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Autore: Nihal07    28/03/2020    0 recensioni
Sakura cercò di non darsi per vinta e presa da uno slancio di speranza o chissà cos’altro decise di eliminare la distanza che li separava. Era come se Kakashi stesse sprofondando nel buio e lei fosse l’unica a poterlo raggiungere. Bella responsabilità. “Kakashi, tu non…”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Lo sbaglio

Sakura si fermò davanti la porta di casa di Ino. Sapeva che ci sarebbe stato anche Kakashi e non aveva molta voglia di vederlo. Non sapeva come comportarsi e il fatto di vederlo fuori dal "lavoro", la metteva sotto grande stress. Era triste, delusa, ma nonostante il clamoroso rifiuto, comunque aveva trovato la voglia di vestirsi carina ed elegante con un vestito estivo a tema floreale. Sospirò. Se a Kakashi non interessava, magari sarebbe importato a qualcun altro. Bussò un paio di volte e dopo pochi secondi, una chioma bionda le aprì la porta: "Ti stavo aspettando! Il tavolo donne ha un sacco di notizie su cui aggiornarci."
"Notizie di che genere?"
"Gossip!" Disse Ino, accompagnando Sakura nell'ampia stanza che vedeva suddivisi uomini e donne su due tavoli separati. Non era sua intenzione incoraggiare questa divisione quando aveva pensato alla disposizione dei tavoli nella stanza, ma qualcosa nelle persone aveva fatto in modo che i posti si completassero in tal modo. Le due amiche si sedettero vicine e Ten Ten abbassò la voce: "Forse non sapete che Shizune ha iniziato a frequentare Genma."
Un "OOhhh" di sottofondo si levò in coro ma gli uomini parlavano troppo forte per sentirle. Sakura lo sapeva già, infondo lavorava insieme a Shizune. Si sporse leggermente dalla sedia e osservò se nell'altro gruppo, Kakashi era già arrivato. Lo vide seduto tra Gai e Asuma. Non sembrava particolarmente divertito ma infondo lui non era tipo da "feste", la sua espansività era pari a quella di un sasso. Ad un tratto Sakura ebbe la sensazione che Kakashi si fosse girato e l'avesse vista mentre lo guardava, perciò si girò a sua volta dalla parte opposta sperando non l'avesse vista. Che brutta situazione.

Quando Kakashi entrò in casa di Asuma, accompagnato da Ino, sentì di essere accolto dalla ragazza in modo glaciale. Capiva la solidarietà tra donne, ma questo gli sembrava un pò esagerato. La sua sensazione di disadattamento iniziò a scemare quando incontrò i suoi amici tra cui Gai, sempre pronto a far baldoria. Infatti, la prima cosa che fece, fu lanciargli una sfida: chi riusciva e bere più bicchierini di sakè nella serata, avrebbe potuto far fare all'altro ciò che voleva. Kakashi capì che Gai l'avrebbe fatto andare fuori di testa, ma accettò. Non poteva rifiutarsi. Per quanto male reggesse l'alcol, doveva provarci. Meglio perdere da eroi che ritirarsi da codardi. Il primo bicchierino scese abbastanza facilmente, dal terzo iniziarono ad esserci le prime difficoltà. E pensare che dovevano ancora iniziare a mangiare. Ad un tratto, l'uomo venne distratto da un bussare energico in lontananza, prova che il suo udito funzionava ancora molto bene. Vide Ino andare ad aprire la porta e poco dopo tornare accompagnando Sakura al tavolo delle signore. Indossava un vestito estivo bianco con delle fantasie floreali. Quella sera era molto bella. Lo era spesso. Non aveva bisogno di vestirsi particolarmente bene per attirare l'attenzione. Si girò a guardarla un paio di volte nei minuti successivi e per un attimo ebbe l'impressione di essere osservato a sua volta. Che brutta situazione.

