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Autore: Anna Wanderer Love    20/03/2020    0 recensioni
-Che cosa ci fai qui?
Natasha riaprì gli occhi. Osservò per bene il suo collega, esaminando il suo viso liscio e serio, i capelli biondi stranamente spettinati e la gradevole vista che l'aderente maglia bianca le offriva.
-Non lo so- riuscì ad articolare, mentre i penetranti occhi color fiordaliso di Steve la osservavano in lungo e in largo. Natasha aveva i capelli ricci, stavolta, e i suoi grandi occhi azzurri erano decisamente ubriachi.
Con uno sguardo pieno di disapprovazione Steve guardò la bottiglia di vodka e il bicchiere mezzo pieno che la donna teneva in mano.
-Perché sei qui?
Cosa succede se una Natasha Romanoff tormentata dagli incubi aspetta Steve a casa sua, decisamente ubriaca?
[Raccolta di 4 OS post the Winter Soldier e pre Avengers: Infinity War, quando Nat era ancora viva]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Little moments'
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Me lo devi

 


Il cielo uggioso sembrava fare da specchio alle sue emozioni. Mentre il vento delicato serpeggiava tra le foglie degli alberi, le nuvole grigie andavano ad addensarsi, filtrando la luce del sole. I suoi occhi erano bagnati di lacrime, feriti non solo da quel chiarore riflesso sulla superficie dell'acqua. Steve era seduto sul bordo del pontile, rannicchiato sul legno umido. L'aria fresca gli solleticava il collo, facendolo rabbrividire mentre cercava di combattere il freddo e il pianto che non riusciva a ricacciare in gola. Le sue iridi appannate, di un azzurro spento, senza vitalità, fissavano un punto indefinito dell'acqua, perse nel vuoto. 
Dove è Nat?
Ferita. Persa. Scomparsa. Catturata. Rimasta nel passato. Avrebbe preferito sentire di tutto, forse persino passata al lato di Thanos, ma non quel silenzio agghiacciante che aveva risposto alla sua domanda. Non avrebbe voluto vedere il dolore profondo negli occhi di Clint, muto, impenetrabile, sconvolto. Non dopo che lei gli aveva sorriso, ci vediamo tra un minuto, gli aveva detto. E gli aveva sorriso. Fiduciosa. Convinta che dopo tutti gli sforzi, il dolore, gli anni passati a trovare un rimedio, un'alternativa, un modo per riuscire a recuperare i morti, sarebbe andata finalmente così, dopo cinque interminabili anni sola a farsi carico del ruolo a cui gli altri avengers rimasti avevano ormai rinunciato. E Steve le aveva creduto, guardandola negli occhi, sentendosi finalmente sereno mentre i loro sguardi indugiavano uno nell'altro, esprimendo quelle parole silenziose che non potevano essere dette ad alta voce, almeno non davanti a tutti gli altri. Le aveva sorriso, pensando a come lei meritasse quella seconda chance, dopo tutto ciò che aveva fatto in quei cinque anni. Felice di vederla finalmente sicura di sè, pronta alla vittoria. Nemmeno gli aveva sfiorato la mente l'idea che potesse non andare così. Che il suo corpo senza vita sarebbe rimasto su un pianeta nello spazio, solo, freddo, senza nemmeno poter essere sepolto nella casa di colei che l'aveva animato, a guardare con occhi ormai vuoti un cielo stellato sconosciuto. 
Ma la cosa peggiore non era che lei gli mancasse. Sapeva che prima o poi il dolore si sarebbe attenuato, che non l'avrebbe dimenticata ma che avrebbe, alla fine, accettato la sua morte. 
La cosa peggiore era ciò che gli aveva mormorato Clint, una volta tornato, passandogli accanto per sfuggire agli sguardi di tutti e piangere la morte dell'amica, da solo. Clint si era girato verso di lui, e guardandolo negli occhi gli aveva sussurrato, con gli occhi pieni di lacrime, che lei aveva sorriso, mentre pendevano nel vuoto, mentre stava per lasciare la presa, mentre lui la implorava di non farlo. Clint sapeva che tra lui e Natasha stava nascendo qualcosa, era palese. Aveva notato i loro sguardi appena prima della partenza, mentre tutti erano troppo impegnati a prestare attenzione ai commenti impertinenti di Rocket sul discorso del capitano. Clint aveva visto la mano di Steve sfiorare la schiena di lei, i loro occhi e i loro timidi sorrisi. Aveva notato quello di Nat, sereno come il sorriso che gli aveva rivolto prima di lasciarsi cadere nel vuoto.
Aveva sorriso.
