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Autore: _Glaucopis_    20/03/2020    0 recensioni
Raccolta di storie su due mie OC, Lilith e Maddalena, che vivono nel Sud Italia del dopoguerra e si amano. Questa può essere considerata una raccolta di esperimenti fatti con questi personaggi. Forse, prima o poi scriverò una storia a capitoli su di loro.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Scritto per l'event del gruppo Facebook We Are Out For Prompt del 20/3/2020-22/3/2020.

Prompt di Federica Talamasca: "Tu sei la mia anima gemella, ma io non ti amo".

Lilith non aveva il coraggio di guardarlo.

Continuava a spostare lo sguardo dalla fede nuziale alla lettera, quella che come ogni altra persona aveva trovato sotto il guanciale la mattina del suo ventunesimo compleanno. Nel suo caso, su di essa era scritto con una grafia elegante, piena di riccioli, il nome “Emmanuele Moretti”.

-Parlami, pure, cara-

Quel tono amorevole non ci voleva proprio. Come poteva dirglielo, se lui continuava a trattarla così? Ma non poteva neanche continuare a mentire.

Ogni “Ti amo” era un anello che si aggiungeva alla catena il cui peso l’avrebbe trascinata nella voragine dell’Inferno. Quanto era lunga ora? Le sembrava che ogni giorno della sua vita da quando era giunta in Italia fosse stato segnato dal peccato.

Prese un respiro profondo e asciugò la lacrima che si era affacciata all’occhio sinistro prima che suo marito potesse notarla.

-Tu sei la mia anima gemella, ma io…io non ti amo-

Per un minuto così lungo che temette che Emmanuele fosse corso via, non ottenne risposta.

Quel silenzio pesante fu rotto da un “Oh”.

Alzò lo sguardo.

Ora lui era seduto all’altro capo della tavola.

-Capisco…- mormorò guardandola incredulo. Gli occhi erano lucidi. Continuava a mordersi il labbro, forse nel tentativo di non scoppiare a piangere.

Quella vista frantumò il cuore di Lilith. Non resistette.

Si alzò di scatto, corse da lui e gli cinse il collo con le esili braccia.

Emmanuele si lasciò andare.

-Le…le lettere…-

-Lo so. Neanch’io riesco a capire come sia possibile-

Si sentiva un mostro. Era riuscita a causare sofferenza a qualcuno che la amava più di se stesso.

-Mi dispiace. Mi dispiace veramente- ora anche lei stava singhiozzando. Io ti voglio bene. Sei il mio amico più caro. Ma non…non riesco ad amarti come dovrei-

Evitò di confessargli che si era aspettata di leggere un altro nome, quella mattina di tre anni prima. Evitò anche di dirgli che quel nome apparteneva ad una ragazza che lui conosceva molto bene, la stessa con cui avevano trascorso le estati più belle.

   
 
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