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Autore: Shizue Asahi    21/03/2020    0 recensioni
Raccolta disomogenea sulla coppia Bolin/Jinora
Bolin è timido e impacciato, anche se è più grande di lei e ha già avuto altre – disastrose – esperienze prima; Jinora è quasi la sorellina di Korra – o sua nipote, non ha mai capito come funzionasse la faccenda della reincarnazione dell’Avatar – e l’ha vista crescere sotto i suoi occhi, hanno combattuto insieme e si sono salvati reciprocamente la vita tante volte, ma sul prato, là, da soli, le cose si fanno solamente più confuse e non è tanto sicuro di dove finisca la zona sicura dell’amicizia fraterna e inizi quella più scabrosa dell’attrazione
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bolin, Jinora
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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  • Storia scritta per il COWT10;
  • Prompt: M3 - Differenza di età;
  • ATLoK | Bolin/Jinora;
  • 807 parole;

 

 

 

 

Jinora ha ventidue anni e Bolin ha superato i trenta quando si rivedono. È un incontro casuale, ma non sgradito. Semplicemente inatteso. 

Città della Repubblica è in fermento, è il periodo della Festa dell’Avatar, delle grandi parate e delle feste di quartiere. La città si anima di visitatori, turisti e curiosi; alcuni ne approfittano per fare ritorno a casa, per rivedere la famiglia; altri ancora ne approfittano per tirare su un po’ di soldi anche se non proprio in modo legale. 

Quando era un ragazzino e viveva per strada, alla giornata, con suo fratello Mako, Bolin aspettava quei giorni come se fosse Natale, come se fosse giorno di paga: la gente era più allegra, più spensierata, più distratta e borseggiare diventava facilissimo, anche per lui che non è mai stato delicato o silenzioso o in grado di nascondere la priora presenza come Mako. 

La città diventa per una o due settimane viva, si riempie e arrivano così tante facce nuove che è impossibile pensare di riconoscerle. A Bolin, anche da adulto, piace l’aria di festa che si respira, piace il senso di nostalgia che gli fa provare e gli piace ancora di più l’idea di avere un po’ di tempo libero da trascorrere con Mako o Korra e i loro amici. 

A Bolin piace un po’ di meno essere chiamato nel cuore della notte per sedare una rissa tra ubriachi, durante una di quelle serate in onore di questo o quel quartiere, durante il periodo della Festa; oppure passare mezza giornata a rincorrere qualche ragazzino che ha rubato il portafoglio a un turista. 

- Sono i problemi del mestiere - gli ha detto una volta Mako, canzonatorio, fingendo di abbottonargli meglio la divisa da poliziotto. 

- Chi lo avrebbe detto che saremmo entrati in polizia dieci anni fa, eh? - gli ha risposto invece Bolin, in modo del tutto privo di senso. Mako ha sbuffato e il fratello non ha neanche sentito il resto della conversazione, impegnato a ricordare di quando, a sette anni, lui e Mako avevano borseggiato un turista grassissimo. 

 

 

Jinora è diventata decisamente più alta, le sono cresciuti i capelli e i tratti del volto sono meno dolci e più marcati, più maturi. Ha perso la rotondità delle guance in cambio di un corpo flessuoso e da donna. Bolin la incontra una sera, di ritorno da lavoro, e fa un po’ fatica a riconoscerla. Un po’ perché sono anni che non si vedono - sei? Sette? - un po’ perché non sapeva fosse tornata in città, un po’ perché è buio, lui è stanco e il turno è durato più del solito, un po’ perché Jinora ha sempre avuto l’incredibile capacità di passare inosservata e di sfuggire allo sguardo altrui. 

Bolin la riconosce per caso e sempre per caso le si avvicina, non per salutarla, ma per comprare la cena nello stesso chioschetto in cui anche la Dominatrice dell’ Aria sta facendo la fila. 

Jinora ha un’aria più matura, più distinta e seria di quanto Bolin potrà mai avere ed è bella e magnetica in un modo che lo fa vergognare. Realizza di conoscerla quando la vede torcersi le mani, nello stesso identico modo in cui faceva quando era ragazzina e cercava di ingannare il tempo e non dare i numeri per l’ennesimo scherzo di Ikki o di Meelo. 

È Jinora, però, la prima a parlargli e a salutarlo, con lui che rimane fermo imbambolato come un fesso e lei che apre a dismusura gli occhi grigi e chi sorride e lo abbraccia e lo saluta e gli parla tutto insieme. Bolin registra solo un po’ di fastidio alle viscere, come se qualcuno gliele stesse stringendo, e il modo delizioso in cui la pelle della fronte di Jinora si inarca e le deforma il tatuaggio della freccia. 

 

Cenano insieme, seduti su una panchina, con il cibo da asporto che minaccia di gocciolare loro addosso da un momento all’altro e le facce un po’ arrossate per il freddo. 

Bevono anche due o tre birre e Bolin si chiede se vada bene bere insieme - se i dominatori dell’aria possano bere - ma si sente piuttosto stupido e non dice nulla. 

 

Jinota ha degli occhi davvero grandi e Bolin è lì lì per informarla della cosa, con la birra che lo fa sentire un po’ pesante e gli angoli delle labbra che gli tirano verso l’alto, costringendolo a sorridere in modo buffo e scemo. Se Pabu fosse stato lì, probabilmente lo avrebbe morso per la vergogna. 

- Quando ero bambina avevo una cotta per te - gli dice con il tono pacato e tranquillo di sempre, come se gli stesse parlando del tempo e Bolin si fa andare di traverso un po’ di birra. Senza un motivo apparente, si guarda intorno per controllare che Tenzin non sia lì per reclamare la sua testa - o altro. 

 
   
 
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