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Autore: PaikeApirana    25/03/2020    2 recensioni
Da che se ne ha memoria i serpenti a sonagli, nel deserto del Mojave, sono sempre stati considerati creature demoniache. Jake Sonagli, L'Angelo della Morte, viene persino considerato il Demonio fatto serpente.
Ma in questo inferno in cui le pallottole volano rapide e bruciano più del sole di mezzogiorno, si trova a vagare anche una creatura del paradiso, Beatrice Campbell, giovane femmina di serpente a sonagli cresciuta in una famiglia rispettosa e osservante delle leggi di Dio. Come Dante, pellegrino, lei si ritrova da sola nel pericoloso Vecchio West, in mezzo a tagliagole e pistoleri mercenari.
Rango, lo sceriffo di Polvere, farà inavvertitamente incontrare (di nuovo) l'angelo e il demone, quando un culto sospetto inizia a mietere vittime nei dintorni della città e l'inferno sale in terra per giudicare i peccati dei serpenti.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
che la diritta via era smarrita.

Siamo aquì riuniti stasera per una nueva ballata nel desierto del Mojave. Forse ve ricordate del demonio serpentin che ne’ la historia preciediente, con una sola pallottola, fu sconfitto da lo sceriffo Rango. Ebbene con lui stasera vamos a cominciar esta nueva aventura, ne le profondità de lo infierno.

