Nello specifico, i ricettori riconoscono solo tre lunghezze d'onda della luce, cioè rosso verde e blu. È dalla combinazione di questi tre colori primari che scaturiscono le migliaia sfumature che conosciamo, l'unione che genera il bianco mentre l'assenza definisce il nero.
Se però proviamo a discostarci dalle spiegazioni scientifiche, sappiamo bene come il colore abbia un'importanza fondamentale nelle nostre vite, nelle diverse culture, sappiamo che sono proprio quelle sfumature a dare carattere a ciò che ci circonda. Il colore è associato a significati, emozioni, stati d'animo, e da persona a persona fa sì che cambi la percezione delle cose.
C'è chi dice che nella vita sia tutto bianco o nero. Caldo o freddo. Giusto o sbagliato. Eppure mi chiedo: come si fa a schierarsi completamente da una parte della barricata senza tenere in conto dei moltissimi fattori che determinano una situazione? Come si può prendere in considerazione un solo punto di vista e assumerlo come scienza infusa? Io credo che la bellezza delle storie stia proprio in tutti i particolari che le compongono, nei retroscena, nei profili psicologici ed emozionali dei protagonisti. Il mio compito qui è quello di raccontare lo stretto legame tra le emozioni che proviamo e i colori che vi associamo.
Questa storia è la dimostrazione che non sempre tutto va secondo i nostri piani, nonostante la precisione a regola d'arte, l'organizzazione, c'è sempre un 1% di probabilità che tutto vada in fumo, è la dimostrazione che giocare con il fuoco ci fa scottare. Ma questa storia è anche rivincita, crescita personale attraverso la comprensione delle sfumature: quando non sappiamo come cambiare una situazione, ciò che ci può aiutare è cambiare punto di vista.
Il nero costituisce l'assenza dei colori e definisce il punto di partenza della nostra storia, al momento inesistente, che prenderà forma durante la lettura con la nascita dei colori, per terminare con il bianco: l'unione di tutti.
Non ci resta che affrontare questo viaggio. E si prega di allacciare le cinture.