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Autore: Unissons    29/03/2020    0 recensioni
Quella sera Bakugou si era ripromesso di non toccare nemmeno un bicchiere.
Poi, però, era arrivato lì e aveva visto Kirishima dimenare i fianchi e non ci aveva più capito nulla.
[Boyxboy - Kiribaku - 2k]
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Bakugou se lo era ripromesso per tutta la giornata: non avrebbe bevuto quella sera.
 
Eppure, quando era arrivato nel locale scelto da Kaminari, intorno alle undici, si era ritrovato direttamente con un bicchiere in mano, ad osservare Kirishima muovere i fianchi a ritmo di quella musica prepotente. Sentii quel liquido trasparente scendergli lungo la gola, graffiandola e bruciandola, mentre le sue stesse mani emettevano delle piccole scintille per il quirk che stava facendo fatica a trattenere. Eppure lo sapeva che, quando aveva accettato di partecipare alla festa, ci sarebbe stato anche il rosso e che, conoscendolo, si sarebbe scatenato come sempre.
 
Semplicemente era un problema suo se ultimamente stava guardando il suo amico con occhi diversi. Lo desiderava, bramava di poter avere quella pelle a sua disposizione per poterla marchiare, stuzzicarlo fino a costringerlo ad utilizzare il proprio quirk, che aveva scoperto adorare portare a galla, perché l’amico lo utilizzava con lui solo quando si ritrovavano in situazioni imbarazzanti.
 
E ultimamente di quelle situazioni ce n’erano state tante.
 
Bakugou si copriva sempre con il suo solito mantello di orgoglio e collera che lo costituiva, ma quello sembrava crollare esattamente quando iniziava un allenamento con Kirishima. Quando il biondo lo atterrava, perché era sempre lui a vincere, si ritrovava ad esitare a starci sopra, facendo crepitare le scintille nelle proprie mani, sempre mentre manteneva le mani del ragazzo sopra la sua testa. E allora lo vedeva irrigidirsi totalmente sotto di lui, attivare il quirk e costringersi alla resa.
 
Non ne parlavano mai, successivamente, ma Bakugou manteneva quei momenti nella sua memoria.
 
Perciò, vederlo in mezzo alla sala, alle prese con lo strusciarsi in mezzo alla folla, gli fece ribollire il sangue nelle vene. Decise che per placarlo avesse bisogno di un altro drink e così si avvicinò al bancone.
 
“Kacchan!” sentì esclamare alle proprie spalle, vedendo poi comparire al suo fianco Deku, con una pettinatura ancora più spettinata del solito.
 
Sospirò, alle prese con quel nuovo liquido che gli andava ad infiammare le gola e poi le vene e sbuffò verso quello.
 
“Che vuoi Deku di merda?”
 
Il ragazzo sorrise e fece segno al barista di volere un altro drink e quello si mise davanti a loro a preparare qualche intruglio.
 
“Pensavo non venissi alla fine” ammise Midoriya, tornando a guardare Bakugou, che distolse lo sguardo contrariato. Ancora una volta il suo sguardo cadde verso l’angolo più recondito della sala, dove si dimenava quel ragazzo che da tempo aveva tutta la sua attenzione. Osservò le persone accanto a lui, notando che, nonostante lui stesse ballando amichevolmente con i propri compagni di corso, occhi indiscreti si erano posati su di lui.
 
Strinse forte un pugno sul bancone.
 
“Non sarei dovuto venire” rispose, infine, ammettendo anche a se stesso di essersi lasciato andare a quella tentazione. Prima ancora della promessa di non bere, aveva giurato che a quella festa non ci avrebbe mai messo piede, ma quando il rosso si era presentato da lui chiedendogli una mano per allacciare la cravatta a cui non era capace a fare il nodo, non ci aveva visto più. Lo aveva visto molto più scoperto di quel che era ora, ma i capelli lasciati lisci sulle spalle, la camicia che gli fasciava i fianchi e quella giacca nera che ricadeva perfetta sulle spalle, gli fece perdere il contatto con la realtà, tanto che Kirishima non era sicuro che l’amico lo avesse sentito. Trattenendo il respiro e il proprio quirk, Bakugou aveva tentato di allacciare al meglio la cravatta dell’amico, ma, solo dopo, notò di averla leggermente rovinata. Anche se se ne fosse accorto, il rosso non disse nulla, ringraziandolo semplicemente ed andandosene da quella stanza.
 
Per questo Bakugou si era alzato e, velocemente, si era preparato con le prime cose che aveva trovato per essere decente.
 
La mano si Deku lo spintonò leggermente e se solo il biondo fosse stato più lucido, lo avrebbe fatto esplodere lì, davanti a tutti. Però, tra l’alcol e la propria frustrazione, non aveva la benché minima forza di affrontare quel broccolo, nonostante gli stesse dando parecchio fastidio.
 
“Suvvia Kacchan! Divertiti!” esclamò, comprendendo che anche lui fosse leggermente più brillo del normale, infatti alle sue spalle, dopo qualche istante, comparve anche Todoroki, che lo prese per i fianchi, poggiandogli un bacio sulla guancia.
 
