Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Paloma    25/03/2020    0 recensioni
Draco/Nuovo Personaggio (Isobel Victoria Lovett)
"Io e l'amore non siamo compatibili, perché io e Draco lo siamo di più."
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 30
Estremi rimedi
 
 
 
“Non posso farlo.”
“D’accordo, allora scegli se vuoi che lo faccia io e che lei muoia o se preferisci lasciare le cose come stanno e a morire sarete entrambi… suicidi.”
Draco lo guardò torvo.
“Non metterla su questo piano, Severus.”
“Quali altri scenari riesce a concepire la tua mente geniale, Draco? Vorresti tornare a stare con lei, sfidare l’ennesima volta il tuo amico Zabini che verrà a riprendersela, ucciderlo magari, e poi passare il resto della vita con una ragazza che non si ricorderà neanche più il suo stesso nome?”
Draco gli diede le spalle e guardò fuori dalla finestra.
“Lei cosa dice?” chiese poi.
L’uomo preferì sedersi prima di rispondere.
“Teneva quel pezzo di carta in mano come se non l’avesse mai visto ovviamente, eppure giurerei che se avessi tentato di portarglielo via, mi avrebbe ucciso a mani nude” spiegò cercando di essere più chiaro possibile senza dargli speranze vane.
“Si ricorderà di quando… sì, insomma di quando stava a Malfoy Manor?” domandò Draco, voltandosi.
“Di quando l’hai torturata per farle ritornare la memoria?” puntualizzò Piton, ottenendo un’occhiataccia.
“Sì.”
“Non possiamo esserne certi.”
“Ma lei aveva detto…”
“Io avevo detto che le avrei letto la mente, non che avrai scavato tanto a fondo da rischiare di danneggiarla ulteriormente. E in ogni caso, potrai chiederglielo tu stesso domani.”
Il ragazzo lo guardò con gli occhi spalancati.
“L’ho portata in un posto qui vicino, Draco. Non esserne sorpreso, dovevi immaginare che non l’avrei lasciata lì un minuto di più.”
“E perché non qui?” chiese il ragazzo, ma anche di quella domanda conosceva già la risposta.
“Non avresti resto. Era troppo presto. Ora invece sei pronto.”
“Non posso farlo, Severus.”
“Non può odiarti più di quanto non faccia già adesso.”
“E questo dovrebbe farmi sentire meglio e spronarmi a entrarle di nuovo nella testa?” domandò sarcastico.
“Dovrebbe farti capire che entrambi non avete più nulla da perdere.”
 