Bussò sul teschio di bue con la pistola, facendola tremare nel suo ticchettio metallico ormai noto a tutto il deserto. Lo sportelletto si aprì, mostrando l’occhio bianco e vacuo di Maurice. Jake trattenne la lingua nel palato, per non essere costretto a sentire il suo disgustoso odore di succo di cactus e piscio. Quel vecchio ormai non regolava più la vescica da tempo.
«Chi bussa a quest’ora della notte?» domandò con voce impastata il topo.
«Uno che ha fame di piombo» rispose Jake aggiustandosi la bisaccia appesa al cinturone delle cariche. Pensandoci bene, in effetti aveva un certo languorino. Il sindaco John lo aveva saziato per qualche settimana ma ora la fame si era ripresentata.
Fortunatamente il cibo non mancava mai alla Tana.
La porta nel cranio si aprì e il serpente a sonagli scivolò rapido come un’ombra nei cunicoli sotterranei, grandi appena da permettergli di passare.
Il carico nella sua bisaccia gli fu di intralcio un paio di volte e Jake dovette prestare molta cautela affinché non si rovinasse o la sua paga sarebbe stata di gran lunga inferiore. Appena arrivato in fondo al cunicolo, si ritrovò nel salone principale. Quasi nessuno badò a lui, troppo presi nell’ammirare la danza di una vipera cornuta sul palcoscenico in mezzo alle radici rinsecchite di un cactus, sotto la luce baluginante delle lampadine che vi erano appese. Le sue squame brune, quasi nere, creavano motivi ipnotici, seguendo i sinuosi e provocanti movimenti della danzatrice. Da lontano schioccò un bacio al pistolero appena arrivato, il quale però non le prestò molta attenzione. Aveva fretta di riscuotere la sua paga, poi magari si sarebbe fatto un giro con Circe, così si faceva chiamare la vipera. Nessuno, però, sapeva il suo vero nome.
Quando Jake si avvicinò al bancone, gli altri occupanti si fecero immediatamente da parte, fissando le loro birre non appena incrociavano quegli occhi infuocati, come se temessero che quelli soltanto bastassero a succhiar loro via l’anima.
Moscardo, il coniglio addetto al bar, gli si avvicinò con le orecchie dritte, lasciando che un raggio di luce riflesso passasse attraverso il foro nel suo orecchio sinistro. Apparentemente era tra i pochi a non essere spaventato dall’arrivo del serpente a sonagli.
«Edward ti aspetta nella Stanza dei Contratti. Ha già il compenso» lo rassicurò pulendo uno dei bicchieri con uno straccio. Poi con la testa indicò un angolo del salone, vicino al palco di Circe, non riuscendo a trattenere una risatina «Pagherei oro solo per vederti in una zuffa con quella specie di chierico».
Jake si voltò, curioso. Acciambellato attorno a un tavolo stava niente di meno che un serpente reale, specie famosa per nutrirsi di crotali come lui. Le bande nere e bianche sulla sua pelle erano inconfondibili. Una croce di ferro pendeva dal suo collo, mentre il serpente era immerso nella lettura della Bibbia, scorrendo le pagine con la punta della coda.
«Sarebbe senz’altro divertente» ridacchiò Jake notando che quello sembrava disarmato. Lui, il demonio fatto serpente, contro il suo nemico naturale che per giunta era un chierico…
 «Chi è?».
«Si fa chiamare Il Predicatore ma è solo la seconda volta che lo vedo qui» rispose Moscardo «Ho sentito che cerca mercenari, ma non vuole assolutamente serpenti a sonagli. È stato molto categorico su questo».
«Mi sparerei comunque nelle palle prima di accettare un ingaggio da un serpente reale» disse Jake dirigendosi poi verso la Stanza dei Contratti.
«Ti preparo un drink per festeggiare il tuo nuovo compenso» gridò il coniglio per sovrastare il baccano della sala «Vedrai se stasera non avrai voglia di bere! Edward ti ha fatto un regalino speciale davvero».
«Io non bevo» gli rammentò duramente il serpente a sonagli, prima di aprire la porta e abbandonare il salone.
La Stanza dei Contratti era la più illuminata della Tana e anche la più lussuosa. Un posacenere d’argento faceva bella mostra di sé su un tavolo di legno intarsiato, attorniato da mobili e suppellettili altrettanto pregiati. Un mostro di Gila dalle squame quasi completamente nere stava appoggiato comodamente sul morbido e confortevole divano di velluto in fondo alla sala, con la camicia candida aperta vicino alle clavicole. Si stava aggiustando i preziosi gemelli da polsino, facendo scintillare le dita inanellate in una palese dimostrazione di ricchezza.
«Ah buona sera, Jake!» iniziò Edward alzando gli occhi verso di lui. Le cinque marmotte corpulente si irrigidirono quando sentirono il tintinnio metallico della sua pistola-sonaglio, ma il mercenario era troppo concentrato sull’affare da concludere per badare a loro o alla giovane femmina di crotalo che tremava stretta in mezzo a loro.
Gettò la sua bisaccia sul tavolo, macchiandolo appena di qualche schizzo di sangue. «Pagamento alla consegna» disse soltanto, tagliando tutti i convenevoli
«Dritto al punto come al solito» disse Edward, estraendo dal taschino un fazzoletto, per non dover toccare la bisaccia mentre la apriva. Esaminò la testa ivi contenuta e sorrise affabilmente al serpente a sonagli. «Lavoro eccellente come sempre, Jake» si complimentò con lui. Il ticchettio sempre più impaziente della sua pistola però gli impedì di perdersi negli elogi. Nessuno sparava nella tana, era la regola, ma era sempre permesso mordere e Jake era un maestro almeno quanto lui in quello.
Il mostro di Gila schioccò quindi le dita e le marmotte spinsero in avanti il compenso per il mercenario.
Una femmina di serpente a sonaglio rovinò a terra proprio davanti alle spire di Jake, emettendo un leggero guaito di dolore.
