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Autore: always_strong28    23/03/2020    1 recensioni
“A causa di imprevedibili circostanze, è richiesto aiuto qui al al frutteto per la stagione delle mele. Cercasi qualcuno che possa iniziare la prossima settimana o al massimo tra due, e che sia disposto a svolgere mansioni varie se necessario, come raccogliere e impacchettare le mele, gestire la cassa, e altri lavori manuali che potrebbero servire. Deve essere bravo con i clienti, e capace di sollevare fino a venti chili. Cercasi qualcuno disponibile almeno fino alla fine di Ottobre. Per favore contattate il numero su questa pagina o venite in loco e chiedete di Harry. Con amore xx”
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Louis sta nella fattoria di sua zia, in una piccola città del Minnesota, per quattro mesi. Per far fronte alla noia della sua permanenza, inizia a lavorare al frutteto locale, di proprietà del ventiseienne Harry Styles.
Louis si trova presto ad innamorarsi di quel luogo, e trova una famiglia in Niall, Liam e Zayn, gli amici di Harry.
Inizia anche ad innamorarsi di Harry stesso.
E forse innamorarsi di lui è stata la parte più semplice dell’intera faccenda.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nota iniziale: ho deciso di tradurre questa fan fiction perché, durante il periodo in cui ho vissuto in America, sono andata  con la mia host family in un frutteto a raccogliere le mele e le zucche, abbiamo fatto un giro sul trattore etc…per chi non la conoscesse, l’apple picking (raccolta delle mele) è una tradizione molto radicata in USA nel periodo autunnale. Considerando che vivevo vicinissimo a New York City ricordo che abbiamo guidato per circa due ore per raggiungere un frutteto, poi una volta lì cammini tra i filari di alberi con le carriole o i cesti e raccogli tutte le mele che vuoi e paghi all’uscita. Molti lo accorpano al pumpkin picking (raccolta delle zucche) poco prima di Halloween, come abbiamo fatto anche noi.

Insomma quando ho letto questa storia mi è venuta un po’ di nostalgia e cosa c’è di meglio che tradurre il tutto per voi? <3 spero vi piacerà tanto quanto è piaciuta a me.

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16 Agosto.

 

Per come sia una vacanza, pensa Louis, sarebbe potuto andare peggio. Non che nel bel mezzo del nulla nel Minnesota del sud, quasi alla fine dell’estate, sia bello come, che dire, la Jamaica - sì, fanculo Stan -, ma non è orribile. Ovvio, non sarebbe stata la sua prima scelta, ma sua zia voleva che la andasse a trovare da anni, e guarda caso aveva una stanza libera proprio nello stesso periodo in cui gli uffici nel suo luogo di lavoro stavano subendo una ristrutturazione, garantendogli così ben cinque mesi di vacanze pagate.

 

Così, eccolo lì, scendere da un aereo a Minneapolis, ad Agosto, e con un volo di ritorno per il quindici Dicembre, proprio prima del suo compleanno.

 

Fantastico!

 

Dopo un incontro lacrimevole con sua zia Jenna - che aveva visto già a Natale, ad essere sinceri - e i due cugini - Leo di undici anni e Anna di otto -, si avviano nel tragitto di un’ora e mezza fino a casa, essenzialmente, nel mezzo del nulla.

 

La casa è sicuramente adorabile; duecento acri di colline, campi e pascoli verdi punteggiati di pecore, mucche da latte nere e bianche, e uno scintillante laghetto ai piedi della collina. In cima alla quale, circondata di alberi, c’era una bellissima casetta a due piani.

 

È il tramonto quando arrivano, e mentre Louis in piedi osserva il panorama, si trova a pensare che se tutto fosse così bello lì intorno, forse i prossimi mesi, trascorsi nel nulla del Minnesota, non sarebbero poi stati così male.

______

 

24 Agosto.

 

È, senza alcun dubbio, la vacanza più noiosa che Louis abbia mai fatto.

 

Era lì da appena una settimana e aveva fatto tutto ciò che c’era da fare al quarto giorno.

 

Il giorno tre, i suoi cugini se ne erano andati, una settimana prima che la scuola iniziasse. E ciò ha reso la casa parecchio silenziosa, gli zii sono così impegnati con il lavoro nei campi, il giardinaggio e tutte le altre cose, che Louis non ha nessuno che gli mostri la zona. È parecchio frustrante.

 

Louis grugnisce, si gira nel letto, afferra il telefono, e scopre che sono solo appena le sei del mattino. Sbuffa di nuovo, e si volta dall’altra parte.

 

Il quinto giorno è così annoiato che si offre di aiutare la zia con il giardino. Era sembrata una buona idea inizialmente, ma dopo circa mezz’ora di Louis che faceva delle smorfie ogni volta che gli cadeva della terra sulle scarpe, la zia l’ha mandato via ridendo.

 

Louis sospira. Non è colpa sua se ha portato con sé solo vestiti firmati, visto che sono gli unici che possiede. Non è colpa sua nemmeno se non ha mai lavorato fuori da un ufficio, e non è colpa sua se quelle scarpe erano nuove di zecca.

 

Sono vans, okay?

 

Louis sospira, - sì, di nuovo - e finalmente si siede sul letto, afferrando il telefono e iniziando a scorrere le varie notifiche che si sono accumulate durante la notte.

 

Quattro messaggi dalla mamma, due da Lottie, sette snapchats e alcune email (nessuna delle quali dal lavoro, grazie a Dio), parecchi tweet da alcune celebrità, e circa cinque miliardi di notifiche dal gruppo Facebook a cui si era unito durante il secondo giorno che raccontava tutto quello che succedeva nella piccola cittadina ad un paio di miglia da dove vivevano gli zii. La gente che postava era sopra i trent’anni e cercava solo di litigare con tutti. Certo, era stato divertente all’inizio, ma dopo solo una settimana era stufo di leggere di Sharon e Marge discutere ogni due per tre.

 

Quando entra nel gruppo per abbandonarlo, il post in cima alla pagina lo intriga, scorre appena per leggerlo. Era una condivisione da un’altra pagina chiamata Stylish Apples Orchard, e già Louis aveva un sopracciglio alzato per la curiosità ancor prima di leggere.

 

“A causa di imprevedibili circostanze, è richiesto aiuto qui al al frutteto per la stagione delle mele. Cercasi qualcuno che possa iniziare la prossima settimana o al massimo tra due, e che sia disposto a svolgere mansioni varie se necessario, come raccogliere e impacchettare le mele, gestire la cassa, e altri lavori manuali che potrebbero servire. Deve essere bravo con i clienti, e capace di sollevare fino a venti chili. Cercasi qualcuno disponibile almeno fino alla fine di Ottobre. Per favore contattate il numero su questa pagina o venite in loco e chiedete di Harry. Con amore xx”

 

Chi cazzo firma un post di Facebook?

 

Louis fissa il post per un paio di secondi, onestamente divertito, prima di decidere di mandare tutto a fanculo e cliccare sul nome della pagina. Se sarebbe rimasto lì altri quattro mesi, perché non trovarsi un lavoretto per ammazzare il tempo per i prossimi due?

