Crossover
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Autore: rosy03    18/03/2020    3 recensioni
[Crossover: MHA, Naruto, Fairy Tail, One Piece]
• Il Centro è un’organizzazione volta alla difesa della pace e dell’armonia tra gli Universi.
Ma cosa succederebbe se qualcosa andasse storto? Se tra le loro fila vi sia un demone di Abyss che sembra intenzionato ad aprire la Porta che conduce nel suo mondo, liberando così ciò che di più malvagio esiste?
Ivar e i suoi sottoposti non possono nulla contro Artemi, è un demone troppo potente e spietato.
Ma presto arriverà la soluzione: se loro, semplici esseri umani, non possono sperare di sconfiggerlo allora basterà chiedere a chi di umano ha ben poco, giusto?
Combattenti forti nello spirito, ecco di chi il Centro ha bisogno... comincia così un’avventura, una lotta contro il tempo per impedire ad Artemi di aprire quella Porta.
La Porta che si trova su Antilia.
• La storia è attualmente in revisione
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Battaglia dei Mondi'
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Capitolo 03:

Ayan e la Strega
 
 
 


Midoriya Izuku era sempre più convinto che ci fosse qualcuno, magari nell’alto dei cieli, che proprio non voleva saperne di fargli trascorrere una giornata tranquilla assieme ai suoi amici.
Prima Gentle Criminal, ora un nuovo tipo di nemico proveniente da un altro mondo.
Quando, dopo lo spettacolo, aveva adocchiato una ragazza mentre parlava con All Might aveva pensato come prima cosa a una sua fan, poi Kacchan gli aveva praticamente urlato addosso di stare battendo la fiacca e aveva ricominciato a sistemare.
Quella ragazza, che poi aveva scoperto chiamarsi Claudia, gli era sembrata abbastanza normale. Una persona nata senza poteri speciali, senza un Quirk • scoprire che in un altro mondo questo genere di cose non esisteva affatto era stato uno shock, tra l’altro. Mentre l’aspettavano fuori dal bagno delle ragazze, ebbe modo di rifletterci su ancora.
Uraraka e Ashido avevano preferito non entrare con lei perché avevano capito, cosa chiara più o meno a tutti, che la cosa che le premeva in quel momento era stare da sola. Loro non sapevano cosa volesse dire essere presi di mira da un super Villain e per questo tenuti costantemente d’occhio, ma intuivano che dopo un po’ chiunque avrebbe sbroccato. Claudia, invece, cercava di fare meno casini possibili. Sì, si era allontanata dagli agenti, ma sapeva di essere circondata da ogni lato da eroi e apprendisti eroi che avrebbero evitato il peggio.
Claudia gli sembrava una persona gentile, gli aveva sorriso non ricordava quante volte lungo la strada per i bagni e a un certo punto si era chiesto il perché. Si guardava in giro, ascoltava con tanto interesse quel che gli altri le dicevano riguardo alla scuola e ridacchiava alle battute di Kaminari e Kirishima come se fosse abituata alla loro presenza.
Poverina – aveva detto a un certo punto Uraraka, poggiando le spalle contro il muro. – Dev’essere brutto per lei che fino a qualche tempo fa conduceva una vita normale, essere il bersaglio di un Villain che descrivono così potente e pericoloso.
Claudia ci provava con tutta se stessa a non pesare sugli altri ma cosa avrebbe potuto fare?
Poi erano comparse quelle strane farfalle blu, che quasi l’arrostivano viva se non fosse stato per l’abilità di raffreddamento di Todoroki, e grazie al suo Delaware Smash erano riusciti a passare senza che nessuno rimanesse ferito.
Si erano ritrovati in una situazione di estremo pericolo, in cui Claudia andava protetta non solo dagli insetti alati ma anche dal ragazzo apparso in cima alla rampa di scale. Un ragazzo per nulla propenso a parlare; aveva gli occhi azzurri puntati su di loro ma non sembrava vederli realmente, il suo obiettivo era ovviamente Claudia.
Indossava una strana tuta bianca dai bordi finemente decorati in grigio e argento e ai polsi erano legate delle catene, le stesse che in un attimo cominciarono a muoversi autonomamente come serpenti e puntando dritti alla Colonna come per trafiggerla.
Senza aspettare neanche un secondo Kirishima attivò il suo Quirk:Indurimento e si posizionò davanti alla ragazza parando il colpo con gli avambracci. D’altronde chi meglio di lui avrebbe potuto farlo, dato che grazie alla sua abilità il suo intero corpo diventava impossibile da scalfire.
Era conscio, però, Midoriya, del fatto che si trovassero a scuola e che per evitare di farla a pezzi non avrebbe potuto usare il suo Quirk a piena potenza per battere il nemico, così come anche Todoroki e Kaminari, quest’ultimo in particolare avrebbe rischiato di fulminarli tutti.
Il festival stava proseguendo nel cortile e nell’ala opposta alla loro, non potevano mettere in pericolo tutta quella gente!
– Consegnatemi la Colonna – sibilò il biondo, incolore.
Kirishima mostrò un sorriso di sfida. – Dovrai prima vedertela con noi.


•••


Tenya Iida era uno degli studenti più veloci della U.A. grazie al suo Quirk: Engine, le sue gambe funzionavano proprio come fossero dei motori: per cui non gli riuscì difficile raggiugere il cortile dove il fastival era nel pieno del suo svolgimento, per altro in pochissimi secondi.
Il ragazzo, però, non si aspettava di trovare tutte le persone, Heroes compresi, distesi a terra, così simili a dei corpi senza vita. Gli era venuto in colpo. Poi aveva appurato che fossero soltanto svenuti, ma ad ogni modo avrebbe dovuto mettere al sicuro tutti quei civili e da solo non ce l’avrebbe mai fatta.
Si chiese soltanto come mai fossero crollati tutti addormentati.
Alcune delle farfalle rimaste le aveva eliminate a suon di calci e l’unica ipotesi riguardava proprio quelle maledette: forse, prendere fuoco non era la loro unica abilità.


