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Autore: Anown    21/03/2020    1 recensioni
"Era immersa nella nebbia, quando sentì una voce familiare.
-Mi spieghi dov'è finita la Courtney ribelle? La Courtney che ama divertirsi?- domandò velenoso il ragazzo dai freddi occhi azzurri…"
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Scott
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Era immersa nella nebbia, quando sentì una voce familiare.
-Mi spieghi dov'è finita la Courtney ribelle? La Courtney che ama divertirsi?- domandò velenoso il ragazzo dai freddi occhi azzurri che la bruma, diradandosi, le permetteva di vedere sempre più chiaramente, sempre più vicino...
-Te la sarai immaginata, non so proprio a chi tu ti stia riferendo.- rispose Courtney orgogliosa.
-Ti fingi tanto rigida...- rispose Duncan girandole attorno, come un attore in una melodrammatica scena, in un teatro. -Ti fingi  perfettina, rispettosa delle regole e cerchi di reprimerti con tutte le forze, non capendo invece che il tuo lato più libero è quello migliore che hai...- disse con una tristezza mielosa che non gli apparteneva.
-La mia parte migliore? La decidi tu qual'è?- rispose sprezzante.
-E quale sarebbe allora? Quella che cerca di controllare tutto?-
-Beh, scusami se non trovo che il caos sia rassicurante!- disse quasi ironica. -Al contrario, trovo che l'ordine e il controllo siano decisamente più auspicabili... considerami noiosa quanto vuoi, ma è questa la vera me, di chi ti sei innamorato allora?-
-La vera te?- disse scettico. -Guarda che anche la te perfettina è tutt'altro che perfetta e controllata. Tu sei forse la persona più incapace di autocontrollo che conosca.- rise amaramente. Courtney stava per dire qualcosa, poi fu come se avesse perso la voce. -Ma hai talmente paura di cambiare che preferisci rimanere come sei. Comunque incontrollabile e inferocita sì, ma almeno è una te fuori controllo a cui sei abituata e da cui sai cosa aspettarti. Non sarà la te migliore, ma sei troppo, davvero troppo codarda per buttarti su qualcosa che non conosci...- Courtney cercava disperatamente di far uscire la propria voce, di ribattere, non importava in che modo, ma ribattere. Ma era come se una mano gelida le stringesse la gola impedendoglielo. -Fingi che i tuoi difetti siano parti del tuo carattere di cui andare fiera...- disse beffardo. -Che ti rendano forte...- ghignò continuando a ruotarle attorno lentamente come se le limitasse lo spazio sempre di più, come se volesse privarla di ogni via d'uscita... -Se continua così noi ci lasceremo e lì la colpa non la potrai dare a me, lo sai?- assunse improvvisamente un tono triste e malinconico... perchè la condannava ad ascoltarlo se tanto voleva abbandonarla? Il ragazzo le posò un bacio di ghiaccio sulla fronte e uno sulla tempia.

Courtney si svegliò nel suo letto, singhiozzando. Gli occhi le stavano lacrimando, non le era mai successo, non credeva nemmeno potesse accadere.
L'aveva mai davvero avuta quella discussione con Duncan o era solo un'invenzione della sua testa? In ogni caso doveva parlargli, prima che fosse troppo tardi!
Svanita la sensazione di galleggiamento riuscì a mettersi seduta, prendendo respiri profondi si appoggiò allo schienale più stanca e scossa di come si era addormentata.
Fece mente locale, era già troppo tardi, lei e Duncan non stavano più insieme...
Nella vulnerabilità emotiva causata dal sonno prese il telefonino, voleva sentire la voce di qualcuno che le fosse amico, che la rassicurasse in modo che potesse di nuovo chiudere gli occhi senza quell'agitazione che glielo impediva... un amico che probabilmente le avrebbe sbraitato contro per l'ora in cui l'aveva chiamato dandole dell'egoista, a ragione per di più. Courtney chiuse la chiamata sperando che Scott non l'avesse neanche sentita.
Si arrese all'idea che non si sarebbe riaddormentata tanto presto e prese un libro sperando di concentrarsi sulla storia di un'altra persona e schiacciare i demoni della sua notte.

Courtney rimase diversi secondi a ascoltare quel suono, confusa, non riconobbe il rumore in un primo momento.