 

La pagina diceva che lo Stylish Apple Orchard era di proprietà di Harry Styles - il nome del frutteto era un cazzo di gioco di parole - il quale ne era il proprietario da circa cinque anni, e era localizzato a circa otto miglia dalla casa della zia di Louis. Guardando le foto, Louis si accorge di esserci passato davanti un paio di volte mentre usciva dalla città. Sembrava un bel posto, e a giudicare dalle cinque stelle, doveva essere popolare tra la gente del posto.

 

Logicamente, Louis sa che avrebbe dovuto chiedere alla zia del frutteto (per scoprire se qualcuno viveva lì veramente e se fosse una buona idea) ma Louis sa che se avesse chiesto di lavorare in un frutteto, la zia avrebbe continuato a ridere.

 

Quindi, salva il numero e, dicendo a se stesso di buttarsi, preme l’invio di chiamata.

 

Squilla una, due, tre volte, e Louis sta per riattaccare e riprovare più tardi, quando finalmente sente un piccolo click, e una profonda voce gli risponde.

 

“Salve, Stylish Apples Orchard. Come posso aiutarla?

 

La voce è molto più profonda di ciò che si era aspettato, e balbetta per un momento. “Oops, ehm voglio dire, salve, ho visto il vostro post su Facebook, cercate un aiutante? La posizione è ancora disponibile?”

 

C’è un breve frusciare dall’altra parte, e poi la persona riprende a parlare. “Certamente! Come si chiama?”

 

“Sono Louis. Uh, Tomlinson. Louis Tomlinson.”

 

“Va bene Louis, sono Harry Styles! Allora, la posizione è ancora aperta, e ciò che vorrei fare, invece di un colloquio, è di farti venire qui uno dei prossimi giorni, e seguire me e gli altri lavoratori; giusto per avere un’idea di cosa facciamo, ok? In questo modo potrai capire subito se è qualcosa che vuoi impegnarti a fare per i prossimi due mesi, e anche io saprò se tutto funzionerà come vorrei. Se le cose vanno bene, parleremo di paga, orari e cose simili. Che ne pensi?”

 

Louis si trova ad annuire, serio. “Sì, sì, perfetto! Ha idea di quando mi vorrebbe lì?”

 

C’è un momento di silenzio, e poi una sorta di click. “Che ne pensa di domani? Ha un altro lavoro o impegno che ha bisogno di sistemare prima?”

 

“No, va benissimo! Non ho un altro lavoro e nient’altro da fare. Sono tutto suo.”

 

Harry ride, e a Louis piace subito quel suono. È roco, proprio come la voce, e Louis si sente già arrossire. Oh Dio.

 

“Allora è fatta. Che ne pensa di domani alle otto?”

 

“Perfetto! Grazie, Harry.”

 

“No, grazie a te! Non vedo l’ora di incontrati Louis. Se hai altre domande da fare, sentiti libero di chiamare.”

 

Per un qualche motivo, Louis aveva un sorriso a trentadue denti, e non voleva riagganciare, ma si erano già salutati, quindi doveva.

 

Louis si sede, con il cuore in subbuglio prima di scuotere la testa esasperato.

 

Gesù. Per quello che ne sapeva questo Harry poteva essere sulla quarantina - anche se non sembrava -, sposato e con dieci figli. Con una risata del genere non sarebbe stata una sorpresa. Cazzo, per quello che ne sapeva, poteva anche essere pelato, avere una pancetta da ubriaco e i denti marci.

 

Meglio lasciar perdere.

 

Quando Louis controlla di nuovo l’orario, è appena dopo le sette, e ride tra sé.

 

È successo tutto questo prima delle sette di mattina, e non si è ancora nemmeno alzato dal letto.

________

 

25 Agosto, 8:00 AM

 

Quando Louis arriva a Stylish Apple, nell’auto rossa che gli ha prestato lo zio, si prende un momento per ammirare la vista.

 

Il sole è sorto un’ora prima, quindi si sta alzando ben bene solo ora sopra agli alberi di mele, e crea una luce rosa e rossiccia sull’intero frutteto, sembra quasi un dipinto. Alberi di mele si stendono a Nord, per poi proseguire ad Est e a Sud. L’unica parte di strada non coperta di piante è la zona ad Ovest, affiancata da un campo e un giardino. Nella zona a Nord-Est, accoccolata tra qualche pino, c’è una casa di campagna bianca circondata da fiori, e di fianco un piccolo capanno con un cartello attaccato che mostra il nome del frutteto.

 

È pittoresco, e Louis lo adora, si prende un secondo per rallegrarsene, perché quando aveva detto alla zia del suo piano, aveva avuto anche la faccia tosta di apparire divertita.

 

“Lou, non sono sicura che sia il lavoro che vuoi fare mentre sei qui. Ci sarà tantissimo da lavorare.” Aveva detto, come se stesse parlando ad un bambino, e Louis si era - comprensibilmente - sentito indignato.

 

A differenza di ciò che la sua famiglia - e amici, e colleghi - pensa, Louis sa lavorare. Certo è che non ha mai avuto un lavoro dove occorresse fare dello sforzo fisico nella sua vita, e okay, forse pensava di lavorare soprattutto in cassa, ma ce la può fare. È pienamente sicuro di poter destreggiarsi nell’impacchettare un po’ di borse, o raccogliere qualche mela; davvero, quanto può essere difficile?

 

Si perde nei suoi pensieri per un p’o, in piedi lì a guardare l’alba, quindi non si accorge che qualcuno si sta dirigendo verso di lui finché non gli sta parlando.

 

“Bellissimo, vero?” Louis viene sospeso, ma è in grado - per fortuna - di riprendersi e guardare il ragazzo al suo fianco. Chiunque sia è bello, sorridente e ha la mano allungata pronta per essere stretta. “Devi essere Louis, sì. Non riesco a pensare a nessun altro che sia qui così presto.”

 

Louis gli stringe la mano, sorridendo e annuendo. “Sì, sono Louis! Sei Harry?”

 

“No, amico, mi chiamo Zayn, Harry è dentro, dai, sarà felice di conoscerti.” Zayn si volta, e iniziano a camminare verso il grande capanno nel bel mezzo del cortile mentre il ragazzo continua a parlare. “Sei…credo la quarta persona che chiama per il lavoro, e solo uno alla fine si è presentato. Ad essere onesto, penso che Harry stava iniziando a rassegnarsi e fare la maggior parte della raccolta da solo.”

 

Louis annuisce comprensivo. “Sono felice di aver chiamato allora. Che cosa fai tu qui, non raccogli? Se non è un problema chiedere.”

 

Zayn scuote la testa, ancora sorridente - Cristo, è proprio attraente - e scuote la mano come a dire ’nessun problema’. “Tranquillo, io sto sopratutto in negozio, tengo traccia delle finanze, aiuto parecchio con l’imballaggio, e cerco di controllare che Harry non perda la testa, anche se non ho sempre successo.” Alza gli occhi al cielo, con affetto. “Ogni tanto raccolgo, ma solo quando ho davvero del tempo extra cioè la mattina presto prima che il negozio apra. Dopo di che, sono bloccato dietro al registratore di cassa, e alcuni giorni non riesco ad assentarmi nemmeno cinque minuti per prendere qualcosa da mangiare.” Zayn smette di parlare per aprire la porta e invitare Louis ad entrare.

