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Autore: FedericaLille    21/03/2020    1 recensioni
Era così strano mancarsi tanto. Era come se entrambi avessero bisogno di restare in quel torpore che li cullava quando si toccavano. E ogni volta che si staccavano sembrava di svegliarsi di soprassalto nel freddo grigiore di Milano.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era felice
 

Era il periodo migliore per le passeggiate in centro, le luci coloravano le strade e i tormentoni di natale rintronavano dentro ai negozi. Sara non aveva mai veramente amato andare in giro alla ricerca dei regali da mettere sotto l’albero, ma quell’anno, eccezionalmente, sorrideva spensierata tra nastri rossi e bigliettini glitterati.
Per la prima volta sarebbe tornata a casa in veste di babbo natale, col sacco ricco di doni. Dopotutto, era finalmente una donna indipendente, una donna “in carriera”, come diceva papà. Non vedeva l’ora di rispondere sfrontatamente ai parenti insolenti per zittirli e stizzirli, raccontando del suo lavoro in una multinazionale di successo.
 
Nic le avvolgeva le spalle con il suo braccio gentile, mentre passeggiavano attorno al Duomo di Milano.
“Voglio prendere un regalo per i miei nonni”, disse, “Ma non so cosa cercare”
“Che tipi sono?”, chiese lei.
“Sono dei nonni, fanno le cose da nonni, non saranno tipi molto diversi dai tuoi nonni probabilmente”, rispose, sollevando gli occhi al cielo in cerca di ispirazione.
Sara ragionò qualche istante, pensò ai suoi cari che non vedevano l’ora che lei fosse a casa per le feste. “I miei nonni non vorrebbero un regalo da parte mia. A loro basta riavermi vicina per un po’, credo.”
“Tutti vogliono un regalo. Per questo te ne ho fatto uno, anche se non me l’hai chiesto”, replicò Nic, sfiorandole la guancia con le nocche.
Sara sorrise e lo incalzò prontamente: “Non è vero. Non hai un regalo per me.”
“Okay, hai ragione. Non ce l’ho ancora.”
“E non ne voglio uno!”, chiarì lei.
Nic fermò il passo, le prese il viso tra le mani e poggiò dolcemente le labbra sulle sue. Sarà rabbrividì al tocco inaspettato. Le labbra di Nic erano fredde e ruvide ma sulle sue si infiammavano all’istante. Un incastro perfetto. Sara si lasciò baciare, inerme. Ogni volta che si impadroniva della sua bocca lei abbandonava ogni difesa e si lasciava trasportare da quel contatto squisito.
Nic si allontanò quando per lei era ancora troppo presto. Era sempre lui a decidere quando baciarla e quando lasciarla. Sceglieva lui quando abbracciarsi e quando interrompere le coccole. Nessuno aveva stabilito quelle regole, ma poche volte Sara prendeva l’iniziativa e quasi mai interrompeva per prima il contatto. Lasciava sempre che fosse lui a desiderarla per primo, e a stancarsi per primo anche. Lei restava lì, in balìa dei suoi gesti affettuosi.
Non c’era nulla di male, si diceva. Semplicemente non voleva esporsi troppo. Preferiva fosse lui a cedere e cercare il suo tocco. Lei, poi, non si sarebbe mai scollata. Quindi lasciava sancisse lui anche la fine.
 
“Andiamo a cercare il regalo per i nonni.” Nic la prese per mano e la trascinò con sé.
 
Quella sera Sara preparava le valigie per il suo ritorno a casa. Era contenta di riabbracciare Luna, e pure il suo fratellino. Mamma e papà, anche loro.
Le dispiaceva non poter vedere Nic per due settimane intere. Avrebbe voluto portarlo con sé, per godersi le vacanze in tutti i sensi. Due settimane era un periodo di tempo lungo. Lunghissimo per due come loro che si sfamavano di baci quotidiani.
Lui sarebbe rimasto a Milano, con la sua famiglia. Non si erano neanche proposti di trascorrere alcuni giorni di ferie insieme, da qualche parte. Era forse troppo presto?
Sara aveva deciso che non si sarebbe fatta mille paranoie, per la prima volta. Sentiva che Nic avrebbe potuto essere proprio quel ragazzo da portare a casa per le vacanze di Natale. In futuro.
Mentre sceglieva quale intimo mettere in valigia, una canzone molto familiare sbucava dalla playlist che Nic aveva creato per lei.
 
Sara: Hai dei gusti musicali sorprendenti
Nic: Hai beccato i One Direction? Era ora!
Sara: Come facevi a saperlo?
Nic: Sono uno stalker. Ti osservo da quando avevi 15 anni.
Sara: Scemo!
Nic: Volevo farti sorridere :’)
 
Sara canticchiò sulle note della boyband della sua adolescenza. Era felice.
  
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