«Su, mia cara. Su. Su.» fece Edward ponendo il suo bastone da passeggio sotto il suo mento in modo da farla alzare «Il signor Jake qui presente deve vedere che i miei regali valgono i suoi servigi».
Cosa? Pensò Jake mentre guardava la donna alzarsi da terra tremante come una foglia. Era più piccola di lui, anche se di poco, e anche di età si indovinava più giovane, intorno forse ai ventisei anni. Non si poteva negare che fosse bella, con quel corpo tonico e sinuoso raggomitolato su sé stesso per la paura. Le squame erano più chiare della sabbia, di una tonalità quasi cremosa, mentre gli occhi lucidi, fissi sul tappeto della stanza, erano celesti come il cielo inclemente. Un nastro azzurro, che le serrava la bocca, era legato attorno al collo fino a formare un fiocco elegante dietro la nuca. Impacchettata proprio come un regalo.
Jake fu sorpreso da quel compenso. Corrugò la fronte mentre la sua lingua biforcuta saettava fuori per catturare l’odore della donna. Si erano dati parecchia pena per prepararla per lui. Riusciva a percepire gli odori dei sali da bagno con cui l’avevano lavata. Spesso li usava anche Circe. A lui però non importava. Non era quello il pagamento che aveva chiesto.
«L’accordo era mezzo ettolitro d’acqua!» sbottò il serpente facendo sobbalzare la donna. Edward invece non sembrò spaventarsi, poggiando di nuovo a terra il suo bastone da passeggio.
«Mezzo ettolitro d’acqua o qualsiasi altro bene di egual valore» lo corresse «Questa piccolina lo vale eccome».
«Io non ho tempo di fare da badante a una donnicciola! Mi serve acqua, per il resto chiedo tranquillamente a Circe».
«Ma Circe non può venire a tenere in ordine quel buco che chiami casa o a cucinare per te e inoltre devi fare la fila per avere quella vipera. Questa invece sarebbe a tua completa disposizione notte e giorno» proseguì Edward con un sorriso da orecchio a orecchio
«E’ una bocca in più da sfamare. Un peso inutile che nel deserto non durerebbe nemmeno tre giorni. Questo non è un pagamento è un debito aggiuntivo! Mi costerebbe quattro volte Circe» sbraitò ancora Jake mentre la donna si acquattava ancora di più sul pavimento al suono della sua voce possente. «Voglio il mio cazzo di mezzo ettolitro d’acqua!» sibilò scoprendo le zanne.
Edward sospirò, reggendosi con entrambe le mani al suo bastone da passeggio, ostentando una faccia volutamente ferita e amareggiata. Picchiettò con l’indice sulla mano e Jake sentì le marmotte attorno a lui irrigidirsi e stringere i pugni. Non si spara nella Tana.
«Tu mi ferisci così, Jake. Mi ferisci profondamente. Voglio dire stavo cercando di farti un regalo diverso dal solito, ma va bene… Va bene. Avrai il tuo mezzo ettolitro d’acqua» disse, per poi fare un cenno ai suoi uomini «Vorrà dire che serberò questo regalo per qualcuno che sappia apprezzarlo davvero. Via, portatela via».
La giovane femmina di serpente emise un verso di terrore, soffocato dal nastro, cercando di sottrarsi alle zampe delle marmotte. Si dimenò come un’anguilla, col sonaglio che tremava come impazzito dal terrore. Jake la guardò apparentemente impassibile mentre veniva bloccata a terra e gli uomini di Edward le afferravano le spire. Urlò con la bocca serrata, emettendo guaiti strozzati. Non era difficile immaginare che stesse supplicando qualcuno di aiutarla.
A chi sarebbe stata venduta? Che ne sarebbe stato di lei?
Furono domande che balzarono nella mente di Jake prima che lui avesse il tempo di frenare pensieri innaturalmente altruisti per lui.
Magari sarebbe finita a ballare insieme a Circe, pensò. Ma poi si rese conto che quella era una schiava, non una prostituta. Era un serpente ridotto alla stregua di un canarino da tenere in casa e di cui disporre a piacimento. Per quel che ne sapeva Jake, Edward poteva benissimo venderla a un serpente reale con l’intento di mangiarla.
Il problema principale però era cosa avrebbe fatto a lui quel riccone dopo uno screzio del genere…
Prima che il mostro di Gila potesse uscire dalla Stanza dei Contratti, il pistolero disse: «Aspetta, ci ho ripensato. Accetto il pagamento. Non vorrei certo offendere un cliente affezionato come te, Edward».
Ecco, quello era un buon motivo per prendere quel patetico vermetto bianco: evitare di inimicarsi uno dei clienti più pericolosi della Tana. Non ci avrebbe messo molto a ottenere un nuovo ingaggio e questa volta avrebbe specificato il pagamento esclusivo in acqua. Intanto però si sarebbe tenuto buono Edward, accettando il suo regalo.
«Ottimo!» batté le mani il mostro di Gila, mentre una delle marmotte consegnava a Jake un lazzo legato attorno al collo della femmina di serpente, che si rialzava da terra, tremante. Il fiocco si era scomposto dietro la testa, pendendole da un lato.
Il pistolero sorrise affabilmente, mentre pensava a come disfarsi di quella piccola seccatura che si era appena accollato.

E così el pistolero come compenso para le sue acioni diaboliche ottiene un angelo innociente. Ma aquì non siamo ancora che al primo girone dell’inferno che attende i due sierpenti.

Spazio autrice: Ehilà! Eh sì, alla fine non ho resistito a pubblicare questo primo capitolo. Tranquilli non ne vedrete altri finché l'altra mia storia non sarà conclusa. Intanto spero che vi sia piaciuto questo primo pezzo. Ho azzeccato il personaggio di Jake?
Premetto che in questa storia tratterò alcune tematiche particolari come la sessualità (nell'800) e la religione, offrendo una personalissima interpretazione che però non pretende di essere inconfutabile. Sono ben accette critiche e domande. Intanto datemi un parere dettagliato su questo primo capitolo!

 
   
 
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