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Autore: Beba_Dixon    25/03/2020    2 recensioni
Beth ha da poco scoperto ciò che c'era dentro al fienile. Credeva che sua madre e suo fratello fossero semplicemente malati, ma si è ritrovata faccia a faccia con la realtà. La situazione in casa sua è opprimente, la sua famiglia la sorveglia in attesa che commetta qualche scemenza. Jimmy invece l'assilla e Beth non ce la fa più. Sarà proprio Daryl Dixon a darle un attimo di tregua, un attimo di spensieratezza.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Beth era seduta a tavola con la sua famiglia e con i membri del gruppo che ormai stavano vivendo fuori da casa sua da oltre un mese. Stava cenando, o almeno ci stava provando nel mentre che rigirava con la forchetta i pezzi di cibo sul piatto. Non aveva fame, continuava a pensare e a ripensare al fienile. A ciò che c’era dentro e di cui lei non aveva mai saputo nulla. 

 

Sua madre e suo fratello Shaun non erano in un ospedale, a essere curati. Erano morti e si chiese perché suo padre e la sua famiglia glielo avesse tenuto nascosto. Non sapeva molto di quello che stava succedendo oltre la sua fattoria. Sapeva che c’erano queste persone che si decomponevano e andavano in giro a mordere altre persone, che poi si sarebbero trasformate a loro volta. Ma non sapeva altro. Se ci fossero ancora ospedali aperti o se il governo stesse attuando un piano. Nulla.

 

Beth sapeva soltanto che mancavano pochi giorni alla cerimonia del suo diploma, ma in città cominciarono ad accadere cose strane. La gente era nervosa e prendeva d’assalto i supermercati. Tutti scappavano nelle grandi città o dall’altro lato dello stato. Beth aveva salutato le sue amiche ed era tornata da scuola, senza tornarci mai più come le era stato ordinato. Qualche settimana dopo si trovava all'esterno di casa con la sua famiglia. 

 

Fu Shaun a vederlo per primo, il loro vicino di casa mentre vagava per il loro campo di grano. Anche se l'uomo era lontano Beth poteva vedere come camminava trascinandosi e il suo viso era così strano. Mordeva e annusava l'aria alla ricerca di qualcosa. La pelle non aveva un bel colorito e sembrava staccarsi dalla faccia. 

 

Sua madre si era avvicinata all'uomo per chiedergli se fosse tutto a posto e Beth sentí un brivido di terrore. Il signor Harrison, che un tempo era stato il loro vicino di casa, allungò le braccia verso sua madre e la tirò con forza nella sua direzione, azzannandola proprio sulla spalla. Annette urlò di dolore e Shaun corse ad aiutarla, ma il signor Harrison si girò nella sua direzione e gli morse lavambraccio. 

 

Hershel lasciò cadere gli attrezzi, mentre lavorava sul loro vecchio trattore, e ordinò alle proprie figlie e a Patricia di restare in casa. Maggie si rifiutò di obbedire. Lei arrivava da Atlanta, dove viveva nel dormitorio del college, e aveva già visto quelle cose. Così corse con suo padre e Otis per cercare di tenere a bada l'uomo impazzito. 

 

Beth aspettò dentro casa in preda al panico, non potendo vedere cosa succede a fuori. Dopo un tempo infinito tutti rientrarono in casa e Hershel medicò le ferite di sua moglie e di suo figlio. Gli ultimi ricordi che Beth aveva erano di sua madre e di suo fratello a letto con la febbre. Il mattino dopo però erano scomparsi e sia suo padre che sua sorella gli dissero che erano in ospedale per farsi curare da questa brutta malattia. 

