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Autore: lmpaoli94    22/03/2020    0 recensioni
Sybil Crawley, fuggita da Downton Abbey per inseguire il sogno di diventare una scrittrice di grande successo, arriva nella vicina Irlanda grazie all’aiuto di alcuni agganci sconosciuti della sua famiglia.
A Dublino, nella capitale irlandese, conosce un gruppo di amici letterari che l’aiuteranno a scoprire il vero significato della vita e i valori letterari di cui gli abitanti del posto ne andavano fieri.
Ma cosa sarebbe successo se qualcuno avesse scoperto che Sybil proveniva da una ricca famiglia inglese?
Chi l’avrebbe potuta proteggere?
Non vi resta altro che scoprirlo in questa storia dove i segreti verranno mischiati all’amore.
Buona lettura.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mary Crawley, Sybil Crawley-Branson, Tom Branson
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mary e Sybil Crawley si apprestavano a salire sulla nave che li avrebbe riportati in Inghilterra.
La folla di irlandesi che stava scappando verso un futuro lontano dalle armi passava per la via di Southampton.
< Sybil, dobbiamo salire immediatamente > la chiamò sua sorella.
Ma la giovane terzogenita della famiglia Crawley era assorta nei suoi pensieri.
Non avrebbe mai potuto rivedere il suo amato Tom per colpa di una guerra stupida e inutile.
“Tom, non volevo che…”
< Sybil, che stai facendo?! Dobbiamo salire alla svelta! >
< Mary, non so se posso venire… >
< Non fare la sciocca e Sali immediatamente su questa nave! > sbraitò Mary come se fosse fuori controllo.
< Io… Non posso abbandonarlo… Perché non riesci a capirlo? >
< Lo capisco perfettamente… Però se non Sali su questa nave non ci rivedremo mai più. >
< Mary, non posso stare senza di lui. >
< Sybil, Tom vorrebbe che tu te ne andassi da questo paese per un futuro pieno di libertà. Altrimenti non ci avrebbe mai fatto fuggire. >
Nel sentire le parole di Mary, la giovane donna dedusse che aveva ragione.
< Mary, devi però promettermi una cosa. >
< Qualsiasi cosa, Sybil. >
< Promettimi che ritorneremo a Dublino a ricercare Tom quando questa guerra sarà finita. Anche se dovessero passare decine e decine di anni. Finché saremo in vita dobbiamo tornare. >
< D’accordo, te lo prometto. Adesso però Sali. >
Convintasi delle parole di sua sorella Mary, Sybil salì sulla nave che l’avrebbe riportati a Southampton, senza mai dimenticare il suo amore diviso.
“Tom, spero che non possa mai dimenticarmi.”
 
 
Durante il tragitto, le giovani donne rimasero per tutto il tempo nella loro cabina senza mai andare all’esterno.
< Spero che arriveremo molto presto > fece Mary < Non sopporto di rimanere qui in questa specie di cella. >
< Siamo in terza classe, Mary > gli spiegò Sybil < E’ normale che ci troviamo in condizioni molto disagiate. >
< Sì, hai ragione. >
Mary intravedeva negli occhi di sua sorella che non faceva altro che pensare a Tom.
Non riusciva a capre se era vivo oppure morto, eppure la speranza di rivederlo un giorno diveniva sempre più forte.
< Sybil, hai fame? Ho qualche provvista nella valigia. >
< No, grazie. Sono apposto così. >
< Devi mangiare qualcosa. Sei molto deperita. >
< Mangerò quando tornerò a casa. Adesso non ho fame. >
< Va bene… Secondo te quando mancherà per giungere a Southampton? >
< Non lo so e non voglio nemmeno saperlo… Non avrei mai voluto ritornare dai miei genitori. Ma se questo è il mio destino… >
< E’ il nostro destino, Sybil. I nostri genitori saranno molto preoccupati. È la decisione giusta. >
< E la nostra libertà? >
< Vedrai che riusciremo ad essere libere e indipendenti facendo la nostra vita in Inghilterra. >
< Quindi mi stai forse dicendo che non vorresti mai più tornare a Dublino? >
< Non ho detto questo. Sto soltanto dicendo che per ora è meglio rimanere a casa nostra. >
< Rimanici tu a Downton. Appena avrò la possibilità, me ne ritornerò da Tom. >
< Sybil, adesso smettila. Ti stai rendendo ridicola. >
< Solo perché tu non sei innamorata non vuol dire che anch’io devo trasformarmi in una zitella acida. >
Sentendo quelle parole molto forti, Mary mollò un ciaffone a sua sorella senza pensarci due volte.
