 
 
«Maledizione!» sbottò il Decepticon, che dall’inquietudine era passato all’ansia.
 
Aveva sempre temuto che prima o poi qualcuno si ricordasse della presenza dell’Harbinger o potesse pensare che si trovassero lì, nonostante tutti i giorni che avevano passato lì in tranquillità avessero quasi iniziato a illuderlo del contrario. Quel suo timore si era avverato e doveva solo ringraziare il cielo che a trovare lì Spectra da sola fossero stati quattro Autobot e non uno a caso tra Spectrus, Airachnid oppure Starscream.
 
“Non dovevo lasciarla sola, è stato un errore e lo è stato tutte le volte in cui sono uscito” pensò Dreadwing “Non siamo stati in pace grazie all’abilità o al fatto di aver avuto una buona idea, abbiamo avuto solo fortuna!”
 
E la loro fortuna forse era finita.
 
Una considerazione sulla quale Spectra, che non aveva avuto il miglior risveglio del mondo, avrebbe sicuramente concordato.
 
 
 
 
 
 
.::  Relitto dell’astronave Harbinger, un po’di tempo prima  ::.
 
 
 
 
 
 
A svegliare Spectra erano state le voci. Non quelle che di norma potevano tormentare qualcuno col processore un po’difettoso ed erano un sinonimo di pazzia ma voci di persone vere, una delle quali era risultata persino familiare al suo modulo cerebrale ancora assonnato. Negli ultimi tempi andava spesso in ricarica a ore strane, a volte anche senza rendersene conto, ma era quasi un sollievo: quando dormiva non poteva rimuginare su tutto quel che era successo e dimenticava di essere inutile al mondo.
 
« …sono contenta di vedere che state bene anche voi. Se riuscissimo a rimettere del tutto in piedi questo posto potremmo avere una base operativa, vedo anche qualcosa che assomiglia a un Ponte Terrestre. Avrebbe senso, ricordo che quando Starscream era da solo ne aveva uno e… questo è il rumore del motore di Bulkhead, è riuscito a raggiungerci davvero. Continuo il giro di ricognizione».
 
Se avesse voluto farlo, Spectra non avrebbe neppure avuto il tempo di cercare un nascondiglio: dopo una veloce serie di passi nel corridoio, Arcee si era affacciata sulla soglia della stanza.
 
«Tu?!...»
 
Tutto avrebbe immaginato meno che di trovare lì la sorella di Spectrus circondata da libri molto vecchi e da lampade di sale accese: era stato come aprire il magazzino dell’energon e trovare il bagno al posto di esso, anche e soprattutto perché… non avrebbe dovuto essere con Soundwave?
Arcee ricordava molto bene quando aveva cercato di chiederle aiuto contro il fratello, finendo poi per aiutarla a sua volta a farsi stare a sentire da un Soundwave che, totalmente all’oscuro della parentela, nonostante l’affetto che sembrava nutrire per quella ragazza non era stato molto propenso ad ascoltarla. Non all’inizio.
Era una reazione che Arcee però aveva trovato comprensibile perché Soundwave in quel momento non sapeva ancora che Spectra fosse, e fosse stata, l’ennesima vittima di Spectrus. Ormai però era chiaro anche ad Arcee stessa: era stata presente quando Spectra aveva parlato a Soundwave della propria vita, dunque aveva capito come quella giovane femme fosse stata manipolata fin dalla nascita da qualcuno che non le aveva mai voluto bene e che poi, proprio il giorno in cui tutto era venuto a galla, aveva perfino cercato di ucciderla.
 
«Ciao… tu sei Arcee, vero? Scusami, è che sono un po’… mi sono svegliata ora».
 
“E in generale non hai l’aria di stare bene” pensò Arcee.  «Fa niente. È strano che tu sia qui».
 
«Per me è strano che sia qui tu. Come stai?»
 
Arcee si rese conto come quella conversazione stesse diventando un po’surreale, se pensava al dato di fatto che quella fosse la compagna di Soundwave, il che non era un dettaglio trascurabile, che fosse stata vittima di Spectrus o meno. «Bene» decise di tagliar corto «Sei qui da sola?»
 