 

Ma aveva scoperto la verità. Gli aveva visti uscire da quel fienile in avanzato stato di decomposizione. Erano dei cadaveri ambulanti e non c'era niente di naturale in questo. Non sembrava una malattia come le altre. Non somigliava a una dermatite. Non poteva essere la peste. Erano morti e più ci pensava più non riusciva a trovare un senso alla cosa. Vide come i proiettili raggiungevano il loro corpi, ma loro continuavano a camminare come se niente fosse. Poi Shane aveva sparato sul cranio di sua madre e lei si era spenta per sempre crollando per terra. 

 

Guardava Shane comportarsi a tavola come se niente fosse e lo odiava. Eccome se l’odiava. Era stato lui ad aprire il fienile, a rivelare lo sporco segreto che infestata la fattoria dei Greene. Forse sarebbe stato meglio per lei che non avesse mai scoperto nulla, almeno non si sarebbe sentita così smarrita, pensò. Che senso aveva continuare a vivere in un mondo come quello? Aveva provato a partecipare ai corsi per imparare a difendersi e sparare, ma tenere una pistola o un coltello in mano era così innaturale per lei. 

 

E poi la sua famiglia non vedeva di buon occhio che lei girasse armata. Tutti non facevano altro che ripeterle quanto fosse fragile e indifesa, assicurandole che ci sarebbe stato sempre qualcuno a vegliare su di lei. Ma Beth non era così ingenua, aveva capito che certe promesse non avevano più valore. Se sua madre e suo fratello, e persino Otis, erano morti allora stava a significare che l’intero mondo poteva morire. Loro erano il suo mondo, le persone che aveva sempre reputato incrollabile. Perciò nessuno doveva essere certo di riuscire a farcela e di poter badare per sempre a lei.

 

Le cose erano due: o prendeva in mano la situazione, cercando di farsi forza e dimostrare alla sua famiglia di non essere una bambola di porcellana, oppure poteva farla finita, dato che il suo mondo era crollato. Sembrava più incline alla seconda e lo aveva dimostrato più volte ripetendo quanto non avesse più senso per lei continuare in quel modo. Da quel giorno Maggie e Patricia vegliavano su di lei come un falco, senza lasciarla mai sola, e a loro si erano aggiunti anche Lori e Jimmy.

 

Jimmy, ah che tremendo fastidio. Era seduto accanto a lei quella sera a cena e non faceva altro che cercare di stuzzicarla sotto al tavolo. Le toccava la gamba in continuazione, lanciandole sguardi languidi e sorrisetti maliziosi. Sapeva cosa voleva, essere vergine non la rendeva completamente una sprovveduta, ma più volte aveva espressamente rifiutato dicendo che non si sentiva pronta.

 

Jimmy continuava a non voler sentire ragioni, ripetendo i soliti discorsi su quanto ormai quella vita non regalasse più certezze a nessuno. Oggi erano vivi, domani chi lo sa. Non potevano permettersi di morire vergini e per quanto anche Beth fosse curiosa di scoprire cosa volesse dire fare sesso, la prospettiva che proprio Jimmy fosse la sua prima volta non la convinceva per nulla. Tornando indietro coi ricordi cercava di capire cosa ci fosse in lui che l’aveva conquistata. 

 

Era chiaro che fosse un bel ragazzo, pulito, coi suoi stessi anni e proveniente da una famiglia rispettabile. Ma forse oltre a questo non c’era molto altro. Certe volte si rese conto di quanto apprezzasse più il suo cane che lui. Il cane di Jimmy era bellissimo, un red retriever dolcissimo che purtroppo era morto dopo mesi di malattia. Era proprio grazie a Lucky che Beth e Jimmy si incontrarono. La fattoria del ragazzo era proprio accanto a quella della famiglia Greene e Hershel era l’unico veterinario presente nella loro contea. Ma era anche il migliore e così Jimmy un giorno arrivò nel vialetto di casa loro, col suo pick up blu e Lucky avvolto in una coperta calda. 

