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Autore: Crateide    19/03/2020    1 recensioni
| Hogwarts!AU |
Thanatos l’aveva notata fin da subito, dal primo momento in cui l’aveva vista entrare nella Sala Grande. Fra quella marmaglia di bambinetti, infatti, era l’unica a non avere sul viso un’espressione di puro terrore.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Macaria, Thanatos
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Gruppo Facebook: we are out for prompt.

Prompt: Soulmates!AU + Hogwarts!AU | : Macaria in Corvonero e Thanatos in Serpeverde + Macaria aiuta Thanatos a studiare.

Numero parole: 2129.

 

 

 

 

Thanatos l’aveva notata fin da subito, dal primo momento in cui l’aveva vista entrare nella Sala Grande. Fra quella marmaglia di bambinetti, infatti, era l’unica a non avere sul viso un’espressione di puro terrore. Camminava tranquilla, con un’espressione rilassata, il passo leggero e aggraziato e gli occhi fissi davanti a sé, probabilmente incuriositi dal Cappello Parlante.

Quando la McGonagall chiamò forte il suo nome, Thanatos trasalì.

«Macaria Katakthonios.»

Quella bambina apparteneva a una delle famiglie più antiche del mondo dei maghi e anche fra le più potenti. Molti fra i suoi compagni presero a bisbigliare, certi che il Cappello Parlante l’avrebbe assegnata alla loro Casa, la Casa di Serpeverde.

«Dove potrebbe mai finire? Tutti i suoi antenati appartenevano a Serpeverde!» disse qualcuno.

Thanatos si sporse leggermente per vedere meglio. Macaria mosse qualche passo verso la professoressa, ma prima di posare il piede sul primo gradino, si fermò, sollevando il capo.

«Corvonero», disse con voce sottile, ma abbastanza forte da essere udita da tutti.

La McGonagall aggrottò la fronte e inclinò un poco il capo.

«Prego?»

«La mia Casa è Corvonero», disse Macaria con quella suo voce melodiosa che quasi incantava. Che fosse in realtà una Veela?

Le labbra della professoressa si tesero in una linea sottilissima.

«Signorina Kathakthonios, non può scegliersi la Casa di appartenenza», rispose, severa e altera come sempre.

«Lo so professoressa, infatti non sono io ad averlo deciso. È stato il Cappello Parlante!» spiegò Macaria.

La McGonagall si volse verso Silente, indecisa sul da farsi. Thanatos, come tutti i presenti, si sporse per vedere la reazione del preside, che rivolse un sorriso complice a Macaria e si limitò ad annuire.

La bambina saltò sul posto, si volse e andò a sedersi al tavolo di Corvonero, fra i bisbigli di tutti i presenti.

Thanatos le lanciò un’ultima occhiata, che lei inaspettatamente ricambiò con un sorriso.

Assurdo, pensò lui e tornò a guardare la calca di bambini che attendeva trepidante.

 

In quattro anni Thanatos non aveva mai rivolto la parola a Macaria, ma le loro strade si incrociavano sovente fra i corridoi di Hogwarts. Uno sguardo, un sorriso, un leggero cenno del capo e lei filava via, lasciando dietro di sé un profumo di narcisi.

Thanatos non riusciva a spiegarsi per quale motivo lo salutasse come se lo conoscesse né tanto meno perché lui ricambiasse quei gesti, anche se impercettibilmente.

In un certo senso Macaria lo attraeva, ma non così tanto da esortarlo a rivolgerle direttamente la parola. Tuttavia, aveva iniziato a studiarla nella Sala Grande, durante i pasti, e in biblioteca, magari nascondendosi dietro uno scaffale o a un grosso libro e aveva subito notato quanto fosse sola. Nemmeno gli altri studenti della sua Casa le si avvicinavano, anzi, si era accorto che spesso le lanciavano sguardi spaventati e si allontanavano in tutta fretta.

Che problemi hanno? si chiese un giorno Thanatos, insofferente al fatto che Macaria pranzasse da sola, leggendo un libro.

Se non fosse stato ritenuto strano se non addirittura indiscreto, si sarebbe alzato e le si sarebbe seduto accanto. Avrebbe tanto voluto parlarle...