Il biondo si voltò, geloso che loro potessero mostrare questo loro affetto così apertamente e che lui, in parte per il proprio orgoglio idiota, dovesse nascondersi, guardare da lontano il ragazzo a cui avrebbe voluto saltare addosso.
 
Lo vide appoggiarsi al muro, sorridendo esausto e chiudendo gli occhi. Notava solo lui, nonostante fossero così distanti. Un brivido percorse la sua schiena e, senza nemmeno salutare quei due che gli stavano accanto, prese il bicchiere sul bancone, lo bevve d’un fiato e s’incamminò verso quell’angolo. Sentiva il proprio quirk crepitare tra le mani, il fiato accelerato e il sangue fluido nelle vene correre come non era mai successo. La mente era totalmente annebbiata, non vi era nulla al di fuori di Kirishima, che in quel momento si stava tirando su, riaprendo gli occhi, ancora sorridendo e posando lo sguardo su di lui. Sorrise ancora, facendo il gesto di raggiungerlo, tendendo la mano verso di lui, proprio come quando era andato a prenderlo in quel lontano primo anno.
 
Accelerò il passo, puntando la propria preda e spintonando chiunque minimamente lo circondasse, fino a raggiungere il traguardo, dove prese quella mano e la strinse forte, portandosi il rosso contro il petto. Vide i suoi occhi spalancarsi, non comprendendo quello che l’amico stesse facendo. Il quirk scoppiettò, rovinandogli leggermente la giacca e, Bakugou percepì l’attivarsi della sua particolarità, che lo fece fremere sul posto. Lo sbatté rovinosamente al muro, esattamente dove era appoggiato prima, mentre lo stava osservando e gli si spalmò contro, mettendo le mani contro il muro così che non potesse scappare.
 
Aveva gli occhi lucidi, si vedeva avesse bevuto, ma forse non tanto quanto Bakugou, che, invece, non riusciva a controllare le sue azioni.
 
Si morse le labbra mentre osservava quelle carnose e rosee di Kirishima, leggermente aperte per prendere più fiato e si avvicinò al suo orecchio, lì dove il profumo risplendeva ancora di più, proprio come prima lo aveva sentito nella sua stanza, ma non aveva avuto il coraggio di dirgli quanto fosse buono.
 
“Cazzo..” sussurrò, mentre si muoveva sul corpo del rosso, che portò le proprie mani sulla schiena di Bakugou, in un riflesso involontario. Quando il biondo percepì quel contatto, gli sospirò nell’orecchio, provocando un brivido in Kirishima che in qualche secondo si ritrovò con un’erezione attaccata a quella del ragazzo che gli stava addosso.
 
“Suki..” gli sentii sussurrare e il suo cuore perse un battito. Sembrava un gattino mentre lo supplicava di andare avanti e i sentimenti di Bakugou esplosero, ritrovandosi, così, a baciare quel lembo di pelle sottostanche all’orecchio, che gli era proprio così vicina al viso. Sentii anche lui quel principio di erezione che scalpitava nei pantaloni stretti dell’amico e lo premette ancora più forte contro quel muro, che sarebbe crollato dietro di loro, se solo il rosso avesse perso il controllo del proprio quirk.
 
Con una mano percorse la sagoma di Kirishima e finì sulla schiena, dove la fece scendere fino al sedere, che prese a stringere forte intorno alla propria mano. Intorno a loro un leggero fumo si stava elevando e un lieve odore di bruciato si stava espandendo, portando le persone accanto a loro ad accorgersi di ciò che stava accadendo. Bakugou non riusciva a controllare bene il proprio quirk da ubriaco e alle prese con l’eccitazione e la prima persona che se ne accorse e li interruppe, fu Mina, che prima stava accanto a Kirishima, prima dell’arrivo del biondo, che glielo aveva rubato praticamente dalle braccia.
 
“Ragazzi, hei.. scusatemiii!” cercò di richiamarli, ma Bakugou era alle prese con il profumo che rilasciava in quel momento il collo del rosso, mentre glielo leccava e mordeva, imprimendo il proprio segno. Ad allontanarlo fu Kirishima, che si accorse dell’amica, nonostante la nebbiolina attorno a loro e il suo cervello completamente offuscato dalla presenza del biondo.
 
Le mani del rosso sulle spalle di Bakugou riuscirono a staccarlo, anche grazie all’utilizzo del quirk, nonostante fosse complicato controllarlo in quelle situazioni. Guardò allucinato il ragazzo di fronte a lui, esattamente come fece l’altro, con il fiatone, osservando il marchio rosso che gli aveva lasciato sulla pelle. Sorrise, pensando in quanti altri posti avrebbe potuto farglieli.
 