 

Beth si era innamorata di quel cane, promettendo a Jimmy che avrebbero fatto tutto il possibile per aiutarlo, ma purtroppo il tumore era in uno stato troppo avanzato per poter fare qualcosa. L'unica cosa che riuscirono a fare fu quello di migliorare la vita del cane per tutto il tempo che gli restava da vivere. Ogni giorno Jimmy lo portava a spasso e Beth il più delle volte si unì a loro. 

 

Un giorno il ragazzo aveva salutato il suo amico d'infanzia una volta per tutte e aveva preso coraggio invitando Beth ad uscire e poi il resto è storia. Se i genitori di Jimmy non fossero morti durante lo scoppio dell’epidemia, non si troverebbe nella fattoria con lei e Beth sospirò pesantemente sentendosi in trappola. Per l’ennesima volta Jimmy le strizzò la coscia con la sua mano e Beth strinse forte la mascella perdendo le staffe. Gli schiaffeggiò la mano e si alzò di scatto facendo strisciare la sedia sulle assi di legno del pavimento. “Adesso basta!” gridò. “Mi hai stancato” disse infine guardando prima Jimmy, che la guardava incredulo, e poi le persone sedute a tavola. 

 

Tutti le avevano puntato lo sguardo contro e la guardavano un po’ perplessi senza sapere cosa dire o cosa fare. Suo padre sembrava turbato mentre la guardava agitarsi ma Beth distolse lo sguardo camminando verso la porta d’ingresso. “Dove stai andando?” chiese Maggie con voce di rimprovero e Beth fece di tutto per non cominciare a piangere dove si trovava. Alzò gli occhi al cielo e fece un bel respiro prima di rispondere. “Sto uscendo fuori sul portico, dove vuoi che vada?” disse seccata prima di sparire nell’oscurità dietro la porta. 

 

La richiuse alle sue spalle sentendo sempre meno il vociare all’interno della casa. Si andò a sedere sui gradini di legno logoro e si portò le ginocchia al petto circondando le gambe con le sue braccia. Sprofondò in un pianto silenzioso, scossa dai singhiozzi, chiedendosi perché dovesse essere tutto così dannatamente opprimente. Doveva ammettere però che fuori si stava dannatamente bene, non era caldo come all’interno della casa e si sentì rabbrividire. La brezza estiva era rinfrescante e finalmente poteva respirare. Si strofinò la pelle delle braccia coi palmi delle mani e alzò lo sguardo verso il cielo ammirando la miriade di stelle che brillavano indisturbate.

 

Qualcosa alle sue spalle però la fece saltare sul posto. Qualcuno si schiarì la gola emergendo dall’oscurità nel portico. Beth si girò di scatto sentendo il cuore in gola, chiedendosi chi fosse. Daryl si avvicinò a lei come se fosse un animale selvatico e la guardò con lo sguardo accigliato mentre frugava nel taschino alla ricerca di una sigaretta. 

 

“Tutto ok?” le chiese vedendo le sue guance ancora lucide per le lacrime. Beth fece spallucce e rivolse nuovamente il suo sguardo verso l’oscurità. “Non riesco a respirare là dentro” rispose poi e Daryl annuì silenziosamente anche se lei non lo poteva vedere. “Già” disse infine. Beth guardò il fienile in lontananza e pensò alla sua cavalla Nelly. Quando aveva una brutta giornata andava sempre da lei, a spazzolare le lunghe crine e ad accarezzarlo sul muso e dietro le orecchie. “Sei di guardia?” chiese poi Beth voltandosi per guardare Daryl mentre fumava avidamente dalla sua sigaretta. Lo vide annuire perciò prese coraggio e si mise in piedi.

 

“Vorrei andare al fienile, ho bisogno di stare un attimo con Nelly” esordì mordendosi poi un labbro mentre si sentiva nervosa. Daryl rimase in silenzio osservandola, piegando leggermente il capo chiedendosi dove volesse andare a parare. “Puoi… riesci a controllare che non si avvicini niente mentre sono lì?” chiese Beth e Daryl si mosse a disagio. “Non dovresti allontanarti” le disse e lei si guardò per un momento la punta degli stivali. 

