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Autore: Blue_Rainbow592    23/03/2020    0 recensioni
Tanti millenni or sono, Unilia madre di tutti gli dei, creò dalla Luce da cui era stata generata, la Terra, la plasmò in modo che le montagne s'innalzassero verso le nuvole con le loro teste canute, che i fiumi scorressero impetuosi come il sangue nelle vene, che l'erba fosse rigogliosa e di un verde così ricco da sembrare smeraldo, che le foreste fossero piene di ogni albero di ogni forma e grandezza, che le colline si innalzassero come dolci rigonfiamenti della terra stessa, che i deserti fossero delle magnifiche distese di sabbia arancio scuro, ricche di oasi sotto cui far riposare i cammelli ormai stanchi e che i mari fossero privi di tempeste. Finita la propria opera, Unilia piantò quattro alberi sacri, uno per ogni punto cardinale e li mise a guardia della propria creatura
Genere: Avventura, Dark, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Prologo

Tanti millenni or sono, Unilia madre di tutti gli dei, creò dalla Luce da cui era stata generata, la Terra, la plasmò in modo che le montagne s'innalzassero verso le nuvole con le loro teste canute, che i fiumi scorressero impetuosi come il sangue nelle vene, che l'erba fosse rigogliosa e di un verde così ricco da sembrare smeraldo, che le foreste fossero piene di ogni albero di ogni forma e grandezza, che le colline si innalzassero come dolci rigonfiamenti della terra stessa, che i deserti fossero delle magnifiche distese di sabbia arancio scuro, ricche di oasi sotto cui far riposare i cammelli ormai stanchi e che i mari fossero privi di tempeste. Finita la propria opera, Unilia piantò quattro alberi sacri, uno per ogni punto cardinale e li mise a guardia della propria creatura. A nord vi era un abete così grande da poter ospitare sulla propria chioma una città intera, fu chiamato l'Abete delle Sette Spade, ad est vi era un ciliegio dai petali rosati su cui fu edificato un tempio in onore della dea stessa, lo chiamarono l'Albero di Entaia secondo nome della dea, ad ovest nacque la Sequoia dei Venti così alta da poter toccare il cielo con i rami più alti, mentre a sud crebbe l'albero simbolo della dea, l'acero, a cui fu affidato il compito di preservare tutta la magia e di combattere l'Oscurità.

Dopo la terra, Unilia creò gli animali, centinaia di migliaia, uno più bello dell'altro e ad essi diede il compito di congiungersi con la natura e la terra stessa in modo da beneficiare di essa e allo stesso tempo di ricambiare il favore concimandola. Stanca della solitudine, in seguito, la dea decise di creare qualcosa che andasse ben oltre gli animali e le forme di vita più semplici, così decise di dar vita a degli esseri pensanti. Creò così gli elfi. Questi, dopo alcuni anni, decisero di spargersi per tutto il mondo adattandosi ai luoghi a loro scelti e dividendosi in cinque casati, uno per ogni punto cardinale e per ogni albero e ognuno con il nome del proprio fondatore. Ad est viveva il casato degli Entaia, formato da elfi di un'intelligenza straordinaria, le loro menti erano puntate verso le stelle, la terra e tutto quello che non si poteva spiegare senza uno studio accurato, erano interessati pure ai problemi che affliggevano le terre di Un e l'uomo stesso. Il casato Entaia divenne così il cuore pulsante dell'economia e del governo. Erano un esempio di democrazia perfetta, non vi erano guerre né scontri, ma solo dibattiti tra uomini e donne colte. Chi voleva studiare si recava nelle scuole della capitale e chi voleva recarsi da un buon medico chiedeva sempre degli Entaia. A nord si erano stanziati gli Zornir, un popolo di guerrieri, capaci di resistere alle temperature più estreme. Il loro esercito era il più potente mai visto capace di sconfiggere anche il nemico più potente. Essi vivevano tra le montagne, lontani da coloro che governavano nelle pianure dell'est. Tra di loro governavano solo i comandanti più potenti e ricchi per generazioni intere.  Ad ovest vivevano gli elfi di Wyren, abitanti delle foreste più folte e misteriose. Il loro spirito era indomito e coraggioso. Tra di loro si potevano contare i più grandi esploratori ed avventurieri. Erano liberi, non esisteva un governo, non esistevano leggi se non quelle della natura, eppure il casato Wyren era il più pacifico in assoluto. Il centro era abitato dal misterioso popolo degli Isaer, abitanti del deserto e esperti di magia, divisi in dodici tribù governate da uno sciamano. Infine, a sud vivevano i Lajer, gli elfi più cari alla dea. Essi vivevano nel sottosuolo, proprio sotto alle radici dell'Acero di Unilia. Il loro legame con la natura era uno dei più forti mai visti. Loro vivevano in comunione con la terra e la dea stessa, tuttavia, erano pochi e sempre molto timidi nei confronti delle altre razze.