 

“Ci sono altri due ragazzi che lavorano qui, oltre me ed H. Liam si occupa del giardino, e guida il trattore; facciamo fare dei giri sul trattore, e vendiamo anche le zucche nel periodo di Halloween, quindi è impegnatissimo in questo periodo considerando anche i matrimoni. E Niall, infine, è il nostro principale impacchettatole. Ci aiuta anche nella raccolta, e Liam, quando può, ma tiene anche traccia degli ordini che riceviamo e si occupa di quelli. Potrebbe aiutare di più se dovesse, ma Harry si sente in colpa a fargli fare anche quel lavoro sopra alla montagna di cose che fa già. Avevamo un altro ragazzo che doveva aiutarci, ma si è rotto una gamba mentre andava sul quad, ed ecco perché sei qui.” Smette di parlare e indica la porta in fondo al negozio che indica ‘Solo Personale Autorizzato’. “Vado a recuperare Harry, puoi guardarti intorno se vuoi.”

 

Louis annuisce e inizia a gironzolare per il negozio quando Zayn se ne va. Ci sono parecchi scaffali alla sua sinistra pieni di sacchi di mele, ognuno con dei nomi diversi tipo ‘Zestar’, ‘Paula Red’, ‘Ginger Gold’. Qualunque cosa vogliano dire. Tra queste, c’è un bancone con un computer e un altro cartello che dice ‘Solo Impiegati’. Alla sua destra, c’è una fila ordinata di tavoli con sopra una tovaglia a scacchi rossa e bianca, e dei barattoli di marmellate, gelatine alla mela, polpa di mela e altre prelibatezze in lattina. C’è una sfilza di libri di cucina, alcuni attrezzi per preparare torte, decorazioni e chincaglierie varie a tema ‘mele’. Si sta per dirigere verso lo scaffale con alcune torte e crumble di mele, quando la porta sul retro si apre, e emergono Zayn, seguito da una cazzo di statua greca, cazzo.

 

Se Louis pensava che Zayn fosse il più bel ragazzo che avesse mai visto (e lo era stato), beh, ora si sbagliava di grosso.

 

Ma proprio proprio proprio di grosso. L’uomo che aveva seguito Zayn - come fa ad essere il proprietario sembra a malapena ventunenne - ha gli zigomi più affilati che abbia mai visto, anche la mandibola fa concorrenza a quella di Angelina Jolie, i bicipiti probabilmente hanno la stessa ampiezza delle cosce di Louis, le mani probabilmente sono in grado di avvolgerglisi intorno. No, non è un’esagerazione. L’uomo è anche dotato degli occhi verdi più belli del mondo, e e oltre a tutto ciò, ha dei capelli, raccolti in una coda, che sembrano sofficissimi.

 

Sta anche sorridendo, e Louis decide che potrebbe morire in quell’istate, e sarebbe contento.

 

Il ragazzo indossa un paio di jeans sbiaditi tagliati al ginocchio, una camicia a scacchi rossa, arancione e marrone, un paio di stivali consunti, e tiene in mano un capello nero con la visiera con il logo TC sul davanti. Qualsiasi cosa voglia dire.

 

È vestito come un contadino e sembra un modello, e distrae Louis così tanto che i trenta secondi che impiega per attraversare la stanza sembrano allo stesso tempo una vita e un attimo. Poi, l’uomo gli è di fronte, e sorride così ampiamente che Louis si accorge che i due incisivi sono più grandi degli altri, e oh cazzo è ancora più bello.

 

“Devi essere Louis?” Louis annuisce e stringe la mano del ragazzo.

 

“S-sì, sono io, sei Harry?”

 

Harry annuisce a sua volta, rilascia la mano - a Louis già manca quel contatto-, e si infila casualmente la mano nella tasca dei jeans. Louis ovviamente non segue il movimento con la coda dell’occhio.

 

“Piacere di conoscerti, sono così felice che tu sia dei nostri, non hai idea, stavo iniziando ad essere un po’ disperato.” Ride, e Louis non resiste e ride con lui. E se avesse sorriso un po’ eccessivamente e socchiuso gli occhi con fare ammiccante, chi poteva biasimarlo?

 

“Beh, sono felice di essere qui Harry, sono in visita dai miei zii per i prossimi mesi, e ad essere onesti stavo impazzendo dalla noia.” Harry ghigna.

 

“Oh non preoccuparti, ti terremo parecchio occupato qui, almeno per un paio di mesi sicuramente. Hai esperienza con questo tipo di lavoro.”

 

Louis scuote la testa. “No amico, lavoro in ufficio a casa. Non c’è un grade esercizio fisico in quello.” Un angolo della bocca di Harry si alza in un sorrisetto, annuisce di nuovo, come se sapesse qualcosa che Louis non sa.

 

“Posso immaginare. Bene!” Batte le mani, e si volta a guardare Zayn, che è dietro il bancone al computer, e lo indica con entusiasmo. “Zayn, amore, ti dispiace portare Louis ad aiutare Niall per adesso? Li ha di nuovo problemi con il trattore e ho la sensazione che ci lavoreremo almeno per le prossime due ore.” Zayn gli fa il pollice in su, senza alzare gli occhi dal computer. Harry scuote la testa senza speranza, anche se sta sorridendo, poi si volta verso Louis, e unisce le mani in preghiera. “Davvero, grazie di nuovo Louis, non hai idea di quanto significhi per me. Spero che le cose funzionino. Se hai qualsiasi domanda o dubbio, per favore non esitare a chiedercelo.”

 

Louis sorride, affascinato. “Non mancherò, sono felice di poter aiutare, qualsiasi cosa serva sono più che pronto a farla.”

 

Sì, sta esagerando un po’. È gay e Harry è bello. Provate a denunciarlo.

 

Harry, ancora ghignando, si gira verso la porta, prende un paio di guanti dalla tasca sul retro dei jeans, prima di parlare di nuovo con Zayn. “Oh hey, Zee, quasi dimenticavo, ho lasciato-“

 

“La bolla d’ordine sul tavolo della cucina? Ce l’ho.”

 

“Sì, bene, e c’è-“

 

“Sette cesti di Zestars nel refrigeratore? Le ho viste, l’ho detto a Niall, stanno venendo impacchettate mentre parliamo.”

 

Harry sospira. “Che cosa ti ho detto in merito al-“

 

“Non interromperti? Non ricordo?” Ora, Zayn guarda Harry, con un sorrisetto sul volto mentre è appoggiato al bancone. Si fissano per qualche minuto, Louis si sente un po’ di troppo, poi Harry se ne va ridacchiando, con il dito medio alzato.

 

Non appena la porta si chiude, Zayn inizia a ridere, poi emerge da dietro il bancone e fa segno a Louis di seguirlo. “Come ho detto, metà del mio lavoro è ricordarmi la merda che si dimentica lui, sarebbe perso senza di me.”

 

Ed ecco. Ovviamente.

 

Louis lo segue, dicendo a se stesso che non è autorizzato a sviluppare una cotta per Harry. Ovviamente lui e Zayn stanno insieme, e Louis ci è già passato e non vuole cascarci di nuovo. Porterebbe solo casini.

 

Segue Zayn al di là della porta, dentro una stanza che….è enorme.

 

No, davvero, gigantesca.

 

C’è un grande macchinario contro una delle pareti, sembra alta circa due metri e mezzo, con un nastro trasportatore ad altezza vita, e delle lucette. Alla sinistra c’è una pila di bidoni, e sulla destra una porta con un cartello che indica “refrigeratore”. Zayn si dirige in quella direzione e apre la porta, infilando dentro la testa per cercare qualcuno. Un secondo dopo esce e viene seguito da un ragazzo, che spinge un carrello pieno di barili colmi di mele.

