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Autore: vanessie    27/03/2020    1 recensioni
La storia sviluppa alcuni personaggi di mia invenzione presentati nella fanfiction "Sunlight's Ray".
Una vicenda ricca d'amicizia, amore e problemi della vita quotidiana con cui ogni adolescente si trova a fare i conti...narrati da una prospettiva femminile e maschile. Non mancherà un pizzico di fantasy e un richiamo ai personaggi originali della Meyer!
Per avere una migliore visione delle cose sarebbe meglio aver letto Sunlight's Ray 1-2-3, in caso contrario potete comunque avventurarvi in Following a Star!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sunlight's ray'
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Capitolo 209

“Decimo anniversario”

 

 

TRE ANNI DOPO…

POV Kevin

Eravamo giunti a Forks da ormai due settimane, mi ero dedicato alla mia famiglia d’origine, agli amici d’infanzia, ai cugini, agli zii, alle mie sorelle. Evelyn, Jennifer e Matt avevano fatto altrettanto, i miei figli erano cresciuti tanto dall’ultima volta in cui avevamo trascorso le vacanze negli U.S.A. Amy e il suo ragazzo ci avevano raggiunti da una settimana, mentre Nicole e Jonathan erano lì dall’inizio, poiché anche loro vivevano in un’altra città e la voglia di famiglia si faceva sentire. Dato che erano entrambi immortali avevano deciso di continuare a dare il massimo nello sviluppo delle loro carriere dopo le nozze, rimandando il discorso figli ad un prossimo futuro. Nicole adorava i miei figli, il fatto che lei ed io fossimo gemelli determinava anche che mia sorella si sentisse molto legata ai suoi nipotini. “Hey Kevin! Stasera c’è una festa anni 80, ad Evelyn piacerebbe andarci, gliel’ho chiesto. Possiamo lasciare Jennifer e Matthew ai nonni e star fuori noi quattro, Jonhatan ed io, tu ed Evelyn” propose “D’accordo, una serata fuori senza figli non la facciamo da una vita e poi è il nostro anniversario di matrimonio, sarà un’occasione per fare qualcosa di speciale” risposi. Mia moglie accolse benissimo la notizia, lei e Nicole passarono del tempo insieme a prepararsi, poiché per partecipare alla festa serviva anche il look a tema anni 80. Anche mamma e papà furono felici di poter fare i nonni ai miei figli, occupandosi di loro mentre noi uscivamo. I bambini avevano 8 e 4 anni, il tempo era volato e anche se ancora erano piccoli, già le cose si erano fatte molto più semplici rispetto agli inizi. Jonhatan ed io ci avviammo alla festa, avremo atteso lì le nostre mogli. Quando arrivarono rimasi stupefatto. I nostri sguardi si incrociarono da lontano, rimasi seduto osservandola camminare nella mia direzione.

 

cap.209

 

