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Autore: BlackHawk    29/03/2020    0 recensioni
Drake scoppiò a ridere. Una risata amara che in realtà nascondeva una grande disperazione e sofferenza.
Quando si accorse che Kailey stava per rientrare nel locale, si ritrovò a pronunciare le parole che era riuscito a dire ad alta voce solo una volta da quando aveva parlato con suo fratello. –È morta.-
- Drake mi dispiace, non volevo….-iniziò a dire Kailey, ma lui la interruppe bruscamente.
-Ieri, ma l’ho scoperto stamattina.-
Non immaginava che ne avrebbe mai parlato con qualcuno, ma con lei non era riuscito a trattenersi.
-Drake, mi dispiace.- ripeté Kailey, mostrandosi sinceramente dispiaciuta.
-Era incasinata.- si ritrovò a dire. –Però non era colpa sua. Mio padre la picchiava e quando lui se ne è andato, lei ha cominciato a drogarsi. Non riusciva a smettere.-
-Non è facile.- osservò Kailey, dopo essersi schiarita la voce.
-Davvero non ricordi nulla?- le chiese, cambiando completamente argomento.
-Per ora ricordo molto poco, Drake.- rispose. -Però…-
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Kailey aprì gli occhi lentamente, cercando di abituarsi gradualmente alla luce intensa che giungeva dalle finestre.
Si tirò su di scatto quando capì di non essere nella sua stanza, ma il panico iniziò ad assalirla davvero quando si rese conto di trovarsi in un letto che non aveva mai visto in vita sua.
Che diavolo stava succedendo?
Si guardò intorno, disorientata.
Le pareti della stanza era tappezzate di poster di cantanti a lei sconosciuti, non c’erano foto personali o altro che potesse aiutarla a capire dove fosse e, cosa ben peggiore, non si ricordava nulla della notte precedente.
Dove sono i miei vestiti?, si chiese preoccupata mentre ispezionava la stanza attentamente.
Non ebbe il tempo di interrogarsi ulteriormente su come fosse finita lì perché la porta della stanza si spalancò all’improvviso, rivelando un ragazzo molto alto che lei non aveva mai visto in vita sua.
Si coprì istintivamente con il lenzuolo bianco ai suoi piedi nell’istante esatto in cui si rese conto di avere addosso solo una maglietta a maniche corte di due taglie più grandi della sua che non riconosceva affatto.
Alzò lo sguardo e incrociò un paio di occhi divertiti.
Lo sconosciuto indossava solo un paio di jeans scuri e i suoi capelli erano ancora umidi, un chiaro segnale del fatto che fosse appena uscito dalla doccia.
Kailey arrossì involontariamente e poi si costrinse a guardarlo negli occhi nonostante l’imbarazzo.
Notò un piercing sul sopracciglio destro, ma la sua attenzione fu subito catturata dal modo in cui si erano incurvate le labbra del ragazzo.
-È inutile che ti copri- disse lo sconosciuto, avvicinandosi lentamente al letto.
Kailey fissò ipnotizzata i suoi grandi occhi verdi per qualche secondo senza dire nulla. Fortunatamente ben presto la razionalità tornò a farsi strada prepotentemente dentro di lei.
-Chi diavolo sei tu?- gli chiese, totalmente disorientata.
Lo sconosciuto inarcò un sopracciglio, come se lei gli avesse appena chiesto di raggiungere un altro pianeta a piedi.
-Allora?- lo incalzò Kailey, infastidita dal suo silenzio. -Come sono finita qui?-
Lo sconosciuto incrociò le braccia al petto e poi la scrutò attentamente.
Kailey non poté fare a meno di sentirsi a disagio. Era abbastanza umiliante ritrovarsi senza vestiti nel letto di uno sconosciuto che lei non ricordava affatto, ma essere studiata da lui la metteva ancora più in imbarazzo.
Notò che i muscoli delle spalle e delle braccia si flettevano ad ogni suo movimento e in quel momento si chiese se avesse dormito con lui quella notte.
