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Autore: sever cilla    20/03/2020    0 recensioni
[https://it.wikipedia.org/wiki/A_casa_dei_Loud]
Lincoln, l'unico ragazzo nella famiglia Loud, è diagnosticato con una malattia terminale. I dottori gli danno solo alcune settimane rimanenti, nel migliore dei casi. Come reagirà un ragazzo di undici anni quando scopre che morirà presto? E le sue sorelle? Resisteranno alle emozioni o cadranno a pezzi? Storia originale scritta da UnderratedHero su fanfiction.net / Original story by UnderratedHero on fanfiction.net
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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RIASSUNTO COMPLETO:
 
La famiglia Loud non ha mai immaginato cosa stava accadendo a loro. Lincoln, l’unico ragazzo in una famiglia con dieci sorelle, è diagnosticato con una malattia terminale, Con niente rimasto da fare, i dottori gli danno solo due settimane rimanenti, nel migliore dei casi. Come reagirà un ragazzo di undici anni quando scopre che morirà presto? Cosa succederà quando lo scoprono le sue sorelle? La famiglia resisterà alle proprie emozioni o cadrà a pezzi? Una storia di dolore, perdita, famiglia, e di un ragazzo che deve affrontare la prova più dura dell’umanità: accettare la sua mortalità.
 
Salve, cari lettori. Questa è la traduzione in Italiano del mitico “Requiem for a Loud” di UnderratedHero (un grandissimo autore). 
E niente non ho altro da dirvi, quindi iniziamo con la storia.
 DISCONOSCIMENTO:A casa dei Loud (o “The Loud House”, nella versione inglese) e i suoi personaggi non appartengono a me. Essi appartengono ai rispettivi proprietari
 
(ENG) Hello, dear readers. This is the Italian translation of the legendary "Requiem for a Loud" by UnderratedHero (a great author).
Nothing else to tell you, so let's start with the story.
DISCLAIMER: The Loud House(or "A casa dei Loud", in the Italian version) and his characters don’t belong to me. They belong to their respective owners
 
 Capitolo 1 - Inaspettato

Fortunatamente, i vicini erano abituati alla grande confusione che succedeva ogni volta che la famiglia Loud andava da qualche parte nel van. Quella domenica mattina, prima che andarono al parco,era sempre come al solito.
 
“Prendo il posto davanti!”
 
“No, tu prendi il posto dietro!”
 
“Voglio il finestrino!”
 
“Questo sedile odora peggio di Lana!”
 
“Ehi, niente odora peggio di me!”
 
“MI piace questo sedile. La mancanza di spazio mi fa sentire come se fossi in una bara.”
 
“Bel tentativo, Luna, ma io voglio il sedile dietro e lo otterrò.”
 
“Non puoi sempre ottenere quello che vuoi,sis.”
 
“Se non ti fai indietro adesso finirai come quel ragazzo che ha perso la mano sinistra e il piede sinistro.”
 
“Wow, Luan, quello era troppo crudele.”
 
(qui ci doveva essere una battuta di Luan, che ho saltato perché se veniva tradotta, perdeva il suo senso ironico)
 
Era una giornata soleggiata, con un cielo radioso senza nuvole. La calda brezza primaverile arrivò assieme al dolce profumo dei fiori e dell’erba, invitandoli a divertirsi all’aria aperta.
 
Niente in quella calda felice giornata sembrava prefigurare la terribile tempesta che stava per scatenarsi sui Loud.
 
Lincoln era seduto presso l’uscio di casa sua, guardando le sue sorelle praticamente combattere fino alla morte per un bel posto nel van. Ricordò con un sorriso quello che succedette solo qualche settimana fa quando il suo piano per ottenere il ‘posto dolce posto’ fallì completamente, finendo in una situazione simile. Le sue sorelle non lo avevano completamente perdonato dopo che lui aveva cercato di imbrogliarle. Quindi lui decise di starne fuori fino a quando loro si sarebbero calmate, e lui avrebbe semplicemente occupato il sedile rimanente. In quel modo, stava evitando ogni problema.
 
Inoltre, non si sentiva bene. Si sentiva davvero stanco da circa due giorni, agitandosi anche per il più piccolo sforzo e avendo un forte mal di testa. Lui ebbe assunto che era così perché ultimamente non dormiva bene, quindi l’ha scrollato di dosso. Ancora, ogni lotta che poteva evitare…
 
“Lincoln!” strillò Lola, creando un’interruzione nell’ecatombe femminile. “Perché sei seduto lì tutto solo?”.
 