 

Ovviamente anche questo è paurosamente attraente, con i capelli castani, i muscoli e un sorriso sul volto che sembra non scomparire mai. Mentre l’altro ragazzo di avvicina, Louis nota che indossa anche lui una camicia a scacchi, e Louis si domanda se ci sia un qualche tipo di codice sull’abbigliamento.

 

Il ragazzo è, ovviamente, Niall, e due minuti dopo essere stati presentati, Louis è sicuro che diventeranno migliori amici. Niall ha un tagliente senso dell’umorismo, e fa ridere Louis immediatamente.

 

Iniziano subito ad impacchettare, e Louis impara presto che il lavoro è semplice, ma assolutamente ripetitivo. Niall gli fa preparare delle buste di carta piene di mele per il negozio, e Louis prende il ritmo poco dopo.

 

Apre un busta, aggancia i manici a dei picchetti per farla rimanere aperta, la riempie di mele fino ad arrivare a cinque chili, chiude i manici della busta, la mette dentro un contenitore più grande e ricomincia.

 

È chiaro che lavorare con Niall non è poi così noioso. C’è della musica in sottofondo (i Green Day, Louis è piacevolmente sorpreso), e Niall sa come tenere viva una conversazione. Nelle due ore in cui sono stati lì, hanno già parlato di famiglia, di calcio, di cibo, e finalmente, dei proprietari del frutteto. Niall ha appena finito di raccontargli di quella volta in cui Zayn ha cercato di seguire una nuova ricetta per la torta di mele - che è risultata nell’avere i vigili del fuoco alla porta - e Louis pensa di essersi fatto gli addominali per quanto sta ridendo, e per tutti i contenitori di mele che ha raccolto.

 

Durante questo periodo, gli altri ragazzi erano entrati e usciti dal retro diverse volte, e Louis aveva anche incontrato Liam, il quale era, senza ombra di dubbio, dannatamente bello, e anche lui andava a braccetto con una camicia a scacchi.

 

Aveva scoperto che Harry non aveva ventuno anni, ne aveva solo ventisei, e ciò significava che era il proprietario da quando ne aveva ventuno. Louis era più che sorpreso, perché quando aveva lui quell’età essere proprietario di qualcosa non sarebbe finita bene.

 

Ancora ridacchiando per qualcosa che Niall aveva fatto, chiede finalmente la domanda che aveva in mente da quando aveva incontrato Liam, e aveva scoperto che tutti al frutteto erano inglesi, tranne Niall che era, chiaramente, irlandese.

 

“Allora, una domanda strana, ma come è successo che tre inglesi e un irlandese diventassero proprietari di un frutteto in Minnesota, prima che almeno uno di voi avesse compiuto venticinque anni?”

 

Niall ride di gusto, Louis aveva scoperto che era normale. “Mi domandavo quando me lo avresti chiesto, insieme al motivo per cui indossiamo tutti camice a quadri, di solito è quello che ci chiedono di più”. Louis ride ancora, e Niall alza un contenitore di mele dal pavimento e lo appoggia di fianco alla propria postazione di lavoro, di fronte a Louis.

 

“Sarebbe stata la mia seconda domanda, davvero, ma prima voglio sapere come siete finiti qui.” Niall grugnisce e apre la busta di mele con fare teatrale.

 

“Va bene, sai nulla del football americano?”

 

Louis fa una smorfia. “Uh. No, non proprio.”

 

“Okay, beh, non è importante, tutto ciò che ti interessa sapere è che Harry è un fan sfegatato dei Packers, quindi sei anni fa, avevamo tutti un lavoro normale, sai?  Harry e Liam lavoravano per una compagnia di roba tecnologica, perché sono due dannati geni della meccanica, Harry ha creato il programma che usiamo per l’inventario, tra le altre cose, e io e Zayn avevamo un tranquillo impiego in un ufficio. Eravamo un branco di fighetti, a dirla tutta.” Louis si lascia sfuggire un ‘ah!’ E Niall ghigna. “Zitto, fammi parlare. Allora. Avevamo un sacco di soldi, Harry aveva bisogno di essere sollevato di morale, quindi io Zayn e Liam avevamo comprato i biglietti per la partita, e biglietti aerei andata e ritorno, insomma, tutto quanto. Zayn non poteva proprio chiedere giorni dal lavoro, ma Harry era…” Niall fa una pausa, si sfrega il mento, pensieroso. “…non stava benissimo e volevamo fare qualcosa di bello, quindi io e Liam abbiamo deciso di portarlo alla partita delle città gemelle (NDT: Minneapolis-St.Paul), e farci una settimana di relax. Una vacanza, capisci?” Louis annuisce, mentre guida Niall trasportare un paio di buste di mele verso il contenitore.

 

“Lo abbiamo portato fin qui, abbiamo visto la partita, e i Packers hanno addirittura vinto perché i Vikings sono una merda, poi abbiamo trascorso il resto del tempo ad esplorare. Abbiamo fatto un giro a Duluth, abbiamo visitato la più grande sfera fatta di filo, abbiamo mangiato in qualche ristorante strano, la solita storia. Al quarto giorni, siamo passati di qui, abbiamo visto il cartello che indicava questo posto. Ci siamo fermati perché mangiarsi delle mele suonava bene al momento, ok? Beh, ci siamo fermati a parlare con il proprietario per due ore - il suo nome era Paul, un brav’uomo -, e fu lì che scoprimmo che era l’ultimo anno che avrebbe tenuto l’attività aperta. L’aveva ereditata e non ne poteva più, l’avrebbe venduta alla prima persona che avrebbe fatto un’offerta.”

 

Niall si ferma, prende un sorso d’acqua, e alza le spalle. “Io e Liam? Nessuno dei due ci ha pensato su, ma Harry, continuava a discuterne, l’intera ora e mezza di auto fino a St. Paul, ero pronto a strozzarlo con una delle mele che avevamo comprato.” Niall stava sorridendo ora, e Louis era certo che non fosse serio. “Aveva smesso di parlarne una volta arrivato in città, quindi nessuno di noi ci aveva dato un grande peso.” Ride di nuovo. “Due giorni dopo stavamo facendo i bagagli, ed Harry era scomparso, aveva detto che sarebbe andato a fumare, e puff…sparito. Io e Li abbiamo dato di matto, pensavamo fosse stato rapito. Due ore dopo, mi chiama, e mi fa: ‘Ni, sono al frutteto, ti ricordi? Quello di un paio di giorni fa’ e ci chiede di raggiungerlo.” Sospira e scuote la testa. “Quindi Liam ed io lo raggiungiamo in meno di quaranta cinque minuti, perché l’aereo sarebbe partito dopo quattro ore, e quando arriviamo lì scopriamo che Harry aveva comprato questo dannato posto. Aveva parlato con Paul un paio di giorni prima e aveva comprato tutto. La casa non era abitata al tempo, e il garage non esisteva, e…giuro su Dio, io e Liam restammo muti per almeno un quarto d’ora.” Louis era certo che le sue sopracciglia non potessero andare più in alto di così, perché esattamente quale persona se ne va a comprare un frutteto, in un paese che non è nemmeno il suo? Che diavolo.