 

Daryl sospirò pesantemente. Diamine. “Vai. Resterò nei paraggi, ok?” disse e vide come la ragazza gli regalò un sorriso raggiante. “Grazie” disse Beth saltando giù dai gradini e correndo verso al fienile. Era già abbastanza lontana e Daryl si permise di respirare, accorgendosi solo in quel momento di come avesse smesso di farlo da quando Beth gli aveva sorriso. Le aveva soltanto detto che l’avrebbe controllata. Proteggeva quella gente tutti i giorni e non c’era bisogno di ringraziarlo in quel modo. Era il suo lavoro, dopotutto. 

 

Cercò di scrollarsi di dosso l’immagine della ragazza e del suo sorriso, ma non era semplice. Era raro vederla così contenta. Da quando era arrivato in quella fattoria non l’aveva mai vista sorridere in quel modo, e l’esserne stato proprio lui l’artefice lo fece sentire a disagio. Vide Beth entrare nella stalla perciò si incamminò nella sua direzione, restando a debita distanza. Si sedette per terra sul retro dello stabile e rimase in ascolto nel caso si fosse avvicinata qualche minaccia. Sentì la voce di Beth oltre le assi di legno, non faceva altro che ripetere alla sua cavalla quanto fosse bella e di come le volesse bene. Sentiva come le tremasse la voce e si chiese che cosa fosse successo dentro quella casa che l’aveva portata a scappare all’esterno, ma decise che non erano affari suoi. Cercò di distrarsi quando udì una seconda voce all’interno della stalla.

 

Jimmy, pensò con una smorfia. Non sopportava quello stupido ragazzino che si atteggiava a piccolo gangster delle campagne. Poteva vedere da lontano che non era stato nient’altro che un bimbo viziato per tutta la sua vita, e per qualche ragione Daryl odiava i ragazzi di quella stirpe. Dato che la ragazzina non era più sola prese in considerazione di tornare sotto al portico o ovunque preferisse, ma poi gli tornò in mente come Beth, da giorni, stesse cercando di evitare il ragazzo come la peste.

 

Non che l’avesse osservata molto, l’aveva osservata come osservava chiunque del gruppo. Sentì un brivido sulla nuca e un brutto presentimento si fece largo scuotendo il suo stomaco. Rimase in ascolto e sentì Beth lamentarsi e non ci volle molto per capire quale fosse il motivo del suo fastidio.

 

“Ho detto di no! Cosa c’è in un “No” che tu non capisci?” chiese Beth allargando le braccia e sentendosi frustrata. “Andiamo Bethy, non ce la faccio più. Da quanto siamo assieme? Mesi? E ancora non ho visto niente, nemmeno un preliminare. Sto impazzendo, domani potremmo essere…” disse Jimmy con la voce petulante dell’adolescente che era. 

 

“Morti? Eh, Jimmy? Sai chi è morto? Mia madre e mio fratello Shaun. Quindi scusa se non sono dell’umore” disse lei interrompendolo. Jimmy la guardò con sguardo implorante, cercando di addolcirla. “E dai, ti prego” le disse allungando le mani e sfiorandole la pelle delle braccia. Beth fece un passo indietro e andò a sbattere contro una colonna portante della struttura. Spalle al muro, il momento propizio per Jimmy di bloccarla col suo corpo e insistere sempre di più. Beth cercò di divincolarsi ma Jimmy era più alto e più forte e la teneva ferma, lasciandole una scia di baci sul collo. 

 

“Ti prego, smettila” lo implorò ma Jimmy continuò infilando un dito solo la spallina della canottiera, cercando di abbassargliela. “Vedrai che ti piacerà” le disse mormorando contro la pelle del suo collo. “No” disse Beth con voce roca mentre le lacrime le scivolarono sulle guance. Jimmy premeva sul suo corpo, Beth poteva sentire l’erezione premere sul suo ventre il che rese tutto ancora più reale. 

