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Autore: Ninnibell2001    25/03/2020    0 recensioni
In un mondo cambiato a causa del coronavirus, in cui convivono a fatica persone comuni e portatori sani del COVID19, Claudia e Pietro, P.S., profondamente diversi e incredibilmente simili, si incontrano e si scontrano, nella zona franca delle Dolomiti del Brenta.
L’amore ai tempi del virus, un racconto breve che vuole esorcizzare la paura e l’isolamento forzato in punta di tastiera, attraverso l’amata scrittura.
Rating verde, i personaggi mi appartengono.
25 marzo 2020
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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1 30 gennaio 2023 mattina

Corri, Claudia, corri più che puoi, non fermarti. Claudia De Angelis lo ripeteva come un mantra, nella propria mente, sentendo l'affannato respiro dei due giovani militari dell'Esercito Italiano, alle sue calcagna.

La braccavano, come un animale, spaventosi, indosso delle tute bianche a tenuta più che stagna, intere, che li coprivano dalla testa ai piedi, filtrando aria e possibili minuscole particelle di liquidi corporei infetti dal coronavirus. 

L'avevano incrociata, mentre tentava di nascondersi fra la boscaglia che circondava la meravigliosa montagna di Andalo, fra passeggiate e sentieri che lei conosceva bene ed amava, avendo trascorso estati meravigliose nella suggestiva località trentina, con la propria famiglia.

Non era stata abbastanza cauta, il bisogno di cibo l'aveva fatta esporre più del dovuto...e, ovviamente, era stata intercettata subito; non aveva il volto coperto dalla mascherina e i due addetti delle forze dell'ordine avevano compreso cosa fosse!

Avevano impugnato le pistole caricate a proiettili narcotizzanti - che tenevano nelle fondine alle rispettive cinture - con l'idea di colpirla ed accalappiarla, proprio come si faceva con un cane.

In fuga da due anni e mezzo, la ragazza aveva un fisico tonico ed allenato...li avrebbe seminati, pure questa volta. Sbagliò; non aveva tenuto conto della mancanza di calorie, dell'assenza di benzina alimentare da bruciare nel percorso innevato di una decina di centimetri, piuttosto faticoso.

Sfrecciò, tra una betulla e l'altra, addentrandosi nella parte nord della foresta, verso Molveno. Il lago omonimo - un lapislazzulo incastonato tra le Dolomiti di Brenta, che si affacciava sulla vallata - si offrì alla sua vista, sulla destra…sulla sinistra, il viottolo rivelò un'unica baita, in legno, abitata certamente; il fumo usciva dal comignolo e le lenzuola a due piazze erano stese ad asciugare all'esterno del grande giardino, nonostante la stagione invernale.

Forse poteva essere la sua salvezza! Lo credette, osservando l'alta recinzione metallica sull'intero perimetro, il triplo filo spinato nella parte superiore, telecamere di sorveglianza ovunque e un cancello robusto, forse blindato...c'era un altro come lei!

Ebbe un presentimento e lo seguì; l'istinto e il coraggio non le erano mai mancati, in caso contrario non sarebbe arrivata fino a lì. Fra le più alte montagne italiane vivevano individui che avevano le sue stesse caratteristiche, doverosamente nascosti al mondo in cui tentavano di sopravvivere...maschi soprattutto!

Velocemente, tolse i guantini imbottiti e mostrò all'obiettivo della telecamera più vicina il dorso della mano destra, su cui spiccava un tatuaggio realizzato con semplice e classico inchiostro di colore verde. Due lettere maiuscole. P. S.. In un attimo, udì il meccanismo di sgancio del cancello, che si aprì dei pochi centimetri necessari per permetterle di entrare per poi richiudersi alle sue spalle. 

Sentì gli improperi dei militari, e vide un uomo dai capelli neri - pantaloni della tuta grigi scuri e maglia blu a maniche corte - uscire dalla porta dello chalet, imbracciando un sofisticato fucile da caccia, con un astruso mirino 'Fuori dalle palle!'.

