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Autore: FreddyOllow    28/03/2020    1 recensioni
Tyrell ha conosciuto una ragazza di nome Jasmine su un sito d'incontri. Le cose sembrano andare bene fra loro, finché un brutto incubo fin troppo reale sconvolgerà tutto...
Genere: Dark, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tyrell aprì la porta ed entrò nel suo attico. Buttò la valigetta sul divano e si fiondò alla sua scrivania, accendendo il suo netbook.
"Dai, dai!" Disse fra i denti con tono nervoso. 
Nel frattempo, prese il suo cellulare dalla tasca e lo mise sotto carica.
Lo schermo del netbook diventò nero e Tyrell vide di sfuggita la sua immagine riflessa. Aveva l'aspetto di un uomo stravolto. Si tirò i capelli indietro e allentò la cravatta dal collo.
"Dannazione, dai!" Disse Tyrell dando un leggero colpetto al suo computer. Lanciò un occhiata di panico al suo cellulare e vide che era carico al due percento.
Quando i processi del sistema furono tutti avviati, Tyrell cliccò su Google e poi su LoveMeet nella barra dei preferiti.
Rivoli di sudore rigavano il suo viso. Sorrise, mentre i suoi occhi si spalancarono dalla felicità.
Controllò la chat di Jasmine. La donna gli aveva inviato una foto. Era nuda vicino alla doccia, ma il seno e le parti intime erano coperte dalle sue mani.
Tyrell sentì il cuore implodergli nel petto e una forte eccitazione prendere il sopravvento. Osservò ogni curvatura del suo corpo. Sgranò gli occhi sulle linee delle sue cosce e sulle mani che coprivano i suoi capezzoli. Era la prima volta che vedeva il corpo nudo di Jasmine.
D'un tratto udì un trillo.
"Ehi, T." Scrisse Jasmine. "Piaciuta la foto?"
Tyrell percepì una vampata di calore nell'inguine. "Bewllissbima!" Rispose velocemente. Poi vedendo che aveva scritto male, lo corresse. "Bellissima*"
Un altro trillo.
Tyrell sbarrò gli occhi. Jasmine gli aveva mandato un altra foto. Il primo piano del seno coperto orizzontalmente da un avambraccio.
Tyrell percepì il pene ingrossarsi. Si alzò, levò velocemente cintura e pantaloni e si abbassò i boxer.
Improvvisamente la videocamera frontale del netbook si avviò da sola. Tyrell rimase con il pene in mano nel vedere sé stesso nel riquadro della telecamera. Sussultò in preda al panico. Si precipitò sul suo netbook e cercò di chiudere la videocamera. Cliccò freneticamente.
"Chiuditi, cazzo! Chiuditi!" Il puntatore del mouse si bloccò. Tyrell continuò a cliccare e muoverlo. "Merda!" Staccò il mouse e lo lanciò alle sue spalle. 
Posò un dito sul touchpad. Il puntatore non andava. La videocamera frontale continuava a filmarlo. Pigiò il tasto di accensione per spegnerlo, ma non funzionò.
Nulla rispondeva ai suoi comandi. Sollevò il netbook e lo lanciò violentemente contro il muro.
Lo schermo si ruppe e si spense.
Tyrell rimase fermo con i capelli scompigliati e il fiatone. Poi il suo sguardo si posò sul suo cellulare sotto carica. Si rimise i pantaloni e quando si voltò verso il netbook, lo schermo si accese, così come la telecamera.

Tyrell si svegliò di soprassalto. La gente seduta nel treno lo guardò in malo modo. Tyrell fece un sorriso di circostanza e si alzò. La sua camicia era pregna di sudore, così come la sua faccia. Camminò lungo il vagone ed entrò in quello adiacente. Posò una mano sull'asse della porta e prese fiato.
D'un tratto udì un trillo. 
Prese il cellulare dalla tasca e guardò lo schermo. "Ciao, T. Forse questa sera farò tardi al nostro appuntamento. Ho dei problemi da sistemare. Ti va bene se lo spostiamo alle otto e mezza?"
Tyrell fissò inquieto la fotocamera frontale del cellulare, come se quel piccolissimo buco lo stesse risucchiando. Poi posò un dito lì sopra e rispose al messaggio. "Nessun problema. Ci vediamo stasera."
Jasmine gli mandò una faccina con il bacio.
Tyrell rimise il cellulare in tasca, mentre il treno si fermava. 

