Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: LorasWeasley    28/03/2020    2 recensioni
AU [Gerita|Spamano|FrUK|Ameripan|Rochu|PruCan|AusHun|Dennor|Sufin|LietPol]
"Mi hanno detto che avete pranzato insieme" -Germania
...
"Chi era? Non mi piace come ti guarda" -Sud Italia
...
"Nessuno può toccarti così ad eccezione mia" -Francia
...
"Perché non lo fai mai con me?" -Giappone
...
"Ciao! Sono il ragazzo di Yao. Mai sentito parlare di me?" -Russia
...
"Non ti fidi di me?" -Canada
"Non è di ti che non mi fido" -Prussia
...
"Hey amico, gli occhi in su!" -Austria
...
"Perché hai un sedere così perfetto? Lo guardano tutti e lo odio" -Danimarca
...
"So che mi ami, ma la tua gelosia sta un po' sfuggendo di mano…" -Finlandia
...
"Tipo, lei cosa ci fa qui?" -Polonia
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, Bad Friends Trio, Nordici
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Multiship - Gelosia


N. Italia x Germania
Feliciano tornò a casa che erano le tre del pomeriggio passate.
Si tolse le scarpe, poi si stiracchiò all’ingresso facendo i suoi tipici versetti.
C’era silenzio in casa, non una novità, Ludwig non era una persona di molte parole, ma di solito andava a salutarlo quando rientrava. E Feliciano era sicuro che l’altro fosse in casa, era troppo presto perché fosse già andato a lavorare.
Curioso di capire cosa ci fosse di diverso in quella giornata si diresse lungo il corridoio per cercarlo.
Il soggiorno era deserto ma ebbe più fortuna con la cucina.
Il tedesco era seduto composto su una sedia, il pc sul tavolo di fronte a sé mentre digitava velocemente qualcosa.
-Lud- esclamò felice l’italiano vedendolo.
-Dove sei stato?- domandò duro l’altro senza neanche alzare lo sguardo dal suo lavoro.
Feliciano corrugò la fronte –Mi sono trattenuto a lavoro, Francis doveva parlarmi di una cosa, te l’ho scritto in un messaggio.
Ludwig scostò le mani dalla tastiera e alzò lo sguardo, sembrava leggermente in imbarazzo -Mi hanno detto che avete pranzato insieme.
Feliciano tornò a sorridere dolce e gli si avvicinò, gli cinse le spalle con le braccia e si chinò per abbracciarlo, strofinando il suo naso contro il collo del tedesco –Ve… Sei geloso?- sussurrò poi, quasi divertito ma senza prenderlo in giro.
Sentì la pelle di Ludwig diventare più calda, stava arrossendo, anche se dalla posizione in cui si trovava non riusciva a vederlo.
-Non preoccuparti, sono solo tuo- continuò lasciandogli un breve ma dolce bacio su quella pelle accaldata.
Ludwig a quel punto lo afferrò per i fianchi e quasi in modo rude lo fece sedere sulle sue gambe, poi attaccò le sue labbra in un bacio che di casto aveva ben poco.
Feliciano sorrise mentre rispondeva con altrettanta enfasi, non gli dispiaceva per niente il suo ragazzo geloso.
 
S. Italia x Spagna
Romano sbuffò per la milionesima volta nell’arco di davvero troppo poco tempo.
Come si permetteva quel bastardo di pregarlo per potarlo a pranzo fuori e poi non calcolarlo minimamente?
Si era lamentato un po' per fare scena come aveva sempre fatto, poi però era uscito senza problemi con quello che ormai era il suo ragazzo da ben tre mesi.
Antonio l’aveva portato in un ristorante italiano nel quale Romano aveva ordinato le sue amate penne al pomodoro e la giornata stava passando senza problemi, si stavano anche divertendo fino a quando non furono raggiunti da un ragazzo che Romano non aveva mai visto e che lo ignorò totalmente.
Il nuovo arrivato si era rivolto calorosamente ad Antonio e già era diversi minuti che i due parlavano, escludendo totalmente lui.
All’ennesimo sbuffo irritato di Romano, Antonio gli lanciò uno sguardo che voleva essere pentito, poi congedò l’altro con la scusa che voleva finire di mangiare prima che il suo piatto si raffreddasse.