“Hai trovato un nuovo ‘posto dolce posto’?” lo accusò Lana.
 
“N-No,niente affatto!” disse in fretta, vedendo le sue sorelle rapidamente avvicinarsi con intenzioni ostili.
 
“Stai bene?” chiese Luna, notando che lui non appariva energico come al solito.
 
“Sì, sto bene. È solo...che...”
 
“Lincoln, che cosa c’è?” disse Lori, impaziente.
 
Lui sospirò.
 
“Pensavo che voi eravate ancora arrabbiate con me dopo la faccenda del ‘posto dolce posto’, quindi ho deciso di aspettare che voi prendiate i vostri posti prima, e poi io prenderò l’ultimo rimasto.”
 
Le sorelle Loud si guardarono tra loro. Lincoln ha avuto i suoi momenti da egoista, come quella volta che comprò una piscina solo per lui, ma alla fine era sempre quello che più gli importava delle sue sorelle. In qualche modo, sentendo dire che lui non voleva litigare, le ha aiutate a capire come poteva sembrare assurdo litigare per una tale sciocchezza.
 
“Dai, Lincoln, entriamo nel van prima che mamma e papà escano” disse Lori, avvicinandosi al suo fratello per portarlo alla portiera del van.
 
“Ma in che modo prendiamo i posti?” chiese Lincoln.
 
“Tutti voi, mettetevi in fila indiana, dalla più piccola alla più grande, e prendete i posti da davanti fino a dietro” ordinò Lori velocemente.
 
Senza discutere, tutti si misero in fila indiana ed iniziarono ad entrare in macchina, partendo da Lisa.
 
“Leni” sospirò Lori.
 
“Sì?” chiede la bionda, con un grande sorriso.
 
“Sei la seconda più grande.”
 
“Sì, lo sono!”
 
“Ciò significa che vai DOPO tutti gli altri.”
 
“Ok!” disse Leni, andando verso la fine della fila,permettendo le gemelle di entrare.
 
Lucy andò dopo loro, ma prima che Lincoln potesse entrare, Lori lo fermò.
 
“Lynn, ti dispiacerebbe entrare ora e lasciare il ‘posto dolce posto’ a Lincoln? Penso che se lo sia guadagnato...per questa volta.”
 
“Ma io…!” Lynn si fermò a metà della sua frase, mentre Lori la guardava. “Volevo dire, certo, fratello! Te lo meriti.”
 
Dopo averlo abbracciato e aver guadagnato un cenno da Lori, Lynn saltò a bordo. Lincoln fece un passo all’interno, e si girò per guardare la sua sorella maggiore.
 
“Grazie, Lori”
 
“Non c’è di che, stupidotto.”
 
Dopodiché, le altre ragazze entrarono, giusto in tempo per i loro genitori che stavano uscendo di casa portando Lily. Entrarono nel van e, dopo aver messo la bambina nel suo seggiolino, il padre accese il motore.
 
“Lo sapete una cosa, ragazzi? Credo che voi abbiate battuto un record oggi. Non ho neanche finito di mettermi la camicia quando avete smesso di litigare! Di solito io e vostra madre ci impieghiamo circa quindici minuti per farvi calmare dopo che entriamo in macchina.”
 
“ E avreste impiegato più tempo questa volta!” disse Lana eccitante. “C’era un macello!”
 
“Ma poi ho visto Lincoln tutto triste all’uscio, e quindi abbiamo smesso di litigare”, aggiunse velocemente Lola “Quindi, è grazie a ME che tutto è finito così presto. Mi potete ringraziare dopo.”
 
“Cosa è successo, Lincoln?” chiese il Sig. Loud, guardando suo figlio attraverso lo specchietto.
 
Lincoln era sul punto di rispondere, ma Lucy lo precedette.
 
“Ci ha fatto capire come la nostra discussione era vana e senza senso; proprio come tutto ciò che facciamo nelle nostre vite è innocuo, perché non cambia il nostro destino finale, la morte.”
 
“Troppo oscuro, sis” disse Luna.
 