•••


Paralizzata dalla paura.
Odiava quando si sentiva così impotente, ma Claudia sapeva di non poter fare niente contro un avversario del genere: Ayan era troppo forte per lei e per qualunque persona normale.
Davanti a lei, Uraraka e gli altri le facevano da scudo. Cercò di concentrarsi e non permettere alla sua mente di vagare chissà dove, in modo da poter scattare quando gli altri gliel’avrebbero detto.
Accadde tutto in un millesimo di secondo, come quella volta: Ashido e Kirishima si lanciarono all’attacco contemporaneamente, uno da destra e l’altra da sinistra: il primo per immobilizzarlo e la seconda per sciogliere con il suo Quirk:Acido le sue maledette catene.
Claudia sobbalzò quando entrambi fallirono i loro intenti. Il rosso venne spedito contro il soffitto.
Intanto, però, Ayan si era rivelato più veloce e agile del previsto e le catene agli avambracci che usava come fruste non aiutavano di certo, Mina non riusciva ad avvicinarsi abbastanza e lanciare il suo acido a distanza non avrebbe sortito risultati.
In più erano al chiuso.
È veloce, molto veloce. Neanche Ashido, che è la più agile tra noi, riesce a trovare una breccia nella sua difesa, pensò Midoriya mentre osservava la compagna schivare e tentare di usare il suo Quirk.
Ayan non si lasciava mai toccare da lei e dal suo acido. – Dannazione! – esclamò a un certo punto, quando una punta acuminata riuscì a sfiorarle una gamba, fece un salto all’indietro per allontanarsi ma il biondo ne approfittò per infilzarla.
Ci sarebbe anche riuscito se non fosse arrivato Kirishima dal piano di sopra che, non soltanto parò il colpo, ma riuscì anche a stringere una catena nel pugno destro. A quel punto ghignò. – Ti ho preso, bastardo!
Ayan non fece una piega, non reagì neanche alla provocazione, mosse la seconda catena nella direzione del rosso ma abilmente Ashido mise le mani sulle spalle di quest’ultimo per darsi lo slancio necessario a scavalcarlo. – Ehilà! Non ti dimenticare di me! – gridò mentre le sue braccia stavano producendo dell’acido con il quale avvolse il serpente di metallo, corrodendolo.
I due alunni della classe 1A si sorrisero, orgogliosi di aver collaborato alla grande.
Il momento di gloria durò poco, perché Ayan stava per fare la sua mossa; Todoroki fu il primo a notarlo e agì di conseguenza. – Ashido, Kirishima, allontanatevi!
Deku sgranò gli occhi e nel momento esatto in cui i due ubbidirono, Todoroki creò il suo Muro di Ghiaccio che investì con una velocità e una precisione incredibile il nemico mandando in frantumi tutta la parete, comprese le finestre.
Inevitabilmente Ayan venne sbalzato fuori dalla struttura scolastica e atterrò nel campetto esterno che, fortunatamente, era vuoto.
– Mi siete d’intralcio – sibilò il biondo.
Uraraka esultò, in quanto Claudia era finalmente lontana dai suoi serpenti metallici.
Quest’ultima, però, non era affatto rilassata, perché sapeva che a breve si sarebbe consumato uno scontro simile a quello a cui aveva assistito nel suo mondo. Ma c’era una differenza sostanziale.
Si disse che questa volta le cose sarebbero andare in maniera diversa perché a combattere contro di lui c’erano dei ragazzi che potevano contare su delle abilità speciali e che non dovevano preoccuparsi di eventuali civili.
Claudia deglutì. Sì, la situazione è diversa ma... sono comunque preoccupata per loro!
– Midoriya, andiamo!
Il piano era scendere e lasciare Claudia nelle mani di Uraraka e Kaminari, in questo modo gli altri quattro avrebbero potuto sconfiggerlo senza troppi problemi. Almeno ci speravano.
Non avevano però calcolato un fatto... le farfalle.
– Ma che...?
Kaminari per poco non ne ingoiava una. – Non vedo niente, accidenti!
Gli insetti, ancora più grossi di prima, si erano lanciati addosso al gruppo.
Ayan allungò la catena, quella che presentava ancora dei residui dell’acido di Mina. Questa si agganciò attorno alla gamba della Colonna provocandole un dolore allucinante.
Infatti cacciò un urlo, attirando l’attenzione degli eroi. Accadde tutto in un millesimo di secondo: Todoroki usò le sue fiamme, Claudia venne tirata verso il basso e il movimento le strappò un ennesimo grido, in quello stesso momento Deku attivò il Full Cowl.
A mezz’aria, Claudia stava per essere trapassata da parte a parte dal secondo serpente di metallo, aprì gli occhi solamente per vederne la punta avvicinarsi sempre di più, sempre più vicino alla sua testa.
Il cuore smise di battere o forse era lei che smise di respirare. Fu come vivere la scena a rallentatore... 
Lei era appoggiata alla parete, gli occhi dei presenti puntati sul ragazzo che stava per ucciderla. Sì, stava per ucciderla. I suoi occhi sembravano così vuoti, privi di qualsiasi sentimento.
Non voleva ucciderla davvero, era come se non gli importasse della sua esistenza. La prima catena si conficcò con forza a pochissimi millimetri dalla sua spalla, la prese di striscio e lei strizzò gli occhi dal dolore e dalla paura, ora non poteva più muoversi.
Era bloccata, i vestiti impigliati.
Ma c’era la seconda catena che... presto sarebbe arrivata. Claudia smise di respirare. Non voleva morire, non poteva lasciare suo fratello! Non voleva morire, non ancora.
C’erano ancora molte che avrebbe voluto fare...!
– Non mi hai ancora ucciso, stupida testa di cazzo! – urlò Isuke.