“Ah, il cellulare...” con gli occhi che le bruciavano, per la notte travagliata, scrutò il cielo attraverso le fessure della serranda, un cielo giovane e ancora senza sole...
Prese comunque il cellulare che ancora di squillare non aveva smesso.
-Pronto?- chiese con la voce impastata dal sonno, non aveva neanche controllato chi fosse.
-Courtney, cos'è successo?!- domandò la voce  preoccupata di Scott.
-Eh... che saranno le cinque del mattino e mi hai svegliata? Che ne so cosa è successo... cos'è successo a te?-
-Sembri stordita...- constatò il ragazzo.
-Mi hai appena svegliata, ripeto, e non è nemmeno che abbia dormito così bene... Certo che sembro stor... stordita...- era vagamente irritata, ma meno del solito, a Scott parve indebolita.
-Lo so, ho trovato una tua chiamata delle tre del mattino, per questo ti ho richiamata, ho pensato fosse urgente.- sospirò. -Allora, sputa il rospo, cosa ti è successo?- la fidanzata non sembrava particolarmente in forma, ma sembrava comunque tutta intera e questo già lo tranquillizzava. Quando risvegliandosi si era ritrovato quella chiamata aveva preso un colpo, pensava al peggio. Chiamarlo a quell'ora non era da lei, aveva un orario rigido per i momenti della giornata in cui poter chiamare. Erano da evitare gli orari dei pasti, la mattina presto e la tarda serata...
Courtney ci mise un po' a rispondere, nel frattempo si era limitata a produrre suoni poco chiari e balbettati.
-La chiamata sarà partita da sola...- si decise a dire.
-Eh?-
-Può succedere, sai? Una volta ho tirato fuori il telefono dalla tasca e stava chiamando il sei, sei, sei...-
-Ah...- Scott rimase comunque scettico.
-Sul serio, può succedere... è che tu non sei abbastanza abituato alla tecnologia!-
-Courtney... la mia non sarà una zona metropolitana, ma non vivo in un villaggio Amish. I cellulari li conosco bene, secondo te da cosa ti sto parlando?-
-Ok... lo ammetto...- Scott si stupì che avesse gettato la maschera così presto. -Forse soffro di sonnambulismo e la me sonnambula è proprio una maleducata.- non ci credeva lui, dimostrava di non crederci neanche lei...
-Quel fine settimana che hai dormito da me, tanto sonnambula non mi sei sembrata...-
-Sarà che l'odore di letame mi fa bene.- ribbattè irritata e ansiosa di chiudere la conversazione, non le interessava neanche che il fidanzato le credesse, voleva solo che capisse che quello non era proprio il momento.
-Guarda che quando hai qualche problema puoi parlarmene tranquillamente...- sospirò lui.
-Sì... Sì, lo so...-

“Lo sa...” sospirò Scott. “E allora perchè fa sempre così?”
Scott decise di saltare la scuola per andare a trovare Courtney. Si fece prestare, senza che lei lo sapesse, la macchina da sua sorella e scese in città.

-Sorpresa!- disse Scott abbracciandola. Courtney se l'era ritrovato davanti aprendo la porta del suo appartamento.
-Che cosa ci fai qui?!- domandò una volta ripresa dallo stupore e allontanatasi dal ragazzo.
-Beh, non sei felice che mi sia fatto tre ore di macchina per venire a trovarti?-
-Sì, certo... E' solo che non ti aspettavo.- giustificò il suo poco entusiasmo. Aveva delle occhiaie molto marcate e appariva diversa dal solito. Forse per questo sembrava anche nervosa o imbarazzata.
-Stai bene con i capelli legati così.- sorrise toccando quello strano chignon informe e con ciocche sfuggenti da ogni parte. Courtney sospirò stanca e si sciolse i capelli. Con fare nervoso cercò di sistemarli con le mani.
-Mi spiace, ma ora sono impresentabile.- disse molto infastidita. -Non ho avuto il tempo di sistemarmi, è tutto il giorno che studio.-
-Devo forse perdere appuntamento per venire da te?-  ghignò sistemandole delle ciocche dietro un orecchio. -E poi tutto questo disastro non mi sembri..- si chinò aspettandosi un bacio.
-Sono due ore e ventisette minuti.- sviò il discorso lei.