Poi sospirò, dandosi della stupida. La situazione non poteva prestarsi ad equivoci. Era andata a letto con uno sconosciuto di cui non si ricordava nulla e adesso si trovava nel suo letto a chiedersi cosa fosse successo la sera prima.
Ma come diavolo era possibile?
Lei non era quel tipo di ragazza. Non lo era mai stata.
-Non ti ricordi niente?- le chiese il ragazzo, perplesso.
Kailey scosse la testa con decisione.
Si ricordava di essere andata in un locale a bere qualcosa con le sue amiche, ma poi i ricordi cominciavano a diventare sfocati e inconsistenti.
Forse aveva bevuto troppo, però non ne era così convinta. Nessun accenno di mal di testa o nausea. Niente di niente.
Se davvero avesse bevuto così tanto da non ricordarsi nulla non si sarebbe dovuta sentita così bene come in quel momento, giusto?
-Nemmeno il mio nome?- le chiese infastidito.
Kailey strinse con più forza il lenzuolo, cosa che al ragazzo non sfuggì.
-È inutile che ti copri- ripeté ancora una volta, inarcando un sopracciglio. –Ieri ho già visto tutto.-
Kailey sgranò gli occhi, incredula. Come poteva essere così sfacciato in una situazione del genere?
-Si può sapere chi diavolo sei?- ripeté ancora una volta Kailey, spazientita.
La rabbia stava nettamente prevalendo sull’imbarazzo.
Vide il ragazzo avvicinarsi sempre di più fino a raggiungere il lato del letto su cui si trovava lei.
Si piegò fino a che i loro occhi non furono alla stessa altezza.
A quel punto appoggiò le mani sul materasso e poi si lasciò sfuggire un sorriso malizioso.
-Possibile che non ti ricordi niente?- le chiese in tono allusivo, sporgendosi verso di lei.
Kailey si ritrovò a trattenere il respiro.
Non si ricordava minimamente di lui, eppure il suo corpo sembrava reagire alla sua presenza in modo abbastanza evidente.
Lo vide avvicinarsi lentamente, come se avesse paura che lei potesse scappare da un momento all’altro.
Nei suoi occhi verdi non lesse altro che desiderio.
Rimase immobile, mentre lui si avvicinava pericolosamente a lei, accorciando nettamente la distanza delle loro bocche.
Adesso erano talmente vicini che Kailey riusciva a percepire il suo profumo e sapeva perfettamente che da un momento all’altro lui l’avrebbe baciata.
Un pensiero fastidioso si insinuò però nella sua mente. Allontanò il ragazzo con una spinta e si alzò dal letto, con addosso ancora il lenzuolo.
Non andò molto lontano.
Il ragazzo le afferrò dolcemente un braccio e poi l’attirò a sé, imprigionandola tra le sue braccia.
Si guardarono negli occhi per alcuni secondi senza dire nulla.
Poi Kailey fece per allontanarsi, ma lui non glielo permise.
Smise di muoversi e chiuse gli occhi, cercando di ragionare in fretta. Se lei gli avesse chiesto con gentilezza di lasciarla andare, lui certamente non si sarebbe potuto opporre.
Decise di fare un tentativo.
Riaprì gli occhi e notò che lui la stava fissando intensamente.
-Lasciami andare, ti prego.- lo supplicò, detestando il tono dimesso che aveva usato. La sua riposta fu stringerla ancora di più a sé.
Kailey sospirò e poi gli chiese ciò che più l’angosciava.
-Abbiamo usato almeno una precauzione?- chiese, incapace di guardarlo negli occhi.
-Non faccio niente senza prendere precauzioni, Kailey.-
Kailey sussultò per quella riposta così diretta e poi non riuscì a fare a meno di tirare un sospiro di sollievo.
Ancora non riusciva a credere di essere andata a letto con uno sconosciuto. Non era da lei. Ma perché le sue amiche non l’avevano fermata?
-Peccato che non ti ricordi niente.- disse il ragazzo, costringendola a riportare l’attenzione su di lui.
Kailey si arrabbiò ancora di più.