Era così bella, così sexy, così perfetta che mi suscitò un turbinio interiore di emozioni. I miei occhi non riuscivano a distaccarsi dalla sua immagine, vedevo che mi fissava domandandosi cosa stessi pensando, accennando un sorriso. Presi la sua vita con entrambe le mani e la avvicinai a me con un gesto frettoloso, come se volessi rivendicare agli occhi di tutti i presenti il fatto che quella meraviglia della natura fosse mia. Iniziammo a ballare un lento “Beh che ne pensi?” mi domandò, chinai la testa vicino al suo orecchio “Sei stupenda” sussurrai “Con gli occhi così tanto truccati e i capelli voluminosi sei troppo attraente” aggiunsi. “Grazie, sono felice che ti piaccia il mio look anni 80! A proposito, buon anniversario amore” “Buon anniversario anche a te, dieci anni di matrimonio sono un bel traguardo, anche se per me sono volati” risposi “Sono d’accordo, sono passati in un batter d’occhio semplicemente perché ti amo e sono stati anni ricchi di emozioni, colpi di scena, appoggio reciproco e…non potevo sognare di meglio” precisò. Ci scambiammo alcuni baci, mentre continuavamo a ondeggiare a ritmo di musica. “Credo che la festa anni 80 sia stata solo una scusa di tua sorella per farci un regalo di anniversario” affermò “Perché?” “Hai presente questo hotel a 5 stelle? Appena arrivate Nicole mi ha portato alla reception e lì ho scoperto che abbiamo una stanza prenotata a nostro nome, mio e tuo” “Wow” “È un regalo favoloso, dovresti ringraziarla, non credi?” mi chiese “Ohhh sì, dovrei. Per cui…stasera tu ed io restiamo qui” “Sì, se ne hai voglia” rispose “Ne ho molta voglia, non ci prendiamo una serata fuori casa senza bambini da secoli!” esclamai “Hai ragione, l’ultima volta in cui lo abbiamo fatto Jennifer aveva quattro anni e in realtà non era una serata romantica, ma è successo quando sono venuta a New York per la discussione del tuo master. In ogni caso…sono già trascorsi 4 anni” “Sono davvero troppi” sentenziai “Credo che Nicole abbia organizzato tutto ciò perché tre giorni fa mi sono un po’ lamentata del fatto che vorrei più tempo con te, sia perché hai tanti impegni di lavoro, sia perché siamo genitori e con due figli non è facile” “Dovresti lamentarti più spesso” scherzai. Ridemmo insieme e ballammo ancora, cambiando del tutto genere, quando il dj mise della musica ritmata tipica di quegli anni. Mi sentivo come tornato indietro di almeno 15 anni, c’eravamo solo noi due, i nostri sguardi, i nostri baci, i nostri desideri inespressi ma evidenti. “Posso confessarti una cosa?” domandò parlandomi all’orecchio “Sì” “Ho voglia di fare l’amore” affermò “Anch’io” “Voglio che mi corteggi, non mi concederò facilmente” mi provocò “Posso farlo, a patto che tu mi faccia una promessa” “Sarebbe?” “Stasera non abbiamo nessun bambino in casa, siamo soli e…non siamo papà e mamma, siamo solo Kevin e Evelyn” dissi “Quindi cosa vuoi? Che non ti dica di far piano? Di non far rumore?” chiese sorridente “All’incirca” “Non voglio far piano” affermò. La guardai sentendomi sempre più eccitato, rubandole alcuni baci dalla bocca e poi scendendo sul collo “Ho bisogno di sentire i tuoi sospiri unirsi ai miei” precisò “Andiamo adesso? Credo che potremo anche saltare questa fase del ballo e andare in camera” risposi folle di desiderio “Ohhh no, ti ho detto che devi corteggiarmi. Se vuoi far rumore allora per te non sarà facile come quando vuoi far l’amore con tua moglie, se vuoi di più, stasera devi convincermi, sedurmi, affascinarmi e…se sarai all’altezza ti darò quello che vuoi” continuò a dire per far crescere prepotentemente il mio sconsiderato istinto.