Il nuovo arrivato sembrò deluso, ma andò via come gli era stato richiesto.
-Chi era?- la voce di Romano era dura, non aspettò neanche che l’altro fosse abbastanza lontano da non sentirlo per domandarlo.
-Un vecchio collega dell’università- spiegò Antonio tranquillamente.
Romano strinse la forchetta così forte che le nocche gli divennero bianche -Non mi piace come ti guarda.
Antonio sorrise, aprì la bocca per rispondere, forse stava per dirgli che non aveva nulla di cui preoccuparsi o gli voleva semplicemente chiedere se fosse geloso con derisione. Ma non riuscì a fare nulla di questo, perché Romano lo precedette.
Si alzò dalla sedia, si sporse sopra il tavolo e afferrando il colletto della camicia dell’altro con una mano lo spinse verso di sé per baciarlo a bocca aperta.
-Mh, buono il condimento della tua pasta- commentò Romano leccandosi le labbra quando si staccò per poi tornare tranquillamente al suo posto come se non avesse appena fatto scena in un luogo pubblico.
Antonio non rispose, troppo stordito per quello che era appena successo.
Romano riportò lo sguardo sul ragazzo di prima, come aveva immaginato non aveva staccato gli occhi da loro neanche per un attimo, gli sorrise sadico, poi riprese a mangiare come se non fosse successo assolutamente nulla.
 
Francia x Inghilterra
-Dai Arthur ti pregoooo- stava praticamente urlando Alfred mentre lo inseguiva per il corridoio dell’università.
Arthur sbuffò scocciato mentre cercava di levarselo di torno con scarsi risultati.
-Ti ho detto di no, smettila di insistere.
-Ma sono nella merda!- Alfred si attaccò al suo braccio mentre Francis, che li fissava da lontano, stringeva i pugni e quasi ringhiava, non staccando gli occhi da quella scena.
-Ti sto supplicando Art, ma non ti faccio pena? Che ti costa? Dai…- il suo tono era diventato sempre più lamentoso mentre gli si stringeva di più contro.
Arthur se lo scrollò di dosso e si fermò in mezzo al corridoio –Va bene, basta che la smetti di stressarmi la vita! Ti mando gli appunti della scorsa lezione oggi pomeriggio via e-mail, contento?
Alfred sorrise soddisfatto, il sorriso di chi sapeva che avrebbe raggiunto il suo scopo senza troppi problemi, lo abbracciò di slancio e andò via come gli era stato chiesto.
Francis raggiunse quello che supponeva essere il suo ragazzo, visto che non ne avevano mai parlato apertamente, e gli si fermò davanti, costringendolo a bloccarsi per la seconda volta nel bel mezzo del corridoio.
L’inglese sospirò stufo, ma alla sua vista le guancie gli divennero leggermente rosee.
-Hai bisogno di qualcosa anche tu?- domandò poi con voce annoiata.
Francis fece il suo tipico sorriso –Oh mon amour, sono felice che tu me lo chieda, visto che ho proprio bisogno di te.
Lo prese per un polso e ignorando le sue lamentele lo portò verso i bagni, entrò nella sezione maschile e scelse il primo cubicolo vuoto disponibile.
Chiuse la porta e gli sbatté l’altro contro per poi appropriarsi delle sue labbra in un bacio che lasciò entrambi senza fiato.
Arthur non oppose alcuna resistenza, ma quando si scostò leggermente chiese confuso –Da quando ora lo facciamo anche nei bagni dell’università?
Francis lo scrutò con quei suoi occhi azzurrissimi, poi se lo strinse di più contro in una forma di possesso.
-Nessuno può toccarti così ad eccezione mia.
A quelle parole Arthur sentì il suo cuore accelerare e qualcosa di caldo invadergli il petto, era forse gelosia quella?
Sorrise malizioso e si avvicinò al suo orecchio –Allora dovresti marcare meglio il territorio.
E mugugnò compiaciuto quando sentì le labbra dell’altro non perdere tempo a dirigersi verso il suo collo per mordere e succhiare.
 
Giappone x America
Kiku stava leggendo nella tranquillità di casa sua seduto su un divano, il fuoco che scoppiettava nel camino e una coperta sulle gambe.
Era molto preso dalla lettura, ma non così tanto da non notare che il suo ragazzo era appena rientrato.