Per secoli le creature di Unilia vissero in pace e in armonia, finché non apparvero altre creature, nate dalla fossa più oscura di Un, bestie feroci e invincibili, così orribili da far tremare coloro che incrociavano i loro sguardi. Erano il terrore di ogni elfo o creatura vivente. Tuttavia, Unilia strinse un patto con loro. Le fu promesso il riposo in cambio di Un. Volevano governare i territori degli elfi come aveva sempre fatto la loro creatrice per secoli interi. Tentata da questa promessa, Unilia accettò il patto e si ritirò nel luogo più a nord esistente, ancora più lontano dalle montagne che erano considerate il confine tra il mondo umano e il mondo divino, in un luogo in cui i due soli e le lune sembravano un tutt'uno con la terra. Unilia iniziò così la sua comunione con la terra e scomparve per sempre dalla faccia della terra.

Intanto, i nuovi sovrani di Un avevano già preso il possesso degli Alberi che da quel giorno iniziarono a perdere le foglie. Caddero sulle teste degli orchi, ma questi si limitarono solo a raccogliere le foglie argentee da terra, felici di essersi arricchiti ancor di più. 

Con il tempo, tutti si abituarono al governo degli orchi, tutti tranne Un stessa. Gli Alberi continuavano a perdere le foglie di anno in anno, una all'anno. Lentamente i loro rami iniziarono a diventare spogli e i loro tronchi iniziarono a trasudare resina come se fosse sangue. Gli orchi iniziarono a fare degli studi su di essi, senza riuscire a capire come mai perdessero le loro foglie senza mai fermarsi, ma allo stesso tempo gioivano per la ricchezza che quelle piante donavano a tutti loro.

Iniziò così la fine dell'età dell'oro per Un. La prosperità sparì totalmente. La terra iniziò a seccarsi, a non produrre più i propri frutti. Le piante iniziarono a sfiorire e a marcire, ma nessuno se ne accorse fin da subito, pensarono solo che fosse un periodo di carestia come un altro, anche se si protrasse per anni.


Angolo della scrittrice

Prima di tutto, vi ringrazio per esservi soffermati su questa storia e aver impiegato il vostro tempo nel leggerla. Questa storia è nata circa undici anni fa tra i banchi di scuola. Inizialmente era una raccolta di fiabe, tra la quale vi era proprio una intitolata "Il mondo degli elfi", la quale raccontava di una dea che, stanca della solitudine, aveva deciso di creare un mondo proprio. Con gli anni, la storia è riuscita a sopravvivere tra drive e quaderni di appunti. Dopo dieci anni, mi sono convinta che il destino voleva che io sviluppassi questa idea, dal momento che "Il mondo degli elfi" era l'unica fiaba sopravvissuta al tempo. Così decisi di sviluppare l'idea, creando "Il canto di Un". 
Spero che questo brevissimo prologo vi sia piaciuto e spero che qualcuno di voi voglia farmi sapere cosa ne pensa. Grazie ancora!
 
   
 
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