Odiava perdere il controllo di se stessa e l’idea di essere stata con un ragazzo del genere, che sapeva più di quanto lei riuscisse a ricordare, la mandava fuori di testa.
-Spostati.- gli intimò, in tono duro.
Lui la ignorò deliberatamente e poi si impadronì della sua bocca, senza darle il tempo di protestare.
La baciò come se l’avesse fatto già una miriade di volte e questo la destabilizzò, soprattutto quando si rese conto che lei stava rispondendo a quel bacio come se fosse la cosa più normale del mondo.
-È davvero un peccato che non ti ricordi niente.- le ripeté a un certo punto, scostandosi da lei.
Quelle parole furono per Kailey come una secchiata di acqua gelida addosso, un promemoria del suo comportamento sconsiderato.
Gli posò le mani sul petto e poi lo spinse via bruscamente.
-Togliti- ripeté ancora una volta, fissandolo con odio.
Vide un lampo di rabbia balenare negli occhi del ragazzo, ma alla fine lui fece un passo indietro e la lasciò passare.
-Dove sono i miei vestiti?- gli chiese, non vedendoli da nessuna parte.
-In soggiorno.- rispose seccato.
Kailey lo fissò. Cosa aspettava a portarcela? Se non si ricordava né di lui né della notte precedente, come poteva ricordarsi dove fosse il soggiorno?
-Vieni.-
Kailey lo seguì in soggiorno e poi lo vide chinarsi in un angolo e tirare su i suoi vestiti.
Un vestitino semplice verde che risaltava alla perfezione i suoi lunghi capelli rossi e un cardigan nero con le maniche a tre quarti.
Dannazione, pensò.
Quando lui le porse i vestiti della sera precedente Kailey sentì le guance scaldarsi.
-Il bagno è lì- le disse il ragazzo, indicando una porta sulla destra.
Kailey non disse nulla. Si limitò a dirigersi in quella direzione e poi si chiuse la porta alle spalle. Si avvicinò lentamente allo specchio sopra il lavandino e osservò a lungo la sua immagine riflessa.
I capelli erano tutti in disordine, le guance arrossate e i suoi occhi castani rivelavano più di quello che lei stessa era disposta ad ammettere.
Si coprì gli occhi con una mano e sospirò. Dannazione, pensò di nuovo.
 
Kailey uscì dal bagno dieci minuti dopo. Si era data una rinfrescata, cercando di ricomporsi.
Adesso l’unica cosa di cui aveva bisogno era di tornare a casa e farsi una bella doccia, ma soprattutto cercare di capire cosa diavolo fosse successo la sera prima.
Trovò il ragazzo di cui ancora non ricordava il nome seduto sul divano, completamente vestito e asciutto.
Indossava una maglia nera a maniche corte e un paio di jeans scuri. Si alzò non appena si accorse di lei.
La scrutò per qualche secondo, facendo scorrere il suo sguardo su di lei e poi puntò i suoi occhi verdi nei suoi.
-Le scarpe.- gli fece notare lei, schiarendosi la voce.
Non riusciva in alcun modo a liberarsi da quella fastidiosa sensazione di imbarazzo che aveva iniziato a provare dalla prima volta in cui i loro si sguardi si erano incontrati.
Il ragazzo le indicò l’angolo in cui aveva preso i suoi vestiti.
Kailey intravide subito le scarpe con il tacco che aveva scelto di indossare la sera precedente. Si avviò in quella direzione e le infilò velocemente.
Voleva andarsene da lì immediatamente, ma prima doveva trovare la sua borsa.
Ispezionò rapidamente il piccolo soggiorno fino a quando non la vide su un mobile accanto al televisore. La prese e controllò di avere cellulare e portafogli. Sembrava tutto in ordine. Quando alzò nuovamente lo sguardo notò che lui la stava decisamente fissando.
All’improvviso si ritrovò senza parole, imprigionata in quegli occhi verdi penetranti che non accennavano a staccarsi dai suoi.
Lo vide avvicinarsi e fermarsi infine a qualche passo da lei.
-Ti accompagno a casa.- mormorò il ragazzo, avvicinandosi sempre di più a lei.
