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Autore: RitornoAlleCeneri    27/03/2020    0 recensioni
Concentrarsi non era uno dei pregi di Poppy, che viveva costantemente nel suo mondo. Circondata dai suoi libri e dai suoi innumerevoli disegni di creature mistiche. Lei ha un animo puro, perseguitato dalla solitudine che solo una persona può colmare
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Deve essere una coincidenza fin troppo casuale, una mail da una sconosciuta ed un quaderno di sua proprietà davanti casa mia. Opera di uno stalker o del destino?

Mi faccio scivolare le pagine tra le dita, ed in ogni pagina ci sono testi scritti da questa ragazza misteriosa; la cui scrittura sembra essere destinata a scivolare sulla carta liscia senza una fine, il profumo di lavanda di cui sono impregnate le pagine mi pervade le narici. Senza conoscerla, senza averla mai vista, ho le farfalle nello stomaco.

Chiudo gli occhi ed inizio ad immaginare questa ragazza con gli occhi scuri contornati da un colore dorato come il sole, le mani lisce con le unghie smaltate senza alcuna imperfezione che mi accarezzano le gote soavi come le mani di un pianista, i suoi capelli lisci e sottili come spaghetti che le cadono sul seno piccolo e tondo fino ad arrivare al bacino. La sua forma a clessidra rappresenta la perfezione di una dea. Le mie gambe si bloccano e diventano marmo, il mio cuore, per quanto forte batte, sembra uscirmi dal petto, il sangue nelle orecchie mi pulsa e la pelle d'oca è tornata.Faccio fatica a deglutire e mi sento...strana. Non mi ero mai sentita così ''viva'' prima d'ora. 

Mi alzo di scatto e mi allontano dal computer, non posso provare tutte queste emozioni per qualcuno che non ho mai visto. Sono incredula davanti a questo mio immaginare frivolo e mi accorgo che per la prima volta non ho bisogno della mia medicina, ho solo bisogno del mio migliore amico. D'istinto afferro le chiavi di casa e me le metto in tasca, chiudo la porta alle mie spalle, prendo la bicicletta di mio padre e comincio a pedalare, nonostante il buio della campagna, verso casa di Will.

Arrivo davanti ad una casa a due piani, con le mura bianche e le finestre gotiche; in un certo senso assomiglia molto a Will. Il suo stile è tetro, ma mascolino poiché avendo le spalle larghe ed il fisico di un atleta, riesce a rendere anche i colori più oscuri piacevoli.

Cammino lentamente e noto che il giardino ed il cortile sono diversi dall'ultima volta che li ho visti: l'erba del prato ha un aspetto curato, inoltre gli irrigatori sono un segno di un'attenzione particolarmente meticolosa; il cortile è occupato da un fuoristrada e dall'ape con cui Will viene fino da me.

''Certo che te la ricordi diversamente, sono tre anni che non esci di casa'' sento rimbombarmi nella testa.Solo quando arrivo davanti alla porta, esco da uno status di adrenalina e mi rendo conto di essere effettivamente fuori casa. Uno spazio aperto, nessuna parete che mi protegge, che mi ripara dagli occhi altrui. Mi guardo i piedi e le vans spiccano nella penombra della sera.

 In lontananza sento i bambini andare sullo skateboard. Le loro risate, dapprima lontane, si avvicinano finché non sono alle mie spalle. Sento farfugliare da uno di loro e capisco dall'alternarsi di voci acute e profonde che hanno tredici o quattordici anni. Non mi volto, non capisco perché non se ne vanno. Non muovo un muscolo, e anche se volessi non potrei; ed inizio ad avere paura.In un solo istante, la mia salopette limpida diventa un tavolo da impasto: dalle spalle mi arriva una cascata d'acqua, seguita da un'esplosione di farina; il resto non sono riuscita ad identificarlo.

 E in un attimo come nei film romantici appare davanti a me Will a petto nudo, con una sola asciugamano intorno alla vita, alto e possente come una divinità greca. I suoi capelli biondi ancora bagnati sembrano più chiari, e adornano l'intera figura; le iridi sono di un marrone quasi nero, segno che non è di buon umore. Il suo sguardo è fisso alle mie spalle e le labbra formano una curva strana, quasi come se stesse ringhiando. Mi afferra per il polso e mi tira dentro casa, al sicuro dai bombardamenti di cibo; ho gli occhi chiusi e cerco di respirare a fondo, essendo sull'orlo di una crisi isterica. Due mani grandi e calde mi avvolgono le guance e mi afferrano salda, apro lentamente gli occhi e il viso di Will è lì, vicino al mio come a darmi una sicurezza e stabilità.

Il mio cuore perde un battito.

''Non preoccuparti, l'uovo non sarà difficile toglierlo...ma la farina e l'acqua...beh, non sarà facile''- dice allontanandosi ed osservando la condizione dei miei vestiti. Rimango impalata come una scema, mentre lui si allontana e scompare dietro ad una porta. Sento un asciuga capelli in funzione.''Siamo in piena estate, come fa ad usarlo'' penso stupita.

Vorrei sedermi, ma sono più sporca di un suino imbrattato di fango e decido di spostare il peso del corpo su una gamba. In meno di cinque minuti, il ''David'' esce dal bagno ancora mezzo nudo. Non mi sarei mai aspettata di esserne capace, ma arrossisco così tanto che Will si spaventa e pensa che mi stia per sentire male. Prontamente lo ritrovo davanti a me, il suo corpo pulito e profumato contro il mio, una mano sulla schiena e l'altra sulla mia guancia; quasi come se fosse pronto ad afferrarmi per non lasciarmi cadere. A questo punto i pomodori ed i peperoni rossi, in confronto, si vergognano del loro rosso smorto.

Lo spingo con violenza lontano da me e prima di permettergli di essere offeso, mi giustifico indicando i vestiti con espressione di rammarico; il suo viso si distende e mi sorride quasi divertito. Mi fa cenno di seguirlo e mi accompagna al piano superiore.

 ''Non so se te la ricordi, ma qui c'è la mia stanza'' dice indicandomi la prima stanza a destra dalle scale.-''Alla fine del corridoio trovi il bagno degli ospiti. Non ospitiamo qualcuno da mesi ormai, ma mia madre lo mantiene sempre sistemato, in caso di emergenze...'' mi scruta dalla testa ai piedi-''...come questo''Chiudo la porta bianca alle mie spalle e giro la chiave della serratura, mi guardo intorno e la cura di una madre la vedo trasudare da ogni angolo. A partire dalla doccia con i prodotti naturali e sistemati in base all'uso fino alle asciugamani piegate e poggiate sulla superficie a cui sono destinate per l'uso.

Prendo un lungo respiro e inizio a ripulire la scena del crimine.
   
 
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