Si sentì una stupida a ripensare a quel momento, quando Isuke era arrivato sparando ad Ayan alla spalla sinistra e parandosi davanti a lei. Si era ferito.
È stato ferito a causa mi- Claudia avrebbe voluto urlare ma una presa ferrea attorno alle sue spalle la ammutolì, Midoriya era riuscito ad afferrarla mentre Kirishima aveva affilato le sua braccia per tranciare quella dannata catena.
Quasi pianse di gioia ignorando il dolore alla gamba.
Midoriya guardò Ayan con in volto un’espressione tremendamente seria. – Non ci hai ancora sconfitti!
– Ben detto Deku! – esclamò Kirishima lanciandosi nuovamente all’attacco. Entrambe quelle maledette fruste di metallo erano state private della punta acuminata, non sarebbe stato più un problema abbatterlo.
Almeno questo era il pensiero comune degli studenti della classe 1A.
– Certo che hai fatto proprio un bel buco, eh, Todoroki – fece Kaminari indicando il foro sopra le loro teste, al che il figlio di Endeavor sbatté le palpebre un paio di volte.
Mina Ashido sghignazzò. – Eh, beh, è il prezzo da pagare per essere spaventosamente bravi!
Il biondo alzò un sopracciglio e stava anche per dire qualcosa, ma Midoriya lo interruppe raggiugendo i ragazzi con un balzo e con ancora Claudia in braccio. – Uraraka, potresti occupartene?
Lei annuì prontamente. – Lasciala pure a me, la proteggerò.
– G-Grazie – biascicò Claudia una volta rimessi i piedi a terra, ma non riuscì a fare neanche un passo che la gamba ricominciò a dolerle.
Mina sgranò gli occhi e cominciò a scusarsi in mille modi, perché era stato il suo acido a bruciarle la pelle, quello rimasto ancora attaccato alle catene di Ayan.
– Non ti preoccupare – disse, ma dentro di lei stava urlando dal dolore. Non aveva mai avuto un’alta sopportazione del dolore, un semplice pizzicotto poteva farla sobbalzare, figurarsi delle catene corrose dall’acido!
La sua attenzione venne però attirata dal corpo ancora indurito di Kirishima sbattere violentemente contro il terreno facendo alzare una spessa nube di polvere. L’ansia le attanagliò lo stomaco ma emise un sospiro di sollievo quando vide il rosso rialzarsi.
– Maledizione, ha altre catene attorcigliate attorno alle caviglie! – esclamò.
L’avvertimento arrivò in tempo, prima che due spuntoni di metallo lo infilzassero come uno spiedino, Midoriya saltò in aria e caricò quello che Claudia capì essere il Manchester Smash, un potentissimo calcio discendente ma Ayan usò le proprie catene per darsi lo slancio e schivarlo.
Il terreno tremò e lì dove Deku aveva calciato, si creò un cratere.
Se l’avesse colpito gli avrebbe frantumato il cranio, si ritrovò a pensare sconcertata.
Ayan partì all’attacco e questa volta fu il turno del possessore del One For All gettarsi di lato e schivare, saltò nuovamente in aria e questa volta strinse il pugno concentrandovi il 20% dell’energia, il massimo a cui poteva arrivare senza spaccarsi le ossa. Scagliò il Detroit Smash contro il biondo, questa volta investendolo in pieno.
La potenza d’urto del suo pugno venne percepito anche da Claudia, che restò a bocca aperta. Certo, lo aveva visto innumerevoli volte combattere ma assistere a un suo combattimento era impagabile!
– Grandioso, Midoriya! – esclamò Kaminari.
Ayan, che era stato sbalzato parecchi metri più in là, si rialzò anche se ferito. Dopotutto anche lui, era pur sempre un essere umano...
– Adesso basta – gracchiò, prima di tossire sangue.
Per una volta lo videro avere una reazione diversa dall’apatia. Si strinse lo stomaco, lì dove il colpo aveva fatto più male e lanciò uno sguardo carico di rancore a Izuku, poco dopo mosse una delle sue catene dritta verso di lui, una seconda catena la piantò a terra, ai suoi piedi.
Midoriya si preoccupò di schivare la prima, balzando verso destra, ma neanche il tempo di capire cosa stesse per fare che la seconda sbucò fuori dal terreno alle sue spalle.
Claudia sentì il cuore fermarsi per un attimo. – Deku! – gridò, preoccupata a morte.
Non era però l’unica ad essersi accorta del pericolo, infatti Todoroki usò il suo ghiaccio per bloccare l’attacco. Espirò aria fredda, freddissima.
Che sia una situazione pericolosa o no, lo trovo estremamente figo...
– Claudia.
– Eh? Sì.
Ashido le lanciò un’occhiata divertita. Credette per un attimo di aver pensato ad alta voce e stava già per arrossire come un pomodoro maturo dalla vergogna, quando l’espressione della futura eroina cambiò, diventando seria. – Sarebbe meglio che tu ti allontanassi da qui. A lui ci pensiamo noi.
– Mina ha ragione, ma... – Uraraka si voltò verso la sua compagna di classe. – Vai anche tu, sei ferita e anche se non sembra grave, scommetto che ti sta dando delle noie.
Anche Todoroki se n’era accorto, la gamba di Ashido non sembrava stare bene: attorno al graffio, la pelle (normalmente di un acceso rosa confetto) stava assumendo una strana colorazione violacea.
– In effetti è da un po’ che mi formicola tutto – confessò, dispiaciuta.
– Andate – esclamò allora Eijirou, preoccupato.


