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Autore: Elgul1    26/03/2020    1 recensioni
Questa storia è un What if di cosa sarebbe potuto accadere, secondo me, se invece di Shouyou, Gintoki avesse avuto come maestro Utsuro diventando il più temibile assassino a disposizione dei Naraku.
Gintoki ha sempre vissuto per servire e aiutare il suo maestro Utsuro che lo ha cresciuto come un figlio. Da anni commette crimini di ogni genere uccide coloro che infangano il buon nome dei Narakue chi rappresenta una minaccia per l'ordine imposto. La sua strada però, durante la sua missione più pericolosa, sarà costellata di numerosi incontri che riusciranno a portarlo verso la dritta via che sembra irragiungibile?
Genere: Azione, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Okita digrigno i denti piuttosto contrariato dalla situazione che quel ragazzino gli aveva costretti a intraprendere.
" Mi vuoi spiegare perché ci hai detto di non tirar fuori le spade?" Borbottò stizzito il biondo che già pregustava di ammazzare qualcuno di quegli snob con la puzza sotto al naso.
 " Se avessimo opposto resistenza oltre a questi venti ci saremmo ritrovati contro l'intero clan sarebbe un immenso spreco d'energia visto quello che voglio fare..." Spiegò enigmatico il giovane fissando avanti senza guardare lo shinsengumi dietro di se. Mentre camminavano diretti all edificio principale il trio si guardò attorno circospetto notando le numerose abitazioni e i numerosi edifici lungo la via. La maggior parte sembrava starsi allenando e dargli occhiate di sottecchi.
" Però c'e ne di genta qua." Ammise Kondo piuttosto sorpreso.
" La famiglia di Kyubbei è vicina allo shogun da sempre sono famosi per la loro tecnica di spada per tanto hanno decine e decine di allievi." Disse Shinpachi. Ricordandosi le volte che lui, la sorella e suo padre, si erano recati fin lassu per allenarsi insieme a quella pazza di Kyubeei e altri.
" Sarei proprio curioso di saggiare le loro abilità." Disse Okita con un tono di voce particolarmente alto e uno strano luccichio negli occhi che attirò lo sguardo di molti degli uomini che li stavano scortando che, alla vista di quegli occhi colmi di foga rabbrividdirono accelerando il passo senza osare dire nulkla.
Una volta giuntì, di fronte al portone della dimora la trovò li di fronte a lui Kyubbei.
" A quanto pare ci rincontriamo..." Mormorò invenelito Shinpachi alla giovane che, colma d'ira non gli togliava l'occhio di dosso.
" Che cazzo sei venuto a fare qua?" Chiese rapida lei togliendo la distanza che li separava e agguantandolo per il kimono.
" Sono venuto a riprendermi mia sorella com'è giusto che sia..." Replicò lui per niente intimorito dalla ragazza.
" Se non fosse per me Otae sarebbe morta come osi venire qua a reclamarla? Come ti permetti solo di rivolerla con te quando per colpa della tua fuga lei stava per morire?" Gridò lei colpendolo con un pugno sul volto e mandandolo al suolo. Okita stava per farsi avanti ma due uomini lo placcarono.
" Voi chi sareste?" Chiese la giovane incuriosita dai due vestiti di nero.
 " Noi siamo membri della Shinsengumi e accompagniamo questo ragazzo da sua sorella." Spiegò Kondo calmo. La giovane passo il suo sguardo prima su di loro poi su Shinpachi che, si stava rimettendo in piedi e cominciò a ridere.
" Ti sei fatto accompagnare dalla polizia per venire a riprenderti tua sorella?" Rise e poi sussurrò: " Sei solo un miserabile Shinpachi Shimura..."
 " Loro non sono qui per questo Kyubbei..." Borbottò lui serio senza scomporsi di fronte alle dichiarazioni della ragazza.
" E allora perché sono qui?" Domandò lei incuriosita.
Shinpachi senza distogliere lo sguardò dalla giovane urlò:" Io Shinpachi Shimura della scuola di scherma Shimura sfido la tua casata in una serie combattimenti!" Nessuno fiatò. " Se vincerai avrai mia sorella e io non avrò alcun reclamo in questo ma se sarò io a vincere tu dovrai sparire dalla sua vita una volta per tutte!" Continuò con lo stesso tono di prima.
" Cosa fai accetti oppure no?" Concluse lui con uno strano ghigno sul volto sapeva già cosa avrebbe risposto quella ragazza era sempre stata orgogliosa come poche persone al mondo e, avere la possibilita di avere Otae tutta per se, era un occasione troppo ghiotta per rifiutare.