«No! Ci siete tu e gli altri qui con me».
 
Arcee doveva ancora capire se quella femme fosse solo molto ingenua o, contrariamente a quel bastardo del fratello, perfino un po’stupida; fosse come fosse, era il caso di sfruttare la cosa per fare domande un po’più precise. «C’è qualche Decepticon in quest’astronave? Soundwave?»
 
«Se fosse stato così non credo che sareste riusciti a entrare, quindi no, non c’è nessuno… Soundwave tantomeno» fece una breve pausa di silenzio «Sono contenta che Spectrus non sia riuscito a uccidervi con l’esplosione. Lui ora è offline, lo sai? Mi sembra ancora impossibile. Il mio compagno di vita ha ucciso mio fratello, infatti è da tempo che non lo vedo. Non era quello che volevo. Non volevo niente di tutto questo» ripeté con aria assente.
 
«Spectrus non è offline» disse a bruciapelo Arcee, che non era famosa per il suo tatto «Sarebbe meglio per tutti, inclusa tu, ma non lo è».
 
«C-cosa?» balbettò Spectra, visibilmente scioccata ma con un barlume di vita che prima non aveva «Puoi ripetere per favore?»
 
«Non so se sia perché Soundwave non ha fatto bene il suo lavoro o se l’Inferno l’abbia risputato fuori perché non lo voleva, entrambe sono plausibili, ma sta di fatto che è vivo» disse, cupa, la femme Autobot «Ha attaccato noi, forse ha attaccato anche Darkmount e-»
 
«È vivo. Non posso crederci» continuò Spectra, senza dare granché mostra di ascoltarla.
 
Provava suo malgrado un po’di gioia nonostante sapesse benissimo che non c’era nulla di cui essere contenti. Purtroppo, se Spectrus era ancora sulla Terra e aveva attaccato persone qui e là, significava che non aveva né intenzione di andarsene come lei gli aveva detto, né di lasciarla in pace. A dirla tutta c’erano buone possibilità che tentasse di ucciderla di nuovo e, di conseguenza, anche Dreadwing. Spectra si era fatta l’idea che questi, per ragioni che lei e forse anche Dreadwing stesso non riuscivano ad afferrare, sarebbe stato capacissimo di prendere un colpo mortale di spada al posto suo: un’altra cosa che non voleva, l’ennesima. Avrebbe solo voluto che tutti la lasciassero, e stessero, in pace. Spectrus incluso. Quel che le aveva fatto era stato orribile ma sapere che viveva la sua vita tranquillo, lontano da lei, sarebbe stato accettabile.
Non voleva essere costretta di nuovo a fare del male, non voleva desiderare di farne e non voleva che qualcuno finisse col farsene a causa sua.
C’era una guerra e bisognava tenere conto di possibili perdite ma era diverso: non era lei la causa.
 
«Non è una bella notizia» disse Arcee «Cercherà anche te».
 
«Temo di sì. Purtroppo è ostinato, io gliel’avevo detto di non farsi più vedere. Mi spiace per tutti i problemi che vi ha causato».
 
“Se Spectrus è vivo allora significa che tra me e Soundwave dovrebbe essere tutto a posto” pensò poi Spectra “Non l’ha ucciso”.
 
Il suo processore la contraddisse meno di un secondo dopo.
 
“Non l’ha ucciso perché non ci è riuscito, non perché non ci abbia provato nonostante sapesse benissimo che io non volevo. Spectrus è pericoloso ma è mio fratello e tra me e lui è complicato. So che non mi vuole bene, so che è meglio non averci a che fare ma gli devo praticamente tutto, è un dato di fatto, ed è per questo che non lo volevo offline, che volevo dargli un’altra e unica possibilità di continuare a vivere. Soundwave sapeva la mia storia, non è stupido, quindi credo che sapesse anche tutto questo, ma non gli è importato. Non è un buon inizio, come dicevo a Dreadwing. Non lo è per niente”.
 
Ciò però non toglieva che adesso si sentiva pronta a parlargli prima o poi, possibilmente più prima che poi, anche per sapere se stava bene. Se Spectrus era entrato a Darkmount poteva aver cercato di fare qualche disastro… tanto per cambiare.
 