 

Niall si schiarisce la gola e continua.

 

“Gli abbiamo urlato contro per almeno un’ora, ripensandoci, fu più che altro perché non ci aveva detto dove sarebbe andato più che il fatto in sé di aver comprato questo posto, e ciò ti dimostra le nostre priorità; poi ci ha chiesto se saremmo stati con lui un altro paio di settimane per sistemare le scartoffie e organizzare la sua vita a casa. Beh, abbiamo entrambi detto di no, perché era…troppo. Abbiamo mollato la roba di Harry e ci siamo diretti all’aeroporto.” Alza gli occhi al cielo. “Siamo arrivati a metà strada, in totale silenzio, poi Liam fa ‘Ni…forse dovremmo…?’ Ed io ero: ‘sì…”. Giuro su Dio ero incazzato nero, e abbiamo fatto dietrofront. Quando siamo arrivati di nuovo qui, abbiamo bussato alla porta, e Harry è venuto ad aprirci, con un ghigno sul viso e una dannata mela in mano -si era già ambientato Lou, è totalmente fuori-, e ci ha anche chiesto perché ci avevamo messo tanto.”

 

Louis scoppia a ridere, e Niall scuote la testa, esasperato. “Lo odio qualche volta, davvero.”

 

“È assurdo Nì, che diavolo…?”

 

“Ah, vorrei saperlo amico.”

 

Dovevano essere stati più rumorosi di quanto pensassero, perché la porta del negozio si apre, e compare Zayn, divertito. “State facendo niente? O Niall ti devo separare da un altro dipendente.” Guarda Louis, e alza un sopracciglio. “Succede ogni volta che assumiamo qualcuno.”

 

Niall sbuffa, e si mette una mano sul cuore. “Zayn! Mi ferisci, lo sai che la scorsa volta non è stata colpa mia! Inoltre, stavo raccontando a Louis come abbiamo preso il frutteto, ed è un mio diritto.

 

Zayn alza gli occhi, chiaramente divertito. Louis inizia a pensare che nessuno può arrabbiarsi con Niall. “Hai finito a raccontare?”

 

“Veramente ero arrivato alla tua parte.”

 

Zayn sbuffa. “Beh, non voglio fermarti, è la mia parte preferita.”

 

Ghignando, Niall si volta verso Louis e batte le mani. “Okay, quindi abbiamo fatto chiamare Zayn ad Harry per dirgli che cosa stava accadendo, visto che era colpa sua e né io né Lì volevamo essere sgridati da Zayn,” Louis sente Zayn ridacchiare tra sé. “E ha detto, cito, ‘Harry-“

 

In quel momento, Harry e Liam entrano, e, con un sorriso sul volto e usando un tono di voce più alto del normale, Harry continua, “-Edward Styles, mi stai dicendo che il mio ragazzo è bloccato in un dannato frutteto, e per vederlo di nuovo, devo venire nel bel mezzo del cazzo di niente, e vivere in un dannato campo di mele?!” Una volta finito, tutti stanno ridendo, e Zayn fa finta di essere offeso. Louis si chiede da quanto tempo Harry e Zayn stanno insieme, visto che Zayn ha mollato tutto e si è trasferito in Minnesota da Londra per lui.

 

Non ho quella voce!”

 

Harry fa le spallucce. “Non so, mi sembra proprio di sì invece.”

 

“Harry-“

 

“Zayn-“

 

“Ragazzi!” Li interrompe Liam, che sembra a metà tra il rassegnato e l’affettuoso mentre fa un segno a Niall. “Gli lascerete finire la storia per una volta?” Entrambi i ragazzi fanno finta di nulla, sorridendo, e Niall ridacchia a sua volta mentre Louis annuisce.

 

“Va bene, continua irlandese, non ho sentito mai tutto.”

 

Tutti ridono, e Niall continua a parlar. “Giusto, quindi, comunque…Zayn ha detto così, e un mese dopo siamo tornati tutti a Londra, abbiamo lasciato i nostri lavori, e siamo diventati proprietari di un frutteto.” Niall, da dove stava appoggiato al muro, sembrava proprio fiero di sé.

 

“E tutto per merito mio.”

 

Zayn lo fissa. “Sì, lo sappiamo.”

 

Harry continua ad essere orgoglioso, gli occhi verdi scintillanti, le fossette (!!!) sulle guance, mentre si porta una mano per sfregarsi il labbro inferiore. Louis si trova a fissarlo, anche se nessun altro lo nota, arrossisce.

 

E non va affatto bene.

_______

 

Il resto della giornata di Louis trascorre imparando così tante informazioni che non sa come immagazzinarle. Apparentemente ci sono un casino di tipi di mele (il che spiega il nome sopra i vari sacchi in negozio), ognuna delle quali ha un diverso uso. E chi lo sapeva.

 

Scopre subito che stare in negozio non è semplice come pensava e parecchie volte, Zayn è con lui ad aiutarlo a preparare nuove confezioni con i clienti, tirare fuori le mele dal refrigeratore e metterle in esposizione oltre che aiutarlo a servire i clienti. C’è anche un sistema di allarme che corre intorno alla via di accesso, quindi una sirena rumorosa riecheggia per l’intero edificio ogni volta che arriva qualcuno, e la prima volta Louis ha quasi lanciato una busta di mele, e no, nessuno deve saperlo, Niall.

 

Oltre tutto, quando è con Zayn, verso la fine della giornata per discutere delle scartoffie, vede il ragazzo con un enorme anello al dito, e beh…Harry sembra proprio il tipo che sceglie il migliore e il più grande anello disponibile.

 

Louis è un po’ scontroso per il fatto che la persona più attraente del mondo stia con la seconda persona più attraente, ma non ci può fare niente, tranne che non avere una cotta per Harry, e Louis ha tutte le intenzioni per evitarlo.

 

Harry e Zayn sembrano entrambi contenti alla fine della giornata quando dicono a Louis che può prendere il weekend libero prima di cominciare ufficialmente lunedì, e la loro felicità è contagiosa. Louis torna a casa sentendosi più energetico di come si sia mai sentito in anni, chiama sua mamma e le racconta tutto, lunedì è quasi troppo lontano.

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28 Agosto: 9:00 AM

 

Louis non è mai stato uno mattiniero, preferisce rimanere a letto finché non deve combattere per tenere gli occhi aperti, ma starebbe mentendo se avesse detto che era stato un peso alzarsi per il suo primo giorno al frutteto. Mentre svolta sulla lunga strada, vede Liam sul trattore nel campo alla sua sinistra, lo saluta, e è già al settimo cielo quando il ragazzo ricambia.

 

Una volta che ha timbrato il cartellino, spera di lavorare ancora con Niall, ma Harry esce dal retro trasportando una cosa…a forma di…strano sacco, e gliela porge.

 

“Pronto per la raccolta?”

 

Louis batte le palpebre. “Con questo?”

 

Harry ride. “Beh sì, dovrai avere un posto dove mettere le mele, no?”

 

“Io…credo? Ma come…umh..cos’è?”

 

Harry ride di nuovo- Louis pensa di doversi sentire insultato ma il ragazzo è così angelico che non ce la fa- e si dirige verso la porta, facendo segno a Louis di seguirlo.

 

“Forza, ragazzo di città, tireremo fuori il contadino che è in te.”