*
 
La notte successiva l’uomo si recò nel piccolo appartamento in cui si nascondeva Isobel. La trovò seduta al piccolo tavolo della cucina, guardava fuori dalla finestra oscurata dal buio.
“Ciao, Severus” lo salutò lei non appena lo vide Materializzarsi.
“Sei pronta?” le domandò lui con fare solenne.
Lei infatti sorrise divertita da tanta cerimoniosità, poi si alzò e inforcò sulle spalle l’unico bagaglio con cui era venuta via da casa di Blaise.
“Sei sicura?” le chiese un’ultima volta.
“Sono sicura” rispose lei con decisione.
Quando si Materializzarono nel salotto della casa, Draco aveva avuto l’accortezza di non farsi trovare. Isobel ne fu sollevata e in realtà anche lo stesso Piton.
“Vieni ti mostro la tua stanza” le disse mentre la precedeva lungo uno stretto corridoio.
Aspettò che Isobel avesse varcato la soglia per domandarle se sapesse come incantare una stanza.
“È arrivato il momento che tu abbia un luogo in cui sentirti al sicuro. Un posto dove nessuno potrà entrare, né io, né Draco.”
Isobel lo guardò riconoscente e senza troppe cerimonie approfittò della libertà appena riguadagnata e si chiuse la porta alle spalle.
L’arredamento della camera era semplice, ma di qualità, e soprattutto non era lugubre e sudicio come se lo era immaginato. In generale la casa di Severus Piton non era angusta come se l’aveva sempre immaginata quando lui era ancora il suo professore di Pozioni. Decise di fare una doccia per impiegare il tempo e poi si sedette sul piccolo letto vicino al muro. Le piaceva poter guardare fuori dalla finestra con comodità. Amava farlo. Aveva preso l’abitudine fin dalla prima volta in cui si era ritrovata a stare rinchiusa nelle varie magioni in cui ricordava di essere stata o in cui qualcuno le aveva voluto far credere di essere stata. Non le importava, sapeva solo che stare rannicchiata su se stessa a guardare fuori la faceva stare bene.
Si addormentò senza neanche rendersene conto e quando aprì gli occhi, sentì chiaramente qualcuno che bussava con insistenza alla porta. Si alzò strascicando i piedi e imprecando sottovoce. Severus si stagliava sulla soglia con la sua solita espressione neutra.
“E’ pronta la colazione” la informò.
“Va bene, arrivo” biascicò lei ancora intontita dal sonno.
“Isobel…” fece lui prima che la porta si chiudesse. “Ci sarà anche Draco.”
La ragazza annuì distratta, fingendo che la cosa non la terrorizzasse.
Si spazzolò i capelli, indossò un paio di pantaloni comodi, una maglietta e si diresse verso la cucina.
Severus non la sentì arrivare e lei dovette schiarirsi la voce per annunciarsi.
“Prendi pure quello che vuoi” le disse lui leggermente a disagio, indicandole con un gesto distratto il tavolo che aveva preparato alle belle meglio. Isobel sorrise nel constatare l’impegno e afferrò una tazza di tè caldo, senza sedersi. Preferì tornare a sbirciare fuori dalla finestra, questa volta quella posta sopra il lavello. I vetri erano leggermente opachi all’esterno e non riuscì a vedere bene, ma si accontentò di fissare un paesaggio diverso da quello a cui era abituata.
Di nuovo persa nei suoi pensieri, si dimenticò di stare sull’attenti e quando Draco varcò la soglia della stanza, lei quasi neanche se ne accorse. Si destò solo perché sentì calare improvvisamente un silenzio di tomba. Era terrorizzata all’idea di voltarsi, ma alla fine, prendendo un profondo respiro, lo fece… e desiderò non averlo mai fatto. Non appena i suoi occhi incontrarono quelli di Draco, qualcosa le si mosse dentro e un dolore lancinante al petto la costrinse a barcollare in avanti. Piton fu subito pronto a sorreggerla, ma lei lo cacciò via in malo modo.
“Lasciami” sussurrò ansimando, mentre si aggrappava alla schiena di una sedia a cui si era appoggiata per non cadere.
Draco dal canto suo non fece una piega, né mosse un dito. Era come Pietrificato.
“Non startene lì impalato, Malfoy” lo rimproverò Severus, non staccando comunque gli occhi da Isobel che era tornata a stare in piedi da sola, contro il bancone della cucina.
I due non si guardarono più per tutto il breve tempo che servì alla ragazza per finire la sua tazza di tè, sciacquarla e rimetterla al suo posto. Sparì oltre la porta, senza che nessuno dicesse una parola.
“Vai a parlarle, Draco.”
“No.”
Piton sospirò irritato. “Non fare il bambino. Bussa a quella dannata porta. Dovrete cominciare stasera, non mi sembra il caso di ripetere la scenetta di stamattina.”
“Non è stata una scenetta, Severus. L’hai visto anche tu che…”
“Sì, ho visto anche io l’effetto che le hai fatto e ho notato anche che stavi imitarla. È per questo che dovete riabituarvi uno alla presenza dell’altro nella stessa stanza.”
 