-Eh... che?-
-Il tempo medio per percorrere la strada fra la fattoria e il mio appartamento nei giorni di traffico, non sono tre ore...- precisò la ragazza.
-Eh... che c'entra ora?-
-Niente, lasciamo perdere...- rispose frustrata senza un'apparente motivo. -Vuoi una tisana? Del the? Non ho caffè, mi mette in agitazione.- disse guidandolo alla cucina del piccolo appartamento. -Mi spiace che tu sia dovuto venire fin qui, ma oggi devo studiare quindi non so... puoi rimanere qui ad aspettare...- disse cercando di essere ospitale e nascondere il fastidio per il contrattempo imprevisto in un giorno in cui era di cattivo umore. Una parte di lei era felice di vederlo, ma era anche troppo frastornata e scossa dalla nottata perchè riuscisse a dimostrarlo. “Perchè mi è così difficile rendere felici le persone importanti per me? Perchè non riesco a parlargli nel modo giusto?”
-Da cosa stai cercando di distrarti?- domandò il ragazzo a bruciapelo.
-N-niente, faccio il mio dovere di studentessa, cosa ci sarebbe di strano?- “Non voglio parlarne! Quell'incubo deve semplicemente svanire dalla mia memoria!”
-Sì, e sei una studentessa fantastica sicuramente!- la assecondò. -Però normalmente non rinunceresti mai a darti un aspetto ordinato e a pranzare... dici sempre che le tue prestazioni mentali non sono ottimali se salti il pranzo o se mangi troppo e che è importante mantenere un certo ordine nella propria giornata.- disse indicando il lavandino vuoto. Courtney era estremamente abitudinaria, studiava dopo aver messo i piatti nel pozzetto e poteva pulirli solo dopo aver finito metà del programma che si era prefissata di studiare quel giorno. Era un modo per motivarsi a finire in tempi decenti, non tollerava i piatti sporchi e il disordine...
-Potrei aver mangiato un panino.- ribattè Courtney sulla difensiva, nonostante fosse fiera dell'intuito che Scott stava dimostrando.
-La pattumiera è vuota e di solito utilizzi per la spazzatura la stessa strategia che usi per i piatti sporchi.- spiegò senza nascondere troppo l'orgoglioso per le sue capacità deduttive.
-Perchè non lo sfrutti sempre il tuo acume? Sei il tipico esempio di quello intelligente che non si applica... a volte invece sembri proprio cretino.- cercò di nascondere l'irritazione dell'essere stata scoperta, poi sorrise... pensò che farsi vedere più serena sarebbe stato il metodo migliore per far desistere Scott.
-Grazie, sono contento che tu te ne sia finalmente accorta.- annuì soddisfatto. -Eh... che io sia intelligente! Non che sembro scemo...- aggiustò il tiro. -Ma non pensare di potermi distrarre con i complimenti...- ghignò. -Dai... cos'è che turba questa adorabile testolina da ieri notte?- le accarezzò i capelli con fare scherzoso. Courtney gli lanciò una prima occhiata infastidita, poi sospirò rassegnata. “Vorrei essere dell'umore giusto per apprezzare le tue gentilezze...” si sentiva in colpa, ma era più forte di lei, la mancanza di sonno la rendeva intrattabile.