Anche perché era impossibile non notare Alfred e la sua voce squillante.
L’americano annunciò forte e chiara la sua presenza, chiuse la porta alle sue spalle e iniziò a raccontare tutto quello che avevano fatto.
Era stato fuori con Arthur, Francis e suo fratello Matthew per vedere la partita di Football della loro squadra preferita, ora stava raccontando tutti i passaggi più belli che aveva visto, quello che aveva fatto con i suoi amici prima e dopo la partita, le scene più divertenti e tutto il resto.
Kiku lo ascoltava per metà, mugugnando commenti d’assenso di tanto in tanto, la mente da tutt’altra parte.
Alfred però non era stupido e si accorse di questo, lasciò a metà il racconto di una delle tante litigate con Francis e Arthur e si sedette al suo fianco.
-Che succede?- domandò poi scrutandolo.
Kiku portò lo sguardo su di lui -Perché non lo fai mai con me?
Alfred corrugò la fronte –Non ti piace il football, o sbaglio?
-No, ma… mi piaci tu- fu meno di un sussurro, le guancie striate di rosso –Mi piacerebbe fare con te le cose che ami.
Alfred lo scrutò, poi sorrise mentre gli passava un braccio intorno alle spalle e se lo spingeva contro –Sai che non hai nessun bisogno di preoccuparti, vero? Né di essere geloso.
-Mh…- mugugnò qualcosa di distratto e strascicato.
Alfred rise ancora più forte, poi lo prese in braccio come una principessa, fu così veloce che l’altro urlò per la sorpresa mentre la coperta scivolava a terra –Che stai facendo?- balbettò cercando di farsi mettere giù.
-Quello che mi hai chiesto, vuoi che faccio con te le cose che amo, no? Quindi ora mi faccio te, la persona che amo.
E quando varcò la porta della camera da letto il volto di Kiku era così caldo che si sarebbe potuto sciogliere.
 
Russia x Cina
Ivan era appena uscito dalla lezione di letteratura russa e ora stava girando per i corridoi dell’università alla ricerca del suo ragazzo che, pochi secondi prima, gli aveva inviato un messaggio dicendogli che si trovava vicino alle macchinette del secondo piano.
Si stava sistemando la sciarpa intorno al collo quando alzò lo sguardo e si bloccò di scatto.
La rabbia che si impadroniva del suo corpo nonostante da fuori sembrasse tranquillo come al solito.
Yao era li dove gli aveva detto, poco più a destra rispetto alla macchinetta delle bevande per non dare fastidio alle persone in fila, con un cucchiaino di plastica stava mescolando il suo caffè fumante mentre sorrideva e parlava animatamente con un altro ragazzo, anche lui dai tratti orientali e che Ivan non aveva mai visto.
Ivan aveva davvero speso troppi anni della sua vita cercando di conquistare Yao, non se lo sarebbe di certo fatto portare via dal primo arrivato.
Si avvicinò a passi spediti, sprigionava un’aurea così negativa che la gente si scansava preoccupata e terrorizzata.
Quando arrivò di fronte a loro si trattenne dall’uccidere l’altro sul posto e decise di marcare il suo territorio mettendo un braccio intorno al collo di Yao, poi si rivolse al nuovo arrivato con un sorriso quasi dolce e il tono della voce calma e tranquilla.
-Ciao! Sono il ragazzo di Yao. Mai sentito parlare di me?
Ivan sentì il suo ragazzo sbuffare, conoscendolo aveva anche alzato gli occhi al cielo, ma non se ne poté accertare perché il suo sguardo era fisso sulla sua nuova conoscenza.
Si aspettava che questo trasalisse o iniziasse a balbettare delle scuse, ma invece si limitò a scrutarlo e a fare un sorrisetto quasi divertito, poi rispose a tono.
-In realtà si, ho sentito molto parlare di te. Ma Yao non mi aveva detto che fossi così geloso.
Adesso era Ivan quello confuso, Yao si scrollò il suo braccio dalle spalle e si girò a fissarlo.
-Ivan, lui è mio cugino, quello di Hong Kong, ti ho parlato di lui.
-Ah…- si grattò la testa quasi in imbarazzo –Ops.
