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Autore: clairemonchelepausini    23/03/2020    0 recensioni
Una serata con gli amici, qualche bicchiere di troppo ed eccolo... il famoso Niall Horan coinvolto in un scommessa che non avrebbe mai fatto e che di certo non intendeva perdere, anche se tutto era contro di lui.
Ed è così che entra in gioco Emma Williams, una giovane donna che ama la vita, il pizzo, i vestiti; una stilista in grado di farsi ricordare con le sue meravigliose creazioni.
Due opposti che si attraggono, due mondi e due persone completamente diverse che il destino farà incontrare e... Un'avvincente storia d'amore.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sveglia del telefono suonava e nessuno sembrava darle retta, eppure quando qualche minuto dopo partì "Galway Girl" di Ed Sheeran una mano si allungò verso l'apparecchio e aprì gli occhi.
Emma faceva fatica a svegliarsi come le persone comuni con il suono della sveglia, lei aveva bisogno di canzoni per iniziare bene la giornata e quel giorno toccava al rosso darle la carica giusta. Si stiracchiò, lasciò che ogni parte del suo corpo vibrasse fino a quando ogni osso riprese vita e poi, immancabilmente, sentì una voce roca parlare.
«Buongiorno bellissima» ed Emma sorrise a quell'affermazione che, dopotutto ostentava a credere.
Ma Emma lo era. Oh, lo era davvero tanto, ma qualcosa dentro di lei la portava a non crederle.
Alzò gli occhi cercando di abituarsi alla luce e mentre portava la mano in aria, un piccolo volatile verde con il petto rosso si avvicinò e si poggiò sulle sue dita.
Si sporse verso di lui, delicatamente fece passare un dito sulla sua testolina sentendo garghii come apprezzamento di quelle attenzioni.
«Oh Jhonny, se tutti gli uomini fossero come te» esclamò sospirando tirandosi su e avviandosi in cucina per la sua ricca colazione che, come tutte le mattine, non sarebbe mancata.
Ecco la seconda o meglio la terza cosa di cui Emma non poteva fare a meno: il cibo. Ingurgitava di tutto, era la classica ragazza di buona forchetta, ma tutti si chiedevano dove finiva il cibo che mangiava; tra l'altro c'era da dire che odiava lo sport. Beh, ovviamente se non si contava quello che faceva dal divano al tavolo per prendere il telecomando e ritornare a sedersi.
Era così concentrata da non accorgersi nemmeno che la porta si era aperta e che una furia dai capelli castani si era palesata nella sua cucina.
Emma sorrise vedendola agitata di primo mattino; quando lei era ancora in pigiama e il suo cervello non connetteva, la sua migliore amica Shay era di tutt'altro parere.
«Calma. Calma. Non ho nemmeno ancora preso il caffè» sbuffo lei, alzando gli occhi al cielo e spostando con movimento frenetico i capelli all'indietro.
«Io sono sveglia da...» iniziò a dire, ma guardò il suo orologio per essere precisa e riprese.
«Esattamente da tre ore e tu... sei ancora in pigiama, cosa che ti avevo già detto di buttare perché... è imbarazzante soprattutto per chi ama la moda ed è una stilista»
«Una stilista non famosa vorresti dire?»
«Dettagli» affermò Shay alzando le mani convenendo che il discorso non ammetteva repliche per poi squadrarla di nuovo.
«Un giorno di questi ti toglierò le chiavi» disse borbottando Emma, mentre portava alla bocca la sua tazza di latte dove prima aveva immerso un biscotto al cioccolato.
«Che dici?», ma non le dette nemmeno il tempo di ribattere che ritornò alla carica.

"Ma era troppo chiedere una colazione tranquilla?" si domandò, ma sapeva che quella era la sua routine.