“Lucy ha ragione...riguardo la prima cosa, la seconda era letteralmente troppo misteriosa...Lincoln non voleva litigare con noi per un posto qui, perciò si è fatto da parte. E ciò ci ha fatto capire quanto era stupida l’intera questione.”
 
I genitori si guardarono tra loro, sorpresi da quello che Lori stava dicendo a loro.
 
“Wow, Lincoln, è stato veramente maturo” disse la Sig.ra Loud.
 
“Grazie, mamma” disse il ragazzo con un sorriso.
 
“Dico sul serio. Forse sei pronto per il tavolo dei grandi dopotutto.”
 
“No non lo è”, risposero le dieci sorelle in coro.
 
“Grazie per il supporto” disse Lincoln sarcasticamente. “Se io non sono al tavolo dei grandi è solo perché non mi sento ancora pronto per rinunciare al dessert. Se io volevo davvero essere lì, potrei farlo.”
 
“Lincoln, è chiaro che non sei pronto per il tavolo dei grandi”, disse Lynn, con un senso di superiorità.
 
“Basta così. Nient’altre discussioni fino a quando non raggiungiamo il parco”, concluse il Sig. Loud, chiudendo la discussione corrente.
 
Mentre il caos dentro il van iniziava a formarsi, con le gemelle che litigavano fra loro, Luna con le sue cuffie al massimo volume e Lynn in cerca di una scusa per colpirlo, Lincoln iniziò a pensare a ciò che aveva detto sua sorella. Era vero che recentemente lui aveva fatto di tutto per passare al tavolo dei grandi e l’episodio era finito male, ma la realtà era che lui aveva sabotato se stesso. Comportarsi da grande era davvero noioso. Preferiva le battute, gli strilli e addirittura le battaglie di cibo che ha avuto al tavolo dei piccoli. Lui non voleva rinunciare a tutto ciò. Perché affrettarsi per andare al tavolo dei grandi? Era un bambino dopotutto.
 
Avrebbe avuto il tempo di crescere.
 
Fortunatamente, arrivarono al parco in pochi minuti. Mentre i loro genitori portarono Lily al più vicino recinto di sabbia, gli altri fratelli iniziarono ad allontanarsi. Lisa trovò un formicaio e iniziò a prendere appunti sul comportamento delle formiche. Lola e Lana andarono agli scivoli e alle altalene, provando ad andare d’accordo con il resto dei bambini della loro età.       Lucy cercò un posto solitario dove nessuno poteva infastidirla mentre scriveva le sue poesie dark. Lynn iniziò a correre con il suo pallone da calcio fino a quando trovò due ragazzi che stavano facendo una partita e decise di unirsi a loro. Luna iniziò a suonare la sua chitarra sulla cima di una panchina, con un paio di persone che la stavano guardando, e Luan decise di filmare intorno a sé nel caso sarebbe successo qualcosa di divertente, come Luna fare un stage diving dritta per terra. Lori e Leni si sedettero sotto un albero. Mentre Lori era impegnata a messaggiare con Bobby, Leni si ritrovò circondata da un mucchio di ragazzi che provavano ad impressionarla e ad avere il suo numero.
 
Abbastanza stranamente, Lincoln si ritrovò da solo, con nessuna sorella che provava a prenderlo per fare qualcosa. Un po’ preso alla sprovvista da quel fatto, decise di approfittarne facendo...che cosa, esattamente? Cosa dovrebbero fare i ragazzi di undici anni al parco con nessuno con cui giocare? Annoiato e senza un indizio riguardo a cosa doveva fare, lui decidette di iniziare a passeggiare, alla ricerca di qualcosa da fare.
 
Trascorse l’ora successiva camminando, ma non trovò niente da fare. Fece il giro di tutto il parco, cercando di evitare le sue sorelle, fino a quando trovò un albero solitario i cui rami erano perfetti per arrampicarsi. Solitamente, lui non era il tipo che si arrampicava sugli alberi, ma era così annoiato e l’albero appariva così allettante che decise di farlo comunque. Perciò lui si arrampicò, e una volta che aveva raggiunto la vetta, si riposò contro il tronco e guardò attraverso le foglie. Era così silenzioso lì, seduto sotto l'ombra della quercia, ad essere in grado di vedere chiunque mentre era nascosto da loro.
 