< Che cosa vuoi sapere tu dei miei sentimenti? > domandò Mary con le lacrime agli occhi < Anch’io sono stata innamorata come lo sei tu ora. La mi9a sfortuna è stata non essere ricambiata da quel dannato Capitano inglese. >
< Scusami, io non volevo… E’ la mia rabbia che sta parlando. >
< Ne sono consapevole… Adesso però mangia qualcosa e smettila di parlare e di pensare a lui. Almeno per un breve momento. >
< OK, cercherò di farlo. >
 
 
Una volta giunti al porto di Southampton, le due ragazze vagavano tra la folla come se fossero gente povera qualunque.
< Dobbiamo prendere un taxi per tornare a casa > fece Mary mentre sorreggeva le sue valigie < Tu per caso hai qualche soldo con te, Sybil? >
< Purtroppo no > fece la donna controllando il suo portamonete.
< Dobbiamo trovare alla svelta qualche spicciolo se non vogliamo tornare a casa a piedi. >
< Magari vi potrei aiutare io. >
Un giovane uomo, ben distinto ed elegante, si avvicinò alle due donne con fare misterioso.
< No, grazie. Non ci serve il suo aiuto. Stiamo solo cercando un taxi > fece Mary smorzando un sorriso.
< Perché cercare un taxi quando vi posso accompagnare a Downton personalmente? Anch’io devo andare nello Yorkshire. >
< Davvero? >
< Sicuro, signorina. E non mi costa nulla accompagnare due giovani donzelle in difficolta. >
< Magari un’altra volta… Sybil, caviamocela da sole. È meglio. >
< D’accordo, come volete voi. Io volevo solo offrirvi il mio aiuto. >
< Mary, ma cosa stai facendo? Il signore… >
< Non mi fido di lui. Facciamo da sole. >
Ma Sybil non aveva nessuna intenzione di aspettare di trovare qualche soldo che li avrebbe potuto ricondurre a Downton.
< Mary, è l’unica persona che può aiutarci senza che voglia qualcosa in cambio. Non possiamo dirgli di no. >
< Possiamo eccome! >
< Mary, ti prego. Siamo completamente perdute e senza uno spicciolo in tasca. Dobbiamo cercare aiuto subito. >
Alla fine, convinta delle parole di sua sorella, Mary accettò s’eppur riluttante.
< Va bene. Ti darò ragione… >
< Splendido. Signore? Accettiamo di buon grado il suo aiuto? >
< Bene. Venite con me, signorine. La mia macchina si trova qui vicino. >
 
 
Guidando fino a Downton, le due donne ringraziarono infinitamente il loro salvatore.
< Vi dobbiamo la vita. Davvero > fece Mary dispiaciuta per come l’aveva trattato prima.
< Eppure eravate voi che non volevate il mio aiuto, Signorina Crawley. >
< Sì, è vero… Ma come fate a sapere il mio cognome? >
< E’ semplice. Siete i padroni di Downton Abbey. Tutti in questa città sanno chi siete voi e la vostra famiglia. >
< Lei invece è? >
< Non ha importanza. Sono solo un benefattore che voleva aiutarvi. Tutto qui. >
< Sicuro che non le dobbiamo dare niente in cambio? > domandò Sybil.
< In verità qualcosa ci sarebbe… Non posso farmi sfuggire due belle donne come voi. Avete capito cosa intendo, no? >
Capendo che stava ammiccando a qualcosa di molto sconcio e proibito, le due donne si guardarono a vicenda con riluttanza.
< Mi sembrava strano che non volevate niente in cambio > rispose Mary con disgusto.
