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Autore: AlbAM    28/03/2020    53 recensioni
Alba, trentenne single e convinta di essere destinata a rimanere tale, è assillata da un incubo ricorrente di cui non riesce mai a scoprire la conclusione.
Azaele, diavolo romantico e casinista, è convinto di aver riconosciuto in lei il suo amore perduto.
Michele, il suo migliore amico, è un angelo gentile e protettivo che è sempre finito nei pasticci per cercare di tirare il suo amico fuori dai guai.
In una Roma un po' reale e un po' inventata le loro vite si incrociano inevitabilmente.
Riuscirà Azaele a riconquistare Alba?
E Michele ce la farà a tenere l'amico lontano dai guai o finirà inevitabilmente per essere coinvolto nei pasticci combinati da Azaele per riconquistare la donna di cui è innamorato da quattrocento anni?
E Alba? Come cambierà, se cambierà, la sua vita? E se scoprisse di non essere esattamente la persona che ha sempre creduto di essere?
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Universo Aza&Miky'
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Capitolo 2


FINE DI UNA AMICIZIA?


Devo fare qualcosa, Miky, non so cosa ma qualcosa devo fare!”.

Azaele continuava a svolazzare nervosamente intorno a Michele, erano sul tetto del palazzo dove lavorava Alba e Michele, seduto sul cornicione con le gambe penzoloni nel vuoto, osservava costernato la scena caotica che si stava svolgendo sotto il suo sguardo.

Una folla esaltata ed inneggiante al miracolo aveva invaso la strada bloccando l'ambulanza che, a sirene spiegate, cercava di aprirsi un varco per riuscire a portare i due miracolati in ospedale.

Il conducente di un taxi suonava il clacson senza sosta sperando, inutilmente, di riuscire a farsi largo tra la folla di curiosi.

Alcuni vigili tentavano senza molta convinzione di riportare la calma mentre le finestre e i balconi dei palazzi circostanti erano affollati di curiosi che si sporgevano verso la strada cercando di capire cosa stesse succedendo.

Aza non possiamo fare più nulla” rispose costernato Michele “Guarda che disastro, ormai non possiamo più ritirare le anime di quei due!”

Quali anime, di che parli, io parlavo di Alba” rispose Azaele confuso.

MA SEI IDIOTA, AZA?” urlò Michele alzandosi in piedi.

Ma ti rendi conto che a causa della nostra sbadataggine per l'ennesima volta abbiamo modificato il destino di due anime? Ti rendi conto che stavolta abbiamo davvero oltrepassato il limite?”

Ricadde seduto sul cornicione e prendendosi la testa tra le mani mormorò “Mi assegneranno come minimo altri 50.000 anni di servizi di recupero, sempre che non mi tolgano l'aureola e mi mandino a far la guardia alle porte del limbo, che sarebbe anche peggio. Povero me che disastro!”.

Azaele rendendosi finalmente conto della situazione e della disperazione di Michele smise di svolazzare e avvicinandosi all'amico gli poggiò una mano sulla spalla per consolarlo.

Dai Miky, non credo che la situazione sia così tragica, lassù sono comprensivi non è mica come da noi che...”

Michele lo interruppe furente “Lassù saranno anche comprensivi, ma sono ligi al dovere e scrupolosi! Non è come da voi, che avete un tale casino che se non consegni un'anima sono capaci di accorgersene dopo tremila anni!”

Si, però quando se ne accorgono sono cavoli amari, lo sai benissimo! Il perdono non è esattamente di casa dove vivo io!” rispose imbronciato Azaele.

Michele gli voltò le spalle arrabbiato e riprese a mugugnare tra sé e sé.

Azaele offeso, ma anche dispiaciuto per aver fatto arrabbiare l'amico, cominciò a passeggiare nervosamente cercando di trovare una soluzione all'errore che avevano commesso.

In effetti Michele aveva ragione, non era la prima volta che cambiavano il destino di due persone e se a Lampedusa in qualche modo se l'erano cavata, questa volta sarebbe stato più difficile trovare una giustificazione credibile.


#


"Allora, ci muoviamo?" domandò nervosamente il passeggero del Taxi 234, un uomo alto e robusto dai freddi occhi grigi nascosti dietro un paio di occhiali scuri "Non è che posso fare notte qui, veda di farsi strada" aggiunse in tono perentorio.

"Non lo vede che la strada è bloccata?" rispose altrettanto nervosamente il tassista "non posso mica passare sopra la gente!"

"E allora suoni, no? Vedrà che si spostano!"

"Si spostano un par de palle! Ma che è sordo? Sto suonando il clacson da dieci minuti!"

"Avevo le cuffie, lavoro anche in taxi non perdo mica tempo, io!" rispose arrogantemente il passeggero.

"Ah si? Io invece guido il taxi nel traffico perché mi diverto a cazzeggiare in giro per Roma, è il mio passatempo preferito!" rispose sarcastico il tassista.