Isobel aprì la porta ancora prima che lui potesse bussare. L’aveva sentito arrivare e voleva farsi trovare pronta.
“Cosa vuoi?” sbottò senza neanche dargli il tempo di parlare.
Draco inghiottì la rispostaccia che stava per darle e respirò profondamente.
“Se vuoi, la casa ha un piccolo giardino interno, non è nulla di che, giusto una colata di cemento, ma almeno puoi prendere un po’ di aria” le disse imbarazzato.
Lei ci pensò su un attimo e poi decise di accettare l’offerta.
Si sedettero a debita distanza su due vecchie poltrone sistemate contro il muro. Draco estrasse dalla tasca un pacchetto di sigarette e ne porse una a Isobel che non fumava da tempo, ma che in quel momento avrebbe accettato anche del cianuro pur di fare qualcosa per distrarsi.
“Mi dispiace per l’episodio di prima” cominciò lui facendosi coraggio.
“E perché dovresti essere dispiaciuto? Non è stata colpa tua” lo freddò lei, aspirando una lunga boccata di fumo.
“Izzie, ti prego, non renderla più difficile di quanto già non lo sia” si lamentò lui stizzito.
“Non chiamarmi Izzie, non siamo amici” lo corresse lei piccata.
Ma Draco invece che irritarsi ancora di più a quelle parole, sorride divertito.
“Sai che questa frase me l’hai già detta?”
Lei si voltò per guardarlo. “Non me lo ricordo e quindi non mi interessa. Ho smesso di credere a tutto quello che le persone si aspettino che io ricordi. Non posso sapere la verità” gli rispose lei con voce stanca, schiacciando il mozzicone di sigaretta sul pavimento.
Draco ritornò scuro in volto e strinse forte i pugni per sfogare la rabbia. Sentì chiaramente le unghie conficcarglisi dolorosamente nei palmi delle mani.
“Ci vediamo stasera, Lovett” le disse torvo alzandosi e ignorando lo sguardo di scuse che lei gli stava rivolgendo in ritardo.
 
*
 
Isobel si ritrovò per l’ennesima volta seduta al centro della stanza, solo che questa volta qualcuno aveva avuto l’accortezza di farla accomodare su un divano nuovo di zecca arrivato da chissà dove.
Draco e Severus intanto confabulavano vicino alla finestra.
“Io rimarrò qui a fare da supervisore, Isobel” le si rivolse poi Piton. “Se in qualsiasi momento dovessi cambiare idea potrai farlo, così come potrai chiedere una pausa ogni volta che vorrai. Se non riuscirai a parlare, basterà che tu batta tre volte il palmo della mano su qualsiasi superficie e Draco si fermerà.”
Lei annuì.
“E Isobel, non preoccuparti di nulla, lui sa quello che fa” terminò l’uomo, mentre si andava a sedere su una poltrona posizionata lì a fianco.
Draco intanto cercava di nascondere il tremolio della mano che reggeva la bacchetta.
“Non devi mostrarmi di essere forte” gli disse lei con un sorriso. “Preferisco sapere di non essere la sola ad avere paura.”
Il ragazzo le sorrise di rimando e nella stanza la tensione calò visibilmente. Ma Isobel aveva ancora una cosa da fare prima di cominciare. Si alzò, avvicinandosi a Draco. Rimase a guardarlo dal basso, probabilmente troppo vicina al suo viso. Aveva bisogno di entrare in contatto fisico con lui, prima che le violasse la mente.
Non si ricordava nulla, sapeva solo che stargli così vicino le stringeva lo stomaco in una morsa e quasi le impediva di respirare. Eppure, aveva come la sensazione che lui agitasse una parte di lei profonda e recondita, e quella parte ipotizzava avere il sapore della pace.
Draco dal canto suo fremeva al solo pensiero di poterla sfiorare di nuovo e sapeva esattamente quello che lei gli stava chiedendo. Così alzò la mano libera dalla bacchetta e la posò delicatamente sul viso di lei che, dopo un primo istante di esitazione, si lasciò andare contro il suo palmo caldo.
Il ragazzo avrebbe voluto che il tempo si fermasse, ma incrociò lo sguardo di Severus e quando lui gli fece un cenno di assenso, punto la bacchetta contro la tempia di Isobel e sussurrò il primo incantesimo. La ragazza immediatamente spalancò gli occhi…
 
Era ormai notte fonda quando Draco si accasciò sulla poltrona sfinito. Isobel era distesa sul divano, completamente addormentata.
Severus tornò nel salotto con due tazze fumanti di caffè.
“Sei stato bravo” si complimentò, posandogli una mano sulla spalla, sorprendendo persino se stesso di come ormai si stesse abituando al comportarsi quasi come un padre nei confronti di quel ragazzo.
“Va a dormire ora. Hai bisogno di riposo, starò io qui con lei” gli disse poi.
Lui annuì stanco e alzandosi, si diresse verso il corridoio.
“Ne vale la pena?” gli chiese però prima che sparisse dietro l’angolo.
Draco non si voltò e gli rispose sulla scia dei suoi stessi passi “Sì, ma ci ucciderà comunque entrambi.”
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Paloma