Poi si voltò verso quella ragazza che li aveva bloccati, squadrandola ancora peggio di come faceva di solito. Sopportava Mina, nel senso che tollerava la sua presenza, come faceva con Kaminari e Sero, ma sapeva fin troppo bene i sentimenti che provava per Kirishima e l’aveva sempre trovava troppo fastidiosa nel gironzolargli così troppo attorno. Avrebbe voluto sbattergli in faccia che era lui quello che si stava facendo quel meraviglioso ragazzo, ma si trattenne, solo perché Kirishima aveva ancora lo sguardo puntato su di lui. I suoi occhi erano lucidi, coscienti, non esattamente come i propri, che sapeva essere stralunati. Tutte quel coraggio lo stava prendendo dall’alcol, altrimenti avrebbe passato un'altra serata guardandolo da lontano e nascondendosi nel proprio orgoglio.
 
Poi la rosa parlò.
 
“Capisco i bollenti spiriti ragazzi, ma Bakugou, gli stai sbrucciacchiando i vestiti”
 
E il ragazzo si limitò ad osservare il tragitto che le sue mani avevano compiuto sul corpo di Kirishima, rendendosi conto dei mille buchetti che si erano formati sulla stoffa.
 
Ecco un'altra cosa che avrebbe dovuto rimborsare al ragazzo.
 
Il rosso tolse le mani dalle spalle di Bakugou e andò ad infilare un dito in una delle bruciature, sorridendo leggermente, per poi spalancare gli occhi, portandosi velocemente una mano al sedere, dove, però, la stoffa era più spessa e non vi erano stati riportati danni.
 
Il biondo si fece di nuovo vicino al ragazzo, che fu avvicinato di nuovo al muro e gli comunicò le sue intenzioni a fil di labbra.
 
“Adesso ti porto al dormitorio, nella mia stanza e ci passiamo tutta la notte”
 
E non era una domanda.
 
 
[…]
 
 
Dieci minuti dopo, Bakugou infilò le chiavi nella serratura e buttò nella stanza Kirishima, ormai in balia dell’amico, che stava facendo di lui quello che più desiderava, anzi, che desideravano entrambi. Bakugou chiuse lentamente la porta alle loro spalle, poggiandocisi contro appena nessuna filo di luce potè entrare dal corridoio.
 
Solitamente non potevano stare in giro così tanto, ma quello era il penultimo week end che passavano nella scuola, prima del loro diploma, e avevano lasciato loro la libertà di rientrare quando preferivano, avendo annullato le lezioni del giorno dopo.
 
Forse fu anche questa consapevolezza ad alimentare la frustrazione di Bakugou.
 
“Dimmi che lo vuoi” disse, osservando Kirishima illuminato unicamente dalla luce della luna che entrava della finestra, di cui il biondo si era dimenticato di tirare le tende. I capelli non tirati su col gel, donavano ancora di più al rosso, che sospirò, avvicinandosi al ragazzo.
 
Una mano fu sul suo viso appena gli fu completamente addosso e poi le loro labbra si incontrarono. Le gambe di entrambi i ragazzi sembrarono cedere, travolti dalla passione che avevano trattenuto da quando Kirishima aveva permesso a Bakugou di donargli più di una delle semplici amicizie di cui si circondava e da quando Bakugou aveva permesso a Kirishima di entrare nella sua vita, scardinando il suo orgoglio, buttandolo da parte e facendosi spazio nel suo cuore.
 
Bakugou provava indifferenza per tutti, tranne che per Kirishima.
 
Era sempre stato così.
 
Il biondo tolse la giacca al rosso, facendola cadere per terra. Avanzarono, fino ad arrivare al contro della stanza, dove entrambi i ragazzi si tolsero le scarpe, buttandole malamente di lato.
 
Kirishima si staccò dal bacio per osservare Bakugou negli occhi, studiandolo.
 
“Ti voglio, adesso, da sempre, per sempre”
 
Il biondo sorrise e lo spinse sul letto, dove gli slaccio la cintura e sollevò la camicia, prendendo a mordergli il ventre piatto e scolpito dai muscoli che si erano creati allenandosi l’uno contro l’altro. Era quello che desiderava fare da sempre quando finiva col battere l’amico. Renderlo lì, sulla pedana di allenamento, mentre Kirishima si dimenava nel tentativo di trattenere il proprio quirk.
 
Lo spogliò piano piano di ogni vestito, facendo la stessa cosa con i propri, mentre il ragazzo lo osservava, leccandosi le labbra.
 
E lo prese lì, in quella stanza che era stata la compagna dei loro pomeriggi passati a studiare, delle nottate passate insieme a giocare ai videogiochi o a chiacchierare sulle più svariate cose.
 
Si presero facendo fondere le proprie anime e facendola diventare una sola, complementari esattamente come i propri quirk. Perché Bakugou era distruttivo, esplosivo e Kirishima li difendeva da tutto quello proteggendo quel sentimento che nelle mani del biondo sarebbe potuto degenerare, ma che nelle mani di entrambi diventava una favola meravigliosa.
 
Fecero l’amore, ponendo termine a quella tortura a cui si erano posti per anni, forse per paura di perdersi per sempre, forse per paura della reazione dell’altro.
 
Ma a quel momento una cosa era certa.
 
Si amavano.
   
 
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