«I problemi che ci ha causato non sono colpa tua e ostinato non è la parola che userei. Senti, né io né gli altri qui vogliamo farti del male» disse Arcee «Tutto quel che vogliamo è solo una base operativa temporanea».
 
«Non potrei mandarvi via neppure volendo, mi sa, siete in due e io sono una…»
 
«In tre» la corresse Arcee «Ma non cambia nulla».
 
«No infatti» disse Spectra. Poi sorrise debolmente «Non sono sicura di averti ancora ringraziata per la volta in cui mi hai aiutata con Soundwave, sei stata gentile. Non meritavi quel che ti ha fatto mio fratello. E aver creduto al fatto che io non fossi come lui, nonostante il mio compagno sia un tuo nemico, è un’altra cosa per cui ti ringrazio».
 
«Di niente» borbottò Arcee, che pur avendo apprezzato i ringraziamenti non sapeva bene come comportarsi né riguardo quelli, né riguardo una situazione che continuava a reputare piuttosto straniante «Resta qui, puoi anche tornare in ricarica, sarai lasciata in pace».
 
Decidendo di cavarsi d’impaccio così, Arcee lasciò la stanza appena la vide annuire. Nel tornare dagli altri sentì delle esclamazioni di sorpresa, felici però, e una voce maschile che non era quella di Bulkhead.
 
«… siamo contenti. Siamo tutti contenti che tu abbia deciso di venire qui, Ratchet!» esclamò Rafael, visibilmente contento.
 
«Ho concluso che senza di me non sareste andati da nessuna parte. Nessuno di voi sa granché di tecnica» replicò l’Autobot, con un mezzo sorriso.
 
I suoi sentimenti verso la perdita di Optimus Prime non erano cambiati e, se si fosse ostinato a rimuginare ancora sull’accaduto, sarebbe sprofondato nella depressione né più né meno di prima. Pensando alla propria squadra e ai Decepticon si sentiva ancora come Davide contro Golia -a voler ricordare una storia di stampo religioso che Raf, che era credente come molte persone di origini sudamericane, gli aveva raccontato una volta- ossia qualcuno molto piccolo che combatteva qualcuno molto grande, così come non si era ancora fatto una ragione di certi comportamenti di Optimus… ma, dopo essersi fatto un esame di coscienza in quella discarica nella quale non era riuscito a tornare in ricarica come avrebbe voluto, si era reso conto di una cosa: abbandonare i suoi compagni di squadra, gli amici che erano rimasti, nonostante tutto non era da lui.
E poi, Davide non era forse riuscito a vincere contro Golia?
 
«Ratchet! Sono contenta di vedere che stai bene».
 
Il mezzo sorriso del medico, inevitabilmente, si ridimensionò. Non voleva il male di Arcee, sapeva che aveva già patito abbastanza -in parte per la sua stoltezza, secondo lui: se non avesse ceduto a Specter si sarebbe risparmiata molti problemi- ed era contento che fosse ancora online ma non per questo aveva cambiato idea su certi argomenti. «Anche io. È un bene che la squadra si stia riunendo».
 
«--Io e Raf te l’avevamo detto che era sempre un punto da cui partire. L’astronave sembra anche messa bene, sul Ponte Terrestre bisogna lavorare ma quanto al resto Starscream l’ha lasciata in buone condizioni. È perfino pulita--» osservò Bumblebee.
 
«Lo è perché non siamo soli» rivelò a tutti Arcee, guadagnando varie occhiate sorprese «È un bene che tu sia arrivato ora, Ratchet, almeno posso dire tutto a tutti in una volta sola».
 
Aggiornò tutti rapidamente riguardo la presenza di Spectra -messa non benissimo e apparentemente in rotta col marito stando alle sue parole- nell’Harbinger.
 
«Può pure smettere di piangerlo, quel brutto bastardo era vivo e abbastanza in forma da fare del male a Bulk!» sbottò Miko «Se davvero è meglio di lui, perché era dispiaciuta pensando che fosse morto?!»
 