L'ammonimento di Pietro non era diretto alla donna con il cappello di pile viola ed il piumino usurato che gli veniva incontro, senza fiato, bensì ai due galantuomini con cui aveva avuto già il dispiacere di confrontarsi.

'Canali, dare ospitalità a un portatore sano femmina non è una buona idea, mi creda!' il più alto lo ammonì. Era un reato, più che altro!

Pietro Canali fece segno alla ragazza di avvicinarsi 'Entra in casa, c'è un disimpegno all'ingresso. Aspetta lì'.

Lei obbedì, percependo un'inflessione dialettale tipicamente milanese nella voce del moro, i cui occhi scurissimi ed espressivi, esprimevano rabbia e caparbietà. Notò il medesimo tatuaggio sulla mano destra del suo ospite.

P.S.

Portatore sano. Portatore sano del maledetto virus COVID 19, più noto come coronavirus.

Il marchio del male e del diavolo.

Il virus si era diffuso dall'autunno dell'anno 2019, inizialmente in Cina, per propagarsi, successivamente a macchia d'olio, nel resto del pianeta, causando milioni di morti. Era una malattia infame e difficile da catalogare. Se ne erano dette tante, sulla pandemia mondiale.

Che fosse una semplice influenza. Non era affatto così.

Che colpisse gli anziani. Non era vero.

Che risparmiasse i bambini. Sbagliato.

Che i contagi sarebbero diminuiti con l'arrivo del caldo. Assolutamente no, i paesi tropicali e subtropicali contavano un identico numero di decessi degli altri ed un'analoga progressione.

Che gli scienziati avrebbero trovato una cura, un vaccino, in capo a pochi mesi, come accaduto per precedenti malattie, influenze particolari comprese.

Passati tre anni non esisteva un antidoto valido. Per i malati gravi, era prevista la somministrazione di farmaci alternativi agli abituali antibiotici, null'altro.

Medici e biologici avevano, però, scoperto un dettaglio fondamentale: il motivo per cui esistessero zone con molti più morti e contagi. Una sola ragione: la presenza dei portatori sani del COVID19. Micidiali!

Asintomatici e sani come pesciolini rossi in una fontana di una villa palladiana, si erano immunizzati a contatto con individui infetti, sviluppando degli anticorpi che li proteggevano. Purtroppo, erano diventati vere e proprie bombe ad orologeria...untori, erano untori...e sarebbero rimasti tali. E così i loro discendenti.

E, nonostante il contenimento dei contatti, le doverose precauzioni e gli obblighi di legge, i contagi ancora avvenivano, soprattutto nella stagione invernale.

Il coronavirus, infatti, era diffuso anche da semplici ammalati, non solo dai portatori sani e, per alcuni di questi ultimi, era stato impossibile il ritiro a una vita solitaria. In cerca di un momento di libertà mentale e fisica, per un saluto a un proprio caro o a un amico, uscivano dalle zone franche, scappavano, spesso per non farvi ritorno. Restavano ramenghi. Come Claudia.

Che inspirò, a pieni polmoni, l'aria tiepida della baita e, assieme, un odorino succulento di carne stufata, che proveniva dal tegame poggiato sui fornelli della cucina all'americana, visibile per uno spicchio dall'ingresso dove si era accomodata e fermata, come raccomandatole.

Drizzò le orecchie, per ascoltare la conversazione all'esterno, dalla porta socchiusa.

'Non vedo altri portatori sani al di fuori di me! Allontanatevi dalla mia proprietà!' l'uomo minacciava i militari, fissandoli attraverso il mirino di precisione della propria arma.

