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Autore: Il solitario    29/03/2020    1 recensioni
Piccolo scritto volto a dare un senso a tutti i pensieri che attanagliano la mia testa, durante questi giorni di solitudine.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiedo se una persona possa dimenticare il proprio passato, gli errori commessi da un “io” che non esiste più ma con cui si è costretti a vivere in eterno, cercando di relegarlo nei meandri più profondi della mente.
Questa è l’unica cosa a cui penso, tutte le volte che esco in terrazza per prendere una boccata d’aria.
Il panorama da qui è bellissimo, vedere come si sia stabilito un perfetto equilibrio tra antico e moderno, tra passato e presente, mi tranquillizza; moderni palazzi, talmente alti da poter toccare il cielo, e vecchi templi immersi nella natura, piccole oasi verdi, che si amalgamano perfettamente per tutta la città.
Rifletto meglio qui sopra.
Tuttavia, ogni volta vengo anche pervaso da una strana sensazione di malinconica nostalgia per un passato che tanto avrei voluto vivere ma che, a causa della mia stupidità e della mia insicurezza, non ho potuto.
In particolare, tra tutti gli errori commessi e le cose non fatte, penso costantemente a come, stupidamente, mi sia lasciato sfuggire, forse, l’unica persona per la quale io abbia mai provato un minimo di interesse, la sola con la quale sarebbe potuta nascere una bella amicizia o, magari, qualcosa di più.
Non sono mai stato un tipo socievole, anzi…sono molto disinteressato verso gli altri, non ho mai sentito il bisogno di uniformarmi a qualcuno o qualcosa; ho sempre preferito la solitudine.
Con ciò, non voglio asserire di essere un’egoista ma, semplicemente, un ragazzo solitario…estremamente solitario.
Tuttavia, la vita riserva sempre delle sorprese inaspettate, pronte a mettere in dubbio tutte le considerazioni che si hanno verso se stessi, e la mia si presentò, non troppo tempo fa, sottoforma di una bellissima ragazza dalla chioma castana, con due bellissimi occhi marroni  e un fisico mozzafiato.
La prima volta che la incontrai fu poco prima di una lezione all’università; era un pomeriggio di metà ottobre, insolitamente freddo, stavo mangiando per conto mio quando, suppongo per puro caso perché non saprei spiegarlo altrimenti, la vidi entrare ed incrociai il suo sguardo.
Devo ammettere che inizialmente non feci caso a quella vicenda, restando indifferente ed interessato unicamente al mio pranzo;  ma da quel giorno cominciò la mia scivolata verso il baratro.
Da quel momento in poi la vidi sempre in biblioteca a studiare, gli stessi giorni alla stessa ora, e cominciai a sentire verso di lei una sorta di inspiegabile affinità; qualcosa nel suo modo di fare forse, la delicatezza che sembrava trasmettere, qualcosa…ma ancora oggi non ho capito cosa.
La prima volta che parlai con lei fu a gennaio dello stesso anno; entrambi ci ritrovammo nello stesso ascensore, diretti in biblioteca per ripassare, in vista dell’esame di chimica che avremmo avuto il pomeriggio, e spinto da un irrefrenabile istinto le rivolsi la parola…sembrava l’inizio di una bella amicizia…ma non fu così.
La mia timidezza e, soprattutto, la mia incapacità di portare avanti una normale conversazione con un essere umano, ancor più con una ragazza, fecero finire la cosa in due parole e solo silenzio.
Fu anche la prima volta in cui mi sentii a disagio stando in silenzio; la cosa che più amo al mondo, la qualità che più ammiro in una persona, in quel momento arrivarono persino a farmi schifo.
Cominciai a mettere in dubbio me stesso.
Durante quell’anno continuai a scambiare con lei qualche parola ma nulla di serio, la nostra relazione non andò mai oltre la semplice conoscenza.
Tutt’oggi continuo a guardarla a lezione, a scambiarci qualche parola durante la pausa, a ridere insieme a lei, e cazzo, sono davvero felice quando la vedo sorridere…ma più penso a lei, più penso alla miserabile condizione in cui sono caduto; dietro la maschera, alterno le varie giornate tra il disgusto verso me stesso e l’odio verso gli altri.
Non è affatto facile affrontare i propri limiti, ed infatti non ci sono riuscito, e questo non ha fatto altro che alimentare i dubbi verso me stesso, gli stessi che mi stanno divorando, lentamente, da dentro.
Sono sempre più convinto che la mente non sopporti di mettersi in dubbio e per non farlo ti fa credere che gli altri siano quelli sbagliati e non tu…ma senza dubbi non c’è cambiamento…e senza cambiamento non c’è crescita.
Fatto sta che non sono in grado di cambiare, sarei incapace di amarla e, soprattutto, di renderla felice perciò ho deciso di lasciarla andare, cercando di dimenticarla.
Ma un uomo non può dimenticare, non così facilmente come vorrebbe, perciò non gli resta che ritirarsi nel suo pertugio e sottoporsi alla tortura di se stesso e dei propri demoni.
 
 
   
 
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