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Autore: Evola Who    28/03/2020    0 recensioni
“E in che anno siamo?”
“Vediamo…” Iniziò ad annusare l’aria: “Siamo negli anni ’30. Più di preciso il 22 ottobre 1938.”
“1938?”
“Già! In pieno autunno. Te lo immagini, Denny? Oramai siamo alla fine di un grande decennio: nuove emozioni, la nascita e il successo del jazz e del blues, i primi film con audio, le grande invenzioni...”
“La segregazione razziale, il protezionismo, il voto alle donne concesso solo
dieci anni fa, la violenza, i poliziotti corrotti e l’inizio di un confitto mondiale”
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“Dottore…” iniziò a dire lei, intimorita e preoccupata: “Dove è andato a finire?”
“Rapito!” rispose lui con tono fermo. “Il TARDIS è stato rubato!”
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 11, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 42
Song
 

Denny e Indy erano fermi sulla piazza del villaggio con aria tesa, mentre Jamie, accanto alla ragazza, disse: “D'accordo, mentre aspettate che il Dottore arrivi con i vostri strumenti, vado a dire a tutti di radunarsi qui con noi.” E sorrise.

“Sì, ma… aspetta ancora un po’. Okay?” rispose lei, nervosa.

“Va tutto bene?” chiese preoccupato il ragazzo, prendendole delicatamente le mani tra le proprie.

“Si, certo. Va tutto bene. Sono solo un po’ nervosa. È la prima volta che facciamo una cosa del genere. Tutto qui.”

“Non ti devi preoccupare di nulla, my lady” disse Jamie, con un sorriso dolce e rassicurante.

“Vedrai che la vostra piccola esibizione andrà bene.” E le diede un piccolo bacio sulla fronte, per poi allontanarsi fiducioso.

My lady?” ripeté Indy sarcasticamente, quando furono da soli.

Lei non rispose, limitandosi a lanciargli un'occhiata gelida.

Jones chiese che cosa fosse quella storia della “canzone del nuovo mondo” e Denny spiegò che si trattava di una promessa fatta la prima volta che erano venuti qui, mentre lei e Jamie chiacchieravano del più e del meno: lei aveva finito per rivelargli la sua passione per la musica del nuovo mondo – ovvero il rock americano - e aveva anche ammesso di saper suonare qualcosa.

Lo scozzese ne era rimasto stupito e le aveva chiesto se potesse suonare qualcosa per lui, ma la ragazza aveva risposto che lo avrebbe fatto per tutto il villaggio, insieme al Dottore, quando fossero ritornati.

“Sul serio lo hai promesso?” domandò Indy.

“Non sapevo che sarei ritornata davvero!” si giustificò.

“Era uno dei primi viaggi e non sapevo che lo avrei rivisto o che lui si sarebbe ricordato della promessa.” E sospirò.

L’archeologo alzò gli occhi al cielo con pazienza, dicendo: “E quindi ora che facciamo?”

“Facciamo come ha detto il Dottore… lui verrà qui con il Tardis e tutta l'attrezzatura e ci organizzeremo.”

Denny, in realtà, non fu molto convinta delle sue stesse parole, e tantomeno riuscì a convincere Indy; però, dato che non avevano scelta, non poterono fare altro che aspettare.

Alla fine sentirono il rumore del Tardis che che compariva davanti a loro, e subito dopo il Dottore si affacciò alla dicendo: “Okay! È tutto a posto!”

Uscì trasportando due amplificatori accesi, ma senza che ci fossero fili o cavi. La ragazza e l’archeologo rimasero confusi a quella vista, ma non riuscirono a parlare con l’alieno, che tornò dentro velocemente e uscì di nuovo con una tastiera sotto braccio.

Denny cercò di chiamarlo, ma la risposta del suo amico fu solo: “Non ora” e rientrò per la terza volta dentro la macchina, uscendone poi spingendo un lungo carrello con sopra una batteria completa, che posizionò davanti alla fontana.

“Quella è una batteria?” domandò Indy, sbigottito, indicandola.

“Già! E la suonerò io!”

“Che cosa?” esclamò Denny, stupita.

“Sì, da giovane suonavo uno strumento” confessò il Dottore, nostalgico.

“La batteria?”

“No, il flauto.”

Indy e Denny alzarono gli occhi al cielo, increduli, mentre l’alieno continuò a parlare, facendosi trasportare dai ricordi della sua giovinezza: “Aaah… mi ricordo ancora quando andavo in giro suonando il mio flauto. Quando incontravo qualche altro musicista, facevo anche dei duetti.”

Gli amici lo guardarono con un po’ di imbarazzo per quella frase un po’ dubbiosa.