Il passeggero gli lanciò uno sguardo sprezzante attraverso lo specchietto retrovisore e concluse tagliente "Allora sarà abituato a cavarsela in situazioni come questa, quindi veda di fare il suo lavoro e mi porti a destinazione in orario"

"Se vuole arrivare in orario mi paghi e scenda, la sua destinazione è a trecento metri da qua, è quella palazzina bianca e verde all'angolo!" rispose sgarbatamente il tassista indicando il palazzo dove lavorava Alba.

"Cioè dovrei scendere senza essere portato a destinazione? Io pago e voglio essere portato dove dico io, non dove fa comodo a lei!"

"Scusi lei come si chiama?" domandò il tassista.

"Corrado Molinesi, perché?" rispose spiazzato il passeggero.

"Guardi, adesso piglio il microfono e comunico a tutti che il Signor Corrado Molinesi non può scendere trecento metri prima della destinazione e farsela a piedi, sono sicuro che la folla come sente il suo nome si apre come il Mar Rosso, che in confronto Mosè scansate proprio!" concluse il tassista lanciando un sorriso sarcastico ad un furioso Molinesi.


#

Azaele smise di passeggiare e per qualche minuto osservò con attenzione la confusione che regnava sotto di lui.

Improvvisamente un'espressione allegra gli illuminò il viso, si avvicinò all'amico e disse con tono rassicurante “Ascolta Michele, una soluzione in realtà c'è, non è passata neanche mezz'ora, siamo sicuramente ancora in tempo per recuperare le anime prima che il loro destino venga modificato irrimediabilmente, nessuno si accorgerà di niente, vedrai!”.

Ma che diavolo stai dicendo Aza, come accidenti possiamo recuperare le loro anime? Ormai sono sopravvissuti”.

Un modo c'è, Miky" rispose Azaele fissando con sguardo diabolico l'elegante passeggero del taxi bloccato dalla folla. L'uomo stava discutendo nervosamente con l'autista come se la colpa del caos che bloccava la strada fosse di quel poveretto.

Guarda quei due nel taxi" spiegò "loro non sono destinati a morire e neanche il personale medico di quell'ambulanza, quindi se prendo possesso del corpo dell'autista dell'ambulanza, giusto il tempo di causare un incidente mortale con il taxi e recuperare le “nostre anime...”.

MA SEI IDIOTA?” urlò Michele “Ma secondo te io posso permetterti di impossessarti di un corpo mortale come uno stramaledetto demone? Ma per chi mi hai preso?”.

Azaele lo guardò offesissimo e rispose “In primo luogo modera i termini perché mi stai offendendo, in secondo luogo tu non permetti niente a nessuno: IO SONO un demone e mi impossesso di chi mi pare, in terzo luogo, non c'è altro modo, quindi vado!”

Detto ciò spalancò le ali e si gettò giù dal tetto.

Oh, mio D… auch!” Michele si morse la lingua per non finire la frase, poi si buttò dal tetto pure lui, cercando di raggiungere l'amico.

Azaele era quasi arrivato a tiro dell'autista dell'ambulanza quando una spinta lo fece rotolare per terra e finire a gambe all'aria.

Accidenti a Michele e al suo stramaledetto carattere integerrimo” pensò, quindi riprese il controllo e si diresse di nuovo verso l'ambulanza.

Ma Michele gli afferrò un'ala bloccando il suo slancio.

Per la miseria Miky, piantala” urlò Azaele gettandosi furioso contro l'amico.

I due cominciarono a lottare rotolando l'uno sull'altro.

Improvvisamente l'ambulanza riuscì ad aprirsi un varco e partì a tutta velocità in direzione del taxi spiegando la sirena per avvertire del suo passaggio, ma l'autista non si accorse del pericolo perché era ancora impegnato a litigare con il passeggero.

Azaele urlò ridendo “Guarda ci pensano da soli, muahahahha!”

Michele sconvolto cercò di inviare un avvertimento telepatico all'autista del taxi, ma questo era talmente preso dal litigio che non sentì nulla.

Michele lasciò andare Azaele e si lanciò verso il tassista con l'intento di riportarne l'attenzione sulla strada.

Di colpo il tassista si accorse del pericolo e allungò il piede verso l'acceleratore per tirarsi da parte, nello stesso istante Corrado Molinesi afferrò la testa dell'autista e sbattendola contro il volante con un sorriso diabolico e gli occhi che mandavano bagliori rossi esclamò "Hai perso Miky!”

A quel punto successe il finimondo.

L'ambulanza si schiantò a tutta velocità contro il taxi ribaltandosi su se stessa più e più volte, il taxi venne spinto con violenza contro un palo della luce che si piegò in due centrando in pieno la vetrina di un negozio di scarpe e facendola esplodere letteralmente in mille pezzi.

La folla di curiosi fu investita da una miriade di frammenti di vetro, e fu probabilmente un miracolo se non si verificò una vera e propria strage, la maggior parte dei presenti se la cavò solo con qualche graffio.