La castana, che era rimasta zitta fino a quel momento, sorrise compiaciuta e replicò:" Molto bene la mia casata accetta la sfida Shinpachi. Gli incontri saranno tre e si terrano qui nella mia magione tra due giorni esatti. Fino a quella data non ti sarà permesso di vedere tua sorella... Guardie portateli nella parte riservata agli ospiti e trattateli con tutti gli onori." Ordinò la ragazza voltandosi e dirigendosi verso il palazzo.
" Era questo il tuo piano quindi?" Sussurro Kondo piuttosto sorpreso.
Shinpachi annui e rispose:" Inizialmente volevo venire da solo ma quando vi siete uniti a me ho capito che forse, con un gruppo di persone, sarebbe stato più facile vincere." Una mano si poso sulla spalla di Shinpachi e su quella di Kondo.
" Tranquillo ragazzino che venghino anche in cento non mi interessa..." Mormorò con uno strano tono di voce Okita. " Dopo quello che ha detto quella sbarbatella sarà un vero piacere fargli assaggiare un'po d'asfalto..." Concluse con gli occhi che scintillavano bramosi di lottare dopo tanto tempo.


-


Mentre si dirigevano verso il punto di incontro coi joi Gin non riuscì a spiccicare una parola con quel uomo. Voleva ringraziarlo ma, al tempo stesso, si sentiva davvero ferito nell orgoglio lui che aveva mietuto decine di vittime era stato messo sotto dalla prima bestia che si era trovato davanti.      
   " Non ti angustiare ragazzino..." Borbottò lo yato al suo fianco coprendosi con l ombrello la testa dai forti raggi del sole. " Sei stato colto di sorpresa è normale essere stati messi sotto da quella creatura." Disse ancora come per rincuorarlo.
 " La ringrazio dell incoraggiamento signor...?" Rispose Gintoki girandosi verso di lui.                      
  " Mi chiamo Umibozou e tu?" Gintoki si bloccò in mezzo alla strada ripensando a dove aveva sentito quel nome e mormorò:" Tu sei il padre di Kagura?" A sentire il nome della figlia il vecchio prese Gin per il collo e lo sbattè contro il muro di un edificio incrinandolo.                                                                
" Chi sei? Come fai a conoscere mia figlia?!?" Ruggì l uomo stringendo la presa.                                                                                                       
   " L'ho incontrata sul mio pianeta qualche mese fa." Bofonchiò lui con la poca aria che riusciva a passare vista la stretta dura come l'acciaio dell uomo. " Sta bene, sta tranquillo..." Aggiunse sperando che mollasse la presa.                     
" Che succede qui?!?" Esclamò una voce inconfondibile per Gintoki provenire dal vicolo di destra. Il bianco iniziò a gesticolare mentre, il vecchio mollò la presa.
" Tu chi saresti?" Domandò Katsura pronto a estrarre la spada.                            
" Sono Umibozou sono stato assoldato per scortarvi sul pianeta siete voi quel gruppo di samurai?" Domandò con tranquillita lui mentre Gintoki, aiutato da Takasugi riprendeva fiato.
" Si, siamo noi stavamo cercando quel tipo dai capelli bianchi ti ringraziamo se l'hai tolto dai guai..." Rispose Katsura fissando male Gintoki.
" Diciamo una cosa del genere. Tornando all argomento principale chi è il capo della spedizione?" Chiese sbrigativo lo Yato guardandosi attorno.
 " Sono io..." Rispose Takasugi facendosi avanti e mettendosi di fronte a lui.
" Dovrei parlarti in privato se non ti dispiace." Spiegò lo yato facendogli cenno di seguirlo.
 " D'accordo fammi strada." Rispose mentre lo yato iniziò a camminare per una dozzina di metri per poi fermarsi.
" Di che staranno parlando?" Mormorò Gintoki a Katsura dandogli una gomitata per attirare la sua attenzione.
 " Non ne ho idea..." Ammise il moro continuando a guardare lo yato gesticolare e il suo amico annuire con la testa per poi rispondere ogni tanto a monosillabi quasi.
Dopo una decina di minuti, che al resto del gruppo sembro un eternita, i due tornarono e Takasugi,schiarendosi la gola disse:" Allora io e la mia guida ne abbiamo parlato e, mi ha consigliato di dividere il nostro gruppo in due squadre..."
 " In che senso in due squadre? Eppure non siamo tanti..." Replicò Katsura piuttosto diffidente. " Non possiamo lasciare qua i veicoli di ritorno incustoditi e inoltre qualcuno deve tenere d'occhio la zona è uno dei pochi punti dove possiamo inviare e ricevere messaggi. Per tanto un gruppo di dieci elementi stara qua di guardia e altri dieci invece seguiranno Umibozou fino al giacimento che si trova a circa tre giorni di marcia serrata da qui." Spiegò brevemente all amico.
Katsura si grattò la testa piuttosto indispettito e borbotto:" D'accordo qua ci penserò io tu però vedi di muoverti e di non farmi aspettare troppo intesi?"          
  " Sta tranquillo torneremo in un baleno comunicaci se succede qualcosa in zona e torneremo subito indietro."  Lo rassicurò l orbo facendo cenno a Gin di seguirlo.