'Signori miei, la legge ha previsto un isolamento totale per me, per il resto della mia vita. Ho firmato davanti ad un magistrato che sarei rimasto nella casetta di Heidi, fra i boschi, come un eremita fino alla fine dei miei giorni, per il bene comune. Ho giurato che non mi sarei moltiplicato, facendomi praticare una vasectomia da un novello dottor Mengele. Mi avete marchiato come facevano i nazisti con gli ebrei nei campi di concentramento! Ho rispettato e rispetto le regole che voi mi avete imposto, ora rispettate le mie...sparite dal mio stalag!'.

Si era sfogato, almeno. Erano mesi che non parlava con anima viva per più di sessanta secondi…se non con la propria immagine riflessa dallo specchio del bagno e gli animali da cortile che allevava ed a cui tentava di non affezionarsi troppo, giacché sarebbero finiti in pentola, prima o poi.

E non era un tipo altruista, Pietro...mai stato generoso e magnanimo, nemmeno nell'esistenza precedente. Stronzo, ricco, brillante, egoista e sciupafemmine, quello sì. Però, la silhouette della giovane dai lunghi capelli castani, inseguita come una preda in un safari di ricchi e annoiati nobili d'altri tempi - osservata dallo schermo della tv, collegato alle telecamere di sorveglianza a circuito chiuso - gli aveva fatto ribollire il sangue nelle vene. Già il destino si era accanito con i portatori sani, ci mancava solo la battuta di caccia!

Vide il militare che lo aveva interloquito fare spallucce ed alzare la mano, in segno di commiato. Aveva vinto, come nelle precedenti occasione in cui si era interfacciato con le forze dell'ordine...le poche rimaste, a causa della miseria di stipendio che percepivano, a fronte di un lavoro pericoloso; erano fin troppo motivati e professionali. E lui una causa perduta. Alla fine, desistevano e lo tolleravano, nelle sue sparate e prese di posizione.

Contraccambiò il saluto, rientrando in casa e poggiò il fucile a terra, in un angolo del disimpegno.

Doveva leggere il secondo capitolo di quella giornata atipica.

'Non sei di zona. Cosa vuoi?' domandò alla donna, senza preamboli o benvenuti o presentazioni. 

'Sto cercando un posto dove sistemarmi, almeno per un po’. Venni ad Andalo molti anni fa e me ne innamorai. Tornavo ogni estate e...' sospirò 'quando è diventata zona franca per noi portatori sani, mi sono messa in marcia…cammino da un anno per arrivare qui!'.

'Vieni da Roma...sei romana!' l'accento la tradiva e lui detestava i meridionali.

'Sì!' tolse il capellino di pile e gli tese la destra 'Claudia De Angelis'.

Viso perfetto. Labbra a cuore, rosate. Naso all'insù. Occhioni marroni come il cerbiatto Bambi. Capelli lunghi castani chiari, incolti e selvaggi. Bella. Da morire.

Pietro fece un passo indietro 'Non toccarmi...sei portatrice sana del COVID19, non so nulla del resto del tuo stato di salute e non posso permettermi di ammalarmi'. Fu sgarbato e assertivo 'Non ho bisogno di compagnia; la casa abitata più vicina è a cinque chilometri e ci vive un anziano… forse potresti andar bene per lui, a mo' di badante'.

La De Angelis non si arrese, giacché cinque chilometri nelle sue condizioni erano improponibili 'Cucino, pulisco, lavo, stiro...tutto!'.

'Colf senza contributi e ferie? No, grazie. Sono autonomo e non ho una seconda camera' la respinse, ancora, più duro del marmo delle Dolomiti.

'Nemmeno un po' di compagnia? Ho un carattere estroverso! Chissà da quanto non parli con qualcuno...nemmeno io, per la verità' era una ragazza spigliata e disinvolta, solare… tentò.

'Sono diventato asociale, basto a me stesso...no, grazie!'. Era insistente la romana, lui aveva un suo equilibrio, forse precario…doveva mandarla via!