«Forse proprio perché è meglio di lui» suggerì Raf, un po’ timidamente «Anche io non ho il rapporto migliore del mondo con la mia famiglia, però non vorrei mai che a chiunque di loro succeda qualcosa di male. Per lei forse è lo stesso».
 
«Le cose sono due: o fa finta, cosa che la renderebbe più brava a mentire di quanto sia Spectrus» ipotizzò Ratchet, sollevando il pollice destro «O è abbastanza stupida» sollevò l’indice «Le opzioni sono queste».
 
«Non sei molto gentile» commentò Jack.
 
«In parte è anche colpa della “gentilezza” se siamo finiti come siamo finiti» replicò il medico «Specter è un mostro ma non per questo aveva torto su tutto. Dovremmo adottare una linea più dura e fidarci un po’meno di chi non conosciamo bene».
 
«Su questo sono d’accordo» annuì Arcee «È la ragione per cui io e Bulkhead siamo scappati quando Ultra Magnus, riapparso dal nulla insieme a Spectrus e… e chiunque lo stia aiutando-»
 
«Ultra Magnus si è alleato con Specter?» trasecolò Ratchet «Come sarebbe?!»
 
«Ti aggiornerò più tardi, ora dobbiamo decidere cosa fare con Spectra. Io le ho detto che non le avremmo fatto del male, andrebbe contro il nostro Codice e, in ogni caso, non c’è ragione di fargliene» disse la ricognitrice «È innocua».
 
«E sì che hai appena detto di essere d’accordo con me sul diffidare di chi conosciamo poco!» esclamò Ratchet «Soprattutto se si tratta di qualcuno con un fratello e un compagno di vita tanto scomodi. Concordo sul non farle del male ma non sul fatto di considerarla innocua e…» esitò brevemente, abbassò lo sguardo e fece un sospiro «Magari potremmo tenerla in ostaggio. Se a Soundwave importa qualcosa di lei potrebbe servirci».
 
«--Cosa? Ti ha dato di volta il cervello?! Questo non è un discorso da Autobot!--» protestò Bumblebee «--Se Optimus fosse qui- --»
 
«Optimus non è qui ed è proprio per colpa di un altro Specter. Forse tendete a dimenticarlo ma io no».
 
«Ratchet, io credo che lei sia davvero diversa da Spectrus» disse Arcee «Non-»
 
«Siamo in svantaggio ed è un dato di fatto, quindi credo che la cosa più sensata sia aggrapparci a tutto quello che abbiamo» disse Ratchet «Tenerla in ostaggio non implica legarla, imbavagliarla e picchiarla. E poi, Arcee… sinceramente non hai dimostrato particolare abilità nel cogliere la vera natura di suo fratello. Stavolta potrebbe valere lo stesso discorso, e coi “potrebbe” non possiamo andare avanti in questo momento! Ecco perché ho detto quel che ho detto. Pensateci bene e capirete che quella dell’ostaggio non è una cosa insensata».
 
Gli altri Autobot e i ragazzini si scambiarono qualche occhiata restando in silenzio.
 
«Se la prendiamo in ostaggio magari in futuro le posso fare una foto, lei mi manca» disse Miko, mostrando il cellulare.
 
Peccato che l’ostaggio in questione, dopo aver recuperato qualche lampada di sale e averla messa in uno scomparto -lasciarle tutte lì sarebbe stato un peccato- se la fosse svignata da un’uscita sul retro dell’astronave, concludendo di aver sentito più che abbastanza.
 

Si allontanò prima a piedi, abbastanza perché nessuno di loro sentisse il rumore che avrebbe fatto quando sarebbe corsa via nella sua forma veicolare, poi si trasformò -per la prima volta in assoluto da quando aveva messo piede sulla Terra- e sfrecciò via.
 
Quando Arcee l’aveva lasciata sola aveva pensato un po’al da farsi. Andarsene era stata una delle opzioni, perché difficilmente Dreadwing avrebbe accettato di condividere l’Harbinger con gli Autobot anche solo temporaneamente, si sentiva ancora un Decepticon e lei lo sapeva.
Poi però la sua natura l’aveva portata a pensare, inevitabilmente, che magari avrebbero potuto trovare un accordo. Arcee aveva parlato di una “base temporanea”, al momento tecnicamente né lei né Dreadwing facevano parte di alcuna fazione e c’erano in giro delle minacce contro le quali sarebbe stato meglio fare gruppo anche solo per un po’. Inoltre Arcee era stata carina con lei in passato e le aveva detto che l’avrebbero lasciata in pace.
 