-


Ureka guardava rapita quel gigantesco pianeta che era apparso di fronte a loro. In quel momento si sentì vulnerabile come mai era stata in vita sua di fronte all immensita di quel cosmo di cui tanto aveva sentito parlare. Sperava di andarci un giorno e di vivere qualche missione lassu nello spazio profondo magari con Shin o Gintoki e, adesso, quest ultimo era proprio il loro obiettivo.
" Mia signora." Mormorò un naraku alle sue spalle distogliendola dai suoi dubbi.
" Si dimmi." Rispose lei seria e fredda cercando di apparire come sempre.
" Il signor Utsuro voleva informarla che dopodomani, a quest'ora attraccheremo sul pianeta per tanto voleva informarla che ci sarà una riunione insieme al resto delle spade." Spiegò l uomo chinato a terra in faro onorevole.
 " Molto bene dite al sommo che ci sarò non appena mi vorrà." Replicò lei schiettamente mentre quello usciva rapido dalla stanza. - Tra poco quindi ci rivedremo Gin...- Pensò fra se e se afflitta.
Quando aveva saputo quello che l ex assassino aveva fatto non ci poteva credere proprio lui? Il più fedele tra tutti gli adepti? Lui che aveva ucciso decine e decine di loro che avevano tradito adesso si era messo contro di loro? Si sentiva tradita come se tutto quello in cui credeva fosse ormai perso per sempre. Gli occhi gli si chiusero per un istante ma poi li riaprì subito ormai non riusciva più a dormire come voleva e la stanchezza si faceva sentire. Si era resa conto, in quel breve periodo, che Gin era cambiato non era più freddo e calcolatore come una volta non gli appariva più con quell'aura minacciosa che tante volte aveva spaventato lei e altri membri di Naraku lui era cambiato. - Tutta colpa di quella missione solitaria tutta colpa dei suoi dannati contatti.- Riflettè tra se e se stringendo i denti e i pugni. Era colpa di quella ragazzina, colpa di quella stupida donna con la cicatrice tutta causa loro se il suo più caro amico adesso si trovava in quella situazione. Si accascio a terra in preda a un attacco d'ansia. Voleva salvare Gin non voleva che morisse, lui che era l'ultimo rimasuglio che la legava all'ordine lui che per lei, si era messo contro Oboro e l'aveva salvata... gli doveva tutto. Ripresasi si rimise in piedi poi mormorò: " Gin... non importa quello che accadrà. Non importa se loro vogliono ucciderti io ti farò redimere in un modo o nell altro ti farò tornare quello di un tempo." Con questa promessa uscì dalla stanza pronta ad affrontare il suo destino.