Lei giocò un'ultima carta. Stanca morta, sudata, aveva una fame da lupi e si lanciò 'Potrei...ecco...potrei...'. Nemmeno terminò, arrossendo come una scolaretta del liceo.

Il baratto con prestazioni carnali era all'ordine del giorno per la sopravvivenza delle portatrici sane, poiché il virus non si trasmetteva per via sessuale; l’importante era evitare contatti con la bocca e il naso. Per di più erano entrambi P.S., in teoria una coppia perfetta.

E l'uomo era prestante. Non arrivava alla quarantina, altezza media, dieci centimetri più di lei, labbra sensuali, mento volitivo, lineamenti piacevoli, asciutto e muscoloso. Pulito. Denti candidi come una star del cinema. Assomigliava a Luca Argentero, un attore per cui aveva un debole.

Le sbottò a ridere in faccia 'Signorina De Angelis, me ne intendo di escort. Accompagnatrici, diciamo così. Ne ho frequentate moltissime, a suo tempo, e tu proprio non lo sei...Ti sei proposta ad altri candidati?'.

'No...' bisbigliò, sull'orlo delle lacrime 'Per favore, ospitami per stanotte. Mi sistemerò, mangerò qualcosa, dormirò per terra e toglierò il disturbo all’alba di domani, non mi vedrai più'. Lo scongiurò, sentendosi svenire, le ginocchia stavano per cederle. Si appoggiò alla parete alla sua sinistra, anch'essa ricoperta di legno, vedeva solo puntini neri davanti gli occhi. 

Canali - accortosi che non fingesse - non si premurò di aiutarla; si girò, camminando in fretta verso il lavandino, prese un bicchiere d'acqua in cui versò un cucchiaio di zucchero da un barattolo di ceramica marrone marchiato Thun. Mescolò e glielo porse in tono perentorio, evitando di sfiorarla 'Bevi'.

Lei riuscì, nonostante il sapore stucchevole fosse quasi disgustoso, al palato. Cercò di tenerlo nello stomaco vuoto, a piccoli sorsi, fino a terminarlo. La curva glicemica risalì a un livello normale e riprese i colori. 

'Non sono un benefattore e non desidero problemi. Se vuoi davvero restare, per poche ore...conosci la prassi. Non è personale' già sapendo cosa avrebbe risposto, portò il bicchiere vuoto nel lavello e recuperò un paio di guanti sterili in cucina, intanto che la ragazza annuiva e iniziava a spogliarsi.

Tolse sciarpa, piumino e doposci, poi i jeans, il maglione di lana a collo alto beige e la canottiera in microfibra, inserendoli nella busta di plastica bianca con stampata una croce rossa, agganciata all'appendiabiti dell'ingresso, all'uopo dedicata. Era una veterana degli spogliarelli del tipo richiestole.

'Via il resto, sarà una cosa veloce. Sono un medico' la sfiorò, con lo sguardo, mentre si liberava dei calzettoni a rombi e del completo intimo, un reggiseno semplice, candido, di cui fece scendere le spalline, per poi affrancare i seni, armoniosi e rotondi, una terza misura abbondante, e gli slip a vita bassa, rivelando un boschetto castano, incolto come la capigliatura, della stessa sfumatura.

'E' un po' che manchi dall'estetista?' Pietro si sbizzarrì in una battuta sciocca, non per imbarazzarla. Forse per togliere entrambi da un lieve disagio. I portatori sani erano abituati ad essere sottoposti ad un esame sanitario completo, più degli altri. 

Si meravigliò che la ragazza ridesse a crepapelle 'Hai ragione, niente ceretta'. Claudia tentò di rilassarsi, l'uomo si era inginocchiato e le aveva alzato il piede destro, controllando anche sotto la pianta e fra le dita, per poi passare al sinistro. Cercava eventuali ferite, abrasioni, infezioni, micosi.