Emma e Shay si conoscevano da anni e se c'erano cose che cambiavano la loro amicizia non erano tra quelle; nemmeno la mora che straparlasse e la sua inseparabile giacca di pelle nera.
Voleva sbatterla fuori di casa, lo avrebbe fatto davvero se non ci fosse un certo codice dell'amicizia tra le due e, che in quel momento stava urlando per farsi ascoltare.
Era così presa che non si accorse di stare gesticolando e spostava il peso da una gamba all'altro stritolando le sue mani, cosa che faceva quando era nervosa e... Beh, in quel momento lo era tanto.
«Frena, frena.... Torna indietro» alla fine fu costretta a dire Emma, anche se questo significava farle ripetere tutto. Shay Singh era un avvocato, uno di quello che faceva il culo a tutti e non aveva paura di aggredire la controparte se aveva ragione e... oh, era la ragazza che non le mandava a dire, ma si metteva in prima linea per urlarle.
Così iniziò la sua mattina, senza caffè, con Jhonny nascosto chissà dove e lei che doveva subirsi gli scleri della sua migliore amica. No, non c'era niente di meglio o forse sì e si chiamava disegnare, tagliare e creare un nuovo modello. La sua felicità era sentire la stoffa sotto le mani, l'ago che s'infila tra i tessuti e infine la magia di creare l'abito dei propri bozzetti.


Quella mattina sembrava non finire mai, aveva servito più di dieci clienti ed erano solo le undici, ma la signora Agatha - la proprietaria della boutique - non c'era e quindi tutto il lavoro ricadeva su di lei. Oh, no che Emma si stesse lamentando, ma voleva, anzi sentiva la necessità di dar voce ai suoi modelli e realizzarli, ma quel mattino non era riuscita nemmeno a prendere in mano una matita.
«Benvenuti alla Fashion dreams Boutique, come posso aiutarvi?» domandò cordialmente a due ragazze che non potevano avere più di sedici anni e che di certo non potevano permettersi quegli abiti, almeno che non avessero la carta platino del papà.
«Noi stavamo cercando...» farfugliò una delle due, chiedendo aiuto all'amica, che appena vide il prezzo di una semplice maglietta strabuzzò gli occhi.
«Ehm... ci scusi, noi...» iniziò l'altra tirando l'amica per il braccio cercando di comunicarle che dovevano andarsene.
Emma ci sapeva fare, ormai dopo anni che lavorava lì, riconosceva la gente dai soldi da chi aveva cura per l'aspetto, da chi amava i vestiti e non poteva permetterselo.
«Stavate cercando un regalo?» chiese dolcemente sorridendo, tanto che le due ragazze la guardarono e si rilassarono.
Preso coraggio le raccontarono tutto, quando all'improvviso lo sguardo di Cecile, così disse di chiamarsi, cadde su una stoffa ripiegata a casaccio che si trovava dentro una busta vicino la cassa.
Emma seguì il suo sguardo e quando la vide sorrise.
Era un vestito che aveva disegnato dopo una leggera sbronza e che Rose aveva emesso il veto su chi delle tre dovesse indossarlo.
«Ti piace?»
«La stoffa è bellissima, ma...»
«Non è in vendita» concluse l'amica rattristandosi. Voleva fare qualcosa, ma non era un capo finito, e... non avrebbe nemmeno potuto venderlo.
«Quando vi serve?» si ritrovò a chiedere, non credendo nemmeno lei alla voce che uscì fuori, leggermente più acuta del solito.
«Per... per la prossima settimana»
«Che cosa avevate in mente?»
Cecile e l'amica, Gina o Georgia, un nome che Emma non ricordava, si guardarono e con occhi fiduciosi iniziarono ad esporle la loro idea. Oh, e che idea pensò lei. Potevano dire tutto di Emma, ma quando si parlava di abiti, il suo cervello era più veloce della luce e, così in poco tempo si trovò a fare uno schizzo su un foglio di carta e a mostrarlo alle ragazze sperando che esaudisse la loro richiesta.
Stava sbagliando? Dannazione sì, ma vedere i loro visi così felici... non c'era paragone, ma come lo avrebbe spiegato ad Agatha? L'anziana donna sarebbe stata entusiasta che finalmente Emma si decidesse a farsi avanti e a esporsi. Lo sapeva, ma la paura di fallire era più forte di qualsiasi altra certezza.
Si misero d'accordo su ogni dettaglio e infine le due amiche abbracciate si avviarono verso l'uscita del negozio.
«Oh, sarà felicissima. Te la immagini con indosso quel vestito? Un compleanno da favola» udì la voce più calma delle due, mentre lentamente si allontanavano e nella testa di Emma si accese una lampadina.

"Oh maledizione" esclamò saltando in aria, ricordando che quel mattino si sentiva strana come chi dimenticava qualcosa.

Prese velocemente il telefono dalla borsa, lo sbloccò e vide a caratteri cubitali la data.

"No, non era possibile" affermò ancora con occhi sbarrati.