E Yao nascose la sua risata divertita e soddisfatta dietro la manica troppo lunga.
 
Prussia x Canada
Gilbert si lamentò nuovamente mentre si girava sul letto, le coperte ormai sudate ma che non poteva togliere perché aveva troppo freddo.
Scrutò il suo ragazzo che stava finendo di prepararsi davanti lo specchio allacciandosi la cravatta al collo.
-Devi andare per forza?- chiese per la centesima volta in quella giornata.
Matthew sospirò –Sai che mio fratello si offenderebbe tantissimo se dessi buca alla sua festa.
-Chi se ne frega di tuo fratello- rispose acido il tedesco.
Matthew lo guardò deluso, poi si avvicinò al letto sedendosi al suo fianco, allungò una mano per scostargli i capelli sudati da quella fronte caldissima.
-Saranno solo poche ore…
Gilbert mise su un broncio –Stai lasciando il tuo ragazzo malato a casa mentre vai a divertirti.
-Questo è ingiusto! Sai benissimo che sei importante per me, ma lo è anche mio fratello e tu non hai la febbre neanche troppo alta, ti sto lasciando le pillole qui accanto, l’acqua, il secchio se ti viene da vomitare, uno spuntino di frutta e la PSP per giocare… non puoi resistere qualche ora da solo? Se dovessi peggiorare puoi sempre chiamarmi e sarò qui in men che non si dica.
-Mh…- Gilbert distolse lo sguardo imbarazzato –Non è che non voglio rimanere solo, è che… non voglio che tu vada.
Matthew si morse le labbra –Non ti fidi di me?- sembrava deluso da quella prospettiva.
Gilbert si affrettò a chiarire –Non è di te che non mi fido.
Matthew gli accarezzò una guancia –Lo sai benissimo che sono invisibile e nessuno mi calcola.
Gilbert gli afferrò la mano per non farlo staccare dal suo viso e chiuse gli occhi –Ma se qualcuno dovesse accorgersi di quanto tu sia speciale, io… io non…
Matthew si chinò a baciarlo –Non succederà mai una cosa del genere, e anche se dovesse accadere… lo sai che non ho occhi per nessuno se non te.
Lasciò Gilbert totalmente spiazzato con quelle parole, lo baciò nuovamente, poi si alzò e, dopo avergli di nuovo fatto tutte le raccomandazioni, uscì di casa, con la promessa che sarebbe tornato presto.
E Gilbert, mezzo addormentato e in preda ai deliri della febbre, arrivò alla conclusione che doveva decisamente sposarlo.
 
Austria x Ungheria
Era domenica pomeriggio e per i negozi c’erano i saldi.
Era quasi scontato che Roderich sarebbe stato trascinato in giro da Elizabeta, nonostante avrebbe preferito rimanere a casa a comporre non gli dispiacque troppo, alla fine la sua ragazza non era il tipo che stava ore e ore a provare milioni di vestiti.
Era più il tipo curioso alla quale piaceva girare e solo se una cosa le piaceva davvero tanto decideva di provarla e poi prenderla.
Come in quel momento che aveva trovato un vestito estivo leggero e sobrio, a strisce rosse e bianche e che stava giusto provando dietro la tenda del camerino.
-Che ne pensi? Domandò con un sorriso una volta scostata la tenda, avvicinando poi al grande specchio posto alla fine del corridoio dei camerini.
Roderich non rispose subito, troppo concentrato sul suo corpo fasciato alla perfezione da quella stoffa morbida e che accentuava ogni sua curva.
Solo quando si rese conto che la ragazza stava ancora aspettando una risposta fece un colpo di tosse e cercò di tornare alla sua compostezza –Ti sta benissimo, dovresti prenderlo.
In quel momento li raggiunse il commesso che fino a poco prima li aveva aiutati dentro il negozio e aveva suggerito per la ragazza proprio quel vestito.
-Quindi, come va?
Elizabeta si girò verso di lui sorridendo dolce –Mi piace molto, lo prenderemo.
L’uomo la scrutò –Oh si, ti sta molto bene.
Roderich non poté non notare come gli occhi dell’uomo si erano un po' troppo soffermati in zone che dovevano rimanere private.
-Hey amico- iniziò con tono seccato –Gli occhi in su.
Elizabeta rise e l’uomo divenne totalmente rosso.
