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Autore: paige95    28/03/2020    8 recensioni
Il povero Ron non avrebbe mai potuto immaginare che la sua convivenza in famiglia sarebbe stata messa a dura prova dal ritorno di una vecchia conoscenza e di certo non lo avrebbe mai creduto possibile per colpa di un nuovo Grattastinchi.
Raccolta di disavventure di Ron alle prese con un piccolo nemico.
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Hugo Weasley, Ron Weasley, Rose Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Il ritorno di un incubo

 


 

Una sensazione di rilassamento pervadeva Ron ogni volta che rimetteva piede sul suolo familiare di casa propria, richiudeva con nonchalance la porta alle spalle e lasciava tutti i problemi insorti durante la sua giornata di lavoro al Ministero fuori dalla sua vita, almeno fino al giorno successivo. Quella sera in particolare però non ricevette la solita accogliente sensazione di benvenuto, sua figlia non gli era corsa incontro per ricevere le coccole del papà e sua moglie non gli aveva ancora ricordato quanto gli fosse mancato. Tutto ciò risultava essere strano, l’ambiente che lo circondava era piuttosto silenzioso anche se illuminato e Ron era certo che Hermione e i suoi figli si trovassero in casa, non era più sicuro però che lo stessero aspettando con ansia.
«Ehi. Sono tornato»
Magro tentativo, non interessava proprio a nessuno che lui fosse a casa. Non ricevendo alcuna risposta, né da sua moglie né dalla piccola Rose e tanto meno dal figlioletto sicuramente intento in qualche manufatto babbano gentilmente e entusiasticamente fornito da nonno Arthur, decise di sbottonarsi e sfilarsi la giacca della divisa da Auror per lasciarla sull’appendiabiti all’ingresso; non sapendo il motivo di quell’accoglienza così glaciale, trovò conveniente riscoprire il poco senso dell’ordine che aveva insito in sé fin dalla nascita per evitare di far arrabbiare ulteriormente Hermione. A compensare il silenzio e la finta tranquillità di quella stanza, un leggero miagolio e un tocco delicato accanto alla caviglia attirarono la sua attenzione. Quando abbassò lo sguardo, aveva già intuito con timore ciò di cui potesse trattarsi e non appena scorse - ricevendo la tanto temuta conferma - un cucciolo di pochi mesi accanto ai suoi piedi, indietreggiò spaventato incollando la schiena contro la porta da cui era entrato poco prima, lo aveva letteralmente messo spalle al muro con la sua semplice presenza; aveva più paura Ron di quel gattino di quanta non ne avesse lui dell’uomo, anzi il cucciolo lo fissava un po’ stranito, lo scrutava curioso, forse cercando di capire se potesse strappare qualche coccola anche all’ultimo arrivato. Ron era del tutto incredulo, fissava quel gattino dal pelo rossiccio senza osare avvicinarsi di un centimetro, come se stesse vivendo in uno dei suoi peggiori incubi; non faceva altro che invocare un aiuto da Godric, sperando che il fondatore di Grifondoro potesse intercedere per lui, facendolo risvegliare da quel sogno orribile.
«Non può essere … non di nuovo. Hermione!»