 

Louis sbuffa, e segue Harry a malincuore, voltandosi a guardare il negozio tristemente.

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Louis scopre che quello strano sacco in realtà può contenere la metà di un intero barile, e la parte bassa di apre per lasciare che le mele scivolino giù senza essere ammaccate. Ha anche degli agganci, che deve incrociare dietro le spalle e appoggiare poi il tutto alla schiena. E la parte vera e propria del sacco è appoggiato vicino alla sua pancia. Ovviamente, quando lo indossa gli arriva quasi alle ginocchia, e Harry gli ha dovuto tirare le allacciature, ridendo tutto il tempo.

 

Se il sacco non lo aveva già sorpreso abbastanza, gli alberi lo fanno sicuramente. Quando pensava alla raccolta delle mele, si immaginava alberi giganti, quelli che aveva visto nei film, simili agli altri alberi.

 

Invece, tutti gli alberi erano di circa tre metri e raccogliere le mele non era affatto difficile come aveva immaginato…fino alla seconda fila di alberi. Apparentemente, la prima fila era già stata iniziata da Harry la mattina presto, perché é uno stronzo, e aveva raccolto tutte quelle più in alto. Quindi poiché Louis è un metro e settantacinque - sì, è la sua vera altezza, sta’ zitto Harry- è troppo basso per raggiungere la cima dell’albero dove sono concentrate le mele migliori, così Louis deve usare una scala.

 

Harry, ovviamente, non doveva, e si mette in mostra allungandosi per raggiungere una mela sui rami più alti vicino a Louis, e poi gli da un grosso morso.

 

Louis sbuffa, e gli lancia una mela marcia addosso.

 

Se deve trattenere le risa quando Harry fa una grossa lagna e appare disgustato, va bene, stanno solo discutendo in amicizia, niente di cui preoccuparsi.

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Comunque, una volta che Louis ci prende mano, raccogliere le mele non è poi così male. È una routine, come impacchettarle, anche se ovviamente è necessario molto più sforzo di quello che si era immaginato. Se non avrà una bella serie di addominali entro Novembre, pensa, dovrà sicuramente denunciare qualcuno.

 

E, per quanto Harry sia un bastardo- è davvero il peggiore- è facile parlare con lui, e le ore seguenti volano. Quando Harry dice che dovrebbero prendersi una pausa, è già mezzogiorno, e Louis è sconvolto nel constatare che non ha fretta di finire.

 

Ovviamente, quando sono seduti sull’erba a dissetarsi e mangiare le loro mele, Harry decide di essere….di nuovo Harry.

 

“Quindi, continuerai a venire qui conciato così…” dice indicando Louis.

 

Louis si acciglia. “Che cosa-“ copia i gesti di Harry “-vuole dire questa mossa?”

 

Harry fa le spallucce. “Dai, hai capito. Scarpe firmate, camicie leggere, non hai nemmeno preso i guanti dal fienile, non hai nulla sulla testa per tenere i capelli lontani dal viso. Sembri proprio appena arrivato dalla città.”

 

Louis sbuffa. “Solo perché sono in un frutteto non vuol dire che mi debba vestire come un montanaro.”

 

Harry ride, una risata forte e buffa, e perché Louis è così affascinato? “Credimi tesoro, vestito così non sei nemmeno lontanamente vicino ad un montanaro, non hai i piedi bagnati?”

 

Con un grugnito, Louis scuote la testa. “No, i miei piedi stanno bene.” (Non era vero, erano umidi dal momento in cui aveva camminato sull’erba).

 

Harry ghigna mentre si alza, e si pulisce i jeans, alzando poi le spalle. “Okay va bene, non hai nessun taglio sulle tue mani? O sulle braccia? Gli alberi non sono sempre gentili mentre raccogli le mele.”

 

“Nono! Le mie mani stanno bene, sono morbidissime, non indosserò nessun guanto orrendo.”

 

In realtà, aveva un taglio sul palmo della mano destra, e una leggera escoriazione sul gomito sinistro.

 

Harry alza un sopracciglio, e allunga una mano per aiutare Louis ad alzarsi. Louis accettare ed è pronto a lasciarla andare, quando Harry stringe la presa e lo tira a sé.

 

Louis annaspa per un secondo, e allunga l’altra mano per mantenersi in equilibrio. E questa finisce, porca merda, sul petto solido e forte di Harry, e gli ci vuole un secondo per realizzare che l’altra mano del ragazzo è appoggiata sul suo fianco. Si sente già accaldato, e si sta già iniziando a chiedere dove cazzo li porterà quella situazione, quando Harry gli volta la mano palmo in su, e la studia finché non vede i piccoli tagli. Con una faccia soddisfatta, abbassa lo sguardo - è così alto, Cristo Santo- verso Louis. Sembra voglia dire qualcosa, o fare qualcosa, anche se non si muove per un lungo momento, e poi all’improvviso si scansa.

 

Louis stava quasi - solo quasi - per gemere, e poi Harry gli lancia un paio di guanti.

 

“Metti questi principessa, non voglio che le tue manine delicate siano piene di tagli dopo il primo giorno.”

 

E con ciò, si volta, afferra il sacco, e si dirige di nuovo al punto dove erano rimasti.

 

Louis rimane lì in piedi, con i guanti stretti al petto, e respirando più affannosamente di quanto avrebbe mai ammesso. Dopo un momento, si porta una mano alla guancia, sentendosi mortificato quando si accorge che è ancora in fiamme.

 

Principessa?

 

Che cazzo.

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Il resto della giornata passa tranquillo, anche se la testa di Louis vortica.

 

È piuttosto certo che ha appena flirtato con un uomo impegnato.

 

Un uomo con un fidanzato, nondimeno.

 

Lui e Harry finiscono le rispettive file abbastanza velocemente, e Louis si fa un appunto mentale in cui si sforza di non flirtare. Non ha intenzione di finire invischiato con qualcuno di fidanzato, e poi Zayn gli sta simpatico, non vuole ferirlo.

 

Una parte di lui è delusa, perché non vuole pensare che Harry sia il tipo di persona che flirta con qualcuno di diverso dalla sua persona.

 

Sospira, si sfrega il volto mentre si dirige dal campo al negozio. Era lì da solo due giorni. Due giorni cazzo.

 

Quando torna al negozio, non c’è nessuno al bancone, entra nell’area di imballaggio per trovare Zayn, Liam e Niall in tre diverse postazioni, cantando Tubthumping.

 

Louis ridacchia, li guarda per alcuni secondi, prima di unirsi a loro. Quando il resto dei ragazzi lo notano, lo salutano con un gioioso ‘heeeyyyy!’ prima di continuare.

 

Louis si mette di fronte a Niall e inizia ad aiutarli, e i suoi tumultuosi pensieri di poco prima sono dimenticati.

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29 Agosto.

 

Il giorno seguente, Harry ha appena finito di raccogliere le Ginger Gold che avevano iniziato il giorno prima, quindi Louis si mette con Niall e Zayn in negozio.

 

Decide anche di dimenticarsi dell’incidente del giorno prima, perché non conosce Harry, per ciò che lo riguarda, sembra che Harry sia piuttosto avvezzo al flirtare, quindi probabilmente non voleva dire niente di ché con quella battuta.

 

Nessun secondo fine.