 

Se non fosse riuscita a scappare cosa avrebbe fatto? Era così che doveva andare? Era così che doveva perdere la sua verginità? In maniera così squallida con un ragazzo per il quale non provava più niente se non un forte fastidio?

 

La canotta era scesa e uno dei suoi piccoli seni era quasi esposto quando qualcosa, o meglio qualcuno, afferrò Jimmy per una spalla scaraventandolo sul pavimento. Daryl si mise davanti a Beth, dandole le spalle, permettendole di ricomporsi e di tirarsi su la canotta. Jimmy era per terra, incredulo mentre guardava Daryl con sguardo truce. Ma lo sguardo dell’uomo era centomila volte più pericoloso del ragazzino che cercava di tenergli testa. “Sparisci, se non vuoi ritrovarti il culo infilzato” disse minaccioso e Jimmy si rimise in piedi aprendo la bocca per dire qualcosa. “Non ti è chiaro?” chiese Daryl stringendo forte la cinghia della balestra che portava in spalla. “Se ti avvicini a lei un’altra volta, anche solo per dirle “Ciao”, giuro che ti spacco la faccia” disse infine, avvicinandosi di qualche passo nella sua direzione. Il labbro inferiore di Jimmy cominciò a tremare e i suoi occhi si spalancarono. Scappò via come un animale ferito e Beth e Daryl rimasero soli all’interno del fienile.

 

Beth si lasciò cadere sopra una balla di fieno e Daryl si sedette accanto a lei. “Tutto ok, ragazzina?” chiese di nuovo. Beth annuì con la fronte aggrottata mentre si sfregava convulsamente la spalla che Jimmy le aveva toccato. Un flash della sua erezione le passò veloce nella mente e si sentì sporca. 

“Sì, ora sì” rispose Beth abbassando lo sguardo per terra. “Grazie, Daryl. Mi hai salvata” disse poi e l’uomo sbuffò rumorosamente. “Non ringraziarmi” disse seccato ma senza rabbia. Si sentiva tremendamente a disagio. “Si che lo faccio. Se tu non fossi stato nei paraggi… io non so se ce l’avrei fatta da sola” disse Beth e Daryl fece spallucce. “Non importa. Se quel moccioso è vagamente intelligente, non credo che ti darà più fastidio” disse lui. Beth annuì rimettendosi in piedi. “Forse è meglio che rientri, prima che diano di matto” disse poi e Daryl annuì alzandosi a sua volta pronto ad accompagnarla. 

 

“Non ho mai capito perchè voi ragazze finite sempre con dei coglioni del genere” si ritrovò a dire, stupendo se stesso, prima di uscire all’esterno del fienile. Beth si ritrovò a sorridere tra sé mentre pensava alle sue parole. “Perché nel mondo ci sono due tipi di ragazzo, Daryl Dixon. Quelli come Jimmy, prepotenti, e quelli come te, che salvano le ragazze in difficoltà” rispose infine. 

 

Daryl si fermò ancora nei pressi del fienile e rimase a guardarla mentre percorreva ancora qualche passo prima di fermarsi e voltarsi nella sua direzione. Non riusciva a credere che Beth Greene gli avesse appena detto quelle parole. Beth Greene, ragazza fragile che non parlava mai, gli aveva appena detto una cosa del genere. “Stai dicendo che sono un bravo ragazzo?” disse Daryl con aria scettica e Beth annuì guardandolo negli occhi. “Allora sei più scema di quanto pensassi” disse lui riprendendo a camminare e beccandosi un’occhiataccia che lo fece sorridere.