“Ma… che cosa potremmo suonare con una batteria, una tastiera e un'armonica?” domandò la ragazza, perplessa, tirando fuori lo strumento della tasca della gonna.

“Beh, tu poi suonare quella armonica, oppure questa.”

Il Dottore, da dietro la porta del Tardis, tirò fuori una chitarra elettrica color giallo chiaro, liscia e con il manico di legno chiaro.

Denny rimase a bocca aperta, mentre Indy si avvicinò per guardarla più da vicino.

“Questa è…” disse lei, stupefatta.

“Una Fender Esquire originale!” finì il Dottore.

La ragazza la prese con delicatezza – dopo essersi messa l'armonica in tasca - e si passò la tracolla intorno alla spalla, sorridendo.

“Mio dio. Sembra quella di Bruce nei primi anni di carriera.”

“Beh… diciamo che è quella originale.” E l’alieno ammiccò.

Denny alzò lo sguardo e il suo sorriso svanì pian piano, lasciando spazio a un'espressione preoccupata. Sbatté le palpebre un paio di volte ed esclamò: “Cosa?”
Jones, incuriosito, ascoltò tutto con attenzione.

“Beh… è una storia abbastanza divertente…” rispose il Dottore con un sorriso teso.

Senza farsi pregare, raccontò tutto, e alla fine Denny riassunse, con tono calmo ma con l’aria particolarmente tesa: “Ricapitoliamo, sei andato nel New Jersey del 1972, mentre lui stava registrando il suo primo album, gli ha chiesto di prendere in prestito la SUA chitarra, con la scusa di dover fare un ‘provino’ musicale a me, e l'hai portata nella Scozia del diciottesimo secolo?”

“Esatto!”

Il Dottore aveva l’aria serena, come se fosse tutto normale, mentre Denny appariva parecchio preoccupata.

“Oh, quasi dimenticavo! Mi ha raccomandato di salutarti e di farti un in bocca al lupo per il provino. Voleva addirittura venire a vederti, ma gli ho detto di no. Ah, anche detto che gli piacerebbe rivederti per poter ‘finire quello che abbiamo iniziato’. Ma, forse, era ironico.”

Denny arrossì per quelle parole e guardò in basso con fare vergognoso.

“Come mai? E chi è questo Bruce?” chiese Indy, incuriosito e divertito.

“Non sono affaracci tuoi!” rispose lei irritata, girandosi a guardarlo di scatto.

L’archeologo rise cinicamente, mentre il Dottore rimase confuso dalla reazione esagerata dell'amica.

Denny iniziò ad accordare la chitarra, finché Jones fece notare una cosa che non le piacque: “Un momento, non penserai mica che io abbia intenzione di partecipare a questo ‘spettacolo’.”

“Beh, veramente, avrei uno strumento anche per te…”
L’alieno sorrise, mentre Jones e l’amica si scambiarono sguardi perplessi. Ritornò dentro il Tardis e ne uscì trasportando una vecchia valigetta argentata con parecchie macchie scure sul metallo, tenendola sulle braccia davanti al petto; la aprì di scatto, mostrandone il contenuto, e Indy rimase senza parole.

“Un Sax!” esclamò, prendendo lo strumento in mano con aria stupefatta.

Un sax? Mi sembra un po’ piccolo” commentò Denny.
Infatti, era un sassofono, giallo lucente, ma piccolo come una trombetta.

“Stai scherzando? Quando ero più giovane, era uno dei migliori strumenti per fare Jazz!” rispose l’archeologo, entusiasta.

Ne trasse per un breve instante un suono dolce, per poi mettersi a ridere, commentando divertito: “Sembra proprio quello che avevo da giovane.”

“Perché è quello.”

Indy alzò la testa di scatto, dicendo sconvolto: “Cosa?!”

“Cosa?!” ripeté l’amica.

L’alieno continuò a sorridere felice di fronte al loro sconcerto.

“No, non è possibile...” si convinse Jones, cercando di essere realistico: “Suonavo il sax da giovane, negli anni ’20, quando lavoravo come cameriere a Chicago. Un giorno entrò un tizio strambo, con la giacca di tweed, il cravattino rosso e un ciuffo alto…” guardò verso il Dottore e il suo abbigliamento, rendendosi conto con sgomento che si trattava della stessa persona, e continuò, balbettando: “E mi... disse…”

“ ‘Me lo potresti prestare per un momento’?” finì alieno.

Indy gli lanciò un'occhiata arrabbiata, mentre Denny alzò gli occhi al cielo, capendo tutto. “Sei andato negli anni '20 del Novecento, per prendere il sax originale dal giovane Indy e riportarlo all'‘attuale’ Indy.”

“Esatto!”