Quando il suo mal di testa ritornò – stava iniziando a far male più spesso, pensò-, decise di chiudere gli occhi e rilassarsi. Non voleva addormentarsi, ma aveva trovato un luogo confortevole dove è riuscito a rilassarsi. Ancora, si chiedeva perché era l’unico che non aveva trovato niente da fare nel parco. Tutte le sue sorelle trovarono i loro luoghi in pochi secondi dal loro arrivo. Lisa, Lucy e Lori forse preferivano di più stare da sole indisturbate, ma le altre sorelle riuscirono ad andare d’accordo con persone che non conoscevano neanche se ci provavano. Un’emozione che Lincoln stava ultimamente provando ad ignorare gli venne in mente, una terribile sensazione che lui era l’unico a non essere bravo in niente tra le sue sorelle. Quel incidente con la teca dei trofei era ancora nella sua mente. Tutte le sue sorelle erano brave in qualcosa, e anche se la sua teca non era vuota, quel trofeo era solo un regalo dalle sue sorelle. Non era vero. Forse, dopotutto, non era bravo in niente.
 
Improvvisamente sentì un tonfo e sentì l’albero vibrare. Guardò giù e vide un pallone da calcio rimbalzare per terra, e una ragazza che lo stava prendendo.
 
“Stupidi ragazzi”, disse la ragazza, calciando la palla un’altra volta contro l’albero. “Chi ha bisogno di loro comunque?”
 
Prese il pallone, ma questa volta lo sostenne contro il suo petto e si è adagiata contro l’albero.
 
“Lynn?” disse Lincoln in un sussurro, quindi lei non poteva sentirlo.
 
Lei appariva piuttosto triste, seduta con il pallone contro il suo petto. Lincoln era sicuro di averla vista giocare con un gruppo di ragazzi di circa la sua età. Il gioco era già finito? Avevano litigato? Lincoln pensò di scendere e parlare con lei, ma non era sicuro che fosse la migliore idea.
 
“Non ho bisogno di loro”, borbottò Lynn. “Non voglio nemmeno giocare con loro. Lo posso fare da sola.”
 
Lincoln percepì la tristezza nelle sue ultime parole. Sapeva quanto aveva provato sua sorella a mantenere il suo aspetto da ragazza dura, così per lei sembrare così triste, doveva essere un grosso problema. Lui finalmente decise di parlare con lei. Dato che non voleva far sapere a lei che stava ascoltando, lui scese dall’altra parte dell’albero, provando a non fare alcun rumore.
 
Si mise dietro Lynn, che non sapeva della presenza di suo fratello.
 
“Ehi, Lynn” lui disse alla fine, facendo spaventare sua sorella. “Ah! Ti sei spaventata!”
 
“Ehi!” si lamentò Lynn, sorridendo ai leggeri pugni che Lincoln le stava dando sul braccio. “Non è così che funziona! Non puoi semplicemente sbucare-dal-nulla-come-Lucy per spaventare gli altri!”
 
“Vabbè. Perché non stai giocando a calcio?” chiese lui, sapendo che questo poteva fa male un po’ a sua sorella
 
Infatti, la faccia di Lynn si rabbuiò leggermente.
 
“Stavo giocando con alcuni ragazzi, ma mi hanno cacciata.”
 
“Cosa? Perché?”
 
“Ai ragazzi non piacciono le ragazze che negli sport sono migliori di loro”, disse lei, guardando dritto al pallone tra le sue mani. “Anche a scuola, cercano sempre di evitarmi. Non è colpa mia se sono così brava, lo sai! Se loro si allenassero duramente come faccio io allora anche loro sarebbero bravi, e loro non avrebbero paura di giocare con me!”
 
Lui notò come sua sorella sembrava rattristirsi, e decise di intervenire.
 
“Beh, se loro non vogliono avere una lezione da vicino su come giocare a calcio, sono affari loro. Chi ha bisogno di loro comunque?”
 
Lynn alzò gli occhi, con un timido sorriso sul suo viso.
 
“Grazie, Lincoln. Ma alcuni sport sono fatti per essere giocati da più di una persona.”
 
“è per questo che sono qui.”
 
Il gran sorriso che Lynn gli ha dato ha reso Lincoln davvero felice.
 
“Davvero?”
 
“Certo. Tiriamo qualche calcio al pallone?”
 