•••


Chi non lo conosceva avrebbe pensato che Isuke fosse il tipo di persona che non si fermava mai a ragionare preso dalla collera. In realtà non era affatto così. La maggior parte delle volte era lui quello che più di tutti riusciva a mantenere il sangue freddo: Amanda lo ammirava per questo.
– Dev’essere stata quella donna – disse la bruna. – Ha fatto addormentare tutti.
Isuke non rispose, stava pensando soltanto a un’unica cosa. Una strategia? Un piano? Amanda sapeva soltanto che poteva fidarsi del suo metro di giudizio.
Poi si ritrovò a pensare a Claudia: erano molte le cose che ignorava e quasi si sentiva in colpa nei suoi confronti.
Avrebbe dovuto dirglielo? Chi fosse Ayan, la persona che aveva cercato di ammazzarla...
– Amy.
– Mh? Cosa c’è?
Isuke sbuffò. – Questa volta niente sentimentalismi.
Amanda gli diede mentalmente dello stupido ma non disse niente. Annuì, ancora frastornata, ma non poté che volgere il suo sguardo sulla sua figura mentre correva dinanzi a lei.
Niente sentimentalismi... dovrei dirlo io a te, Idiota.


•••

 
Inizio Flashback ]


Era seduto con la testa appoggiata alla porta, aldilà di questa il bambino continuava a singhiozzare. Non sapeva proprio come comportarsi: lui non aveva mai avuto dei figli e a pensarci non aveva mai avuto neanche una fidanzata o un fratellino di cui prendersi cura.
Era ben lontano dall’idea di padre che qualcuno vorrebbe avere. Non ne sapeva niente, come poteva confortare un bambino che aveva visto morire delle persone davanti a lui?
A causa sua, poi.
– Capo?
Si sentì chiamare, davanti a lui vi erano tre dei suoi agenti. – Isuke ti stava cercando, è da più di un’ora che sta dando il tormento a tutti con la sua nuova invenzione. Fallo smettere.
Ivar sbuffò una risata. – Arrivo.
Se ne andarono, tutti tranne una ragazza che si morse due o tre volte le labbra prima di parlare: – Non si è ancora calmato? – Lui scosse la testa. – È naturale, per lui è stato uno shock.
Ivar si disse in parte d’accordo, ma c’era qualcosa che non lo faceva dormire tranquillo da un po’.
Chiuse per un attimo gli occhi cercando di raccogliere i suoi pensieri. Non voleva commettere errori. Farlo significata perderlo per sempre e non voleva, non voleva che se ne andasse, che imboccasse una strada sconosciuta e dedita all’odio.
Non voleva commettere quell’assurdo errore.
Gli si strinse il cuore, dopotutto era stato lui a raccoglierlo.
Era stato lui a salvarlo nonostante nessuno lo volesse.
Lui che era... un mostro.


Fine Flachback ]


– Sei nuovamente perso nei tuoi pensieri?
Ivar sussultò sulla sedia, accanto a lui En lo osservava curiosa e con occhi gentili.
, avrebbe voluto dire. Più che altro si trattava di un sogno a occhi aperti.
Poi, con voce angelica, gli disse: – Nessuno te ne fa una colpa.
En allungò una mano, perfetta e candida come al solito, e la poggiò su quella dell’uomo afflitto dai suoi stessi ricordi. Ivar le sorrise, grato, quando si accorse di non avere più lo stesso martellante mal di testa che l’aveva costretto a prendersi qualche momento di pausa.
– Grazie, En.
La donna ridacchiò. – Faccio solo il mio dovere. I miei poteri sono solo curativi, non posso aiutarvi in altro modo.
Ivar avrebbe voluto rassicurarla ma i pensieri ritornarono improvvisamente, quelli brutti e intrisi ancora di sangue. – E invece è colpa mia. Ho sbagliato qualcosa.
Già, aveva sbagliato.
E aveva pagato il suo sbaglio con la vita di migliaia di persone innocenti...