Non si dimenticava mai un compleanno. Non lei.
Schiacciò il tasto delle chiamate rapite, non prima di aver visto l'orario e subito una voce chiara rispose.
«Shay, sono io»
«Emma?» domandò stupita, mentre allontanava il telefono per controllare meglio il nome che affacciava sul display.
«Maledizione a te, noi...»
«Calma l'entusiasmo» affermò ridendo, lasciando scivolare una mano tra i capelli e l'altra sulla gonna.
«Shay, abbiamo dimenticato che giorno è oggi?», non era una domanda, ma un'affermazione, anche se non fu come apparse.
Il silenzio calò, almeno fino a quando la mora non si sporse verso la scrivania per osservare il calendario pieghevole; 27 Settembre.
«Oh cazzo!» esclamò con molta delicatezza, tanto quanto bastò per far sorridere Emma e farle alzare gli occhi al cielo.
In pochi minuti Shay fu attiva e in men che non si dica organizzò il compleanno per la loro amica Rose che, come sempre non sospettava nulla.
Erano le due amiche più fottutamente fortunate del loro trio perché... se Emma dimenticava qualcosa, lo sistemava entro la sera, se fosse successo a Shay... lei aveva la fortuna di non dimenticare nulla, invece Rose, Beh... lei non aveva nessuna fortuna.
«Mi raccomando Emma, per stasera... solo per stasera esci dagli schemi» la supplicò e non bisognava spiegarle cosa intendesse, eppure si ritrovò a chiederlo.
«Rose apprezzerà di certo. Ti prego non essere Emma la perfettina ma Emma Williams una ragazza folle per una notte» si ritrovò a dire, mentre la diretta interessata sbuffava sonoramente.
Shay non aveva mai perso le speranze, anche se l'amica gliene aveva dato di opportunità per farlo.
«E ricordami... quando mai lo sono stata?»
«Appunto» costatò, chiudendo la chiamata poco dopo aver sistemato le ultime cose.