L’amica sospirò, per niente sorpresa dal quell'atteggiamento –ormai, aveva perso il conto delle volte in cui il Dottore si era comportato in quella maniera stravagante - ma il professore fu decisamente meno comprensibile, sbottando: “Hai rubato il mio sax!”

“Veramente, te l’ho appena riportato” si giustificò il Dottore, con un sorriso teso.

“Sì! Ma dopo più di dieci anni!”

“Dieci anni per te" sottolineò l'alieno. "Ma per me, invece, sono stati pochi istanti solamente. Come per la chitarra. Buffo come si può misurare il tempo, vero?” e fece una risata nervosa.

“Dovrei darti un pugno dritto in faccia, per questo!”
Il Dottore fece una risata, pensando che stesse scherzando. Ma Indy, al contrario, era tutt’altro che divertito.

“Dai,” intervenne Denny, con tono paziente. “Ora che te l’ha ridato e che vi siete chiariti, che ne direste di iniziare a suonare qualcosa?" E sorrise.

Indy lanciò un'ultima occhiata al vetriolo al Dottore, quindi si volse verso la ragazza e rispose: “Va bene. Ma che cosa volete suonare, di preciso?”

“Oooh… questa qui” rispose l’alieno, tirando fuori dalla tasca della giacca uno spartito musicale e una bacchetta, con cui attaccò il foglio al bordo del sax.
L’archeologo osservò lo spartito con attenzione e lesse il titolo: “‘Tundercrack’?”

Denny udendo quel nome rimase sorpresa.

“Mai sentita” commentò Indy.

“Io sì” disse la ragazza, sorridendo, per poi trasformare il suo sguardo in un'espressione perplessa, borbottando: “Io… non so se riuscirò a suonarla.”

“Come no?” chiese il Dottore, posandole la mano sulla spalla per rassicurarla: “Insomma, gli insegnamenti di Hendrix, Harrison e Sue? Te li sei già dimenticati?” e sorrise rassicurante.

Denny ricambiò il sorriso e si sentì subito sollevata. “E poi, ho anche la sua chitarra!” e rise divertita.

“Cominciamo?” chiese l’alieno, con sicurezza.

“Oh, sì!” ripeté lei convinta, attaccando lo strumento all'amplificatore.

Indy, pur alquanto dubbioso, si sitemò meglio lo strumento tra le mani e si avvicinò il bocchino alle labbra; una parte di lui, in fondo, era felice di partecipare a quel concerto improvvisato.

“Allora, cominciamo!” rispose il Dottore, battendo le mani con gioia.

In pochi minuti, attorno a loro si radunarono tutti gli abitanti del villaggio, chiamati da Jamie, pronti ad ascoltare la canzone.

Prima di iniziare, il Dottore chiese alla gente se ci fosse qualcuno, tra di loro, che sapesse suonare l’organo.

Alzò la mano un giovane sacrestano della chiesa, che si mise davanti alla tastiere, mentre il Dottore gli spiegò brevemente la canzone, lo spartito e come dovesse fare.

Dopo pochi minuti, furono tutti pronti.

“Okay, uno… due… tre… e uno due tre quattro!”

La ragazza suonò i primi accordi con la chitarra, sorridendo, senza mai staccare gli occhi dallo strumento. E sia gli abitanti del villaggio che Indy rimasero molto colpiti dal suo modo naturale di suonare quella musica, e il Dottore sorrise, fiero di lei.
Dopo attaccò l'organista, che seguì lo spartito suonando un movimento in stile funk.

Thundercrack” iniziò a cantare la ragazza, alzando lo sguardo in alto, e il Dottore inizò a suonare la batteria.
 
“baby's back
This time she'll tell me how she really feels
Bring me down to her lightning shack
You can watch my partner reelin'.”
 
La voce di Denny non era molto intonata, ma a loro non importava, e lei cantava con un grande sorriso disegnato sulle labbra, finché il Dottore aggiunse:

 “She moves up, she moves back

Poi continuò da sola:
 
“Out on the floor there just is no one cleaner
She does this thing she calls the ‘Jump back Jack’.”
 
E saltò sul posto.
 
She's got the heart of a ballerina”
 
A questo punto compì una piccola piroetta sul posto.
Indy non riusciva più a trattenere il riso e anche lui si stava divertendo parecchio: gli piaceva davvero molto quella canzone e cominciava a sentire voglia di poter iniziare a suonare.
 
She's straight from the Bronx
Hung off the line
She slips, she slides, she shops, she bops, she bumps, she grinds
Even them dance hall hacks
From the west side of the tracks
Move in close to catch her timing”
 
“She moves up, she moves back”
 
Cantarono in coro insieme al Dottore.
 
“Out on the floor there just is no one cleaner
She does this thing she calls theJump Back Jack’.”
 