•••


Mina inciampò nel nulla cosmico e cadde sbucciandosi le ginocchia.
Lì avrebbe dovuto capire che qualcosa non quadrava. – Stai bene? Riesci a camminare? – chiese allora Claudia, porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi.
Certo era che la gamba le faceva ancora male ma il dolore stava passano pian piano, dopotutto non era rotta o altro. Lo stesso non poteva dire Ashido: la pelle stava cambiando colore e stava diventando verdognola, faceva vagamente impressione.
La studentessa della U.A. ridacchiò cercando di smorzare la tensione. – E dire che dovrei essere io ad aiutarti.
– Non dire così – disse l’altra. – Per aiutarmi ti sei fatta male, mi dispiace.
Mina si rialzò, anche se a fatica, e mostrò il pollice sollevato. – Va tutto bene! Sto alla grande!
Era una bugia. Era palesemente una bugia.
Stava anche sudando, ogni passo le costava parecchia fatica e non si erano neanche allontanate troppo da lì. Midoriya e Todoroki stavano ancora cercando di mettere alle strette il nemico combinando i loro Quirk ma le farfalle che gli svolazzavano attorno non aiutavano.
Shouto aveva provato a usare le fiamme contro quelle catene sperando che si sciogliessero o che, almeno, il calore avrebbe costretto Ayan a togliersele di dosso. Ma il ferro con cui erano fatte doveva essere ignifugo perché ciò non accadde.
Kaminari le vide un po’ in difficoltà e corse immediatamente verso di loro, il suo piano era quello di aiutarle a nascondersi altrove, in un posto sicuro. Si rese però conto di una cosa alquanto preoccupante.
Qualcosa, simile a un’ombra, si stava avvicinando pericolosamente alle due. Quindi scattò più veloce di prima ma non fece in tempo. Almeno per il primo attacco.
Infatti l’ombra sottile e serpentina si alzò e puntò Claudia; fu Mina a spingerla via ma venendo ferita ulteriormente al braccio.
La cosa si attaccò nuovamente al terreno, Kaminari si lanciò tra esso e Claudia all’ultimo secondo.
Quest’ultima gridò e per via dell’ulteriore spinta del ragazzo cadde col sedere per terra.
– C-Claudia, prendi Ashido e correte lontano. Il più lontano p-possibile.
Era visibilmente affaticato, parlare gli costava parecchie energie ed era stato trapassato dalla catena d’ombra all’altezza del fianco sinistro. Nel momento in cui fece per ritirarsi, questo le fu impossibile perché Denki l’aveva afferrata con entrambe le mani macchiandole col suo stesso sangue.
La Colonna non capì subito cosa volesse fare ma avvertì l’elettricità avvolgere il corpo di Kaminari e allora scattò in piedi. Come meglio poté prese la ragazza rosa e se la trascinò sulla schiena.
Si affrettò, un passo dopo l’altro, si costrinse a non pensare dove ma l’importante era allontanarsi altrimenti Denki non avrebbe potuto usare il suo Quirk: Elettrificazione.
Non lo vide ma lo sentì usare il suo attacco e rilasciare ben due mila volts di corrente.
Per lo spavento cadde a terra ma fortunatamente erano già abbastanza lontane per evitare di finire folgorate. L’elettricità attraversò la catena d’ombra fino ad arrivare ad Ayan, che gridò di dolore.
– Kaminari! Stai bene?! – esclamò Mina e al contempo Midoriya fece per avvicinarsi a lui che, intanto, era ricaduto al suolo, streamato.
Nello stesso istante, quando l’elettricità rilasciata da Kaminari abbandonò il corpo di Ayan, Uraraka fece la sua mossa: gli si avvicinò e lo atterrò, bloccandogli le braccia dietro la schiena. Mentalmente ringraziò ancora una volta Gunhead per i duri allenamenti.
Avevano vinto.
Claudia fece per aiutare Ashido a rialzarsi per accertarsi che il biondo stesse bene ma proprio in quel momento uno stormo di farfalle si precipitò sulle due ragazze.
– Non ci credo, ancora questi stupidi insetti!
La Colonna cercò di mandarle via agitando le mani ma fu tutto inutile, anche perché Mina era davvero troppo esausta e non riusciva più neanche a usare il suo Quirk.
Successe che una farfalla, la più grande e forte delle altre, agguantò Claudia per il cappuccio della felpa e la sollevò da terra. Lei urlò per attirare l’attenzione degli altri.
Nello stesso istante però anche Uraraka gridò nella loro direzione. – Ragazzi, sta succedendo qualcosa!
Ayan aprì gli occhi e la sua stessa ombra si ramificò in una moltitudine di ‘catene’ serpentine. Uraraka non fece in tempo a mettersi al riparo e venne travolta dal tornado di ombre, venendo ferita in più punti e sbalzata per aria.
– Datemi la Colonna – sibilò ancora il ragazzo. – Datemela o vi ucciderò tutti quanti.
Izuku era in difficoltà. Cosa doveva fare?
Da una parte c’era Claudia che veniva portata via dalla farfalla blu gigante, dall’altra Uraraka gravemente ferita a pochi passi dal nemico.
– Midoriya – fu la voce calma e razionale del figlio di Endeavor a riportarlo alla realtà. – Tu salva Claudia, qui ci pensiamo noi.
Lui annuì, dopotutto si stava affidando ai suoi compagni. Todoroki e Kirishima erano ancora in grado di combattere e insieme sapeva che avrebbero sconfitto quel ragazzo, ormai al limite delle forze. Ora è più lento, dobbiamo solo sperare che non abbia altri assi nella manica, pensò.
– Ashido, riesci a muoverti?
La ragazza forzò un sorriso e annuì. – Un po’ ma non vi prometto niente.
– Allora resta con Kaminari, noi cerchiamo di allontanarlo il più possibile – esclamò Kirishima.
– Ora come ora sta solo cercando di guadagnare tempo, Claudia è stata rapita dalla persona che controlla le farfalle – spiegò Shouto, estremamente serio in volto. – Vai, Midoriya.
Kirishima ridacchiò. – Non c’è bisogno che glielo ripeti, è già andato!


•••


Claudia aveva una grande paura, una paura che le faceva formicolare tutta: l’altezza.
Quella dannata farfalla la stava trascinando sempre più in alto e la cosa non le piaceva per niente, anzi, stava iniziando ad avvertire un leggero senso di nausea. Ma forse era il dolore alla gamba.
Non l’aveva guardata perché aveva paura di farsi prendere dal panico ma immaginava cos’avrebbe visto: la sua pelle ustionata dall’acido e graffiata dalle catene.
Giunti sul terrazzo della U.A. la farfalla la lasciò cadere in ginocchio, allora si permise di respirare.
Quell’attimo di tranquillità venne però spezzato dalla voce femminile: – E così tu saresti la Colonna.
Claudia alzò lo sguardo e vide una bellissima donna vestita di nero, la pelle pallida e gli occhi blu oceano. Si sarebbe certamente incantata a guardarla in un momento normale ma il suo sguardo e il suo sorrisetto le mettevano agitazione. Una tremenda agitazione che la scuoteva fin da dentro.
– Chi sei? – le chiese, gracchiando.
La donna ridacchiò. – Volete tutti sapere il mio nome, eh? E va bene... – sospirò, per poi aggiungere: – Sono Echo.
Claudia deglutì. Non conosceva nessuno con quel nome ma quegli atteggiamenti le ricordavano qualcuno, qualcuno di cattivo.
Ma chi...?!
– Immagino tu sappia perché sono qui.
Ovvio che lo sapeva. Per lo stesso motivo di Ayan.
– E immagino anche che i tuoi guardiani stiano girovagando per questa struttura nella speranza di trovarti, peccato abbia disseminato un po’ di caos in giro. Affacciati.
Claudia non era sicura che stesse parlando sul serio. La donna le suggerì nuovamente di affacciarsi e dare un’occhiata di sotto e a quel punto non poté che eseguire.
Zoppicò fino alla ringhiera e allungò il collo, quel che vide la lasciò senza parole: tutta quella gente a terra, come se fosse morta e miriadi di farfalle svolazzanti.
– Che cosa hai fatto? – gracchiò, non aveva quasi più voce.
Sentiva di avere un macigno in gola e le lacrime minacciavano di uscire da un momento all’altro.
È colpa mia...
– Stanno dormento tutti – spiegò, avvicinandosi a lei da dietro. – Le ali delle mie farfalle rilasciano una sorta di polverina magica che fa addormentare tutti, come un potente sonnifero. Si sveglieranno tra qualche giorno suppongo.
Claudia si morse le labbra quasi fino a farle sanguinare.
È sempre colpa mia...
– Ovviamente non fanno solo questo. Vedo che hai avuto un incontro ravvicinato con una mia farfalla di fuoco e sei sopravvissuta, brava – continuò a parlare, come se fossero da sempre state migliori amiche e ovviamente alludendo alla lieve bruciatura sul suo braccio. Era stato Todoroki a salvarla in quel frangente. – Stavo pensando... ti va davvero bene?
Corrucciò la fronte, Claudia; non capiva dove volesse andare a parare.
L’altra rise.
– Ti va bene che gli altri muoiano per te? Ayan mi ha detto che qualche giorno fa Isuke è stato ferito per proteggerti e ora anche l’altro ragazzo, come si chiamava?
Kaminari...
– Già, è proprio una brutta ferita quella. Chissà se si riprenderà.
Claudia si sentì soffocare. Letteralmente.
Nessuno la stava toccando ma si sentiva oppressa, era la paura? Portò istintivamente una mano alla gola, voleva piangere e gridare.
Perché tutti finiscono sempre feriti? Perché non sono capace di difendermi da sola?
Sentiva quell’odore nauseante, l’odore del sangue; prima di Isuke, di Mina e poi di Denki e non poteva far altro che maledirsi. Perché?!
– Credo di averti torturata abbastanza, adesso basta. – La voce della strega arrivò ovattata, non riusciva a capire neanche lei come potesse essere possibile.
Si sentiva mancare, le gambe erano molli e le braccia abbandonate lungo i fianchi.
Cosa sta succedendo?
– Claudia!!