Salì le scale della metro e camminò lungo il marciapiede. Quel sogno lo stava ancora tormentando. Gli sembrava così reale. Non era da lui dormire nel treno. Non l'aveva mai fatto.
La strada era piena di auto e persone. Il fracasso prodotto dai clacson e dal vociferare era assordante. 
Entrò dentro un fast-food affollato di gente ai tavoli e al bancone. Si mise in fila, ripensando al sogno. 
"Signore?" Disse una voce distorta. "Mi scusi, signore? Tocca a lei."
Tyrell alzò lo sguardo confuso e incrociò gli occhi della commessa. "Sì?"
"E dai, amico!" Gridò un uomo innervosito in fondo alla fila. "Dati una mossa!"
Tyrell lo ignorò.
"Cosa desidera, signore?" Domandò la commessa.
"Un panino con dentro insalata, hamburger e patatine fritte."
"Volete ketchup e maionese?"
"No." Tyrell tirò fuori il portafoglio e diede cinque dollari alla commessa. La donna tornò poco dopo con un dollaro e novantanove centesimi di resto.
Andò a sedersi affianco al bancone. Prese il cellulare e andò a leggersi la chat di Jasmine. Da quando aveva fatto quel sogno, qualcosa era scattato dentro di lui. L'ansia che lo attanagliava era del tutto sparita. Non era più in ansia nel ricevere il messaggio di Jasmine. Non sapeva di preciso cosa fosse, ma era come se avesse preso le distanze dalle sue emozioni o da lei.
La cameriera portò il panino a Tyrell. Gli sorrise, ma Tyrell annuì come a dire: grazie. La cameriera lo aveva adocchiato, ma lui aveva la testa altrove. Se quel sogno non l'avesse turbato, sicuramente sarebbe finito per sbattersela nel retro durante la pausa sigaretta.

Tyrell aprì la porta del suo attico. Rimase sotto la soglia, lanciando una sguardo attorno. Tutto sembrava come nel sogno, eccetto per una cosa. Lui aveva un computer fisso, non un netbook, oltre a non avere una valigetta in mano. Chiuse la porta alle sue spalle e andò in bagno. Si svestì e si fece una doccia calda. Il vapore gli alleviò la tensione muscolare e mentale. Posò le mani sul muro e inclinò la testa, mentre l'acqua gli martellava la testa come una cascata.

Dall'armadio, tirò fuori una camicia bianca, un pantalone nero e una giacca dello stesso colore. Una volta indossati, calzò delle classiche scarpe nere. Si guardò allo specchio e si tirò i capelli all'indietro, quasi di lato, facendo una rigatura a destra. S'improfumò e si lanciò un ultima occhiata. Sospirò. Era un uomo dalle spalle ampie, mascella poco pronunciata e una leggera barba. Occhi grandi dall'iride grigio-verde, labbra carnose e un fisico atletico.

Arrivò davanti all'appartamento di Jasmine alle otto e un quarto, parcheggiando la berlina nera sul fianco del marciapiede. Era un quartiere tranquillo, frequentato da molti universitari e ragazzi. Prese il cellulare da sopra il cruscotto e fece uno squillo a Jasmine. 
Poco dopo la vide affacciarsi dalle finestra, facendogli segno di aspettare un attimo.
Non durò un attimo. 
Jasmine scese quaranta minuti dopo. Indossava una corta gonna rossa a quadrettoni nere, una maglietta bianca e un giubbotto nero estivo con ai piedi scarpe bianche. Era una donna dalla carnagione chiara e un viso ovale. Corti capelli neri ondulati fin sotto il mento e una corporatura esile. Era più alta di Tyrell di dieci centimetri, ma per lei non era un problema.
Tyrell uscì dalla berlina e la salutò con un bacio. Lei gli sorrise e lui ricambiò, dopodiché aprì la portiera e la fece entrare.
Quando salì in auto, notò che Jasmine aveva le gambe accavallate. Fissò per un attimo le sue cosce, poi distolse lo sguardo. 
Jasmine se ne era accorta e l'aveva fatto di proposito. "Scusa se ti ho fatto aspettare." Jasmine mise una mano su quella di Tyrell posata sul cambio manuale.
"Non preoccuparti." Le sorrise Tyrell. 
Lei gli strinse lievemente la mano, poi la ritirò indietro.
La berlina si allontanò.