In un impeto di rabbia, senza pensare, Steve tirò un pugno al legno accanto a lui, mentre cieca collera gli esplodeva in petto, una vampata di calore gli affluiva alle guance. Le assi si creparono, lui si alzò con un balzo per evitare di cadere nell'acqua. Si girò, passandosi le mani tra i capelli, camminando con gli occhi fissi sul pontile, annebbiati dal dolore, con le guance rigate da lacrime bollenti. 
Natasha si era sacrificata per loro senza rimpianti. Ed era serena, mentre stava per morire. Aveva scelto di proteggere Clint e tutti loro, salvando il suo prezioso amico così che ritornasse dalla sua famiglia, permettendogli di prendere la gemma. 
Era questa la cosa peggiore. 
Non avrebbe dovuto sacrificarsi lei. Era il suo compito proteggerla, quello che si era imposto in una delle rare notti in cui avevano ceduto e si erano concessi di rimanere assieme, spesso rimanendo semplicemente immobili e in silenzio uno tra le braccia dell'altra, ascoltando i loro respiri e sentendosi finalmente un po' più completi. Gliel'aveva anche mormorato, baciandole la fronte mentre il profumo di lei gli riempiva i polmoni e Natashagli sfiorava la guancia con le dita, in una timida carezza. Ti proteggerò, le aveva detto, e lei in risposta aveva sorriso con una scintilla di ironia nel buio che li avvolgeva. Non preoccuparti, Rogers, sarò io a farlo per te, aveva risposto, provocando un suo sbuffo irritato, per poi ridere piano e baciarlo dolcemente sulle labbra.
Steve gliel'aveva promesso. E aveva fallito.
Si passò una mano sul viso, respirando a fondo in un vano tentativo di calmarsi. Chissà cosa avrebbe detto lei, se l'avesse visto in quelle condizioni, senza alcun controllo. 
Ma d'altra parte, anche lui l'aveva vista in lacrime quella sera quando, prima di scoprire la soluzione a tutto, era andato a trovarla, dopo la riunione di gruppo. Lei aveva ceduto alle lacrime, mentre Steve le suggeriva dolcemente che bisognava andare avanti, trovare un lato positivo in ciò che era successo. Ma non era ciò che lei voleva. Lei voleva salvare tutti, come sempre.
Il ricordo lacerante di quella sera gli provocò una fitta al petto. Chiuse gli occhi, ricordando come mentre lei fissava il vuoto si era alzato, le era andato accanto e le aveva accarezzato i capelli, chinandosi e poggiando la fronte contro la sua. Lei si era tesa in avanti, sfiorando le sue labbra con le proprie, aggrappandosi alle sue spalle. Steve l'aveva baciata, stringendo forte a sè il suo corpo minuto, cercando di sostenere lei e un po' del peso che la opprimeva dentro. L'aveva sollevata, prendendola in braccio e andando a sedersi sul divano, dove erano rimasti per una manciata di minuti,  abbracciati, godendo del calore dei loro corpi e di quella effimera tranquillità, con le mani intrecciate e i respiri in sincronia, la testa di lei poggiata sul suo petto. Natasha aveva alzato lo sguardo, dopo quei minuti che erano sembrati fin troppo pochi, cercando il suo. L'aveva baciato ancora, dolcemente, accarezzando la sua guancia e sospirando, poi, mentre si scioglieva dal suo abbraccio. Steve avrebbe voluto ricominciare con lei, e lei lo sapeva; ma non aveva potuto concederselo, nonostante il cuore le dicesse di lasciarsi andare. Nella sua mente, rivedeva la polvere svanire nell'aria, dopo lo schiocco delle dita di Thanos. Doveva riportarli indietro. Tutti.
- Ti amo, Steve - aveva sussurrato, chiedendogli perdono con gli occhi. Perdono per non riuscire ad andare avanti. Per non riuscire a renderlo pienamente felice. - Anche io, Nat - le aveva sorriso con tenerezza. Fiducioso che in qualche modo prima o poi sarebbero riusciti a risolvere tutto.
Era stata l'ultima volta che le aveva detto che l'amava. 
Steve alzò lo sguardo al cielo, riempiendo i polmoni di aria, mentre il cuore gli provocava fitte acute di dolore ad ogni battito. Da qualche parte, oltre quelle nubi, lontano chilometri e chilometri, c'era Natasha. Sola. Morta.  
- Ti amo, Natasha - mormorò. - Il mio cuore è rimasto lì con te. Me lo devi. 














Angolino dell'autrice:
Grazie di cuore a chiunque sia arrivato a leggere fino a questo breve capitolo.
Grazie di cuore a chiunque abbia lasciato un pensiero, un commento, una riflessione.
Grazie di cuore a chiunque abbia deciso di mettere tra i preferiti, seguiti o da ricordare.
Grazie a chiunque abbia condiviso questi brevi momenti con me e la mia scrittura, è un onore <3
Anna
   
 
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