“Non avrei dovuto illudermi: ora come ora io e Dreadwing siamo soli. Lui non ha amici a Darkmount, io non ho amici nella fazione di mio fratello… e forse dovevo immaginarlo, anche solo perché non mi conoscono” pensò Spectra “Sono la solita stupida”.
 
Non tanto stupida da restare davvero sulla cuccetta e tornare a dormire forse, ma era l’unica cosa positiva che Spectra avesse da dire di se stessa in quella vicenda.
La sensazione di stupidità e inutilità divenne ancor più forte pensando che non aveva potuto fare nulla per difendere l’Harbinger da quattro Autobot: se solo fosse stata forte come suo fratello, se fosse stata meglio armata, se fosse stata “meglio” e basta, forse lei e Dreadwing non avrebbero perso la loro nuova casa.
 
«Dreadwing, sarò breve: l’Harbinger è persa, quattro Autobot l’hanno trovata e non sono nostri amici. Per un attimo avevo pensato di sì» disse via comm-link «Come fai a dire che non sono stupida?... sto scappando e non si sono ancora accorti, quando raggiungo un posto che sembri sicuro ti mando le coordinate, va bene?»
 
“Una cosa buona dell’essere stata qui con Starscream c’è: le passeggiate per la riabilitazione mi hanno fatto conoscere un po’i dintorni” pensò una volta concluso il messaggio “Però devo andare più lontano, restando qui non lo sarei abbastanza”.
 
Stava guidando verso una destinazione che le era ancora sconosciuta e, per assurdo, era la cosa più normale -normale per lei, che andava in giro, si perdeva e seguiva le farfalle- che avesse fatto negli ultimi tempi.
 
 
 
 
 
 
.: Darkmount, ora ::.
 
 
 
 
 
 
Starscream era appena tornato alla sua postazione dopo qualche tentativo solo parzialmente fruttuoso di riparare il sistema di trasmissioni e comunicazioni quando la spia luminosa del segnalatore che aveva nascosto nel corpo di Wheeljack tornò a farsi vedere sullo schermo.
 
«Oh, eccolo. Il mio lavoro sul sistema è servito a qualcosa. Più o meno, dato che le immagini video ora non vanno» commentò, sbuffando «Miniere di energon? Io non ho fatto questa ricerca, immagino che sia stato Lord Megatron» mormorò, pensieroso, dopo aver rimesso mano ai computer «E questo?... sembra il segnale di un potenziale giacimento di energon, e il segnale di Wheeljack… sì è proprio qui!»
 
La spia luminosa era immobile sullo schermo, contrariamente ai pensieri del seeker che si rincorrevano gli uni con gli altri alla velocità del vento.
 
“C’è un possibile giacimento di energon, ha senso che Wheeljack sia lì e, dal momento che vari vehicons hanno riferito di averlo visto portare via Bulkhead, probabilmente ora sono insieme. Forse c’è anche Arcee con loro” ragionò “Se ora io e un buon numero di vehicons partiamo, li catturiamo e fornisco a Lord Megatron i dati di una cava nuova, la mia posizione sarà al sicuro per un bel pezzo”.
 
In altri tempi avrebbe tenuto nascosta quella nuova cava -senza sapere che Megatron invece l’aveva trovata poco prima- ma aveva già ricevuto in passato una durissima lezione riguardo il nascondere certe cose e non teneva affatto a farsela rispiegare.
 
Sfregando le mani una contro l’altra, pregustando già il successo, ordinò via comm-link ai vehicons di prepararsi alla partenza e poco dopo decollò assieme a loro -ove “assieme” era da leggersi “avanti a tutti loro”, essendo un modello più veloce. Rallentò solo quando erano in procinto di raggiungere la loro destinazione, lasciando che fossero i vehicons ad atterrare per primi: in caso di problemi sarebbero stati loro a prendersi i colpi e lui avrebbe avuto l’opportunità di scappare.
Non era una tattica coraggiosa ma forse se era sopravvissuto per tanto tempo era anche grazie a cose simili.
 