-Immagino che non mi lascerai riprendere i libri di legge finchè non ti avrò risposto giusto?- domandò con le braccia conserte. Il ragazzo annuì. -E va bene...- sbuffò. -Diciamo che ho... ho fatto un incubo...- Scott non potè trattenere perlomeno un sorriso, Courtney accorgendosene lo fulminò con lo sguardo, Scott ricominciò ad essere serio. -Ho... sognato qualcuno che mi diceva delle cose.- continuò la ragazza. Preferì non riferire che si trattava di un ex, non le sembrava opportuno... aveva anche abbastanza difficoltà a ricordare di quale ex si trattava, all'inizio era abbastanza sicura che si trattasse di Duncan, ma i ricordi inerenti ai sogni non erano mai troppo precisi passati i primi secondi dal risveglio, ciò che però permaneva era la vivida sensazione di disagio le aveva lasciato... -Non ricordo con precisione cosa mi ha detto...- ammise mordendosi il labbro. -A grandi linee mi diceva che ero falsa e codarda... che in realtà potrei avere un carattere ribelle, ma non lo ammetto nascondendomi dietro le mie regole e perdendo la mia parte migliore o qualcosa del genere...- “Una parte che non esiste, chi mi deve conoscere meglio di me stessa? Se io dico che la parte ribbellina non c'è, è perchè non c'è, punto! Figuriamoci poi se deve essere la migliore... Chi può essere tanto idiota da innamorarsi di qualcosa che non esiste?!” più ci pensava, più era sicura di parlare di Duncan... ma anche gli altri ex non li considerava propriamente dei geni, del resto se erano diventati ex un motivo c'era... -E sarei troppo codarda perchè pur capendo di essere incontrollabile e tutt'altro che perfetta preferisco rimanere nella mia imperfezione perchè almeno è qualcosa che conosco e ho paura di migliorarmi per diventare qualcosa che non conosco...- continuò tamburellandosi con le dita sul suo stesso braccio. “Se è stato Duncan a dirmi queste cose, certo che ha una gran bella faccia tosta!” pensò infastidita. “Chi è stato a tirare fuori il peggio di me e a rendermi così isterica?! Infatti da quando non stiamo insieme sono molto più tranquilla!” tranne quando lo pensava... quando c'era lui di mezzo la rabbia e l'insicurezza ritornavano quelle d'un tempo... “Devo immediatamente smettere di pensarlo!” si rese conto allarmata. Anche senza di lui però, una parte di lei si sentiva ancora meschina e difettosa. “E' stato il mio stesso subconscio a giocarmi questo tiro mancino la notte... non Duncan o chiunque altro...” si ritrovò ad ammettere.
Scott era un po' disorientato, il discorso della ragazza non era chiaro come lei pensava o forse loro due non erano sincronizzati sulla stessa lunghezza d'onda... non gli piaceva pensarlo, non aveva mai tenuto a qualcuno come teneva a Courtney e non voleva che le loro differenze e i loro fraintendimenti li separassero.
-Beh... non sono difetti poi così grossi...- disse incerto, poi temette di aver detto una cavolata. -N-Non che tu li abbia!- si rimangiò agitato. -O-o o meglio... beh, sempre meglio delle ragazze che si piangono addosso!- ridacchiò nervoso poi si accorse di quanto la sua ragazza apparisse abbattuta. -N-no che ci sia qualcosa di male nel caso tu voglia farlo! A-anzi, sfogare i propri sentimenti fa molto bene, sai?- “Perchè divento così stupido e nervoso quando parlo non ad una ragazza qualunque ma proprio alla mia?!” pensò maledicendosi.
Non trovava davvero nulla di brillante da dirle.
Suo padre gli avrebbe consigliato di fare un gesto affettuoso per mostrare la sua solidarietà senza l'impiccio di parlare. Tanto per il padre di Scott le ragazze erano infantili pur ponendosi problematiche troppo arzigogolate. Un abbraccio sarebbe stato efficace come il bacio sulla bua per i bambini piccoli. Poi invece c'era il consiglio di sua madre... che gli diceva di evitare categoricamente qualunque consiglio di suo padre e che si erano sposati solo a causa di Alberta. E qui l'altro consiglio del padre “Se vuoi tenerti una ragazza mettila incinta...” consiglio che la madre di Scott sentì... e che diede vita a un susseguirsi di avvenimenti che procurò la separazione dei genitori e la divisione in due della fattoria... Non che lui e la sorella ne fossero rimasti particolarmente sconvolti, anzi, come coppia i genitori erano durati molto più di quanto lui e Alberta si sarebbero aspettati da bambini. “Non voglio che io e Courtney diventiamo una coppia di questo tipo...” pensò malinconico.
-Courtney, stai tranquilla, guarda che...- Courtney lo interruppe sorridendogli.
-Non fa niente, ora che ne ho parlato con qualcuno mi sento già meglio.-
“Una mezza verità...” intuì Scott.
Forse parlarne invece si era rivelata una cattiva idea. Ora Courtney non riusciva più a concentrarsi sui libri, i suoi pensieri andavano da soli.
