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Autore: DelilahAndTheUnderdogs    24/03/2020    1 recensioni
!! Attenzione questa fanfiction è stata rivista e migliorata che avevo pubblicato in questo account !!
Maddy Tuckerhalter è una maganò in una famiglia purosangue. Daphne, sua madre, farà di tutto per includerla, senza successo, nel mondo magico: eppure, Maddy si sente più capita nella scuola che frequenta con i babbani che non a casa. Maddy è pragmatica, la fantasia le piace fino a un certo punto e le piacciono le feste babbane.
Ci sta male, nel profondo, di non essere nata strega, rendendo la sua vita un inferno, soprattutto con la madre.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Famiglia Black, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Quando sei maganò tutto è contro te, a partire dagli stessi maghi: provano diffidenza e rabbia.
Mia madre era cresciuta con l'idea di razza pura, quando scoprì che la sua unica figlia non possedeva neanche una minima briciola di magia beh ... andò su tutte le furie. Diede la colpa a mio padre, poi a me. Lo ricordo come se fosse ieri, piangevo a dirotto mentre lei urlava come una squinternata. 
Col senno di poi convenimmo che la cosa era una benedizione.

(Estratto dal libro 'Maddy Tuckerhalter: Due Vite", Mysterios Editore, 2004)










Se c'era una cosa che non sopportava, era sua madre: prima di tutto era l'ansia che le metteva addosso, poi il fatto che non accettasse appieno la sua condizione di maganò. Già era imbarazzante ritrovarsela il giorno del rinnovo dell'iscrizione a scuola ogni inizio anno, ci si metteva ora per la scelta del vestito per il ballo di beneficenza che la sua scuola proponeva per quella sera.
"Tesoro, questo vestito ti sta d'incanto!" esclamò la signora Tuckerhalter con gli occhi lucidi dalla contentezza.
"Mamma?"
"Sì? Vuoi che ti accorci il vestito?"
"Mamma!"
"Che c'è?" chiese la madre con tono corrucciato.
"Sembro un lampadario! Quante volte t'ho detto di andare da H&M e non da Madama McClan?" 
"Ma Maddy! È un'occasione speciale. Vuoi offendere tua madre per caso?"
"No, non ho detto questo!" 
"È come se l'avessi detto. M'hai ferito profondamente, Maddy."
"Mamma" scandì lentamente Maddy guardando la madre con un uno sguardo di sfida "già per me è difficile starvi dietro, per favore non rincarare la dose quotidiana, grazie."
"Maddy, ma ... posso avere qualche soddisfazione nella mia miserabile vita?"
"No, se questo mette a rischio la dignità della tua unica figlia."
"Vuoi dire che la mia presenza ti umilia? È così?"
"No" ammise in tono sommesso Maddy.
"Ecco, farai un figurone alla festa!"
"Una figuraccia vorrai dire" ribatté la ragazza.
"Non fare quel muso duro! Andrà tutto bene vedrai" sua madre le concesse uno di quei rari sorrisi radiosi e uscì dalla stanza della figlia.
Maddy appoggiò il lungo vestito color magenta e lo fissò per alcuni istanti con lo sconforto in corpo. 
Per mamma era difficile capirla: avevano litigato a lungo se mettere o meno il telefono in camera. 
Sua madre aveva perpetuato l'istanza di intrattenere una corrispondenza con gli amici usufruendo della posta via gufo. 
Maddy disse che Anna, la sua unica amica, poteva seriamente spaventarsi. 
E poi dove avrebbero trovato dei soldi babbani per poterlo comprare? 
Suo padre era ricorso in suo aiuto, sostenendo che l'Ufficio per l'Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani aveva da poco disincantato un apparecchio telifonico o come diavolo si chiamasse e, se voleva, lo portava a casa. 
Maddy lo aveva abbracciato e ringraziato. 
Da parte sua Adonis voleva rendere meno difficile la vita di sua figlia, per questo appena poteva esaudiva qualunque suo desiderio. 
Provava dolore quando gli amici di famiglia guardavano guardinghi Maddy, come se fosse un avanzo di società o una mezza delinquente. 
Oppure, come ne parlavano i parenti durante le riunioni di famiglia: che ci fa lei qui? Non ha diritto di sedersi alla nostra tavola! 
La sua Maddy non era nulla di tutto ciò: prima del suo corso e una mente strabiliante. 
Far parte di due mondi non era poi così svantaggioso, no? 
La pagella mensile era immacolata e con note di merito su questa o quell'attività a cui la figlia aveva partecipato. 
Daphne, sua moglie, liquidava quell'impegno come mero contributo al nemico. 
Adonis invece subiva il fascino del club di cineforum o del laboratorio di chimica ed era stato tentato più volte di chiedere delucidazioni a Maddy ma si era trattenuto dal farlo per una possibile reazione negativa della moglie.

Maddy, nella sua camera, parlava al telefono con la sua migliore amica, Anna.
"Annie sono nella merda fino al collo."
"Dimmi tutto"
"Non ho un vestito per il ballo, me ne impresti uno tu? Per favore?"
"Va bene, quale vuoi?"
"Se non ti secca, mi piacerebbe indossare quello verde acqua. Per te è un problema?"
"A parte la lavanderia, credo di no" Anna rise e disse in modo concitato: "Non ci crederai mai ma David Gorme m'ha invitata al ballo!"
"Davvero? Sono felice per voi. Usate il preservativo, mi raccomando!" 
"Scema! E tu con chi ci vai?"
"Nessuno"
"Ah" il tono di Anna traspariva una punta di tristezza e amarezza "Tranquilla, ci sarò io con te. Mica starò con David tutto il tempo, no?"
"Saresti disposta a questo sacrificio? Davvero?"
"Maddy, ricordati che io ci sarò sempre per te" detto questo la ragazza si sentì rincuorata, non poco.

Maddy era una ragazza slanciata, curata e portava solitamente i capelli castani raccolti in una lunga treccia o sciolti, ma questo accadeva di rado. 
Gli occhi erano blu, dopo scuola contornati della matita nera che Annie solitamente le passava fra una lezione di storia e di matematica. 
A casa era trattata abbastanza bene rispetto ad altri magonò che conosceva e non voleva assolutamente avere a che fare con loro. 
Maddy era una ragazza pragmatica, severa con sé stessa e cercava di eccellere in tutto ciò che le si parava davanti. 
Quella sera non sarebbe stata da meno, anzi: voleva semplicemente divertirsi e stare con Annie e chissà! 
Sentirsi bene e in compagnia della sua migliore amica.
La vita babbana non le dispiaceva, affatto, la divertiva e la faceva sentire al sicuro e protetta in un mondo in cui la magia non regnava.
Si sentiva a casa.

 

   
 
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