La voltai continuando a ballare con le mani sui suoi fianchi, meditai su cosa fare per provare a corteggiarla, per stupirla, per rendere perfetta quella serata. Ballavo senza essere davvero concentrato, ricambiavo i suoi baci, i suoi sguardi, ma la mia mente vagava ovunque. “Dovrei andare in bagno, mi aspetti?” le domandai per avere una scusa plausibile per allontanarmi “Ok” rispose. Camminai svelto fino alla reception dell’hotel e chiesi di recapitarmi in camera una bottiglia di champagne e delle rose rosse. Tornai velocemente da Evelyn e la trovai ancora sulla pista da ballo a scatenarsi. Si muoveva con grazia, seguendo il ritmo e emanando intorno a sé un alone di sensualità, che mi attirava assurdamente. La avvicinai “Ti va di uscire sulla terrazza panoramica?” le chiesi “Certo” disse. La presi per mano e la condussi all’aperto. Ammirammo il paesaggio “Sai cosa pensavo il 2 luglio di 10 anni fa a quest’ora?” disse rompendo il silenzio “No” “Ormai eravamo già sposati, stavamo festeggiando con parenti e amici, avevo già lanciato il mio bouquet e stavamo per iniziare il nostro primo ballo. Pensavo che…ero stata una ragazza fortunata ad averti conosciuto, non a tutti succede di incontrare la persona giusta, non a tutti capita di avere la possibilità di amare e essere amati. Sapevo che eri il ragazzo migliore per me, sapevo che i miei sentimenti erano reali e che non sarebbero mutati con l’andare del tempo…beh avevo ragione, ti amo ancora come prima” affermò “Ti amo anch’io…e tu sai invece cosa pensavo io 10 anni fa?” “No” rispose “Che quello fortunato ero io, che non c’era mai stato neppure un minuto in cui avevo rimpianto la scelta di trasferirmi in Irlanda abbandonando un posto di lavoro. Tu valevi molto più di tutto quello, tu eri la sola persona in grado di influenzare il mio umore, il mio modo di affrontare la vita e lo penso ancora oggi” spiegai. Ci sorridemmo a vicenda e poi proseguii “Sono stati 10 anni ricchi e intensi, pieni di colpi di scena belli e brutti…la malattia dei tuoi genitori, la loro morte…di certo non ce lo aspettavamo e non è stato facile all’inizio. Poi è arrivata Jennifer e ci ha cambiato la vita, ci ha regalato un sacco di momenti indimenticabili, di gioie e anche di preoccupazioni. Non eravamo più una coppia, ma una famiglia. Mi sei stata accanto nei momenti in cui volevo accrescere il mio curriculum lavorativo, permettendomi di fare anche un anno di studio a New York e poi…chi si aspettava Matt? È stato comunque fantastico e sono molto orgoglioso di come tu sia riuscita a conciliare il tuo lavoro, l’essere una moglie e una mamma” “Kevin…ora basta, mi fai emozionare” bisbigliò. Le diedi un bacio, cercando il contatto con la sua lingua. La rincorsi e la assaporai a più riprese, per poi smettere con i baci e restare occhi negli occhi a pochi centimetri di distanza. “Credo di avere un urgente bisogno di andare in camera nostra” disse “Urgente? Addirittura?” “Sì” confermò. La presi in braccio e la condussi verso la nostra stanza. Speravo che ormai il personale dell’hotel avesse fatto in tempo a sistemare i fiori e lo champagne. Aprii la porta con la tessera elettronica e la misi giù, con i piedi per terra. “Wow” sospirò notando il mazzo di rose rosse poggiato sul letto “E queste? Di chi sono?” domandò “Boh secondo me hanno sbagliato, avevo detto all’inserviente della reception di recapitarle a una certa Erika, non a te” scherzai “Che scemo che sei!” rispose prendendo le rose e osservandole da vicino, poi mi sorrise e mi ringraziò. “Propongo di fare un bagno in quella piscina privata” affermai “Non ho il costume” “Non credo sia un problema” risposi “Lo facciamo con la biancheria intima?” “Per me anche nudi” “Iniziamo con la biancheria intima, dobbiamo prima chiarire chi sia questa Erika” mi punzecchiò “Come vuoi” conclusi. Ci togliemmo gli abiti e entrammo in acqua. Era calda e invitante, ci godemmo quel calore e guardammo il panorama dalla finestra. Nicole ci aveva fatto un super regalo, avrei trovato un modo carino per ringraziarla. “È favoloso” disse mia moglie, annuii e poi ci avvicinammo per baciarci.

 

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I baci inizialmente timidi e a fior di labbra divennero più lunghi e intensi. “Facciamo un brindisi?” proposi “Sì” mi allungai per afferrare i due calici e la bottiglia di champagne, la stappai e ne versai un po’ nei bicchieri. “Un brindisi al nostro amore, che resti sempre identico a com’è oggi, che ci regali tanti altri momenti felici e complici” affermai “Un brindisi ai nostri primi 10 anni di matrimonio, con la speranza di essere soltanto al primo gradino di una lunghissima scalinata che percorreremo insieme mano nella mano” aggiunse. Brindammo e bevemmo, versandocene un altro bicchiere che sorseggiammo tra una carezza, un bacio, un abbraccio. Lasciammo i calici da parte, la trascinai sott’acqua, facendole bagnare i capelli e poi continuammo a baciarci con desiderio crescente.

 

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“Quanto sei bello amore!” esclamò “Lo sei anche tu” “Non posso credere di essere qui da sola con te senza i bambini e senza i tuoi mille impegni di lavoro” “Non ci credo nemmeno io, ma a dirla tutta te lo meriti, riesci a sopportarmi tutti i giorni da tanti anni” risposi. Ricominciammo a stare in silenzio, impegnati solo a ricercare le nostre lingue, a fantasticare su tutto ciò che sarebbe potuto accadere quella sera tra noi.