Thanatos risollevò lo sguardo dal proprio piatto e i suoi occhi incontrarono quelli di Macaria. Lo stava fissando con il viso arrossato e un’espressione imbarazzata e sorpresa al tempo stesso. La vide deglutire e tornare a infilare il naso nel proprio libro.

Cosa le prende? si chiese, finché non giunse alla conclusione più ovvia, dandosi dell’idiota per non esserci arrivato prima, quella ragazzina è una Legilimens!

Lei risollevò di nuovo lo sguardo e annuì leggermente, arrossendo ancora un poco.

Thanatos chiuse la propria mente all’istante, scuotendo il capo e sentendosi in imbarazzo per la prima volta in vita sua. In fondo, lei aveva ascoltato i suoi pensieri fino a quel momento...

 

Macaria aveva solo quattordici anni, ma era la studentessa più brillante che Hogwarts avesse mai avuto. Anche lo stesso Silente ne sembrava piacevolmente sorpreso e lo si poteva intuire dagli sguardi un po’ curiosi che le indirizzava e che lei ricambiava.

A quattordici anni, Macaria riusciva a battere in duello quasi tutti gli studenti del Settimo anno e questo le attirò addosso le antipatie di buona parte dei compagni, ma nessuno osava farle scherzi o dispetti per via della sua famiglia. Persino Peeves la evitava!

Thanatos continuava ad allenarsi con l’Occlumanzia, sebbene fosse un’arte che dominava alla perfezione. Si sentiva ancora in imbarazzo per tutti quegli anni in cui aveva lasciato la sua mente alla mercé di una ragazzina!

«Signor Elysium, cosa vuole fare? Desidera seguire la lezione o lasciare la mia aula?»

Thanatos tornò con la mente al presente. Si riscosse, osservando la professoressa McGonagall che lo guardava da dietro gli occhiali sottili.

«No, mi scusi. Non mi distrarrò più», rispose.

«Dopo la lezione non vada via, devo parlarle.»

Thanatos annuì, sentendo un brivido corrergli lungo la schiena. Sapeva bene di cosa desiderava parlargli la McGonagall, l’aveva evitata per metà anno, ma era arrivato il momento di affrontare il problema.

Alla fine della lezione, Thanatos si accostò alla cattedra, mentre i suoi compagni uscivano rumorosamente dalla classe.

La professoressa si sedette e lo guardò negli occhi, come in attesa che fosse lui a parlare per primo.

«Quest’anno ha i M.A.G.O., cosa ha intenzione di fare con la mia materia? Non ha mai avuto problemi con la Trasfigurazione, cosa le è successo?»

Thanatos spostò il peso del corpo da un piede all’altro.

«Sa bene che desidero diventare Auror e confesso di essermi concentrato soprattutto su Difesa Contro le Arti Oscure e...»

«La Trasfigurazione è altrettanto fondamentale per un Auror quanto Difesa Contro le Arti Oscure, signor Elysium», lo interruppe la McGonagall.

«Lo so.»

«Mi fa piacere che lei lo sappia, ma adesso è il caso di mettersi in pari con la mia materia. Per questo ho deciso di affidarle qualcuno che possa aiutarla.»

Thanatos aggrottò la fronte, confuso. Non conosceva nessuno che fosse così bravo con la Trasfigurazione tanto da poter dare ripetizioni.

«A chi ha pensato?» chiese, curioso.

«Alla signorina Katakthonios. Penso che lei la conosca», rispose la McGonagall.

«Come? Ma è solo al Quarto anno!»

«Le assicuro, signor Elysium, che ne sa più di lei e dei suoi compagni di Corso messi insieme. Potrebbe sostenere i M.A.G.O. anche ora, a mio modesto parere.»

Thanatos rimase a bocca aperta, confuso e frastornato. Se avesse preso ripetizioni da una ragazzina del Quarto anno sarebbe divenuto lo zimbello di tutta la scuola!

«Professoressa, mi permetta di studiare per conto mio...»

«Con la signorina Katakthonios sarà più semplice e veloce, glielo garantisco. Lei sa già tutto, suppongo. Inizierete oggi stesso nel tardo pomeriggio. Adesso può andare, signor Elysium.»

Thanatos avrebbe voluto ribattere, ma sapeva bene quanto la professoressa McGonagall fosse irremovibile nelle sue decisioni. Salutò a mezza bocca e indispettito uscì dalla classe a passo lesto.