La serata prese un'ottima piega e Kakashi fu quasi sollevato di aver accettato l'invito di Asuma. Probabilmente era anche l'effetto dell'alcol e pregò che Asuma prima o poi li fermasse. La sua serenità venne spezzata dal momento in cui Gai tirò fuori l'argomento "vecchi tempi" e iniziarono a rivangare il passato di quando erano ancora ragazzini, pronti ad intraprendere la carriera del ninja. Eccolo, il giorno più speciale di tutti, quello da qui tutto avrebbe avuto inizio: il giorno della formazione dei team. Kakashi si alzò un pò barcollante. Aveva bisogno di prendere un pò d'aria, l'argomento della conversazione avrebbe via via preso un tono spiacevole. 
"Tutto bene Kakashi?" Chiese Asuma.
Il jonin annuì. "Vado un pò fuori, credo che per me la serata finirà presto."
L'Hateke uscì e si appoggiò ad una colonna che reggeva il portico. Gli alberi sfoggiavano dei fiori bellissimi, altri ormai avevano già i loro frutti. La leggera brezza serale lo fece sentire meglio. Avrebbe davvero voluto che i suoi vecchi compagni di squadra fossero stati lì. Chiuse gli occhi e si poggiò una mano sulla fronte: aveva esagerato e domani ne avrebbe pagato le conseguenze.
Ad un tratto, un rumore improvviso lo portò a girarsi di scatto e si ritrovò davanti l'unica persona che avrebbe dovuto evitare.
La ragazza sorrise imbarazzata. Se avesse saputo che Kakashi era lì fuori, avrebbe aspettato a tornare a casa. "Kakashi..."
"Sakura..." Per un secondo i loro sguardi si incrociarono e la ragazza potè intravedere negli occhi dell'uomo la tristezza che lo accompagnava. Il jonin si sentì attraversare da quello sguardo fin troppo invadente, attento e allo stesso tempo premuroso che la cosa lo infastidì e si girò a guardare il giardino sperando che la rosa se ne andasse.
Avrebbe dovuto andarsene, lo sapeva, ma qualcosa in lei la trattenne. "Come stai..?"
Kakashi rise, probabilmente l'alcol gli avrebbe fatto dire qualcosa di sbagliato quella sera: "Non lo so, ma qualsiasi cosa sia non mi serve il tuo aiuto. Non puoi salvarmi giocando al piccolo chimico..."
La ragazza inclinò la testa in segno di disappunto ma si mantenne calma: "Hai bevuto?"
"Tu che dici?" La voce di Kakashi si faceva sempre più ferma. "Fai la tua diagnosi..."
"Kakashi... Sei appena uscito da un ricovero importante, se c'è qualcosa che non va io..." Sakura gli sfiorò il braccio ma Kakashi reagì in modo avventato e le afferrò il polso.
"Tu cosa? Con quello sguardo pieno di pietà e compassione, che cosa potresti fare?"
La rosa fece per tirarsi indietro. "Kakashi, lasciami..."
"Puoi forse cambiare gli eventi, la storia, i fatti?"
"No... Ma..."
"Kakashi!" La voce autoritaria di Asuma echeggiò nell'aria e Kakashi lasciò la presa.
"Allora non penso tu possa fare nulla di utile." Kakashi lo disse a voce bassa ma Sakura lo percepì senza troppa fatica. Fece un passo indietro e si girò verso Asuma che le disse di andare. La rosa annuì e si diresse verso casa. Asuma chiuse la porta di casa e si diresse verso l'Hatake. Senza preamboli di alcun tipo gli assestò un pugno in viso e Kakashi barcollò indietro.
"è una fortuna che sia ancora abbastanza lucido da non rispondere, Asuma... Forse un pò me lo merito."
Il moro prese Kakashi per il colletto dell'uniforme e lo mise spalle al muro. "Non hai il diritto di comportarti in questo modo con lei. Non se lo merita."
"Vedi il motivo per cui non può essere un'opportunità?"
Asuma strinse la presa. "Se hai dei problemi prenditela con qualcuno della tua stessa altezza."
"Allora la prossima volta la manderò da te. Magari riesci a risolvere almeno uno dei miei problemi."
Il moro sospirò cercando di calmarsi. "Cosa ti passa per la mente Kakashi?"
"Per ora l'unica cosa a cui penso è che se non mi metti giù subito, rischio di rovinarti la tappezzeria... Sarebbe un peccato." Gli stava venendo su una nausea terribile. "Per me la serata finisce qui."

Non appena Kakashi si chiuse la porta di casa sua alle spalle, sentì l'impellente bisogno di vomitare. Si recò in bagno e lì si svolse il dramma. Non appena riuscì con fatica a ricomporsi, si guardò il viso. Infondo Asuma non ci aveva messo così tanta forza. Il livido sarebbe sparito presto, e poi era coperto dalla maschera, nessuno ci avrebbe fatto caso. Si sistemò per andare a letto. La foto di Rin era ancora girata, nell'altra, Sakura sorrideva in modo ancora più evidente. Nascose alla sua vista pure quella e si infilò sotto le coperte. Il ricordo dello sguardo di Sakura di quella sera, faceva molto più male del pugno regalatogli dal suo migliore amico.
  
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