Tornarono ad una bimba lentigginosa dai capelli castani e i grandi occhi scuri. Una bambina a cui era stato insegnato a vergognarsi per ogni regola infranta e per qualunque cosa le piacesse che non potesse essere considerata seria e perfetta... Voleva bene ai suoi genitori, ma forse erano stati troppo rigidi e crescere in un certo modo non le aveva giovato. “Ci sono volte in cui mentre leggo, mi preoccupo di cosa penserebbe mio padre del libro che ho tra le mani.”
Da bambina mostrava disprezzo per i bambini troppo ribelli, così le avevano insegnato a fare.
Ricordava in particolare una ragazzina alle medie piuttosto schiva che si era fatta una ciocca blu... ma in un certo senso era anche attratta dai caratteri simili. Non lo avrebbe mai ammesso, ma quella ragazzina si era guadagnata la sua curiosità. Avrebbe voluto diventarle amica, conoscerla meglio, ma non ebbe mai il coraggio di farlo. Avrebbe voluto poter passare meno tempo sui libri e di più a divertirsi anche se ai genitori non lo avrebbe mai confessato. Forse se non si fosse repressa tanto a lungo sarebbe diventata una persona diversa, più tranquilla più serena. “Non dovrei bloccarmi a rimuginarci su, non ha alcun senso...” si disse con la testa fra le mani mentre si scompigliava i capelli. Poi tornò al libro, ma Scott glielo sfilò dalle mani, con sua sorpresa Courtney lo lasciò fare.
-Non mi sembri abbastanza concentrata per studiare. Ti andrebbe di fare due passi invece?- Courtney gli sorrise, un sorriso sincero per quanto stanco.
-Mi sembra una buona idea.-
-Davvero?- era stupito che la ragazza avesse accettato. -Sicura di non voler recuperare il sonno perso, invece? Se non te la senti non è un problema.-
-Tranquillo, Scott...- sbuffò Courtney, la metteva a disagio quando si preoccupava troppo per lei. -Per te sarà stato sicuramente un grande sacrificio saltare un giorno di scuola...- fece sarcastica. -Quindi cerchiamo di passare una bella giornata.-
-Uhm... non ti preoccupi di ciò che potrebbero pensare le tue colleghe se ci vedessero insieme?- la stuzzicò. -Sei la studentessa del primo anno di università che frequenta un liceale.- ghignò.
-Ci separa poco più di un anno di differenza, che mi importa cosa pensano quelle?- non si era mai vergognata della loro relazione, né del fatto che si fosse fatto bocciare, anzi, lo aveva pure aiutato a studiare. Nessuno lo avrebbe mai detto, ma era anche capace di dimostrarsi paziente. -A meno che... non sia un problema per te...- non glielo aveva mai chiesto in effetti...
-Ma figurati!- rise Scott.
-Grazie...- sospirò abbracciandolo all'improvviso. -Grazie per essere venuto a trovarmi ed essere rimasto nonostante oggi non fossi proprio uno zuccherino oggi.-
-Eh? Perchè? Ci sono momenti in cui sei uno zuccherino?- Courtney lo fulminò con lo sguardo, poi sospirò e cercò di forzare un sorriso. -Ma lo sai che io adoro il caffè amaro!- la rassicurò Scott.

...

Quel giorno Duncan non si era alzato abbastanza presto, ma decise comunque di fare jogging per scaricare le energie al parco. Per quanto gli piacesse fare esercizi mattutini, Duncan non era davvero uno sportivo, si stancava velocemente e approfittava dell'essere fuori casa per trascorrere la mattina con calma e rilassarsi un po' quando ci riusciva.
Come al solito aveva fatto una breve corsetta, poi aveva cominciato a rallentare per trovare una panchina su cui sedersi e cominciare la colazione in pace, ma qualcosa lo fece fermare di colpo. No, non era colpa della vecchina che dava da mangiare ai piccioni che a giudicare dal passeggino accanto a lei si era portata dietro un o una nipote, ma della giovane donna seduta a fianco alla vecchietta. Quei lunghi capelli castano chiaro e quella pelle ambrata... anche se un po' distante Duncan credeva di sapere chi poteva esser.
Per un attimo sentì il cuore in gola e un impellente bisogno di scappare. Poi si ricordò di non essere più un ragazzino, ma un giovane uomo. Non sapeva quanto razionale fosse quell'altro bisogno che sentiva, la curiosità e il desiderio di avvicinarsi a quella vecchia conoscenza, ma lo ascoltò.