I farmaci scarseggiavano, e lo stesso valeva per il personale medico ed infermieristico. I reparti di Medicina d’Urgenza non esistevano quasi più e prestare cure a uno come loro era improponibile. Erano reietti, il resto dell'umanità avrebbe preferito vederli morti... non era accaduto, per pietas umana e convenzioni.

Molti erano vivi, tuttavia uccisi nell'anima dall'isolamento estremo e da una sterilizzazione obbligatoria. Valevano meno dei ratti e la loro vicinanza era più pericolosa del morso di un mamba. E nessuno amava i serpenti!

Canali continuò, passandole i palmi delle mani dalle caviglie alle cosce, con attenzione alle pieghe dietro le ginocchia. Trovò solo una pelle nivea e compatta, i muscoli guizzanti.

La vide ritrarsi 'Mi fai il solletico'.

'Scusa...' trattenne il respiro, per aprire i petali del suo fiore carnoso con le dita; il suo primo contatto intimo col corpo di una donna dopo due anni e mezzo avveniva con una barriera di lattice...indossata sull'organo sbagliato, perfino! 

Era perfetta, Claudia! Si concentrò sui tessuti morbidi, provando a essere il più delicato possibile, senza violare la sua grotta color corallo. Nessuna secrezione, nessun fluido anomalo, all’esterno. Pensò bastasse, lì. Deglutì, rosso come un pomodoro 'Girati!'.

La ragazza si voltò, esponendo le natiche, arcuandole verso di lui, che si dedicò all'esplorazione del suo pertugio più nascosto. Controllo negativo, era stupenda e pulita, anche lì. Non aveva nessuna malattia, e - nonostante la minima l'igiene personale che poteva permettersi una vagabonda - il leggero odore misto di fisicità e paura non lo infastidì, era gradevole…umano! 

'Alzati i capelli' comandò e verificò i lombi, la schiena e il collo, fino al cuoio capelluto. Il derma era a posto e non aveva addosso pidocchi, zecche, o piattole, nemmeno sotto le ascelle.

Sentì un risolino, era una zona sensibile al solletico. 

'Perdono...' le mani maschili la rivoltarono, di centottanta gradi; circondarono la vita sottile, e arrivando alla base delle mammelle, le sollevarono, le palparono.

Gli occhi marroni non lo avevano abbandonato un secondo, durante la visita ed ora li aveva fissi addosso. 

L'aveva studiato, Claudia. Era stato scrupoloso e non viscido, l'aveva esaminata forse più da uomo di scienza che da maschio in calore, malgrado lo sguardo illanguidito colto in alcuni momenti e l’indubitabile astinenza. E lei stessa aveva assaporato una lusinga anomala, una serena violazione…tangibile...tranne per il seno; quando il moro aveva stretto le sue puntine fra i pollici e gli indici, per verificare la presenza di eventuali secrezioni, alla maniera di un esperto ginecologo, era scattata, con un gemito, di apparente fastidio.

'Ti ho fatto male?' non aveva resistito, Pietro, davanti ai boccioli eccezionali che aveva tra le mani; li aveva trattenuti più del necessario, soprattutto quando, al suo tocco, si erano inturgiditi. Come quello che gli restava sotto la cintola.

'Un pochino...' mentì, turbata.

'Sei a posto, abbiamo quasi finito' apparentemente indifferente, pose le mani sulle sue guance, abbassandole le palpebre inferiori. Con i pollici la spronò poi a schiudere le labbra, e esaminò la bocca, ciò che gli interessava di più...l'arcata dentale! Commentò, con un fischio 'Sei perfetta, strepitosa, se avessi avuto clienti come te sarei sul lastrico...neanche una carie, poco tartaro e scommetterei la mia laurea che non portavi l'apparecchio, da piccola'.

'Sei un dentista!' lo aveva intuito.

'Lo ero. Chirurgo odontoiatra! Ho ricostruito le bocche ai vip di mezza Milano! Per l'apparecchio? Confessi?'.