All'esplosione della vetrina seguì un silenzio irreale, il tempo sembrò fermarsi finché uno sportello dell'ambulanza si aprì con uno scricchiolio e un paramedico insanguinato si trascinò fuori dall'ambulanza.

La folla ricominciò a urlare, un poliziotto chiamò un'altra ambulanza poi corse ad aiutare il paramedico, un altro si diresse verso il taxi per verificare le condizioni dei due passeggeri “Non posso crederci” esclamò sbigottito dopo aver guardato dentro la macchina accartocciata “dopo un simile schianto sembra che siano ancora vivi!”

La stessa cosa non si può dire per i due miracolati” lo informò il collega raggiungendolo “sono morti sul colpo. Si vede che era destino, in un modo o nell'altro!”


#


Ma perché sei così furente Miky?” domandò Azaele “abbiamo risolto il problema, abbiamo recuperato le anime...!”.

Erano di nuovo sul tetto della palazzina dove lavorava Alba, Michele lo stava insultando e accusando di essere un folle totale.

L’anima del povero Milo, che Michele teneva stretto per un polso, si scambiava sguardi allibiti con l'anima dell'imprenditore che Azaele teneva per un braccio. La sorpresa per il litigio a cui stavano assistendo aveva di gran lunga superato quella di aver compreso di essere morti.

Tu non ti rendi conto, guarda che disastro, pensi che lassù non capiranno quello che è successo? Come farò a spiegare una cosa del genere? Cosa risponderò quando mi chiederanno come ho fatto a recuperare l'anima di Milo? Gli dirò che il mio amico demonio ha posseduto un poveraccio per costringerlo ad aiutarci? Gli dirò che per recuperare la mia anima ho quasi causato una strage? E secondo te, saranno contenti lassù? Sono stanco Azaele, stanco, tu non sei un vero amico, tu sei solo e unicamente uno stramaledetto egoista, un casinista senza speranza!”

Ma Michele io... ”

No basta, la verità è che avrei dovuto troncare la nostra amicizia già da allora, quando scegliesti da che parte stare! I tuoi errori continuano a ricadere su di me. E' venuto il momento di ammettere che Ysrafael ha sempre avuto ragione. Questa amicizia non ha più senso, è ora di darci un taglio Aza!”

E dai, ora stai esagerando, Miky...”

Non scherzo Azaele e non voglio vederti mai più, la nostra amicizia finisce qui, è chiaro?” urlò Michele.

Azaele resosi conto che l'amico parlava sul serio balbettò sconvolto “M... m... ma, noi siamo amici da sempre, da milioni di anni!"

Noi eravamo amici, ERAVAMO, hai capito? Non voglio più incontrarti, sparisci e non farti vedere mai più per il resto dell'eternità sono stufo di essere coinvolto nei tuoi casini, hai capito? Addio per sempre!”

Ma Michele...”

Basta, sta zitto, ho detto addio” tagliò corto Michele, quindi spiegò le ali e si lanciò in volo verso il cielo portando con sé Milo.

Azaele spiegò anche lui le ali e trascinando con se il vecchio imprenditore provò a seguirlo pregandolo di fermarsi, ma Michele lo ignorò dirigendosi sempre più in alto.

Azaele continuò a seguirlo implorando di perdonarlo finché improvvisamente si schiantò contro un muro invisibile che lo respinse con violenza verso la terra.

Mentre precipitava inesorabilmente verso l'Inferno provò un terribile dolore al petto per la perdita di quello che aveva sempre considerato più un fratello maggiore che un amico.

Chissà se anche LUI ha provato un dolore così profondo quando è stato cacciato giù per sempre...” pensò Azaele piangendo silenziosamente al ricordo di una battaglia perduta molti e molti millenni prima.

Il signor Turdozzi, vedendolo piangere, per la prima volta in vita sua si preoccupò per qualcuno che non fosse se stesso e rivolgendogli uno sguardo commosso cercò di consolarlo "Non preoccuparti ragazzo si vede benissimo che quel biondino ci tiene a te, vedrai che quando gli sarà passata l'arrabbiatura tornerete ad essere amici!".

Non aveva finito di pronunciare quelle parole che il suo braccio sgusciò via dalla mano di Azaele e la sua anima fu risucchiata verso l'Alto dei Cieli.

"Fantastico!" sospirò avvilito Azaele continuando a precipitare "Nel giro di due ore non solo ho perso il mio migliore amico, ma sono anche riuscito a farmi scappare sotto il naso un'anima nera, recuperarla e alla fine commuoverla al punto di farle ottenere il perdono e mandarla dritta in Paradiso. Michele ha ragione, questa volta l'ho combinata davvero troppo grossa, il mio supervisore mi ammazzerà!"

E mentre pensava a come cavarsela, la terra si aprì per accoglierlo nel Regno degli Inferi.



   
 
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