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Autore: KiaraKH    24/03/2020    0 recensioni
Ambra viene rapita nuovamente e Sherlock corre a salvarla appena in tempo.
Ma quale sarà la reazione dell'amica non appena viene salvata?
(Storia scritta con un personaggio inventato, già pubblicata su un'altra piattaforma)
Genere: Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ambra sentì uno sparo, poi un altro e un altro ancora.
Ad ogni colpo lei sobbalzava spaventata e si schiacciava di più contro l'angolo della stanza, immobilizzata dalle corde che la tenevano come un serpente tiene stretto la sua preda.
Vedeva solo il buio, riacquistando lucidità aveva capito di essere stata bendata.
La sua bocca era libera, ma lo shock era tale da non farla parlare per niente, come se avesse davvero qualcosa che la impediva di aprire bocca.
Era stata rapita... un'altra volta.
Ambra lavorava a stretto contatto con il famoso detective di tutta Londra, Sherlock Holmes, assaporando avventure in tutte le sue sfumature.
Ma il rapimento era quello che detestava più di tutti.
Da una parte si sentiva felice di sapere che il moro l'avrebbe salvata entro qualche ora, se non un giorno al massimo, ma dall'altra si sentiva terribilmente in colpa.
Sentiva come se avesse aumentato il carico del moro in maniera considerevole.
Ogni volta che andava a salvarla insieme a John, Sherlock ne usciva sempre ferito da qualche parte.
Questo la faceva sentire male.
Inutile, stupida.
Se solo fosse stata più accorta, Sherlock non si sarebbe fatto male per salvarla.
Se solo fosse stata più attenta.
Se solo fosse stata intelligente come lui.
I suoi pensieri vennero interrotti dalla porta che si aprì di scatto, facendola sobbalzare e mugugnare spaventata.
Chi era? Non vedeva nulla.
Poteva essere chiunque, anche il rapitore venuto per ucciderla.
Nonostante i pensieri inquietanti, sentì una mano calda afferrare le spalle con decisione, ma anche con dolcezza.
Solo una persona la afferrava in quella maniera.
Il suo cuore cominciò a calmarsi, riconoscendo immediatamente il tocco familiare.
Poco dopo una voce maschile le sussurrò qualcosa che lei non percepì bene.
Sentì le corde allenarsi per poi sparire completamente, la benda fece la stessa fine.
Ambra aprì i suoi occhi azzurri incontrando quelli di ghiaccio del moro, che stava dicendo qualcosa che ancora lei non capì.
Sembrava stesse parlando in un'altra lingua in quel momento.
Con la coda dell'occhio vide avvicinarsi John, con sguardo preoccupato.
La chiamò più volte, accucciandosi alla sua altezza per controllare eventuali ferite.
Gli occhi di Ambra scivolarono sul viso del detective, notando ferite come tagli e more.
Ecco, ancora una volta Sherlock si era ferito a causa sua.
Gli occhi della bionda si riempiono di lacrime, poi scoppiò a piangere dai sensi di colpa.
Perché era stata così stupida da aver permesso di ferire Sherlock?
Le venne un improvviso mal di testa e la vista si annebbiò, facendola cadere in un sonno profondo.

John osservò il suo migliore amico portare Ambra fuori dalla struttura, in braccio come una principessa.
Il suo nero cappotto avvolgeva il corpo tremante della bionda, cercando di scaldarla.
<< Deve essere stato davvero spaventoso per lei >> commentò il dottore, guardando Scotland Yard portare via il rapitore.
Sherlock si prese del tempo per pensare, poi guardò la figura dormiente.
<< No John, non piangeva per la paura >>
<< Scusa? >>
<< Ambra sta piangendo per un altro motivo >> concluse lui, avviandosi verso una volante della polizia per farsi portare a casa.
John, anche se confuso dalle parole del moro, lo seguì.
Al ritorno a casa, Sherlock mise Ambra nel suo letto, coprendola quasi con delicatezza.
John era, intanto, senza parole.
Era la prima volta che vedeva il freddo detective mostrare delicatezza verso una figura femminile.
È vero che Ambra lavorava con loro da parecchio ormai, ma una cosa del genere era comunque raro per lui.
<< Quindi... per cosa stava piangendo? >> chiese volendo avere risposte.
Sherlock, ancora una volta, rimase in silenzio a contemplare il nulla prima di abbassare lo sguardo verso Ambra.
<< Si è fatta prendere... dal momento, dai sentimenti che provava >>
John alzò gli occhi al cielo, si aspettava una risposta più articolata non un semplice girare intorno alla spiegazione.
<< Potresti spiegarti meglio? >>
<< John, sei un dottore... mi aspettavo qualcosa tipo "non si parla nella stessa stanza dove dorme un paziente, lo disturberemo" o qualcosa di simile >>
<< Non cambiare discorso >> lo ammonì l'ex soldato, spostandosi però in un'altra stanza per evitare di svegliare l'amica.
Sherlock non lo seguì, rimase nella stanza.
Si sedette sul letto senza distogliere lo sguardo da lei.
Sapeva perfettamente cosa stava pensando Ambra in quel momento.
È vero che ha avuto paura, ma principalmente le sue lacrime erano per i sensi di colpa che aveva dentro il cuore.
Sherlock pensava che i sentimenti erano una distrazione, ma era da parecchio tempo che notava quegli occhi intrisi di tristezza ogni volta che la salvava da un rapimento a causa della sua fama.
La conosceva troppo bene, talmente tanto da sapere cosa stava pensando.
Sicuramente si sentiva una stupida, qualcosa di inutile.
Sherlock fece scorrere le dita tra i lunghi capelli biondi della donna, come pensieroso.
Lui non la considerava inutile. Ogni volta riusciva a incastrare un potenziale pericoloso criminale grazie a lei.
È vero, si esponeva a pericoli enormi quando andava a salvarla.
Ma aveva fatto una promessa a se stesso quando Mary morì per causa sua.
Avrebbe salvato Ambra ogni volta che si trovava in pericolo, anche se questo poteva portarlo alla morte.
Non voleva fare lo stesso errore, non lo avrebbe mai permesso.
Si chinò leggermente, portando le labbra vicino all'orecchio di Ambra.
<< Non sei inutile, ne quanto meno stupida. Mi aiuti sempre nei casi e sempre verrò a salvarti quando hai bisogno. Se ti considero tale, non ti lascerei stare accanto a me. Ricordalo >> le sussurrò prima di allontanarsi completamente per raggiungere John.


 

Angolo autrice:
Bene, questa one shot dolciosa la dedico alla mia migliore amica, che ama farsi chiamare Ambra.
Questo per ricordarle che, di fronte ai problemi della quotidianità, lei continuerà a essere la mia cara amica.
Cosa farei senza questa sociopatica iperattiva, amante dei cattivi (#vivaicattivi) e predisposta a sciogliersi davanti a qualsiasi storia d'amore?
Ricordati che ti voglio tanto bene, non metterlo in dubbio, ok?
Spero che questa storia ti abbia sollevato il morale.
See ya~

  
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