-Oh si, scusate- balbettò e quasi inciampò sui suoi piedi –Se avete bisogno di altro chiamate- e poi corse letteralmente via.
Elizabeta continuò a ridere, si avvicinò al suo ragazzo e gli lasciò un bacio in guancia –Non pensavo che uno composto come te potesse essere geloso- sorrise ancora di più –Mi piace.
E, come se nulla fosse, tornò dentro il camerino per cambiarsi.
 
Danimarca x Norvegia
Dopo aver insistito per settimane alla fine Mathias aveva convinto il suo pigro ragazzo a fare una giornata di prova con lui in palestra e, in caso, a iscriversi per andare insieme a lui.
Lukas in realtà non l’aveva fatto per far felice il suo ragazzo o altro, semplicemente il danese l’aveva preso per esasperazione, ma lui non aveva nessuna intenzione di iscriversi in quel posto che associava più o meno all’inferno, quindi aveva un piano per far rimangiare tutto a Mathias e far dire a lui stesso che non era il caso che si iscrivesse.
-Andiamo?- domandò quando uscì dal bagno di casa loro pronto di tutto punto, il borsone in spalla.
Vide Mathias girarsi, pronto a risponde, ma le parole gli morirono in gola non appena lo scrutò, lo vide anche boccheggiare a vuoto e ingoiare saliva.
Sorrise internamente, stava andando tutto secondo i suoi piani, innocentemente chiese –Tutto okay?
Mathias ingoiò nuovamente, poi domandò a sua volta –Hai intenzione di venire così?
Lukas si guardò confuso, come se non capisse cosa l’altro stesse cercando di dirgli –è la mia tenuta da palestra.
E per ucciderlo del tutto si avviò verso la porta d’ingresso dandogli le spalle e, di conseguenza, facendogli vedere il suo fondoschiena, stretto in dei pantaloni che avrebbe quasi potuto definire illegali.
Aveva deciso di comprare la tuta più stretta e attillata che trovò in negozio il giorno prima, poi aveva indossato una maglia che Mathias amava tantissimo su di lui e una felpa larga del fidanzato che proprio in quel momento gli lasciava una spalla scoperta, scivolandogli lungo il braccio perché troppo grande per lui.
Non era un tipo di vestiario che avrebbe mai utilizzato, ma era per uno scopo superiore e quindi si sarebbe sacrificato.
In palestra andò esattamente come aveva previsto e Lukas fece di tutto per non mostrare la sua soddisfazione interiore.
Quando uscirono il danese aveva un’espressione molto incazzata e non faceva altro che lanciare occhiate assassine a tutti.
Il norvegese si stava sistemando il fermaglio a forma di croce quando si senti afferrare con prepotenza il fianco dal proprio ragazzo ed essere tirato verso di lui in modo possessivo.
-Perché hai un sedere così perfetto? Lo guardano tutti e lo odio- borbottò infastidito.
Lukas sorrise senza farsi vedere –è un bel problema, non dovrei proprio iscrivermi in palestra, immagina quanti ragazzi e ragazze mi sbaverebbero dietro.
Mathias ringhiò –No, non dovresti iscriverti.
-Bene- sapeva che sarebbe arrivato a quello che voleva, era troppo facile sfruttare la gelosia del suo ragazzo a suo favore –ora torniamo a casa, così il mio sedere perfetto sarà solo a tua disposizione?
 
Svezia x Finlandia
Tino sospirò sconsolato mentre vedeva anche gli ultimi due clienti uscire dal locale.
Anche se era più corretto dire che stavano letteralmente scappando.
Sorrise in segno di scuse, poggiò il vassoio sul bancone in legno e si sciolse il grembiule dalla vita, tanto ormai a cosa gli serviva più?
Prese un sospiro e si girò verso il suo ragazzo, si mise le mani sui fianchi e decise di iniziare quella conversazione.
Ormai non aveva più paura di lui, aveva imparato a conoscerlo e a capire cosa ci fosse dietro quella voce profonda e lo sguardo duro, ma lo stesso non era per i loro clienti. Soprattutto quando lui faceva di tutto per farli scappare di proposito.
-Berwald- iniziò con voce ferma e scrutandolo a fondo.