-


" Ehi ragazzo..." Sussurrò all'improvviso Umibozou mentre si riposavano all'ombra di alcuni colossali alberi. Avevano viaggiato tutto il giorno prima per poi fermarsi per la notte. A quanto gli aveva detto lo yato era impossibile viaggiare con l'oscurita viste le creature che sembravano imperversare.
 " Si." Rispose Gintoki visibilmente sorpreso visto che il vecchio, a parte per le indicazioni, non diceva una parola e guardava sempre avanti a se.
 " Ti volevo chiedere scusa per ieri." Ammise lui sedendosi sulla roccia accanto a quella del bianco.
 " Ehm nessun problema. Lo capisco quasi infondo bhe sentir dire il nome di tua figlia da uno sconosciuto non è di certo il massimo." Rispose Gintoki capendo la preoccupazione dell uomo.
" Mi sai dire come sta in questo momento? E' da circa dieci anni che non la vedo..." Mormorò lo Yato con una strana nota nella voce.
" Al momento si trova a Yoshiwara e lavora per Tsukuyu il leader di un gruppo di donne guerriere. Negli ultimi mesi l'ho aiutata a controllare e gestire la sua forza e l ultima volta che l'ho vista ha lottato contro Hosen..." Spiegò in breve Gintoki cercando di non omettere nulla.
" Ha lottato contro Hosen?!?" Esclamò allarmato lui fissando Gintoki stupito.                           
" Si... per colpa mia..." Spiegò. " Stava attaccando Yoshiwara io ho tentato di fermarlo ma..." Si guardò le mani sentendosi quasi impotente.
" La mia forza non è bastata e allora lei ha lottato contro di lui." Disse.
 " Mi stupisco che sei ancora vivo... quell uomo era un mostro anni or sono non oso immaginare che razza di creatura avete affrontato sono contento che stia bene comunque nonostante tutte le cose che ha passato." Mormorò facendo un sospiro di sollievo.
" Si mi ha detto qualcosa su suo fratello...Non ho voluto indagare ma, da come ho capito tu e lui..."
 "Si ci siamo affrontati." Rispose rapidamente lo Yato senza peli sulla lingua.
 " Ma perché? Cosa può portare un figlio ad affrontare il proprio padre?" Domandò Gintoki allibito che già si era posto quella domanda. Il vecchio yato fisso Gintoki per qualche secondo come se, in quel momento, non sapesse se dire la realtà dei fatti oppure no. " Devi sapere che nel nostro clan esisteva una regola secoli fa ovvero esprimere la propria superiorità alla generazione precedente... Mio figlio decise di iniziare quella questione dopo tutto questo tempo..." Cominciò a dire mostrando il braccio sinistro meccanico.
" Mi portò via un arto io stavo per ucciderlo. In quell'istante il mio sangue Yato stava prendendo il soppravento. Però, in quel momento, lei mi teneva il braccio sano e mi implorava di lasciar in vita suo fratello..." Spiegò Umibozou. " Lei lo vuole redimere vorrebbe che tornasse in se ma..." Scosse la testa afflitto. " Io so benissimo che non potrà mai accadere ormai di mio figlio non resta che l'ombra di ciò che era..."
" Può succedere di perdersi nell'oscurita." Replicò Gintoki convinto. " Anche io, fino a qualche tempo fa, ero perso in un vortice di violenza e sangue ma... Ne sono uscito." Aggiunse.
Il vecchio cacciatore lo guardò per qualche istante serio senza cambiare espressione e replicò:" Non a tutti è permesso questo... Ci sono persone che non vogliono rivedere la luce, alcune vogliono restare nel buio e credo che sia questo che vuole mio figlio..."
 " Come puoi pensare questo?" Domandò Gintoki stupito da quell'affermazione. Lo Yato non rispose e si alzò dalla roccia. " Mi vuoi spiegare?" Insisti il bianco.
 " Lui mi accusa di una cosa che purtroppo mi reputo realmente il responsabile anche se in modo indiretto..." Mormorò lui con una voce cupa. Umibozou aprì la bocca per parlare ma si bloccò e disse:" Te lo dirò quando sarà il momento coraggio andiamo il momento della pausa è finito." Di malavoglia Gintoki lo seguì dal resto del gruppo con più domande che risposte.


-


Con un balzo Kagura si portò sull'altro palazzo iniziò a correre lungo il tetto per poi eseguire un nuovo salto atterando di nuovo in piedi e fermandosia riprendere fiato. Lentamente cominciò a respirare ormai era qualche giorno che, seguendo il consiglio di Tsuky faceva quegli esercizi per ampliare il controllo della sua parte Yato non voleva che riaccadese come con Hosen. Un brivido gli percorse la schiena fino alla testa ripensando a quando aveva perso completamente il controllo si era sentita esattamente come suo padre oppure Kamui quel giorno di dieci anni fa. Per non pensarci più eseguì un nuovo salto portandosi sempre più vicina al centro del quartiere in cui sorgeva alto e splendente il palazzo di Yoshiwara ormai ricostruito dopo tutte quelle settimane. Lentamente cominciò ad accelerare sempre più i salti gli sembravano sempre più ampi e potenti tanto da incrinare in parte il terreno sotto i suoi piedi con la mente rivide i momenti contro Hosen la sua rabbia, la sua frustrazione e il respiro si affannò mentre correva sempre più veloce finché non si schianto contro il muro del palazzo con violenza. Scossa cercò rapidamente un appiglio per non volare di sotto e lo trovo su una ringhiera a cui si aggrappo con qualche difficoltà rimase li, sospesa nel vuoto qualche istante conscia del rischio che aveva appena corso.

