Anime & Manga > Lady Oscar
Ricorda la storia  |      
Autore: Baudelaire    19/03/2020    14 recensioni
Questa storia si ispira al manga.
Il Generale ordina un ballo in onore di Oscar, affinché possa trovare l'uomo della sua vita, colui che la sposerà. Il primo candidato è Girodel, che l'attende eccitato e fremente.
Avrà una grossa delusione, come tutti i presenti, come il Generale.
Una Oscar irriverente, arrabbiata, che ha molta voglia di divertirsi.
Ma c'è un finale inaspettato anche per lei.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Generale Jarjayes, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes, Victor Clemente Girodelle
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quante risate mi farò stasera!
Oh, li lascerò tutti di stucco!
Per primo, mio padre, colui il quale ha ideato tutto questo! Convinto, davvero, che io mi piegassi al suo volere, che mi inchinassi alla sua ferrea volontà, ancora una volta.
Oh, lo farò, padre, non crucciatevi.
Lo farò.
Ma a modo mio.
Stasera Oscar comanderà il gioco, e si divertirà un mondo.
Entro in sala, con questa uniforme creata apposta per l’occasione dai migliori sarti di Parigi.
Oh, cos’è quella faccia, Generale? Non siete stato voi ad ordinarlo? Un abito fatto su misura dai migliori sarti di Parigi, eccolo qui!
Quante belle dame, tutte per me! E guarda le facce dei miei presunti pretendenti! Si aspettavano una dama, vestita a festa, tutta per loro. Una donna da conquistare, una donna che bramano sposare a qualunque costo.
E invece si trovano di fronte il figlio di Marte, che per niente al mondo rinuncerà alla guerra, nemmeno per il volere di suo padre.
Girodel, che sguardo assassino! Non se lo aspettava. Sto per scoppiare a ridere, ma devo contenermi.
Il gioco è appena cominciato.
Ecco, parte il minuetto, composto appositamente per l’occasione dal signor Mozart.
Musica celestiale per le mie orecchie.
“Permettete questo ballo, Mademoiselle?” – dico con voce suadente alla giovane che mi porge la mano.
Fanno a gara per ballare con me. Le ho conquistate tutte. Nessuna mi resiste.
Nessuna.
Danziamo, leggiadra si lascia cullare dai miei passi sicuri.
“Perché tremate? Avete freddo?”
Non risponde, le sue gote si fanno cremisi.
“Posso sapere il Vostro nome?”
“Josephine.” – risponde, con voce sottile.
“Josephine, come mia sorella. Siete un incanto.”
Trema, lo sento.
Odo le voci inviperite, gelose, invidiose delle dame che premono per un ballo con me.
E sia, acconsento.
Lascio Josephine e prendo tra le braccia una giovane dai capelli biondi, come i miei.
Ha mani delicate e morbide.
“Non dimenticherò le vostre tenere mani, come vi chiamate?” – le chiedo.
“Flora.”
“Oh, Flora, volete darmi un po’ del nettare della Dea dei fiori?”
Non le lascio il tempo di rispondere, mi chino su di lei e le mie labbra sono sulle sue, leggere, frementi, vibranti.
E’ sconvolta, lo sento, così come tutti, in sala.
Ma io non ho ancora finito.
Ora è il turno di Geneviève, labbra di ciliegia, che desiderio rubare per saggiarne la consistenza, assaporarne il succo.
Premo le labbra sulle sue, si abbandona tra le mie braccia, come se non aspettasse altro.
Mi distacco, infine, lasciandola tremante, scossa, vacillante.
Un uomo si avvicina, il sopracciglio inarcato, lo sguardo furente. “Non siete irriverente a portarmi via la mia dama durante il ballo?” – sbotta acido.
“Non se lei ha scelto me.” – rispondo divertita.
Mi guarda, furioso.
Esplodo in una risata cristallina, che riecheggia per tutta la sala.
Mi volto verso Girodel. Mille parole non dette leggo in quegli occhi grandi, stupiti dalla mia audacia.
Non te lo aspettavi, eh?
Un rumore, passi concitati.
Eccoli, sono arrivati.
Entrano, sotto gli sguardi inorriditi dei presenti.
I soldati della Guardia, i miei soldati.
Ligi agli ordini del loro comandante, fanno irruzione in sala.
“Andate dritti in fondo!” – intimo loro, perentoria. “Mangiate e bevete quanto volete!”
Obbediscono e io rido.
“La festa è rovinata! Oscar, come hai osato?”
La voce di mio padre è un tuono minaccioso che spegne le risatine e i commenti soffocati attorno a me.
Silenzio di ghiaccio, ora, come quegli occhi così simili ai miei che mi fissano, turbolenti, inquieti.
Lo avete voluto voi, padre.
Non rispondo ed esco dalla sala, sotto gli sguardi impietriti degli astanti.
Odo dei passi.
Mi volto.
Girodel.
“Avete chiamato voi i soldati della Guardia Nazionale?”
“Ma come siamo perspicaci, Girodel.” – rispondo in tono tagliente.
“Vostro padre ha ragione, la festa è rovinata. Però sono felice… Rimarrò l’unico candidato e voi…”
“Non osate, Girodel! Non siate presuntuoso fino a tal punto!” – ringhio feroce.
Mi guarda, gli occhi assottigliati.
So cosa sta pensando.
“Non montatevi la testa, Victor. Piuttosto, dite a mio padre che io, mai più nella vita, indosserò un abito da sera. Mai più.”
Abbassa la testa, sorride, con l’aria di chi la sa lunga.
Vorrei prenderlo a pugni, altro che diventare sua moglie!
“Rinunciate a volere l’impossibile, Oscar, e siate sincera con voi stessa, per una volta. Fermatevi, prima di precipitare nella tragedia. Io sono pronto ad accogliervi, se solo me lo permettete. Lasciate che io prenda la tristezza che portate nel cuore, il peso della sofferenza… Ve lo leggo negli occhi, Oscar… non fingete con me…”
Mi porge la mano, tremante, esitante.
Parole infuocate le sue, di fronte alle quali non posso restare indifferente.
Quest’uomo mi ama, mi tende la mano, è pronto a caricare sulle sue spalle il peso di questa vita maledetta che mi accompagna come un tedioso fardello.
Oh no, è tardi, ormai.
È tardi.
Ma non indietreggio quando mi attira a sé, con braccia sicure. Non arretro di un passo quando mi stringe forte e siamo occhi negli occhi.
Mi vuole, lo sento.
Il suo viso si fa sempre più vicino, sento il calore della sua pelle, il suo alito caldo accarezzarmi le labbra. Chiudo gli occhi e cedo alla sua volontà. Mi bacia, le sue labbra mi avvolgono, spinge nella mia bocca come un assetato alla fonte.
Dischiudo le labbra e mi concedo di esser sua, per un folle attimo.
No, non posso.
Chi è costui?
Chi è?
Spalanco gli occhi, atterrita, disgustata.
Che cosa sono queste labbra?
Non quelle che conosco, così calde, morbide… Qualcuno mi aiuti…
Fuggo, che altro posso fare?
Un ricordo fugace, lontano, ma indelebile come il fuoco che mi ha incendiato le vene quando le labbra di André si sono posate sulle mie.
Oh, così diverse da queste! Così diverse!
Dannazione, tormento, angoscia!
Son dunque io, questa?
Che fugge da un amore impossibile per quelle labbra che, a suo tempo, rifiutai?
Sono perduta…
Perduta…
   
 
Leggi le 14 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: Baudelaire