 

Comunque, il giorno passa lentamente, niente di eclatante accade, a parte Zayn che diventa sempre più frustrato riguardo ad ogni cosa.

 

Ad un certo punto, sembra pronto a gridare ad un cliente - che si stava comportando da stronzo-, ma per fortuna Niall si mette in mezzo e salva la situazione prima che diventi antipatica. Zayn se ne va in ufficio per darsi una calmata, e Louis aspetta finché l’ultimo cliente se ne va per chiedere che cosa succede.

 

Niall gli fa le spallucce. “Non so, amico, è arrivato abbastanza silenzioso, ma non ho idea di quale sia il problema.” Sospira. “È stressato, ne sono certo.”

 

Louis aggrotta la fronte. “Stressato?”

 

Niall annuisce e si siede sullo sgabello dietro al bancone. “Sì, amico, problemi di affari, sai?” Appare più stanco di quanto probabilmente volesse mostrarsi. “Stiamo nel giro da circa cinque annetti, è…cerchiamo ancora di capirci qualcosa, e ogni tanto è pesante.”

 

Fa una smorfia. “Ho cercato di tenere Harry lontano dal negozio per tutto il giorno; preferirei non dover avere a che fare anche con le loro litigate passivo aggressive oggi.”

 

Louis sospira, forse le cose non vanno benissimo tra i piccioncini. “È così brutta la storia?”

 

Niall fa un gesto rilassato. “Non così orrenda quando sono leggermente arrabbiati e non furiosi, è solo fastidioso capisci? Iniziano a battibeccare e sembra come se fossero insieme da cinquant’anni invece che…venti.”

 

Louis ridacchia, poi si volta e continua a mettere i prezzi sui vari barattoli, Niall continua.

 

“Dovresti sentirli litigare sul serio, amico. Possono andare avanti per ore, insultandosi a vicenda. Mi preoccuperei se non sapessi che poi risolvono tutto nel salotto di casa di Harry a fumare un po’, mentre parlano dell’universo.”

 

Louis quasi si strozza, e si volta fissare Niall con occhi spalancati. “Aspetta ragazzi, voi…”

 

Niall si lascia andare ad una risata liberatoria. “Dio, per favore non dirmi che sei contro la marijuana, la fumiamo solo ogni tanto; voglio dire, siamo tutti sulla ventina, viviamo nel bel mezzo del nulla, abbiamo un lavoro che richiede un po’ di relax ogni tanto. E sballarsi un po’ aiuta, amico.”

 

Louis annaspa, poi scuote la testa, facendo finta di essere deluso nonostante il ghigno sul volto. “E qui l’intera città pensa che siate angeli, anche mio zio pensa che siate dei doni di Dio.”

 

È vero, ogni volta che li ha nominati, suo zio ha sempre avuto qualche storiella da raccontare di Harry che lo ha aiutato con il lavoro nei campi senza chiedere un compenso, o di come Liam ripara i veicoli di chiunque glielo chieda e tutto ciò che chiede è una visita al frutteto.

 

E se non ha una storia, ci si mette sua zia, raccontando di Zayn che fa volontariato locale, sia benedetto. O quando Niall si ferma a parlare con le vedove al café, e regolarmente le va a trovare durante il loro appuntamento abituale.

 

Sembra che l’intera città sia incantata da loro.

 

Niall grugnisce, e afferra uno dei contenitori. “Lou, noi quattro siamo tutti più o meno gay, ci sballiamo ogni tanto, e imprechiamo come marinai, e l’ultima cosa che vogliamo essere è un dono di Dio, cazzo.” Louis ride, sentendosi molto più leggero per aver ottenuto una risposta simile.

 

“Contane cinque, Niall, per ogni categoria.”

 

Niall sorride malizioso, e annuisce. “Bene, non ero certo di sapere come sentirmi se avessi dovuto lavorare con uno etero.”

 

Louis continua a ridere, rendendosi conto che potrebbe creare qualcosa di bello in quel posto.

__________

I giorni seguenti trascorrono pressoché allo stesso modo, anche se c’è una tranquillità che prima non c’era, che Louis è certo derivi dal discorso che ha fatto con Niall. Ovviamente, Niall continua ad essere Niall, e ha raccontato tutto agli altri, ed è notevole come il livello di comfort - che era già alto all’inizio - sia aumentato.

 

Niall e Zayn lo fanno lavorare nell’area di imballaggio, e per alcune ore un giorno, aiuta Liam a riorganizzare un po’ di cose nella cella frigorifera.

 

Louis ci sta prendendo la mano, anche nei lavori fisici, e mentre la prima settimana di lavoro giunge al termine, e non deve tornare fino al lunedì della settimana seguente, si sente quasi triste.

 

Prima di andarsene venerdì, Harry lo prende da parte e lo ringrazia sinceramente per il suo aiuto. Louis in qualche modo si mantiene calmo di fronte alla faccia stupidamente bella di Harry; ma ce la fa, poi però Harry lo abbraccia. Louis è in uno stato di confusione e piuttosto deluso di dover aspettare fino a lunedì per rivederlo.

 

Si sente male perché ha praticamente ignorato gli zii per tutta la settimana, ma ora anche i cugini sono a casa, quindi trascorrerò il weekend con loro.

 

Alcune volte, trova la zia a fissarlo con aria strana, ma decide di non darci pesi. Si sente bene, felice e più leggero di come si sia mai sentito in anni, e se a lei sembra strano, si dovrà mettere il cuore in pace.

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4 Settembre. 8:00 AM.

 

Quando Louis arriva Lunedì, si incontra con Zayn che gli dice che lui ed Harry inizieranno ad impacchettare il loro prossimo grosso ordine, che consiste in una marea di mele Honeycrisp per il giorno seguente. Quindi, è il giorno fortunato di Louis, si trova ad aiutare Liam con le balle di fieno per i giri in trattore che organizzeranno nelle due settimane precedenti ad Halloween.

 

Louis fissa Zayn per circa trenta secondi dopo che gliel’ha detto, la sua mente torna al giorno in cui gli avevano spiegato esattamente quanto lavoro occorreva per preparare le balle di fieno, e Zayn ghigna e gli lancia un paio di guanti. Orribili e puzzolenti guanti da lavoro che sono sicuramente troppo grandi per Louis.

 

“Divertiti, ti penseremo.” Louis grugnisce e esce dal negozio seguito dalla risata divertita di Zayn.

 

Louis sbuffa. Forse Zayn ed Harry sono davvero una coppia perfetta, perché entrambi sono due stronzi.

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Quando Louis arriva nel campo, Liam lo accoglie con un saluto entusiasta e un sorriso che lo fa sembrare un cagnolino, Louis non può essere scontroso con lui.

 

“Buongiorno Lou, pronto per lavorare?” Louis ride.

 

“Non so, non sembra proprio che faremo un picnic, vero?” Risponde Louis.

 

“Non è male, Zayn è solo melodrammatico. Inoltre, non inizieremo a preparare le balle almeno per qualche altra ora, dobbiamo aspettare che il fieno si asciughi.”

 

“Quindiiii….cosa facciamo nel frattempo?”

 

In quel momento, Liam ghigna, proprio come fa Harry, e Louis si ricorda di nuovo quanto a lungo tutti quanti sono amici, “Andiamo a dissotterrare le patate.”

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Raccogliere patate, decide Louis, è assolutamente il peggior lavoro in tutto il mondo.