-Principessa!- la ragazza ebbe un sussulto e si voltò con un espressione un po' infastidita, un po' sorpresa che mutò in un sorriso incerto e forzato.
-Orco chiodato...- salutò lei con un lieve cenno del capo. -O... ex orco chiodato...- osservò cercando di darsi un tono colloquiale e divertito mentre osservava che i due pirsing che aveva sul naso e sul sopracciglio erano andati, sulle orecchie invece notò un orecchino in più. -E... non c'è neanche più la cresta verde... Oh, povero Duncan! Hai dovuto piegarti alle regole della società?- il ragazzo sbuffò. Courtney aveva cercato di abbandonare il suo lato infantile e rancoroso, ma forse cercando di fare battute aveva ottenuto un pessimo effetto e il suo lato amarognolo era comunque emerso. -Scherzavo.- le toccò mettere le mani avanti e dichiarare il suo intento.
-Non era per te.- Duncan in parte mentì, non sapeva perchè lo stesse facendo... per non fare questioni inutili con una tipa che poteva essere ancora suscettibile? Per essere gentile? -Il mio capo è un tiranno e ha voluto che mi sistemassi per lavorare per lui.- sbuffò l'uomo.
-E che cosa fai?- domandò apparentemente incuriosita.
-Lavoro nell'ambito della ristorazione.- rise. -Così suona meglio, no? Faccio il cameriere... ma è solo una situazione temporanea.- disse positivo.
-Già qualcosa, è un lavoro onesto.- gli sorrise la ragazza, Duncan si sorprese un po' della mancanza di malizia in quel sorriso, sembrava quasi caloroso.
-Chi ti dice che sia la mia unica entrata? Magari rubo...- ghignò Duncan. Courtney lo fulminò con lo sguardo.
-Beh, anche se fosse, non voglio saperne niente!- chiuse il discorso lei.
-Ma come? Niente prediche? Niente indagini?- la sfidò divertito.
-Non sei più un bambino, o sbaglio, Duncan?- rispose con un lieve sorriso, poi sospirò. -Fa come vuoi e pagane le conseguenze da solo in caso, anche se dubito che tu sia rimasto un delinquente, non so... qualcosa mi dice che è così!- sogghignò la ragazza. -In ogni caso, ho altro a cui pensare...-
-Immagino che tu sia ancora all'università.- a Duncan per un attimo Courtney sembrò imbarazzata. La sensazione di disagio aumentò mentre gli occhi azzurri del ragazzo la scrutavano incuriositi.
-Diciamo che non sempre le cose vanno come si pensa che andranno, nell'ultimo anno ho dovuto sospendere gli studi.- si ritrovò ad ammettere. -Ma riprenderò a breve, c'è stato un piccolo contrattempo, diciamo.- Duncan avrebbe voluto chiederle altro, ma all'improvviso l'infante nipote della vecchietta sorda scoppiò in lacrime.
-Che gioia i bambini, eh?- commentò sarcastico, ma vide una cosa che lo fece quasi strozzare con la sua saliva.
-Già...- rispose Courtney cullando l'esserino. Duncan lo osservò... pelle ambrata, capelli sottili e di un castano abbastanza chiaro, piccoli occhietti grigi che lo fissavano. Courtney gli sorrise un po' a disagio, poi sospirò, guardò la creatura e il sorriso si fece più spontaneo. -Ti presento Maya... il piccolo imprevisto...-
-A-ah...- quel verso fu l'unica cosa che Duncan riuscì ad emettere, poi rise nervosamente. -C-chi l'avrebbe mai detto... d-da te non me lo sarei mai aspettato!-
-Immagino...- rispose Courtney continuando a cullare la piccola. -Non me lo sarei aspettata neanche io di ritrovarmi in questa situazione... non mi ci sarei mai vista bene con un bambino prima della laurea...- sospirò. “Non mi sarei mai aspettata di ritrovarmi, io fra tutte, ad essere così disattenta!” e dire che aveva sempre guardato dall'alto in basso le ragazze che finivano in quella situazione. -Visto che le cose sono andate così io e Scott cerchiamo di fare del nostro meglio.- disse guardando dolcemente la bambina che nel mentre si era calmata. “Alla fine... sono felice che sia andata così e di averti conosciuta...” pensò fra sé e sé baciandole il capo, mentre Duncan le guardava frastornato.