Kailey trattenne il respiro, incapace di fare altro.
Quando lui si sporse verso di lei, Kailey si costrinse a non distogliere lo sguardo. I suoi capelli le sfiorarono il collo e il suo profumo la investì.
Iniziò a rilassarsi quando lo vide tornare al suo posto con un mazzo di chiavi in mano.
-Potevi anche chiedermi di spostarmi- borbottò Kailey, cercando di nascondere il suo imbarazzo.
Il ragazzo sorrise in un modo che lei trovò estremamente fastidioso in quel momento.
-Chiamo un taxi.- disse Kailey, recuperando il telefono dalla borsa. -Non c’è bisogno che ti scomodi….-
-Ti accompagno.- insistette lui, con un tono che non ammetteva repliche.
-E io ho detto che…-iniziò a protestare Kailey.
Il ragazzo avanzò verso di lei, costringendola indietreggiare.
A un certo punto però si dovette fermare, ritrovandosi con la schiena appoggiata al mobile su cui era posata la sua borsa.
-Ti accompagno io.- le ripeté, inchiodandola con lo sguardo.
Kailey lo scansò bruscamente e si avviò a passi decisi verso la porta, consapevole che lui la stesse seguendo.
Afferrò la maniglia con decisione ed uscì, sbattendogli la porta in faccia.
-Stronzo.- sibilò, arrabbiata.
Notò una rampa di scale ci si fiondò come se fosse una questione di vita o di morte. Non fu però la decisione più saggia che avesse mai preso in vita sua. Con i tacchi alti faceva fatica a scendere i gradini velocemente.
In ogni caso nel giro di dieci minuti si ritrovò fuori dal palazzo e si guardò intorno. Riconobbe il pub in cui era andata con le sue amiche la sera prima e poi afferrò subito il cellulare per prenotare un taxi.
Le dissero che in cinque minuti ne sarebbe arrivato uno.
Peccato che in cinque minuti il ragazzo potesse facilmente raggiugerla e continuare ad umiliarla.
Fortunatamente non fu così. Il taxi si fermò davanti al marciapiede e lei salì immediatamente, senza guardarsi indietro.
Riferì rapidamente al tassista l’indirizzo di casa sua e poi chiamò Tessa, la sua migliore amica.
-Pronto?- le chiese una voce assonnata.
Kailey lanciò un’occhiata veloce al display e si accorse che era ancora molto presto. Tessa odiava alzarsi presto la domenica.
-Tessa.-
-Kailey!- la voce della sua amica divenne più vivace e non era un buon segno.
-Che diavolo è successo ieri sera?-
Sentì Tessa esitare all’altro capo del telefono.
-Tessa?- la incalzò Kailey, irritata.
-Beh, diciamo che…-
-Ti conviene parlare Tessa e subito. Non ho i postumi di una sbornia, ma non riesco a ricordare un accidenti lo stesso.-
-Siamo andati in quel locale che piace tanto a Kim ricordi?- le chiese Tessa, sospirando.
-Quello sì. Mi pare di aver ordinato una birra e poi ci siamo messe a chiacchierare. Lizzie ci ha raccontato dell’appuntamento con Jason. Poi non ricordo più nulla.- ammise Kailey, mentre il taxi si metteva in coda dietro una grossa monovolume.
-Quella birra era un po’ forte. A un certo punto forse eri un po’ brilla, ma nulla di grave.- le raccontò.
Brilla? Lei? Impossibile.
-Un tizio ti si è avvicinato offrendoti da bere, ma tu hai rifiutato. Sei andata in bagno, ma non ci siamo accorte che quel tizio non aveva preso bene quel rifiuto e ti aveva seguito. Sono arrivata in tempo prima che ti mettesse le mani addosso e ti ho riportato dalle altre.-
Kailey attese che Tessa proseguisse, ma non lo fece.