 

Ha le Vans piene di fango, le ginocchia dei suoi jeans di Stella McCartney praticamente nuovi, sono permanentemente macchiati, e se solo vedesse un altro insetto ne morirebbe. Ovviamente, Liam chiacchiera per tutto il tempo, e Louis ne è meravigliato. Sta parlando di sua sorella Ruth al momento, e prima gli aveva raccontato del suo cane. Louis è sorpreso perché dall’aspetto Liam dovrebbe essere…meno tenero. Che cosa sono tutti quei muscoli sporgenti e quella dannata mandibola?!

 

Louis sbuffa mentalmente. Cazzo, è anche gay.

 

Verso le dieci, Louis è pronto per dire a Liam che ne ha abbastanza con quelle patate per quella giornata - forse per ili resto della sua vita, ha intenzione di imporsi - quando vede Harry dirigersi verso di loro.

 

E sì, si accorge subito che è Harry. Anche se ciò che vede è solo la vaga sagoma di una persona. Si odia, davvero.

 

Quando li raggiunge Harry sorride, indossa dei jeans che lasciano poco all’immaginazione, e proprio come Liam, una T-shirt super attillata. Quella giornata sarà la morte di Louis.

 

Harry lancia un sorrisetto a Louis, e un ‘buongiorno principessa’, prima di parlare con Liam. “Pronti ad iniziare? Ho guardato il fieno ed è asciutto.” Liam annuisce, si alza e si toglie un po’ di terra dai pantaloni.

 

“Sì, siamo pronti.” Guarda Louis, e ghigna. “Louis forse è più che pronto per farla finita con le patate.” Harry ride, e Louis borbotta, e si alza.

 

“Odio entrambi, sul serio.” Harry ridacchia ancora, e avvolge un braccio sulle spalle di Louis mentre si dirigono al campo di fieno, dove il trattore il sta aspettando agganciato ad uno strano macchinario e una specie di carrello.

 

“Awwwwm no, non è vero, o almeno, non odi Liam. Nessun può, guarda com’è sexy.” Liam gli lancia uno sguardo poco impressionato, e lo manda a quel paese. Ovviamente, Harry non fa una piega, e continua a ridere. “Ho una domanda fondamentale però, pronto?”

 

Louis lo guarda, confuso, più che convinto oche la domanda non sarà in alcun modo rilevante. Harry continua ad essere contento e Louis pensa a quanto Niall gli ha detto il primo giorno, ed è d’accordo. Harry è totalmente matto.

 

“Allora, visto che sei minuscolo-“ ignora il verso di protesta di Louis, “-sono certo che tu non vorrai impilare le balle di fieno, il che mi fa chiedere questa domanda, sai guidare il trattore?”

 

Si fermano di fronte al mezzo, un trattore blu che è molto più intimidatorio di quanto voglia ammettere. Fa una smorfia.

 

“Um. No, non so guidarlo.”

 

Harry annuisce, senza ombra di sorpresa. “Immaginavo, quindi, vuoi imparare? O preferiresti impilare una balla alla volta e soffrire mentre io e Liam ne carichiamo quattro?”

 

Louis emette un altro verso di offesa, e dà una pacca sulla spalla di Harry. “Harold.”

 

Harry si scosta, togliendo il braccio da Louis. Louis non ammetterà mai che gli manca quel contato. No.

 

“Lo prendo come un no.”

 

Louis sospira. “Va bene, guiderò il dannato trattore.”

 

Harry, perché è un pezzo di merda, gli indica il trattore con aria drammatica, si inchina. “La sua carrozza l’attende, sua altezza.”

 

Louis sbuffa, cercando di trattenere il sorriso mentre si arrampica sul mezzo. “Sei uno stronzo Styles, come mai piaci a tutti.”

 

Harry lo segue, girando il cappello in modo che la visiera stia sul retro. “Perché sono affascinante, tesoro. Ora, sbrighiamoci prima che Liam inizi ad urlare.”

 

Si volta, e chiede a Liam, che è seduto sul bordo del vagone posteriore. “Pronto Liam?” Il ragazzo annuisce.

 

“Sbrighiamoci H, prima che diventi un forno qui fuori.” Harry gli fa un cenno e si volta verso Louis.

 

“Okay principessa, incominciamo.” Gira la chiave e il trattore si accende, rumoroso e tremante e come cazzo farà Louis a guidarlo?!

 

“Um..Harry…” lancia al ragazzo uno sguardo incerto, le sue mani sono ad un centimetro dal volante, come se avesse paura di essere morso, e Harry lo zittisce.

 

“Va tutto bene, tesoro, è come una macchina; l’unica grossa differenza è che dovrai fare delle grosse virate.” Indica il piede dentro di Louis. “Lì c’è l’acceleratore, e i freni, come una macchina.” Poi indica una leva alla destra di Louis, che sembra muoversi a zig-zag, con diversi numeri sopra. “Quello è il cambio, vuoi mantenerlo sempre in seconda, non vuoi andare più veloce di me e Lì.” Poi indica un’altra leva alla sinistra del volante, che si muove su e giù. “Questo è per la velocità, tienilo sempre in mezzo.” Poi indica l’ultima manovella a sinistra. “E quello è per mettere in moto l’imballatore.” Osserva Louis, che lo sta fissando terrorizzato.

 

“Tesoro andrai benissimo, facciamo un paio di minuti insieme, per sistemare la velocità; dopo di che, se hai problemi premi il freno e sarò subito da te, ok?”

 

Louis annuisce, ancora piuttosto incerto. “Okay…non incazzarti però..se rompo qualcosa, ok?” Ride, cercando di scrollarsi di dosso un po’ d’ansia.

 

Harry gli sorride, così dolcemente che a Louis occorre un minuto per ricordarsi come si respira, poi Harry si avvicina per scostare la frangia dalla fronte di Louis.

 

Il suo cuore quasi si ferma.

 

“Andrai benissimo, te lo prometto.”

 

Aspetta che Louis annuisca, totalmente concentrato, poi si volta e fa il pollice in su a Liam. Aspetta che l’altro gli risponda con lo stesso gesto poi annuisce a Louis. “Okay, accendi l’imballatore, voltati e aspetta che Liam lo sistemi, poi imposta la marcia e vai.”

 

Louis annuisce e fa come gli è stato detto, piuttosto sorpreso quando il macchinario inizia a funzionare invece di esplodere.

 

Harry lo aiuta per le prime due fila di balle, come aveva detto, insegnandogli a prendere le curve larghe, poi aspetta che ci prenda la mano, prima di saltare giù dal trattore e salire sul vagone dietro per aiutare Liam.

 

È in totale tensione dopo che Harry se ne va, ma Louis segue i consigli che gli aveva dato, e va tutto bene. Le cose funzionano meglio di quanto avesse pensato, e alla fine è abbastanza tranquillo da girarsi e controllare che le cose stiano proseguendo senza intoppi come Harry gli aveva detto che avrebbe dovuto fare. Ogni volta, deve girarsi di nuovo per mantenere una linea retta, perché ogni volta che Harry solleva una balla di fieno i suoi muscoli delle braccia si tendono, e del sudore gli si sta formando sul collo, e sembra uscito da uno dei sogni più erotici che Louis abbia mai fatto, ma in versione migliore.

 

Louis inizia a pensare di non sopravvivere per i prossimi mesi.

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