Dopo questo pezzo saltarono sul posto.
 
She's got the heart of a ballerina”
 
Denny fece una seconda piccola piroetta.
 
Il Dottore fece un segno ad Indy, invitandolo a cominciare a suonare, nell'esatto momento in cui Denny cantava:
 
She ain't no little girl, she aint got no curls
Her hair ain't brown and her eyes ain't either”
 
Per poi ripetere in coro insieme a tutti gli abitanti del villaggio:
 
Round and round and round and round”
 
Denny riprese a cantare da sola,fissando Jamie e scambiando insieme a lui degli sguardi maliziosi.
 
Dance with me partner
Dance with me partner
Dance with me partner”
 
 
“Vai, Indy!” urlò Denny indicandolo, e l'archeologo, senza farselo ripetere, eseguì un fantastico assolo di sax, seguendo lo spartito attaccato allo strumento, mentre la folla, battendo le mani a tempo, continuava a cantare le parole dalla cantante.

Anche se il suono non era molto forte come lei si era immaginata, la ragazza apprezzò moltissimo il talento di Jones, notando che seguiva fedelmente la canzone.

“Allora, non è solo bravo a cercare i tesori ed a essere burbero!” pensò Denny, divertita.

Diede inizio al suo assolo di chitarra, con una concentrazione massima e senza mai staccare gli occhi dallo strumento. Indy, sempre più coinvolto, continuò ad accompagnarla con il sax insieme alla batteria e alla tastiera.

La cantante e il sassofonista si scambiarono due sguardi divertiti e Indy si avvicinò a lei, mettendosi schiena contro schiena e continuando a suonare.

Il Dottore osservò quella scena senza mai smettere di suonare, pensando alle foto promozionali dell'album “Born to Run” e ridendo divertito.

Durante l’assolo, Denny decise di improvvisare, quindi smise di suonare la chitarra e, tolta dalla tasca della gonna l’armonica, continuò con quella l’assolo, lasciando sorpresi tutti i presenti, che erano sempre più entusiasti per quella “strana musica del nuovo mondo”.

Alla fine dell'assolo, Denny ritornò al centro, mise subito a posto l'armonica e riprese a cantare: “Thundercrack”

Il Dottore smise di suonare e le fece eco con voce profonda: “baby's back”, facendo ridere l’amica.

Ricominciò subito a suonare, mentre lei andava avanti a cantare il resto della canzone, saltando sul posto mentre diceva: “‘Jump Back Jack.” Compì l'ennesima piroetta e, dopo aver urlato: “She's got the heart of a ballerina” scambiò altri sguardi maliziosi con Jamie.
Il brano terminò con un altro grande assolo di sax di Indy.

Dopo la canzone, tutti – compreso il sagrestano -  si inchinarono al pubblico, ridendo per i grandi applausi della gente e scambiandosi occhiate diverite tra loro.
“Sei brava a cantare e a suonare” riconobbe Indy, avvicinandisi a Denny e complimentandosi con un sorriso.

“Anche tu sei bravo con il sax” rispose lei, ricambiando il sorriso.

“Beh, non era proprio jazz, ma è stato divertente.”

“Allora, spero che vivrai abbastanza a lungo per ascoltarlo.” E risero.

“Oppure, potresti venire con noi nel futuro e sentirlo in qualche concerto” aggiunse il Dottore, mettendosi in mezzo a loro due. “Tanto, devo comunque andarci per restituire la chitarra.” E tutti e tre risero con divertimento.

Quando il pubblico ebbe finito di applaudire e di fare i complimenti stava ormai albeggiando, e molti fecero ritornoalle proprie case o ai propri mestieri. Indy aiutò il Dottore a rimettere a posto strumenti e amplificatori dentro il Tardis.

Solo più tardi, quando ogni cosa fu sistemata, si accorsero che Denny non era con loro. Il Dottore si ricordò di averla vista allontanarsi con Jamie, ma lo disse senza troppo preoccupazione.

Ma Indy ne fu invece preoccupato - visto che non gli erano affatto sfuggiti gli sguardi ammiccanti che si erano scambiati per tutta la sera - e, quindi, andò a cercali. E pochi minuti più tardi, trovò i due ragazzi nel vicolo dietro la taverna, che si scambiavano lunghi baci.

Indy, imbarazzato, si nascose dietro al muro. Voleva dire qualcosa, ma capì quale fosse il rapporto di quei due e che il solo motivo per cui avevano fatto quello spettacolo era per mantenere una promessa che si erano scambiati.

Così, camminando guardingo perché non lo notassero, li lasciò da soli e ritornò dal Dottore, raccontando che Denny li avrebbe raggiunti presto.

Sorrise, sentendosi felice per loro.
   
 
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