 

Macaria lo attendeva all’entrata della biblioteca, con un libro sotto il braccio e la bacchetta nella mano, intenta a far danzare delle farfalle di carta nell’aria. Appena lo notò, trasfigurò la carta in petali di narcisi che le si incastrarono nella chioma corvina.

«Usi gli incantesimi non verbali?» le chiese, senza nemmeno salutarla.

«Ciao», gli disse lei con un sorriso, «ho sempre usato incantesimi non verbali, fin dal primo anno.»

Thanatos non replicò e le fece segno di entrare in biblioteca. Mentre percorrevano uno dei corridoi per trovare un tavolo libero e lontano da orecchie e occhi indiscreti Macaria gli rivolse la parola.

«Non c’è bisogno di usare l’Occlumanzia, non ti leggerò nella mente. Mi dispiace di averlo fatto, quando ero piccola non riuscivo a controllarmi. Adesso mi capita di ascoltare qualche pensiero solo se mi distraggo.»

Thanatos non si scompose né tanto meno aprì la mente. Non si sarebbe fidato tanto facilmente.

«Qui andrà bene», si limitò a dire, indicando il tavolo più defilato dell’intera biblioteca.

Macaria prese posto e gli accennò un sorriso.

«La McGonagall dice che potresti sostenere i M.A.G.O. anche ora», le disse.

«La professoressa esagera sempre, ma forse non ha tutti i torti. So di essere molto abile.»

«Non montarti la testa, ragazzina.»

«Non è questione di montarsi o no la testa, si tratta di essere consapevoli di chi si è e di cosa si è in grado di fare. Tutto qui.»

Thanatos sospirò, sollevando gli occhi al cielo.

«Ecco perché odio parlare con gli appartenenti alla Casa di Corvonero: fate ragionamenti che capite solo voi», disse.

Macaria, invece di offendersi, rise.

«Forse è vero», rispose e, inclinando il capo, riprese, «tutti si aspettavano che venissi smistata in Serpeverde.»

Thanatos incrociò le braccia sul petto.

«Sì. Tutta la tua famiglia, se non erro, faceva parte della mia Casa.»

«Non tutta. Mia madre era in Corvonero e da lei ho ereditato il potere che spaventa tutti...»

Thanatos si morse la lingua, sebbene morisse dalla voglia di sapere di cosa si trattasse. Macaria lo guadò negli occhi e solo in quel momento lui si accorse che alla luce del sole morente prendevano una sfumatura rossastra.

«Io ho il dono della Vista. Ricordi la Cerimonia dello Smistamento? Quando la professoressa McGonagall ha chiamato il mio nome, ho avuto la visione del Cappello Parlante che urlava “Corvonero!”», gli disse lei.

Thanatos si mosse quasi a disagio sulla sedia.

«Ora mi spiego le tue parole, allora è vero che non ti sei scelta la Casa. Suppongo che Silente sapesse di questo tuo potere.»

«No, ma forse l’avrà intuito sul momento. È un mago molto sveglio.»

Thanatos evitò di guardarla e lasciò che lo sguardo vagasse sui libri davanti a lui.

«Iniziamo?» chiese infine, estraendo la propria bacchetta.

Macaria sorrise.

«Iniziamo.»

 

Con il passare dei giorni, quelle lezioni divennero un vero e proprio appuntamento. Non solo Thanatos aveva recuperato gli incantesimi che aveva trascurato, restando sorpreso nel vederli eseguiti da una ragazzina di quattordici anni, ma era addirittura migliorato. Macaria era un’insegnante paziente e capace, che non si lasciava mettere in difficoltà. Un giorno, gli confidò di aver studiato le magie avanzate proprio in vista di quelle ripetizioni.

«Hai visto il colloquio fra me e la McGonagall?» le chiese Thanatos, che oramai non si sorprendeva più.

«Sì, circa una settimana prima che avvenisse», rispose Macaria.

«Ecco cosa intendeva la McGonagall quando ha detto, riferendosi a te: “Lei sa già tutto, suppongo”. Supponeva bene, a quanto mi pare di capire», e dopo una pausa, soggiunse, «posso farti una domanda?»

«Dimmi.»

«Hai già deciso cosa fare dopo Hogwarts?»