Supplicava l’intervento di sua moglie, dando per scontato che lei non fosse complice della presenza di quell’animale, ma al momento lei era la sua unica àncora di salvezza fisica e spirituale. La vocina di sua figlia finalmente ruppe il silenzio e gli diede la rincuorante certezza di non essere più solo nel soggiorno in compagnia di quel gatto; la giornata dell’Auror era finita esattamente come non avrebbe mai immaginato: stava pregando Merlino che la figlioletta di sette anni lo salvasse da quell’essere mostruoso con gli occhi gialli e spiritati. In circostanze consuete si sarebbe sicuramente vergognato della sua reazione intimorita, ma in quel frangente l’unico desiderio era che Rose portasse il più lontano possibile da lui quell’animale. Cos’era in fondo la dignità rispetto all’idea di rivivere l’esperienza di un gatto che strisciava tra le sue gambe come se fosse un’anguilla?
«Grattastinchi, lascia stare papà, è stanco, ora non ha voglia di giocare e farti le coccole»
Cosa aveva appena pronunciato la sua dolce e piccola Rose? Lui avrebbe dovuto toccare quella palla di pelo? Non credeva di aver capito bene, doveva senz’altro aver afferrato male, sua figlia infondo aveva sussurrato appena. Perché non poteva accoglierlo come ogni sera con un caloroso abbraccio e un grande bacio? Aveva forse dato troppo per scontati quei gesti di affetto e d’ora pagava le conseguenze della sua superficialità? Invece no, non era stata questione di leggerezza da parte sua, capì che si era alleata anche la sua bambina contro di lui nell’esatto momento in cui, con tutte le accortezze del mondo prese il cucciolo tra le braccia e lo accoccolò al petto con amore per accarezzarlo, non certo per liberare il padre di una condanna, il fatto che Ron fosse tornato a casa dal lavoro dopo una giornata in cui non si vedevano passò velocemente in secondo piano.
-Questa me la paga tua madre, vedrai come me la paga-
Era sconcertato a tal punto da temere di chiedere, visto che la situazione gli parve purtroppo già tristemente chiara. La sua opinione in quella casa valeva ben poco, nessuno gli aveva chiesto un parere ed era sicuro che non sarebbe successo nemmeno quella sera, la decisione era stata presa senza averlo prima interpellato ed Hermione era pienamente consapevole di quale sarebbe stata la risposta del marito, l’aveva scaltramente scavalcato di proposito.
«Cosa sarebbe questo mostriciattolo?»
«È il mio gattino, papà, me lo hanno regalato i nonni per il mio compleanno»
La bambina non aveva notato il disprezzo nella voce del padre e nemmeno i suoi vani tentativi autorevoli; si avviò verso la cucina totalmente presa dal suo nuovo amico con tutta l’ingenuità della sua età, non pensava assolutamente si ferire in qualche modo i sentimenti di Ron. Hermione divertita aveva osservato da lontano da scena e colse l’occasione per raggiungere il marito rivolgendogli un tenero sorriso, benché lui sorrise molto meno di lei non appena la vide.
«È opera tua, vero, Hermione?»
«L'idea è stata dei miei genitori ed è stata nostra figlia a scegliere quel nome. Io le ho solo parlato di Grattastinchi quando mi ha chiesto se avessi mai avuto un gatto. Dai, pensa al lato positivo, ha già il suo animaletto per Hogwarts»
«Quindi per l’occasione avete pensato bene di riportare in vita quell’ammasso di lardo di Grattastinchi?!»
«Ehi, rispetta la buon’anima del mio tesoro. Perché non ti vedo entusiasta? Rose è felice ed è ciò che conta»
Ron dovette mordersi la lingua ed Hermione riuscì a malapena a trattenere un sorriso davanti all’impotenza del marito, sapeva fin troppo bene a cosa fosse dovuto il suo malumore.
«Mi prendi in giro, vero? In questa casa l’unica entusiasta è nostra figlia … e tu, perché, ammettilo dai, ti divertirai un mondo a vedermi lottare notte e giorno contro quel gatto»
Hermione rispose alla sua espressione demoralizzata e stanca sfiorandogli appena le labbra con un bacio.
«Dai, amore, vedrai che non ti prenderà in antipatia subito, dovrà prima crescere di qualche centimetro»
«Davvero molto rassicurante»
La sua giovane sposa gli porse una carezza sul petto, invitandolo a seguirla in cucina e lui si arrese afferrandole la mano per lasciarsi guidare. Ron non era ancora del tutto convinto della convivenza con quel nuovo Grattastinchi, ma la fame iniziava a far brontolare il suo stomaco e quella questione poteva essere rimandata di qualche ora.

 


Buongiorno a tutti, cari lettori e care lettrici!

Avevo voglia di scrivere qualcosa di un po’ leggero in questo periodo e così ho rispolverato una vecchia idea. Nulla di particolarmente profondo, ma se sono riuscita a strapparvi un piccolo sorriso sono felice 😊
Grazie di cuore a tutti coloro che sono passati da queste parti! <3

Un bacio grande
-Vale

   
 
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