•••


Era di ronda quando la sua assistente l’aveva chiamato al cellulare. Sembrava preoccupata.
– È successo qualcosa al festival culturale della U.A. Il preside Nezu ha richiesto il tuo aiuto! – Il suo era praticamente un grido, al punto che quasi gli perforò le orecchie.
Enji Todoroki si chiese cosa potesse mai essere successo per richiedere l’intervento di uno dei migliori Heroes in circolazione, ma tutto ebbe un senso quando si avvicinò di qualche isolato alla scuola frequentata da suo figlio. Uno stormo di farfalle blu, bellissime ma letali, sbattevano le ali costantemente e in maniera ipnotica.
Endeavor fece una smorfia constatando che un gran numero di civili erano rimasti coinvolti e ora giacevano a terra, privi di sensi.
Non avrebbe potuto usare il suo Quirk a piena potenza se c’erano tutte quelle persone in giro, per questo chiamò all’attenzione i suoi aiutanti.
– Per prima cosa portate queste persone in un posto sicuro, voglio un’operazione veloce – esclamò. – Non importa quanti di voi ci vorranno, vi do dieci minuti di tempo per far evacuare.
Era certo, Endeavor, che anche i professori della U.A. si stavano dando da fare e che a quest’ora molti dei visitatori fossero già al sicuro. Almeno ci sperava.
In quanto al resto, aveva bisogno di sapere che suo figlio non si fosse cacciato in qualche guaio. E che anzi, si fosse fatto valere.


•••


Quello che Ayan stava cercando di fare era uccidere tutti incondizionatamente. Le ombre, o catene, si muovevano senza uno schema preciso e cozzavano furiosamente contro il ghiaccio creato da Todoroki e la pelle indurita di Kirishima.
Dietro il Muro di Ghiaccio, Uraraka premeva entrambe le mani sulla ferita di Kaminari, incurate delle fitte lancinanti alle braccia e al busto. Quelle cose l’avevano colpita forte, anche lei stava perdendo sangue da quei tagli e tra l’altro stava cominciando a respirare affannosamente.
Gli occhi di Ashido erano semichiusi e lividi.
– Ci ha avvelenati – concluse duramente Ochaco mordicchiandosi le labbra.
Kirishima cercava invano di avvicinarsi a quella tempesta di fruste che non facevano altro che respingerlo via, fortuna che con il suo Quirk non sembrava scalfirlo.
Todoroki sospirò.
Quelle ‘cose’ sembravano immuni al suo fuoco, anzi, lo attraversavano. Non gli restava che provare a mettere in pratica un’ultima idea.
– Uraraka, mi spiace chiedertelo, ma tienili d’occhio.
Lei annuì.
Shouto usò nuovamente il ghiaccio per creare una strada, una pista dove cominciò a correre dritto verso Ayan. Kirishima se lo vide schizzare davanti e quasi gli venne un colpo quando le catene del biondo si abbatterono sul suo ghiaccio frantumandolo.
Todoroki fece un balzo e richiamò il fuoco della sua parte sinistra. Doveva in qualche modo controbilanciare il freddo dell’altra metà e lanciò una fiammata nella direzione del nemico che, per un solo istante, mostrò in viso un’espressione rabbiosa.
Per quante volte ancora ci proveranno?
– Vai Todoroki! – gridò il rosso.
Ayan schivò il fuoco e non appena atterrò, Shouto fece la sua mossa. Batté il piede destro sul terreno e in una frazione di secondo si formò del ghiaccio tutto intorno al nemico, intrappolandolo.
L’aveva bloccato al suolo, ora doveva soltanto sbarazzarsi di quella tempesta di catene d’ombra, le quali però a un comando mentale di Ayan cominciarono a vorticare ancor più velocemente.
Todoroki si preparò a tentare il tutto per tutto, nonostante il freddo del suo stesso Quirk gli stesse rallentando i movimenti ma prima ancora di poter manifestare del ghiaccio, una voce dall’alto lo distrasse.
– Aspetta, Todoroki, lascia che ti dia una mano!
Lo stesso Ayan sollevò lo sguardo verso la ragazza e lo assottigliò. – Cosa vuoi?
– Non è ovvio? – esclamò raggiante. – Aiutare i miei kohai a sconfiggerti!
Nejire Hado portò le mani in avanti e attivò il suo Quirk: Wave Motion; in questo modo rilasciò una potente onda esplosiva che interruppe il vorticare delle catene d’ombra.
Shouto ne approfittò, riuscì finalmente a creare il Grande Muro di Ghiaccio e investire in pieno l’avversario. Dopo che l’aria fredda e la polvere si fossero diradate, gli studenti poterono emettere un sospiro di sollievo dato che Ayan era stato quasi completamente ricoperto dal ghiaccio e le sue catene erano state tranciate dalle chele di Tamaki Amajiki, apparso quasi dal nulla.
– Ce l’abbiamo fatta – sospirò Kirishima disattivando finalmente Indurimento. – È svenuto.
Nejire li raggiunse, con ancora il sorriso sulle labbra. – Siete stati bravi, ragazzi! Complimenti!
– Grazie a voi che siete arrivati al momento giusto – fece Uraraka.
– Recovery Girl sta arrivando, tenente duro.
Todoroki si voltò nella direzione in cui era stata portata via Claudia. C’erano ancora alcune farfalle in giro, alcune di loro svolazzavano sopra le loro teste.
Uraraka sbadigliò e fu allora che avrebbero dovuto capire cosa stava succedendo.


