Invidiava profondamente le altre. Le loro figure si facevano aggraziate, i loro volti maturi e, soprattutto, privi di barbe orribili.
Quando erano spuntati i primi peli sua madre, nel panico, aveva cacciato uno strillo e glieli aveva strappati via, ma con suo grande disappunto erano ricomparsi nuovamente dopo non molto tempo.
Aveva provato di tutto: strane pomate casalinghe, tagli nei punti in cui gli oggetti indesiderati comparivano, benedizioni dal prete… Nulla sembrava funzionare.
Alla fine, rassegnatasi, aveva deciso di confinare la figlia in casa.
Per anni Lettie aveva vissuto fra quelle poche mura. Certo, avrebbe desiderato uscire, vedere il mondo, parlare con persone che non fossero i suoi genitori o i suoi fratelli (quelle poche volte in cui venivano in visita), ma come biasimare la madre?
Nello specchio non vedeva altro che un mostro, ed era meglio risparmiare quella vista ad altri.
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Quando si era ritrovata orfana era stata costretta a scegliere fra due opzioni: lasciarsi morire di fame o tornare al mondo reale e trovarsi un impiego.
Era stata dura, ma alla fine aveva deciso per la seconda.
Aveva scordato quanto potesse essere piacevole sentire il sole direttamente sulla pelle.
Non si era dimenticata però di quanto gli umani potessero essere crudeli.
Alcuni la guardavano disgustati, altri spaventati, altri ancora esplodevano in risate di scherno. Ciò aveva contribuito a convincerla che sarebbe stato meglio se fosse rimasta nella sua stanza finché la morte non avesse portato via anche lei.
Poi era arrivata l’offerta di una nuova vita.
Era stata una benedizione, ne era certa.
Era ancora difficile guardarsi allo specchio, ma ora non vi vedeva più un mostro riflesso. Solo una donna che stava lentamente imparando ad amarsi.
La strada sarebbe stata lunga, ma non avrebbe mai smesso di percorrerla.