Lo svedese però non aveva nessuna intenzione di smettere con quello che stava facendo, ovvero pulire il pavimento con lo straccio, tutta la sua concentrazione era rivolta li.
-Non possiamo andare avanti così- sospirò Tino, vedendo le guancie dell’altro diventare rosse dall’imbarazzo.
-Se fai scappare tutti i clienti, dovremo chiudere entro un mese- gli fece nuovamente presente visto che l’altro aveva deciso di rimanere in silenzio.
Gli si avvicinò dolcemente e lo costrinse a guardarlo negli occhi mentre gli afferrava il viso con entrambe le mani.
-Qual è il problema? Pensavo che la decisione di aprire questo pub piacesse ad entrambi.
Berwald abbassò il viso –Ma hai visto come ti guardano? Loro sono… tutti attratti da te. Sia donne che uomini, non lo sopporto.
Tino sbatté le palpebre confuso, lui non aveva notato nulla di tutto questo e, in ogni caso, sapeva che il suo ragazzo stava sicuramente ingigantendo la cosa.
-So che mi ami, ma la tua gelosia sta un po' sfuggendo di mano…- concluse cercando di non offenderlo.
L’altro annuì lentamente –Vedrò di… darmi una calmata.
Tino lo baciò con un sorriso in volto e si staccò solo quando sentì la porta del locale aprirsi, gli accarezzò una guancia per poi andare ad accogliere i loro nuovi clienti con sorriso.
 
Lituania x Polonia
Feliks respirò a fondo, soddisfatto, non appena arrivò in spiaggia.
Aggiustò il cappello di paglia tra i suoi capelli biondissimi e gli occhiali da sole rosa che indossava, poi si girò verso il suo ragazzo –Tipo che sei stato molto carino a portarmi qui esaudendo i miei desideri.
Toris gli sorrise dolce, con la mano libera che non stava portando il borsone con dentro le loro cose gli afferrò la sua mano e lo portò verso le sedie sdraio che aveva prenotato.
Il lituano non poteva far altro che sorridere nel vedere come il suo ragazzo si stesse davvero divertendo per quel weekend di relax che si erano presi dopo tanto tempo.
Si divertì a fare dei disegni sulla sua schiena con la crema solare, a giocare in acqua con il suo fenicottero rosa gonfiabile, a parlargli di tutti gli scoop che aveva sentito a lavoro in quegli ultimi tempi.
Tutto stava andando così bene che quasi se lo doveva aspettare che non sarebbe durato.
Natalia, che aveva sempre avuto una cotta per Toris quasi allo stesso livello di quella che aveva per suo fratello, li raggiunse parlando della grande coincidenza di essersi trovati li tutti insieme mentre si sedeva sulla sedia sdraio del moro senza aver ricevuto alcun invito.
Feliks si rabbuiò completamente, iniziò a giocherellare incerto con un nastro del suo costume, ma quando capì che ormai quei due avevano intavolato una discussione che lo escludeva totalmente sbuffò incazzato, si alzò senza dire una parola e si avviò a riva.
Toris lo fissò preoccupato, bloccò la ragazza a metà di un discorso del quale neanche sapeva l’argomento, considerando che non la stava ascoltando, e si alzò di fretta per raggiungerlo.
Feliks era di spalle, le braccia incrociate al petto, fissava l’orizzonte mentre le onde si infrangevano contro i suoi piedi.
Non appena lo sentì avvicinarsi parlò continuando a dargli le spalle –Tipo, lei cosa ci fa qui?
Toris sapeva che era quello il problema, non era così stupido da non rendersene conto ed era a conoscenza della gelosia del fidanzato.
Lo abbracciò da dietro baciandogli la spalla –Non l’ho di certo invitata io.
Sentì Feliks sospirare afflitto e girarsi tra le sue braccia, allungò una mano ad accarezzargli la guancia morbida mentre sospirava –Sei con me adesso.
Toris gli sorrise mentre il suo petto veniva scaldato, si chinò a baciarlo, poi disse –Se salissimo ora in hotel? Ti faccio capire quanto mi importa solo di te.
Feliks lo fissò sorpreso, il suo ragazzo di solito non era così, ma non gli dispiaceva per niente quella proposta.
-E poi scendiamo di nuovo al tramonto, si sa che quelli sono i bagni migliori.
 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: LorasWeasley