•••


– Ayan –
Un sussurro. La 
sua voce.
– Ayan. Come ti senti? –


•••


È colpa mia. È tutta colpa mia.
Non si era mai sentita così male in vita sua, neanche quando aveva scoperto di dover lasciare la sua famiglia. Claudia era devastata. Dall’interno.
Avrebbe voluto piangere fino alla morte.
E se morissi davvero...?
– Claudia!!
Spalancò gli occhi, come risvegliatasi da un lungo sonno. Il viso di Echo troppo vicino, molto più di quanto immaginava, la sua mano affusolata stretta attorno al suo collo e gli occhi animati da pura malvagità. Una smorfia di cattiveria gliel’aveva completamente trasformata, non era più la bella donna che aveva visto pochi attimi prima.
Pochi attimi...? No... Quanto tempo è passato?
– Claudia! Resisti!!
Echo smise di guardarla e si voltò appena in tempo per vedere il piede di Midoriya a pochi millimetri dalla sua faccia. L’impatto fu duro, venne sbalzata via in un attimo e soltanto grazie alle sue farfalle non precipitò giù dalla terrazza.
Claudia tornò a respirare, tossì e dalla paura scoprì di stare tremando. Che cos’era? Una specie di illusione?
– Meno male, ho fatto in tempo. Tranquilla, ci sono io adesso.
Posso piangere adesso?
– Non è una cosa carina prendere a calci in faccia una signora, sai?
Midoriya si voltò verso la donna il cui volto si presentava perfettamente intatto, forse grazie a qualche magia. – Non ti lascerò avvicinare a lei.
Era pronto a combattere, questa volta non si sarebbe risparmiato e avrebbe protetto quella ragazza a ogni costo. Era un eroe dopotutto, aveva giurato a se stesso che avrebbe salvato tutti.
Lasciò che l’energia attraversasse tutto il suo corpo, la lasciò fluire ovunque e poi si lanciò alla carica. Echo non era veloce come Ayan, non era riuscita a schivare il suo attacco, voleva dire che dalla sua aveva velocità e forza. Sarebbe bastato un colpo ben assestato!
Riuscì a colpirla con un calcio laterale ma qualcosa andò storto.
Il corpo della donna si trasformò in tante farfalle, che lo sollevarono di pochi metri in aria.
Maledizione! Dov’è?!
– Sono qui, tesoro.
Così com’era scomparsa, ricomparì in mezzo ai suoi insetti (almeno la parte superiore del suo corpo) a pochi centimetri da lui.
Fortunatamente non ebbe neanche il tempo di arrossire per l’eccessiva vicinanza, non era proprio il caso, ma non riuscì a evitare che la sua mano si posasse in mezzo al suo petto.
Tutto si fermò.
Le farfalle lo lasciarono cadere a terra, l’energia del One For All scorreva ancora attraverso i suoi tessuti muscolari ma qualcosa lo teneva relegato. Non riusciva a muoversi.
– Che cosa mi hai fatto?
Echo ridacchiò. – La manipolazione delle anime è il mio forte, ho semplicemente incatenato la tua cosicché tu non possa muoverti per un po’.
Midoriya sgranò gli occhi, non pensava potessero esistere poteri del genere. E lui ci era cascato come un idiota!
– Tornando a noi, piccola Colonna.
Claudia indietreggiò, impaurita. Il cuore a mille.
– T-Tu sei... una strega? – chiese, allora. Il massimo che poteva fare era prendere tempo, anche se non era sicura che avrebbe potuto fare la differenza.
Echo allargò il suo sorriso, questa volta sembrava davvero una persona normale. – Esatto! Inoltre, vorrei ringraziarvi di cuore – esclamò, per poi tornare spaventosamente seria. – Grazie di essere tanto deboli, cosicché io possa raggiungere il mio obiettivo senza perdere altro tempo.
Claudia deglutì. – Il tuo obiettivo è... uccidermi?
– Tesoro, a me non frega un accidente se vivi o muori. Sto soltanto aiutando chi mi ha liberata, mi ha chiesto un favore. Il mio vero scopo è prendermi la testa di chi mi ha imprigionata – spiegò.
Aveva paura a chiedere, Claudia, di chi stesse parlando. Ma stava iniziando a mettere insieme i puntini e più andava avanti quella conversazione più la sua ipotesi si rafforzava.
– E... chi... s-sarebbe?
Il viso di Echo abbandonò qualsiasi sorriso o ghigno, Claudia vi lesse solamente rabbia e desiderio di vendetta. – Voglio la testa di Shinigami.
Avevo ragione! Questa donna è una strega appartenente al manga di Soul Eater!
– Ma ora basta parlare di me.
– Delaware... – la donna si voltò in parte a guardare il ragazzo e ciò che vide le fece sgranare gli occhi dalla sorpresa, intanto Claudia si abbassò. – ... Smash!
Echo venne colpita in pieno dall’onda d’urto e questa volta non fece in tempo a smaterializzarsi in tante farfalle, come aveva fatto precedentemente.
– Come fai a muoverti?! – esclamò Echo, visibilmente arrabbiata.
Midoriya non lo sapeva. Non sapeva come mai lui riuscisse a muoversi, nonostante la stretta al cuore che percepiva vividamente.
Sarà grazie al One For All...?, si ritrovò a pensare. Ma non c’era tempo per queste cose, doveva darsi una mossa e sconfiggere quella donna.
Altrimenti Claudia non sarebbe mai stata al sicuro.
– Aspetta – fece Echo, i suoi occhi divenne per un istante di un azzurro intenso, molto più chiaro del suo abituale colore blu notte. – Adesso ho capito... certo che sei un marmocchio interessante.
Che cosa avrebbe capito?
La donna scoppiò a ridere, sembrava di avere la situazione in pugno. E in effetti Midoriya faticava a muoversi, era semplicemente riuscito a rimettersi in piedi e a puntare un braccio nella sua direzione.
Nulla di più, anche se il suo corpo fremeva dal liberare l’energia del One For All.
– Resta dietro di me – le sussurrò e Claudia annuì.
Echo sbuffò. – Adesso basta. Mi state facendo perdere tempo.
Ebbe il tempo sufficiente per fare un passo, poi il rumore di una grossa esplosione li fece sobbalzare. Si voltò. Un’altra esplosione e poi un’altra ancora, sempre più vicina, annunciavano l’arrivo di un nuovo avversario.
– Quanta confusione – disse, scocciata.
Ci fu l’ennesima esplosione e successivamente un ragazzo biondo mise piede sul terrazzo. Mostrò un terrificante ghigno in direzione della donna, i palmi delle sue mani scoppiettarono.
Midoriya spalancò gli occhi, incredulo. – Kacchan! Che ci fai qui?
Lui gli lanciò un’occhiataccia. – Che cazzo stai facendo, Nerd?! Ti stai facendo battere da una stronza del genere?!
– E-Eh beh...
Claudia sbatté le palpebre più volte, non sapendo bene cosa pensare.
Katsuki Bakugou era arrivato a salvarli? Davvero? Dalla faccia che ha non si direbbe, pensò rassegnata.
– Che linguaggio scurrile – sentenziò Echo stringendo le labbra in una linea sottile, per poi continuare: – Abbassa la cresta, moccioso.
– Crepa!
Echo si era sempre vantata di avere una pazienza e un autocontrollo di ferro: ma di fronte a un ragazzino maleducato l’unica cosa che avrebbe voluto fare era sbatterlo testa e muro.
– Kacchan, non farti toccare! Può immobilizzarti! – gridò Deku, dall’altra parte della terrazza.
Echo, di fatto, si trovava esattamente al centro tra i due ragazzi.
Sospirò, cercando di darsi un contegno – Ora i marmocchi si sono duplicati. Che fastidio!