 

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“Sai perché ti amo?” le domandai accarezzandole la testa “No” “Perché sei ancora quella ragazzina ingenua di tanti anni fa, con il tuo buonumore e il tuo entusiasmo, con i tuoi occhi azzurri limpidi e sinceri, ma sei anche una ragazza forte e determinata, in grado di dirmi quando sbaglio, quando esagero, quando sono insopportabile” “Lo dico solo perché ti amo” precisò “Questo lo so, voglio che tu continui a dirmelo infatti, che tu mi sproni a migliorare me stesso” “Lo farò” rispose “E tu cosa vuoi che faccia per te?” le chiesi “Voglio che mi ami Kevin” “Sai che è così, ti amo e non ho intenzione di smettere di farlo” risposi.

 

POV Evelyn

Le sue parole scatenarono in me una gioia immensa, sapevo che mi amava e che era sincero, ma sentirselo dire era immensamente bello “Qual è la cosa che desideri di più in quest’istante?” sussurrai, pronta a far avverare qualsiasi suo sogno, del resto ero innamorata e quello era il nostro decimo anniversario di nozze, un regalo potevo anche farglielo. “Desidero solo che tu sia felice e consapevole del fatto che, anche se non sono il massimo come marito, visto che ho sempre mille impegni lavorativi, in realtà ti amo ancora come quella volta in cui ti ho dedicato una serenata sotto casa dei tuoi genitori” disse ricordando la sera in cui un miliardo di anni prima, lui fece quel gesto per me e così iniziò la nostra relazione. Gli sorrisi e intrecciai le dita ai suoi capelli bagnati. Mi sentii pervadere dalla voglia di noi, di tornare ad essere una cosa sola. Avvinghiai le gambe sul suo bacino “Fai l’amore con me?” gli domandai. Non mi rispose ma poggiò le labbra sulle mie e mi trasportò fuori dall’acqua, lasciandomi sdraiata a bordo piscina. Ci togliemmo con frenesia la biancheria intima e mi abbandonai alle sue labbra bagnate, che scesero lungo il mio seno e mi percorsero lo stomaco, la pancia, insistendo poi a lungo sulle mie parti intime. Ero stravolta dalle sensazioni, pronta ad accoglierlo dentro di me, anche se forse una parte di quella Evelyn che per una sera non era mamma ma donna, preferiva che lui continuasse a farmi impazzire restando a toccarmi e leccarmi ovunque. Se ci riflettevo mi vergognavo, ma in fondo da quanto tempo non ci prendevamo una serata così? Da quanto tempo non riuscivo a sentirmi tanto libera e rilassata? Chiusi gli occhi e sospirai più e più volte, con intensità sempre maggiore. Li riaprii più tardi, con un senso di frustrazione immenso, quando staccò le labbra da me e mi lasciò in preda alla forte voglia di provare piacere.

Mi porse la mano ed io la afferrai, tirandomi su in piedi. Mi sollevò allargando le mie cosce intorno al suo bacino e scese di nuovo gli scalini che ci riportarono in piscina. Si fermò in un angolo, facendomi aderire con la schiena alla superficie retrostante. Entrò dentro di me senza il minimo preavviso e senza una minima tenerezza, non mi dispiacque affatto la sua irruenza, né tantomeno il modo passionale e frenetico con cui prese a muoversi. Era fantastico poter godere appieno della nostra unione, senza doverci preoccupare di soffocare sospiri e gemiti, senza doverci tappare la bocca a vicenda o assillarci per prenderci tutta la piacevolezza possibile nel minor tempo, per evitare che Jen o Matt si svegliassero. Mi aggrappai con le mani alle sue spalle muscolose e sperai che quella notte durasse per sempre.

 

NOTE:

Eccomi qua. Un anniversario è sempre una buona occasione per dedicarsi del tempo, ma qui si parla del numero 10, una cifra tonda da festeggiare doppiamente. La coppia è in America e, grazie alla complicità di Nicole, sorella gemella di Kevin, riescono a dedicarsi una serata da soli in stile anni 80, trascorrendo poi la notte in un posto di lusso. Ci sono tante riflessioni ora che hanno raggiunto questo traguardo, tanti ricordi belli, ma anche ricordi di episodi dolorosi. Sembrano ancora molto innamorati, per una notte il ruolo di genitori e i bambini possono aspettare ;P

Curiose di scoprire se questa serata porterà con sè anche delle promesse di cambiamento all'interno della coppia? Se sì, vi aspetto al prossimo aggiornamento!

Vanessie

   
 
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