< Esatto. Siete state molto imprudenti. >
< Mary, io… >
< Avevo ragione su di voi: siete solo un maledetto porco. >
< Dovevate capirlo prima, non credete? Adesso non mi sembra molto saggio fuggire. Soprattutto ben sapendo che non c’è nessuno che vi possa aiutare. Quindi sarebbe meglio che stiate ferme e mi lasciaste fare. >
< Non ci pensate nemmeno! Se osate toglierci un capello… >
< Che cosa? Vi metterete ad urlare? Siamo in una landa desolata, mie care signorine. Qui nessuno vi potrà mai sentire ed aiutare. >
Ma prima che l’individuo misterioso potesse mettere le mani addosso alle due povere donne, una macchina si avvicinò alla sua.
< Dannazione… >
Mary e Sybil, vedendo che a bordo c’era la loro nonna Violet, tirarono un sospiro di sollievo.
< Credo di essere arrivata nel momento giusto > fece la donna anziana< Signor Kent, che cosa voleva fare alle mie due nipoti? >
< Niente, contessa. Le volevo riportare a Downton. >
< Ah, davvero? Peccato che io pensi il contrario… Ma questa volta farò finta di non aver sentito niente. a patto che lasciate per sempre Downton e non facciate più rivedere la vostra lurida faccia. >
< Ma Contessa, io… >
< Vi conviene non farmi cambiare idea. Potrei essere molto pericolosa. >
Capendo che avrebbe peggiorato la situazione, il Signor Kent se ne andò sfrecciando con la sua auto e lasciando le tre donne sole e salve dai suoi cattivi propositi.
< Nonna, come pensavi che eravamo qui. >
< Un giovane messaggero che ha a cuore voi due mi ha avvertito che sareste giunte qui a Downton proprio oggi… Però è stata una vera fortuna incontrarvi proprio in questo punto. Se fossi anche arrivata qualche minuto dopo, non so proprio che sarebbe successo. >
< Meglio non pensarci > rispose Mary < Non vedo l’ora di tornare a casa e di dimenticare tutto questo. >
< Sì, mia cara. Hai perfettamente ragione. Soprattutto se ad attendervi ci sono i vostri genitori alquanto furiosi. >
< Lo immaginavamo. >
< Salite, ragazze. La vostra resa dei conti sta per iniziare. >
 
Una volta giunte a Downton Abbey, Sybil e Mary si recarono subito in biblioteca.
< Cora e Robert vi stanno aspettando impazientemente. Non fateli attendere ancora, altrimenti credo che potrebbero morire di crepacuore. >
< Non dirlo nemmeno per scherzo, nonna. >
< Sono solo realista, Mary. Vi lascio da soli. >
Appena le due donne si ritrovarono dinanzi i loro genitori, la tensione si smorzò e la felicità si dipinse negli occhi dei padroni di Downton.
< Figliole, credevo che non vi avrei mai più rivisto > fece Robert abbracciando per prima sua figlia Mary < Come state? >
< Bene, papà. È stata un’avventura che sicuramente non ripeteremo > rispose la primogenita.
< Ma perché siete fuggite? Che bisogno c’era di fare tutto questo trambusto? > domandò invece Cora.
< E’ colpa nostra? Davvero vi sentivate come due canarini in gabbia che avevano bisogno di agognata libertà? >
< Sì, papà… Soprattutto per quanto riguarda Sybil. >
< Sybil, mia cara > fece Robert avvicinandosi < Abbiamo sbagliato tutto. E chiediamo scusa a tutti e due per quello che vi abbiamo fatto. >
< No, papà. È colpa nostra. Volevamo esporre i nostri desideri, ma invece è successo che la nostra voglia di rivalsa ha avuto la meglio. Non dovevamo scappare come due ladre. Mi dispiace tanto. >
< Adesso l’importante è che siate tornate a casa sane e salve… Vi faccio preparare qualcosa? >
< No, grazie mamma. Siamo solo molto stanche dal viaggio. >
< Sì, Mary ha ragione. È una vera fortuna che nostra nonna ci abbia incontrato durante il nostro ritorno. >
< Già. Voleva venirvi a prendere fino al porto di Southampton, ma alla fine è riuscita a trovarvi prima… Ancora non riesco a capire chi sia quel messaggero misterioso che l’ha avvertita > replicò Robert pensieroso.