Durante il percorso non si parlarono. Lei gli lanciava sguardi sfuggenti, ma Tyrell sembrava da tutt'altra parte. Pensava ancora a quel sogno. Era diventato quasi un ossessione. Si tormentava sull'immagine di lui proiettata sul netbook. Era stato così vivido quel sogno, che a volte pensava che era accaduto veramente.
"Tyrell." Disse Jasmine. "Come mai sei così silenzioso stasera?"
Tyrell si voltò, le sorrise. "Sto bene."
Lei ricambiò. "Sicuro?"
"Certo. Va tutto bene."

Tyrell lasciò la berlina nel parcheggio del ristorante italiano. C'era molta gente all'entrata che parlava e rideva. Offrì il braccio a Jasmine che lo afferrò subito, stringendosi a lui. Per un momento, Tyrell credette che lei stava inspirando il profumo impregnato sulla sua giacca. Quando Tyrell si girò per avere conferme, lei tirò lievemente la testa indietro e sorrise.
Entrarono nel ristorante arredato riccamente di tappetti, tendaggi, pareti in legno e diversi lucernari. Tutta la gente era vestita in modo elegante. L'atmosfera era serena e una dolce melodia classica risuonava nel locale.
Tyrell si avvicinò all'uscire donna. "Tyrell Bateman."
L'uscire diede uno sguardo alla lista scritta. "Sì. Tavolo per due." Guardò sorridente Tyrell e Jasmine. "Seguitemi."
Si fecero strada tra i tavoli e raggiunsero il loro posto, affianco a una finestra. L'usciere indicò il tavolo e se ne andò.
Tyrell tirò indietro la sedia per far sedere Jasmine, poi prese posto.
Un cameriere sulla quarantina li raggiunse e posò due menu sul tavolo. "Vi posso proporre il piatto del giorno: Passatelli al ragù. Sono una delizia." Disse con un sorriso.
Tyrell guardò Jasmine che non disse nulla. "No, grazie. Vedremo cosa c'è nel menù."
Il cameriere chinò la testa e andò via.
"Ma che piatto è Passatelli al ragù?" Domandò Jasmine quasi ridendo.
Tyrell fece spallucce e sorrise.
Entrambi guardarono il menù. 
Jasmine lanciò qualche sguardo sfuggente a Tyrell, ma quello fissava il menù come se fosse da tutt'altra parte. Serrò gli occhi infastidita e mise il menù sul tavolo. "Mi spieghi cosa c'è che non va?"
Tyrell alzò lo sguardo dal menù e corrugò la fronte. "Che vuoi dire?"
"Ti senti con qualcun'altra?"
"Ma che dici."
"Allora perché sei così silenzioso?"
Tyrell rimase muto per un po'. "Ho mal di testa."
Jasmine lo fulminò con gli occhi. "Non mentirmi, Tyrell. Tu hai qualcun'altra."
Tyrell sbuffò. "Sarei qui se avessi qualcun'altra?"
Rimasero a fissarsi per un lungo momento, quando arrivò il cameriere. "Posso prendere l'ordine, signori?"
Entrambi lo guardarono in malo modo.
Il cameriere vagò per un attimo con lo sguardo. "Torno dopo." Disse con un falso sorriso di circostanza.
Tyrell e Jasmine tornarono a guardarsi.

Finirono nel bagno degli uomini a fare sesso. Jasmine con le gambe spalancate e le mani sul gabbiotto del wc. Tyrell dietro di lei che le serrava i seni con un braccio e una mano giù nelle sue parti intimi. La prendeva selvaggiamente da dietro. La teneva stretta a sé. Non le dava spazio o modo di muoversi. Le labbra di Tyrell baciavano il suo collo e le dita si muovevano freneticamente dentro di lei. 
Ansimavano. 
Jasmine si lasciò sfuggire un rantolo di piacere nel percepire il respiro di Tyrell sulla sua spalla e lui le serrò la bocca con una mano. Sentì le dita bagnate e appiccicose. Poi le gambe di Jasmine tremarono per l'orgasmo e Tyrell la cinse ancor più forte con il suo braccio.
Quando smise di tremare, si voltò verso di lui con un sorriso appagato e i capelli scompigliati e lo baciò. 
Tyrell non era venuto. 
Jasmine se ne accorse solo in quel momento e il suo volto sereno mutò del tutto. Corrugò le sopracciglia perplessa.
Tyrell abbassò gli occhi e si alzò i boxer.
Jasmine rimase in silenzio, sistemandosi le mutandine. Poi quando cercò di parlare, un uomo entrò nel bagno.
Tyrell mise una mano sulle labbra di Jasmine.
Fischiettando, l'uomo fece i suoi bisogni, si versò del sapone liquido sulle mani, le lavò e uscì.
Jasmine lanciò un ultimo sguardo stizzito a Tyrell. Era la prima volta che lui non le era venuto dentro o sul fondo schiena. Poi la donna uscì dal bagno senza curarsi che gli altri la vedessero uscire dal bagno degli uomini.