 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

► Capitolo revisionato.

#ALLORA, ho trovato parecchia difficoltà a rendere presentabile questo capitolo, l’ho scritto e riscritto mille volte perché non sono più abituata a scrivere di combattimenti.
Questo perché sin da subito mi son trovata con uno scontro che non fosse un 1 vs 1, all’inizio ho dovuto muovere diversi personaggi senza farli cozzare tra di loro e senza far perdere la testa a voi lettori. Ditemi che così com’è uscito non è obbrobrioso... T.T e se lo è, apprezzerei i vostri consigli.

Ayan, nonostante sia un cattivo, ha parecchi segreti, eheh. Cosa ne pensate, invece, di Echo?
Tecnicamente la figura della terza sorella delle gorgone appare in Soul Eater Not! ma, dato che io non l’ho mai visto ^^, mi sono sentita libera di generare la mia Echo Gorgon.
Non c’è bisogno che vi dica che anche lei, come o anche più di Ayan, sarà importantissima nella storia e, in particolare, nelle fasi finali! ^^ Okay, ho spoilerato abbastanza.

Il piccolo flashback a metà capitolo non doveva esserci ma spero lo abbiato apprezzato lo stesso, è uno spezzone incentrato su Ivar e i suoi pensieri malinconici.

Piccola parentesi su Claudia: so che potrà sembrare una piagnucolona e una fifona ma cercate di mettervi nei suoi panni, chiunque se la farebbe addosso! Non si tratta di semplici tizi a caso che conoscono le arti marziali o che sparano con delle mitragliatrici, sono dei mostri! E poi è rimasta traumatizzata dall’apparizione improvvisa di Ayan, pochi giorni prima.
Non vedo l’ora che Claudia cacci gli attributi, vai Cla!! ^^

MA, spero di aver reso giustizia ai personaggi di My Hero Academia, è stata questa la mia paura più grande!

ULTIMA COSA: qui ci sono i personaggi, i miei OC *^*:

https://www.dropbox.com/scl/fi/0jg8c8of8bqfu20jayy55/La•Battaglia•dei•Mondi•_•Personaggi.paper?dl=0&rlkey=5h71ep4k1i2unn3h09z28fhb0
Ultimissima cosa: si tratta di un documento che contiene ANCHE personaggi che inderirò in futuro quindi... attenzione. Ma tranquilli, non penso possano contenere degli spoiler, sono solo immagini! >.<


Rosy


 
  
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