< Forse io riesco a dare la risposta > fece Sybil pensando al suo Tom.
< Davvero? Di chi si tratta, Sybil? >
< Non è importante. Non adesso che siamo qui tutti insieme. >
< E’ vero… Volete stendervi per ritemprare le energie, vero? Andate pure. La cena sarà pronta tra più di un’ora. Così potremmo parlare delle vostre avventure. >
< Chissà perché la nonna ha detto che eravate molto furiosi… >
< Lo eravamo davvero, Mary. Soltanto che era inutile sgridarvi. L’importante è che stiate bene e che abbiate capito la lezione. >
< La prossima volta se vorrete andare a Dublino, possiamo andarci insieme. >
< Non so se è una buona idea, Cora. Sono sull’orlo di una guerra civile. Me l’ha detto Matthew ieri quando è passato di qui a farci visita. >
< Matthew è tornato a Downton? >
< Sì, ma per poco. È subito ripartito a causa dei continui tumulti nella capitale. Spero che vada tutto bene. >
< Lui sa il fatto suo. Riuscirà a cavarsela > replicò Mary con indifferenza.
< Hai Ragione, tesoro. >
< Adesso, se nona avete niente in contrario, mi ritirerei nella mia stanza. >
< Certo, vai pure. Ti chiamo Anna? Magari lei può aiutarti. >
< No. faccio da sola. Ci vediamo dopo > disse infine Mary lasciando da soli i suoi genitori con Sybil.
< Vado anch’io. È stata una giornata massacrante.
< Aspetta un attimo, Sybil > fece suo padre fermandola < C’è una piccola sorpresa per te? >
< Che tipo di sorpresa? >
< Qualcuno che desidera ardentemente di incontrarti. >
< Davvero? E chi potrebbe essere? >
< Non voglio rivelarti il suo nome, altrimenti lo capiresti subito… Ti dico soltanto che appena l’ho visto l’avrei voluto cacciare con tutte le mie forze, ma appena mi ha detto quanto ti amava e che avrebbe fatto tutto per te, alla fine ha convinto sia me che Cora. >
< E’ davvero un ragazzo molto premuroso > rispose Cora sorridente.
< Esatto. Ben sapendo che poi ti ha salvato la vita… >
< Non ditemi che… >
< Sì. Il Signor Branson è qui a Downton Abbey. >
Facendogli segno al suo maggiordomo, Robert chiamò in biblioteca il giovane giornalista irlandese tra lo stupore di Sybil.
< Io… Non posso crederci… >
< Nemmeno io, Sybil. >
< Come hai fatto a giungere fin qui? Hai preso la mia stessa nave? >
< Diciamo che ho viaggiato in prima classe grazie ai miei ultimi risparmi. >
< Perché hai fatto ciò? Potevi viaggiare insieme a me e a mia sorella! >
< Non sarebbe stata la stessa cosa. Questa doveva essere una sorpresa. >
< E lo è stato…Ma chi ha architettato tutto questo? >
< Noi e tua nonna Violet > gli spiegò Robert.
< Sembra tutto un sogno > fece Sybil al settimo cielo.
< E non è finita qui: per ringraziare il Signor Branson per tutto quello che ha fatto per te e per Mary, ho deciso che potrà rimanere qui a Downton per tutto il tempo che vorrà. >
< Magari anche dopo che si sposeranno > fece Cora dando un segnale molto forte a suo marito.
< Di questo magari ne parleremo più avanti, d’accordo? > replicò Robert sviando il discorso < Vi lascio da soli. Se avete bisogno di noi siamo in sala da pranzo. >
Con il cuore che gli batteva dall’emozione, Sybil si avvinghiò a Tom abbracciandolo come non aveva mai fatto prima.
< Credevo di non rivederti mai più, Tom. È proprio destino che tu ed io siamo fatti per stare insieme. >
< Esatto. E adesso che ci siamo ritrovati, promettimi che non ci lasceremo più. >
< Te lo prometto, Tom. Possa anche la morte avere pietà di noi > replicò la ragazza giurando amore eterno a Tom.
   
 
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