- Beh, che sarebbe durata fra te e Scott... chi l'avrebbe mai detto...- rise Duncan ancora abbastanza nervoso. Si alzò in piedi e si stiracchiò. -Allora ti auguro buon lavoro mammina! Io adesso dovrei andare...-
-Duncan...- si alzò anche lei. -Nessun rancore, vero?-
-Ah, ma non ti avevo mollato io?- domandò sorpreso e divertito.
-Tradito... eri troppo codardo per dirmi esplicitamente che non volevi stare con me.- precisò Courtney. -Ma forse, anche io da ragazzina non ho agito nel migliore dei modi nei tuoi confronti.- ammise con qualche problema, era difficile far uscire quelle parole.
-Oh, sei una donna di mezza età ora?- Courtney lo fulminò con lo sguardo. Detestava quando qualcuno cercava di evitare un discorso in quel modo. -E tu? Nessun rancore? Che fine ha fatto la mia... Beh, la mia principessina viziata?-
-E' ancora qui... anche se non è più tua... E' cambiata un po'... e ci teneva a dirti che sei stato un male necessario.- gli disse come se si stesse togliendo un peso dalla coscienza. -Per quanto mi costi ammetterlo, grazie a te sono cresciuta, maturata e sono riuscita a imparare qualche cosa in più su me stessa... Quindi grazie...- deglutì. Le era costato abbastanza dire quelle parole, sembrava... emozionata?
Era molto diversa da come la ricordava... ed era piuttosto carina... era strano e carino vedere il suo affetto per quella bambina... forse gli sembrava così strano  perchè ricordava solo la Courtney fuori di testa? L'aveva fatta impazzire lui? “Non è il momento giusto per riflettere su cose inutili...” si rimproverò il ragazzo. Rincontrarla lo stava facendo sentire strano, agitato e malinconico. Era una sensazione urticante.
-Beh... il mio male necessario in un certo senso è stato Gwen...- confessò senza nemmeno sapere perchè.  -Una ragazza che amavo, per cui intendevo diventare un fidanzato serio, ma che mi ha mollato e non ha più voluto rivedermi...- Courtney stava per dire che il suo tentativo di migliorare per Gwen non si era molto notato, ma riuscì a trattenersi.
-Mi dispiace... In realtà una parte di me è...- “...Convinta che tu abbia avuto quello che meritavi per avermi tradita... No! Non devo rovinare tutto, devo trattenermi... Avanti Courtney! Dimostra che il corso di meditazione non è stato uno spreco di soldi!” -Mi spiace che fra noi tre sia andata così...- sospirò. -Non immaginavo che lei fosse così importante per te...- “Se l'avessi saputo all'epoca questo mi avrebbe fatta sentire ancora più arrabbiata e tradita, ma ora... in realtà mi fa sentire serena riuscire a parlarne così... è così strano...”
-Non è la fine del mondo, sono riuscito a cavarmela più che bene anche io!- chiarì. -E' che per un attimo la tua melanconia mi ha contagiato!- la prese in giro.
-Quale melanconia?- chiese infastidita. -E' solo che mi ha fatto strano, rivederti e dirti certe cose...-
-Figurati quanto strano sia per me parlare con tanta tranquillità di Gwen proprio con la mia furiosa ex!- disse ridendo. Courtney inaspettatamente fu più divertita che irritata e rise con lui.
Si separarono con animo sereno preparandosi al resto della giornata che li attendeva.

Angolo dell'autrice:
Non avrei davvero mai pensato di scrivere una cosa del genere, ma... è successo! Ho fatto interagire Courtney e Duncan in modo pacifico senza farli ammazzare fra loro! Domani vedrete i maiali volare, gente!
A parte lo scherzo, sentivo il bisogno di farli confrontare pacificamente, ad un certo punto ho anche pensato che in questo contesto se non fosse stato per Scott non sarebbe stato così strano farli riavvicinare in senso romantico...
Spero che la storia possa esservi piaciuta! Sarei curiosa di sentire una vostra opinione in merito e mi scuso per eventuali errori...
Alla prossima!
  
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