Macaria abbassò il capo e scrollò una spalla.

«Tutti si aspettano che diventi Auror, ma a me piacerebbe diventare una Guaritrice. Mi piace prendermi cura delle persone.»

Thanatos drizzò la schiena.

«Beh, se vogliamo metterla su questo piano, gli Auror salvano le persone.»

Macaria lo guardò negli occhi.

«Tu vuoi diventare Auror. Cosa ti spinge?» gli chiese a bruciapelo.

Thanatos rimase in silenzio per un lungo e interminabile istante, ponendo a se stesso la medesima domanda.

«A dire il vero ho scelto questa carriera un po’ perché mi è stata suggerita quando avevo quindici anni e un po’ perché mi piace l’azione. Non sono un tipo da ufficio, per intenderci», rispose infine.

«Tu però hai detto che gli Auror salvano per persone.»

«Fra le tante cose, sì.»

Macaria non disse più nulla e sfoderò la bacchetta, trasfigurando i pulviscoli di polvere che veleggiavano nell’aria in petali di narcisi.

«Perché il narciso?» le chiese Thanatos, afferrando un petalo prima che si posasse sul tavolo.

«È il simbolo della mia famiglia», rispose lei, «e sono i miei fiori preferiti.»

Lui osservò quel petalo soffice e dall’odore intenso, pensieroso.

«Grazie per avermi aiutato», sussurrò a un tratto, senza guardarla.

Non poteva vederla, ma era certo che gli stava sorridendo.

«Di nulla, grazie a te per la compagnia.»

Scese un breve silenzio.

«Thanatos?»

«Sì?»

«Possiamo definirci amici, ora?»

Lui ci pensò su, guardandola in viso. I suoi occhi erano languidi e l’espressione sembrava speranzosa.

Le accennò un sorriso.

«Direi di sì», le rispose infine.

Macaria trattenne il fiato e divenne tutta rossa.

«Allora voglio dirti che quando andrai via da Hogwarts, mi mancherai», disse tutto d’un fiato.

Se non avesse avuto un grande controllo sulle proprie emozioni, forse Thanatos sarebbe arrossito a sua volta. Non rispose e rimase a pensare, osservandola attentamente, quasi a volerla studiare, comprendere. Era una ragazza così particolare...

«Ci rivedremo di certo dopo Hogwarts», le disse.

«È una promessa?» gli chiese lei.

«Sì, lo è.»

Macaria arrossì un altro poco e tese una mano per stringere la sua. Aveva un tocco fresco, nonostante avesse iniziato a far caldo.

«Allora quando accadrà, quando ci rivedremo, se vorrai ti racconterò una visione che ho avuto. Una visione che riguarda sia me sia te», sussurrò.

Thanatos ricambiò la stretta.

«Non credo di volerla conoscere, perché dubito che ce ne sarà bisogno», rispose e sporgendosi in avanti le sfioro le labbra con le proprie, nel segreto di una biblioteca illuminata dagli ultimi raggi del sole.

 

 

 

 

 

 

Angolino dell’autrice:

1 – Prendi Crateide.

2 – Prendi la mitologia greca.

3 – Prendi Harry Potter.

4 – Shakera per bene.

5 – Attendi qualche minuto e avrai un mix che Zeus ce ne scampi.

Erano EONI che non scrivevo di questi due e quando mi è stato affidato questo prompt... beh, non ho resistito. Come avrei potuto, in fondo?

Per chi non mi conoscesse, qualche informazione di background: secondo un’enciclopedia bizantina dell’XI secolo d.C. Macaria è la figlia di Ade (la madre non viene menzionata, ma nel mio headcanon è Ecate); sempre nel mio headcanon, Macaria e Thanatos fanno coppia fissa, in quanto entrambi divinità della morte: lei è la dea della Buona Morte e presiede i Campi Elisi.

Bene, non voglio annoiarvi oltre. Spero che la OS vi sia piaciuta!

Intanto, sulla mia Pagina Facebook sto facendo delle dirette in cui parlo in modo simpatico (ok ok, diciamo che ci provo) di mitologia. Mi piacerebbe molto invitarvi a seguirmi, un po’ per farvi qualche risata e un po’ per lanciarmi nuove sfide!

 

Senza pretese,

Elly

 

 

 

   
 
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