«Comandante Starscream… laggiù» disse subito uno dei vehicons una volta che tutti ebbero posato i piedi a terra.
 
«Autobot?»
 
«Non lo so, signore».
 
Starscream gli lanciò un’occhiataccia, avvicinandosi con fare minaccioso. «Incompetente! Come sarebbe a dire che non…»
 
Degnatosi di guardare ciò che il vehicon gli aveva indicato, ammutolì per qualche secondo.
 
«Ah».
 
Se fosse stato da solo la sua reazione sarebbe stata tutt’altra, alias quella istintiva di avvicinarsi, controllare che quel che aveva capito di star vedendo fosse esatto, indietreggiare, guardarsi attorno spaventato e poi tornarsene dritto filato a Darkmount, ma a Starscream non piaceva fare la figura del pavido davanti ai soldati.
La sola cosa che poteva fare, quindi, era rendersi conto del fatto che in quel posto non ci fosse alcun Autobot… se non quello che era stato fatto a pezzi, privato della testa e del simbolo degli Autobot che un tempo aveva campeggiato sul petto e, infine, incollato in qualche modo alla parete rocciosa. Gli arti inferiori inoltre parevano anche essere stati… tagliuzzati? Tritati?
 
Fosse come fosse sembrava che Wheeljack, fuggendo da Darkmount e andando a cercare rifornimento in quella cava, non fosse andato incontro a un destino piacevole.
 
“Chi?! CHI?! Airachnid? È lei quella che colleziona teste” pensò Starscream “E che ha le ragnatele appiccicose. Però non so, c’è qualcosa che non torna. Forse è stato Specter?! Wheeljack era andato via con il suo ex compare e non con lui, quindi doveva averlo mollato e lui si è vendicato, non è improbabile, non mi sembra il suo stile ma non è improbabile, magari quando è risorto o… o qualunque cosa sia capitata, l’ha fatto diventare completamente pazzo! O magari è stato chiunque lo stia aiutando”.
 
«Il segnale della presenza di energon è diventato più forte, il fatto che questo sia un giacimento è confermato. Andiamo» concluse il seeker, trasformandosi.
 
«Il corpo-»
 
«Un mucchio di pezzi di metallo inutili! Andiamo!» ripeté Starscream, decollando.
 
Megatron aveva parlato di voler avere teste di Autobot -metaforicamente ma anche no-, ogni linea Decepticon aveva sentito le sue parole per colpa di un Knockout distratto e adesso c’era un Autobot morto e senza testa.
Starscream non sapeva dire perché il suo processore avesse fatto quell’associazione ma di fatto era una particolare coincidenza.
 
Il suo rimuginare lo distrasse abbastanza da sbagliare rotta, giungendo in poco tempo in un luogo che si trovava a metà strada tra quel nuovo giacimento e quella che era stata casa sua per molto tempo, alias l’Harbinger. Si trattava di uno di quei posti con un po’di boscaglia abbastanza scarna intervallata da più di una radura. Non era molto lontano dalla grotta in cui aveva trovato Airachnid legata a una parete.
 
«E con me quella volta c’era anche… aspetta…» si abbassò di qualche metro «Ho le visioni o?!...»
 
Una motocicletta molto leggera, di dimensioni abbastanza ridotte, di colore bianco e blu e senza guidatore umano.
Non aveva mai visto la alt-mode di Spectra, non ne aveva mai avuto l’occasione, ma non c’erano molti dubbi.
 
“Lei è qui e non vedo Dreadwing in giro. È sola. Siamo soli” pensò “Da quassù non vedo altri in giro”.
 
Se fosse stato nella sua forma base, sul suo volto si sarebbe potuto vedere un ghigno di malefica soddisfazione.
 
«Alla fine ho fatto proprio bene a uscire da Darkmount!»









..."Are you sure?" xD
A questo giro non ho nulla da dire, quindi... grazie a chiunque legga, come al solito :)

   
 
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