-E?-
-E cosa, K?-
-Poi cosa è successo? Siamo rimaste nel pub o siamo andate da qualche altra parte?-
-Siamo rimaste un’altra oretta e poi Lizzie ha avuto la brillante idea di farsi un tatuaggio.-
Kailey sgranò gli occhi, sperando di aver capito male. Lizzie con un tatuaggio?
-Cosa?- chiese Kailey, incapace di credere che Lizzie si fosse voluta fare un tatuaggio.
-Da un tizio di nome Carter, che ha lo studio vicino a dove lavoro io.-
Kailey non si ricordava niente. Come era possibile che avesse rimosso tutto quanto?
-Tessa devi dirmi tutto quello che ho fatto ieri sera, perché stamattina mi sono ritrovata nel letto di uno sconosciuto di cui non ricordo nulla con sola la sua maglietta addosso.-
-Cosa?- urlò Tessa, costringendola ad allontanare il telefono dall’orecchio.
Notò che il tassista ogni tanto le lanciava occhiate dallo specchietto retrovisore. In circostanze diverse si sarebbe vergognata di fare una conversazione del genere davanti a un perfetto sconosciuto, ma quella mattina aveva affrontato situazioni molto più imbarazzanti di quella e non si fece problemi a parlare apertamente con la sua migliore amica.
-Sì, Tessa. Hai capito bene. Non sai chi possa essere?-
-No, K. Io e Kim a un certo ce ne siamo andate, ma tu sei voluta rimanere. So che Lizzie ti ha riaccompagnata a casa e poi si è vista con Jason.-
-Non è possibile, Tessa. Come sono finita a casa di quel tizio? Mi ha fatto capire che siamo andati a letto insieme. Capisci?-
-Come si chiama?-
-Non lo so. Non gliel’ho chiesto.- rispose Kailey, dandosi della stupida. –Si è creata una situazione piuttosto strana. Diciamo che avevo fretta di andarmene via, ecco. -
-Non so che dirti, K. Lui com’è?-
Kailey arrossì, felice che Tessa non potesse vederla.
-Un tipo qualunque- mentì.
-Non so davvero che dirti, Kailey.-
-Senti chiamo al volo Lizzie. Ci sentiamo dopo-
-Ciao, K.-
Kailey la salutò e poi chiamò immediatamente Lizzie.
-Kailey!-
-Tessa mi ha detto che mi hai riaccompagnato a casa ieri sera, ma sappiamo entrambe che non è andata così, giusto?- chiese Kailey, irritata.
-Oh, K…ehm… quel tipo ti piaceva e tu piacevi a lui, perciò…- iniziò a giustificarsi Lizzie, a disagio.
-Perciò cosa, Lizzie?-
-Perciò ti ho lasciata con lui. Avevi bisogno di…- Kailey sentì la rabbia crescere dentro di lei.
-Ti ha dato di volta il cervello?! Mi hai lasciato con un perfetto estraneo e stamattina mi sono svegliata nel suo letto senza ricordami nulla!- esclamò Kailey, costringendosi ad ignorare le occhiate del tassista.
-Non è un perfetto estraneo, K! È un amico di Carter e quindi indirettamente anche di Jason.-
-Tradotto in parole povere un emerito sconosciuto! Non mi hai ancora presentato Jason e non conosco nessun fottutissimo Carter!-
-Ma se ieri sera eri con noi, K!-
-Hai afferrato la parte in cui ti dicevo che non mi ricordo niente?!-
-Drake è un bravo ragazzo. – la rassicurò Lizzie. -Vi siete divertiti insieme, perché la fai tanto lunga?-
-Vaffanculo, Lizzie.-
Kailey le attaccò il telefono in faccia e poi scosse la testa.
Non riusciva a credere a quello che le era appena successo.
Dannazione, pensò di nuovo, arrabbiata.
Kailey prese un respiro profondo e poi si costrinse a calmarsi. Decise che avrebbe rimosso dalla sua memoria qualsiasi cosa avesse a che fare con quel Drake.
Non avrebbe cercato di ricordare cosa era successo quella notte.
Avrebbe fatto finta di niente e la sua vita sarebbe andata avanti come se niente fosse.
O almeno era quello che sperava lei.

   
 
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