 

“Non credo che tu sia così male come vuoi dare a vedere. Abbai tanto, ma non mordi. Azzardo a dire che forse sotto quello spesso strato di stronzaggine hai persino un cuore grande” disse Beth camminando al suo fianco, parlando con aria di chi la sapeva lunga. Daryl si lasciò scappare una risata sincera, scuotendo la testa incredulo per il momento che stava vivendo. Tutto gli sembrò irreale. Non aveva mai parlato con lei, era convinto che fosse spaventata dalla sua presenza. Eppure gli parlava con disinvoltura e si stupì di se stesso per come le stesse rispondendo. 

 

Il mondo era davvero andato a rotoli, pensò Daryl. Pensò anche a suo fratello Merle e a quanto lo avrebbe preso in giro. Beth non era la persona che credeva. L’aveva sempre vista come un piccolo topolino di campagna terrorizzato. Invece era sicura mentre parlava ed era persino civettuola, forse? Stava flirtando con lui? Si domandò scioccamente, pensando che quello fosse un buon motivo per essere preso per il culo da suo fratello.

 

Ormai erano vicino al portico della casa e Beth si girò per dargli la buonanotte. Nessuno gli aveva mai dato la buonanotte, se non suo fratello quando era troppo ubriaco o Carol. Ma Carol era Carol e non contava. Beth lo guardò negli occhi con intensità disarmante e Daryl si sentì quasi sprofondare in quelle pozze azzurre che erano i suoi occhi. Così dannatamente grandi. E la pelle di Beth era così pallida che quasi rifletteva di luce propria sotto la luna. Come aveva fatto a non abbronzarsi sotto il sole della Georgia? 

 

La sentì continuare a dire grazie e Daryl borbottò qualcosa su come non ci fosse bisogno, ma poi lei si sporse in avanti e gli cinse la vita abbracciandolo per qualche secondo. Era durato poco e lei era già tornata sui suoi passi, verso i gradini del patio. Ma Daryl giurava di poter sentire ancora il calore del suo corpo sulla pelle. “Buonanotte, Daryl” disse poi Beth prima di voltarsi. “Buonanotte, Beth” disse a sua volta, a voce bassa. 

 

Beth salì i gradini e prima di aprire la porta si girò un’ultima volta. “Quasi dimenticavo… quando hai spostato Jimmy hai visto qualcosa?” chiese lei improvvisamente imbarazzata. Daryl ci pensò su un attimo prima di scuotere la testa. “Cosa avrei dovuto vedere?” chiese e Beth si morse il labbro pentendosi di aver parlato. “Qualcosa di imbarazzante. Credevo di avere un seno di fuori” ammise Beth ridacchiando nervosa. Era molto più tranquilla rispetto a prima, come se tutto ciò che era appena successo non fosse mai accaduto. 

 

Daryl sentì il proprio viso in fiamme ma cercò di mantenersi composto. Scosse di nuovo la testa assumendo un atteggiamento sicuro e strafottente. “No, non ho visto niente. Non credevo le avessi” disse infine lasciandosi scappare un sorriso sghembo. Non c’era cattiveria nelle sue parole e Beth se ne accorse. Si finse offesa facendo una smorfia prima di ridere sinceramente come non le capitava da parecchio tempo. “Grazie, Daryl per avermi fatta ridere” pensò, prima di agitare una mano per aria salutando l’uomo. Aprì la porta di casa e la richiuse alle spalle, appoggiandosi contro con la schiena e restando lì per qualche minuto, con un sorriso stampato sul viso e il pensiero perso in quell'uomo che era riuscito a farla sentire bene, una volta tanto. 





 

N. A.: Solo un piccolo One Shot che ho scritto ieri sera. Sto cercando di non focalizzarmi solo su una storia e per migliorare nella scrittura cerco di darmi dei compiti. Tipo: provo a scrivere questo o quello. E questa breve storia è il risultato. Fatemi sapere cosa ne pensate.

 

Nel caso ve la siete persi, ecco il link alla mia storia principale e quella secondaria.

 

Beba.



 
   
 
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