Tyrell si sedette al tavolo, mentre Jasmine scrollava la home di Instagram.
Il cameriere arrivò subito dopo con i loro piatti. 
Tyrell aveva scelto spaghetti all'assassina e Jasmine linguine pesce spade e limone.
"Buona cena." Disse il cameriere. Nessuno dei due rispose, quindi andò via.
Mangiarono in silenzio. 
Ogni tanto Jasmine apriva Instagram e metteva cuori ai post di animali. Tyrell invece, mangiava e fissava la base del vaso di fiori posto al centro della tavola. Era ancora con la mente proiettata al sogno. Non sapeva spiegarsi il motivo. Tutto questo gli stava rovinando il rapporto con Jasmine.
Tyrell divorò il suo piatto come se non mangiasse da giorni, mentre Jasmine mangiò con più calma, anche se la fame le era quasi passata del tutto.
"Sono tre mesi che ci vediamo." Disse di colpo Tyrell, quando Jasmine ebbe finito.
Jasmine sollevò lo sguardo e posò il cellulare sul tavolo. Lo fissò aspettandosi che continuasse.
"Sei importante per me, lo sai?"
Jasmine serrò gli occhi. 
"Devo dirti una cosa."
La donna sbarrò gli occhi. Si sentì gelare la schiena e uno strano formicolio in testa le arrossò il viso.
Tyrell abbassò gli occhi sul tavolo, poi si guardò attorno. La gente cenava e chiacchierava alla propria tavola. I camerieri passavano da un tavolo all'altro come se avessero le ali ai piedi.
Jasmine si versò dell'acqua in un bicchiere e bevette piano, senza mai distogliere lo sguardo da lui.
Tyrell fece un sorso di vino rosso. "Ho fatto un sogno."
Jasmine sospirò sollevata. Stava quasi per piangere e prenderlo a schiaffi per averle messo addosso tutta quell'ansia. Cercò di non darlo a vedere, anche se non serviva in quanto Tyrell stava guardando da tutt'altra parte.
"Mi viene difficile dirtelo..."
Jasmine fece un altro sorso d'acqua. Le mani le tremavano lievemente per prima.
"Mi hai mandato delle foto in cui eri nuda." Si curvò sul tavolo, avvicinandosi a lei. "Ero eccitato e felice... Poi... Poi la telecamera del computer si è accesa. Mi stava filmando." Fece una pausa. "Ho cercato di spegnere il pc, ma non funzionava. Niente funzionava. Allora lo scaraventato contro il muro. Mi sembrava di averlo rotto e invece... Invece si è accesso nuovamente. Continuava a filmarmi. Dentro di me... Voglio dire, sono sicuro che qualcuno mi stava spiando. Forse... Forse un Hacker, non lo so..." Tyrell si stava agitando e la gente lo stava guardando di sfuggita.
"Calmati, Tyrell." Jasmine gli posò una mano sulla sua. "Era solo un brutto sogno."
Tyrell si accorse che la gente lo stava guardando, così si tranquillizzò. "Mi... Mi sembrava reale."
"Va tutto bene." Jasmine gli accarezzò il dorso della mano.
"In quel sogno ero troppo eccitato dalle tue foto. Voglio dire, lo sono sempre, perché mi piaci. Ma era come se me l'avessi inviate per la prima volta. Mi comportavo quasi come un ragazzino. Come se non avessi mai visto il tuo corpo."
Jasmine inclinò la testa confusa.
"Poi mi sono svegliato nel treno." Fece una breve pausa. "Io non mi addormento mai nel treno, lo sai. Non mi è mai successo. Mi è sembrato tutto così reale..."
Jasmine non sapeva cosa dire.
Tyrell levò di scatto la mano dalla sua. "Vado al bagno." 
Jasmine lo guardò allontanarsi.

   
 
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