Lynn velocemente si alzò in piedi e calciò la palla in avanti.
Lincoln iniziò di nuovo a pensare alla sua mancanza di abilità e alla sua teca dei trofei quasi vuota. Forse, dopotutto, era bravo ad essere un fratello con le sue sorelle. Gli piacque molto quello che pensò. Gli piaceva l’idea che poteva rendere le sue sorelle felici. Forse, non era inutile come pensava che fosse.
 
Iniziò a giocare con Lynn, inseguendola intorno al parco, provando a prenderla e rubarle la palla. Ma lei era davvero brava, veloce e esperta, quindi lui poteva a malapena tenersi al passo con lei. Le poche volte in cui lui riusciva a rubare la palla la poteva tenere solo per qualche secondo prima che la perdeva di nuovo. Anche se non aveva la resistenza di sua sorella, tutti questi anni aiutandola ad allenarsi fecero il loro contributo e lui poteva solitamente resistere per circa venti minuti prima di stancarsi.
 
Ma quel giorno, appena dopo dieci minuti Lincoln si fermò, a malapena in grado di stare in piedi. Il suo cuore stava battendo incredibilmente veloce e forte, come se stesse provando di scappare dal petto. Lui stava respirando affannosamente, senza essere in grado di riprendersi dallo sforzo, e la sua testa lo stava uccidendo di nuovo. Lui non poteva credere di essere cosi debole dopo solo dieci minuti.
 
“Ok, Lynn, hai vinto. Possiamo giocare a qualcosa di più...immobile?”
 
“Devi allenarti, bro”, disse lei, mentre faceva dei trick con la palla. “Stai lì. Facciamo passaggi lunghi, ok?”
 
“Ok...tu vai mentre io...provo a riprendere fiato...”
 
Lynn si allontanò di circa trenta metri, prima di preparare la palla.
 
“Ecco che arriva!”
 
Con un forte calcio, il pallone si alzò in aria, atterrando proprio di fronte a Lincoln. Dato che fermare la palla era il suo grande punto debole, barò e usò le mani per prenderla. Lynn gli urlò qualcosa riguardo che lui non stava facendo il portiere, ma lui la poteva sentire a malapena. Aveva le vertigini, anche se era una strana sensazione. Era come se tutto iniziò a muoversi al rallentatore. Lui poteva ancora sentire il suo battito martellare nel suo petto, come se il suo cuore non sapeva che non funzionava più.
 
“Dai! Calciala indietro!”
 
Con un grande sforzo, Lincoln riuscì a calciare la palla, ma non riuscì a darle tanta forza quanto voleva. La palla non si era neanche sollevata da terra. Scivolò completamente verso Lynn, che la fermò con la sua suola. Lui vide che lei stava dicendo qualcosa, ma questa volta non la sentì. Portò una mano in testa, che gli faceva male almeno quanto il suo petto. Non si ricordò di aver mai sentito così tanto dolore, e allo stesso tempo non era in grado di reagire correttamente. Era ancora in piedi, con lo sguardo perso, completamente stordito.
 
Vide Lynn calciare il pallone. Lui guardò che si avvicinava sempre di più, tutto al rallentatore. Sapeva cosa stava per accedere prima che accadesse, ma non poteva neanche pensare a schivarlo.
 
Con un tonfo, lui cadde all’indietro per terra, con la palla che gli rimbalzava proprio accanto. Sentì una botta sulla fronte, ma era indistinguibile dal dolore generale che stava provando. Non si poteva più muovere. Tutto ciò che poteva vedere era il cielo e qualche albero.
 
“Linc! Stai bene?” sentì, prima che la faccia di Lynn gli apparve davanti.
 
Lei appariva preoccupata.
 
“Lincoln, stai sanguinando! Mi senti? Lincoln?”
 
Sembrava che Lynn gli stesse scuotendo la spalla, ma lui non poteva rispondere. Tutto stava diventando sfocato.
 
“Perché il tuo naso sta sanguinando se ti ho colpito in fronte? Lincoln! Perché non rispondi?!” disse lei, scuotendolo vigorosamente “Lincoln! Lincoln! Lori! Luna! QUALCUNO MI AIUTI!”
 
Qualcuno arrivò in fretta, ma Lincoln non poteva vedere chi era. Tutto si oscurò, e lui velocemente svenne.
   
 
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