Emma era appena passata davanti allo specchio storcendo la bocca, quel vestito non le piaceva, quei tacchi non le stavano bene e quel trucco... No, quello andava bene. Aveva deciso di uscire dagli schemi e quindi quella sera per l'occasione aveva indossato una gonna corta bianca con fiori neri e un top nero con uno scollo a cuore. Ecco, era un look che faceva risaltare troppo la sua figura e lei era il tipo da non volere quell'attenzione addosso.
Poco convinta spinse le porte del pub ed entrò e non ci mise molto a rintracciare la sua amica.
«Sei bellissima» affermò con occhi lucidi, amava vederla vestita in modo così... poco da lei.
«Solo tu puoi emozionarti per il modo in cui mi vesto» la prese in giro, attirandola a sé e circondandola con un abbraccio.
«Non dovrei essere io a ricevere questo trattamento?» domandò Rose schiarendosi la voce e guardandoli sorpresa.
Quella sera ognuno di loro era uscito dagli schemi, se per Emma era stato difficile sicuramente mai quanto Rose poiché preferiva i suoi maglioni caldi e qualsiasi indumento le coprisse quelle meravigliose forme che doveva portare con orgoglio.
«Little sunshine» dissero all'unisono le due more con timbro fiero e sorpreso, perché di solito ci mettevano una vita a convincerla a essere un po' più sexy.
Rimasero per alcuni secondi abbracciate in cerchio, la gente iniziava a osservarle prendendole per pazze, ma a loro questo non importava.
Si scambiarono i regali e... Beh, c'era da dire che la loro amicizia era così vecchia che ormai avevano finito con i regali di sorpresa e avevano iniziato con quelli che non vorresti mai ricevere se non dalla tua migliore amica.
«Buon compleanno» gridarono insieme, abbassando gli occhi e la voce solo dopo essersi resi conto di avere gli occhi di tutti verso di loro.
Eppure quella sera non erano l'unico gruppo a fare casino. No, perché non molto lontano da loro c'erano un gruppo di amici che stavano festeggiando – sicuramente qualche evento - perché avevano parecchie birre sul tavolo e delle voci che senza dubbio attiravano l'attenzione.
Oh ma quella sera sarebbe stata solo la loro, niente ragazzi, niente appuntamenti, tuttavia era solo quello che stava pensando Emma, ma di certo non Shay.
«Dobbiamo fare qualcosa che... non dimenticheremo mai»
«Io passo» affermò subito Rose ridendo e prendendo un sorso del suo cocktail preferito.
«Ed io... per stasera ho dato con il mio look»
«Siete davvero così noiose» ammise Shay afflosciandosi sulla sedia e guardandosi intorno.
I suoi occhi, proprio come quelle delle amiche ricadevano su quel tavolo di ragazzi che sicuramente sapevano divertirsi.
«Ammettilo, Shay ti ha obbligato a vestirti così, ti ha minacciato che se non avessi indossato qualcosa di appropriato ti avrebbe rimandato a casa a cambiarti?» provò a indovinare, ma non si allontanò molto.
«Non proprio, mi ha detto che se non avessi indossato un vestito fuori dagli schemi sarebbe salita sul balcone del pub e avrebbe urlato a tutta Londra che fossi la festeggiata in cerca di...»
Emma sgranò gli occhi, talvolta non riusciva a credere come fossero amiche. Shay era il suo opposto, per non parlare di Rose, eppure la loro amicizia era così profonda che niente e nessuno l'avrebbe rovinata.
L'amica non stava prestando tanta attenzione, eppure di quel discorso colse solo l'ultima parte e... Beh, non poteva non dire la sua.
«Sesso. Le ho detto che se non l'avrebbe fatto, avrei detto a tutti che era alla ricerca di sesso, oh sì, sesso selvaggio di quello che...» ma le due amiche la interruppero prima che si lasciasse a descrizioni alquanto imbarazzati.
«Io non capisco perché vuoi che noi ci sistemiamo quando tu sei quella più persa di noi» ribatté Emma, lasciando Rose a sogghignare e Shay a guardarla alzando le sopracciglie.
Sì, persino lei si diede della stupita per averle fornito un motivo per tartassarla.
«Perché io se voglio posso, ma voi... Lei, la piccola Rose è un caso disperato perché tende troppo a svalutarsi e sottovalutarsi ma tu... Tu sei un caso perso peggio del suo perché sei cinica, testarda e non credi più nell'amore solo perché quello stupido di...», ma non finì la frase che ricevette un'occhiataccia dall'amica e un pizzicotto da Emma.
«Senti, lo so quanto ci stai male, so quello che ti ha fatto ma è ora di voltare pagina. La vita è breve»
Volevano risponderle, ma sia Rose sia Emma si morsero la lingua sapendo che sarebbero arrivati a una conversazione che non sarebbe mai finita e loro... erano lì per godersi la serata.
«Per stasera lascerò correre perché è una notte per cui fare follie, ma prima... sappiate che voi due troverete l'amore, proprio come quello dei film, quello che ti fa battere il cuore non appena lo vedi entrare nella stanza, che ti blocca il respiro e che ti fa girare la testa se non lo puoi stringere a te» e di certo Shay non si sarebbe fermata, ma doveva ancora lavorarci e quindi concluse il discorso dicendo che quello sarebbe successo quando meno se lo sarebbero aspettato e che lei... Beh, il suo compito era facile: prenderli a calci in culo se solo le avessero fatte soffrire.
Rose sorrise perché anche lei sperava quello per Emma e, poiché insegnava ai bambini della scuola i valori come la famiglia, l'amicizia e l'amore... lo sognava anche per sé, pur se non lo avrebbe ammesso.
Emma... no, lei era tutt'altra cosa. Non c'era persona più cocciuta, ma alla fine Shay sapeva che sarebbe stata la prima a trovare l'amore; tuttavia quella sera sarebbe stata la prima a ubriacarsi.









Spazio d'autrice:

Buona sera!!
Eccoci giunti al secondo capitolo... Che dire? stiamo iniziando a capire di più, ma amo troppo il rapporto di Emma con le sue due pazze amiche, ma ovviamente non di meno con Agatha.

Beh, questo è solo il punto di vista di Emma, ma i nostri due protagonisti ci faranno ben presto disperare XD


Per darvi un'idea, questo è il vestito che Emma indossa per il compleanno di Rose, mi piace molto e penso che rispecchi molto il suo fuori schema perchè Emma è una ragazza semplice, sa anche vestirsi in un certo modo, ma si può essere eleganti anche con semplicità.

Spero che questo capitolo vi piaccia e che vi porti tanta curiosità perchè... questo è uno dei fattori che rende la storia interessante ;)

Alla prossima
Claire



 
   
 
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