'Non lo portavo, hai ragione...ehm, sono svestita davanti a un estraneo...' era sciolta e disinibita, conscia della sua bellezza; purtuttavia, la nudità, ostentata in quel modo, le parve esagerata.

‘Pietro Canali’ finalmente si presentò, togliendo i guanti, e porgendole la mano 'Seguimi'. 

Claudia rimase a bocca aperta, alla vista dello chalet; il salone era raccolto in un angolo appartato di fianco al camino acceso, in piena luce. Il sofà imbottito componibile riproponeva l’impronta rustico-contemporanea dell’intera casa, con linee molto squadrate e un rivestimento minimal in tessuto grigio mélange, ammorbidito da tanti cuscini appoggiati allo schienale. Oggetti e decorazioni erano ben dosati, con un omaggio allo stile alpino, e le tinte neutre, molto naturali, rendevano l’ambiente raffinato, come il suo proprietario…un personaggio singolare!

Proprio il camino dominava un’intera parete della zona giorno, interrompendo, in modo comunque discreto, la continuità del rivestimento in legno. La struttura che ricopriva la canna fumaria era dipinta esternamente con smalto satinato grigio chiaro, e la cornice intorno al focolare chiuso era in pietra di Luserna.

‘E’ un marmo del Monte Rosa’ segnalò lei.

‘Esatto, andavo a sciare lì, da bambino, mi era rimasta impressa’.

Il tavolo da pranzo era stato realizzato accostando un piano in legno di cedro, con finitura lucida, a una base in metallo lasciata grezza ed era illuminato da due sospensioni di linea molto essenziale, che si accordavano allo stile semplice delle sedie in materiale plastico.

Claudia, ammirata anche dalla camera da letto - in linea con il resto, un arredamento limitato a pochi pezzi a vista con armadi guardaroba che si mimetizzano completamente con i muri, un letto a semplice base in larice recuperato, con affiancate due scatole in fibre naturali intrecciate, al posto dei comodini -  corse verso il bagno, in cerca della privacy che poté darle il vetro opaco del box doccia, in cui si barricò.

'Dormivo nel bosco, in un sacco a pelo, sotto una tenda igloo. Ho lasciato lì lo zaino, coi miei effetti personali; mi accompagneresti a prenderlo, più tardi?'.

'Mi spiace dirtelo, i militari avranno già bonificato l’area e portato via tutto. È la prassi, sperano tu ceda e ti consegni, spontaneamente. Non credo verranno più qui, comunque'.

'Perché li spaventi a morte, col fucile e il ringhio…peggio di Gattuso, l'ex calciatore del Milan! Sei solamente più carino e non ci vuole molto!' lei commentò, aprendo l'acqua calda 'avrei necessità di un cambio pulito, la mia roba è indecente’.

'Ricevuto. Appoggio sul letto alcuni miei vestiti puliti, un paio di pantaloni della tuta ed una camicia, ti staranno larghi ma non troppo, ho sbagliato la centrifuga...odio la lavatrice, è un aggeggio infernale' la informò, evitando di ammirarla per il tempo in cui si lavava e di ribattere sul proprio carattere. In effetti, ringhiava davvero, al prossimo!

'Dall'armadietto del bagno serviti pure di asciugamani, deodorante, spazzolino da denti e rasoio...estetista a domicilio' sghignazzo'...era tanto tempo che non rideva, si sentì vivo! Vivo!

'Lo farò...e ti avverto, consumerò il flacone di bagnoschiuma!' era incredibile la piacevolezza dell'acqua sulla pelle, la morbidezza della spugna ricoperta di schiuma, persino l’aroma fresco dell’antibatterico.

'Romana, mangio a mezzogiorno, non alle due! Datti una mossa!' Pietro la redarguì, scorbutico, e dispose, pian piano gli abiti promessi sul talamo, ben ripiegati.

   
 
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