" Dovresti stare più attenta." Disse con rimprovero una voce affacciata alla finestra sopra di lei.
La ragazzina alzò la testa trovandosi davanti gli occhi severi di Tsuky e imbarazzata rispose: " Si scusami è che..."
" Si hai perso il controllo lo immaginavo." Concluse lei la frase della giovane, ormai capitava sempre più spesso che lo perdesse da quando aveva incontrato suo fratello e lottato con Hosen notava comportamenti strani in Kagura.
" Stavo andando bene ma poi... " Si tocco la testa con la mano sinistra. " Ho rivissuto le immagini di Hosen e allora mi è tornato in mente Kamui e il passato." Spiegò in breve. " Ancora non mi hai detto cosa sia successo tra tuo padre e tuo fratello vorresti parlarmene?" Chiese dolcemente la donna. Kagura non rispose ma rimase in sospeso sulla finestra su cui si era arrampicata e continuava a fissare davanti a se. Tsuky sospiro e disse:" Fa come credi meglio sia per te io ci sarò sempre per te se mai volessi parlemene ok?"
" Si d'accordo..." Sussurò la ragazza sempre senza guardare la bionda che si allontava verso l'interno dell'edificio.
Mentre saliva le scale immersa nei suoi pensieri sentì una presenza avvicinarsi. " Ti ha detto nulla?" Domandò Hinowa condotta li da una guardia.
La bionda scosse la testa. " Non so cosa fare con lei..." Mormorò Tsuky afflitta. " Forse lui saprebbe cosa fare..." Aggiunse, si sentiva inutile in quella situazione ormai disperata aveva consigliato a Kagura quella specie di allenamento solo per non vederla sempre ansiosa oppure nervosa ma stava servendo a poco e, in più, per paura dell'arrivo di Kamui o altri ospiti, aveva ingigantito la guardia di tutta quanta la città.
" Credo che neanche lui saprebbe come prenderla in questo momento servirebbe una figura più vicina di quanto possano essere una guerriera, una storpia e un ex assassino." Disse Hinowa.
" Bhe purtroppo io sono questo ok?!?" Esclamò inviperita Tsuky.
" Non ti sto criticando..." Ammise Hinowa cercando di calmarla.
" Lo so ma..." Sbuffò esasperata. " Non so cosa fare e tutto questo mi manda nei pazzi veramente." Disse. Prima che Hinowa potesse replicare si sentì un rumore di vetri infranti, ai piedi di Tsuky era atterrato una sorta di piccolo pacchetto rosso contornato da un fiocco. Le due donne si fissarono confuse dell'inatteso pacco.
Lentamente la bionda sollevo la scatola che notò essere piuttosto leggera vista il volume di essa. Con cautela la aprì trovandola vuota fatta eccezione per un piccolo bigliettino chiuso. Diede la scatola a Hinowa ormai accortasi priva di pericoli e aprì il biglietto il cui contenuto la fece rabbrividere.
" Che cos'è?" Chiese Hinowa curiosa.
" Una lettera di sfida..." Spiegò brevemente lei mostrando i caratteri dentro la lettera.
" Da parte di chi?" Domandò la donna preoccupata. Tsuky, stando in silenzio, accartoccio il foglio di carta e, avviandosi verso l'uscita, disse:" Di una pazza maniaca a cui tra due giorni farò una bella visita."






ANGOLO DELL AUTORE: Rieccomi dopo tanto ad aggiornare questa long che non potrò mai scordare. Mi spiace di metterci così tanto ma, avendo tante storie in corso, devo cercare di postare un'po di tutto.
Grazie a chi legge e recensisce se ci sarà modo la prossima volta posterò un piccolo riassunto all'inizio.


 
   
 
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