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Autore: Manocoll    30/03/2020    2 recensioni
Jury Devlin, provetto subacqueo, è entusiasta dell'offerta di lavoro ricevuta. E' stato infatti contattato da Henrick Notron, famoso biologo marino, per un delicato incarico nel Mediterraneo. L'unico scoglio che deve superare è covincere la moglie Ann, abile fotograva che da tempo desidera un bambino, a seguirlo nell'impresa. Quando finalmente ci riesce, pensa di avere risolto ogni problema, ma i guai sono in agguato. Prima di partire per il mar Egeo, dove dovrano immergersi, Jury riceve una telefonata minatoria, e lcuni incidenti che accadono loro una volta giunti a destinazione li convincono che devono esserci in gioco grossi interessi. Cosa c'è di così prezioso in quei fondali e chi è tanto malvagio da non esitare a uccudere purché il segreto resti inviolato?
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’isola Misteriosa
 
 
Capitolo 1  

 
Ann Devlin guardò l’orologio della cucina ed emise un sospiro, perché aveva già preparato la cena e suo marito non era ancora arrivato. Accadeva spesso che Jury rincasasse in ritardo, ma almeno quella sera aveva una scusa migliore del solito.

Durante il giorno non aveva navigato sul lago ne si era immerso nelle sue gelide profondità, ma era andato a Glasgow, a un centinaio di chilometri dalla loro casetta sulla costa scozzese, perl’ultimo colloquio con Enrick Notron, il famoso biologo marino.

Ann andò nel soggiorno, si sedete alla finestra e vide il battello rollare dolcemente, all’estremità del cavo d’ormeggio, sull’acqua increspata  dal vento.

Si domandò se Jury avesse ottenuto il lavoro, sperando fervidamenrte di no. Non molto tempo prima la prospettiva d’immergersi nel Mediterraneo l’avrebbe entusiasmata, ma adesso si accingeva a provare una gioia più grande: avere un bambino.

Lo voleva anche Jury, naturalmente. Un anno prima aveva convenuto che sarebbe stato bellissimo avere un bambino (o una bambina, si era affrettato ad aggiungere) cui insegnare a navigare, a nuotare e a immergersi. Ma aveva specificato: “Non ancora”. Quando Ann gli aveva rammentato che lei aveva quasi trent’anni, lui le aveva rivolto un tenero sorriso.

«Sei nel fiore degli anni, amore mio», aveva osservato prendendola fra le braccia.

«Godiamoci la libertà ancora per qualche tempo… per un anno diciamo.


Adesso l’anno volgeva al termine, ma si era presentata quella straordinaria possibilità di lavoro.

Lo squillo del telefono interuppe i pensieri di Ann. Probabilmente era Jury che chiamava per spiegarle il motio del suo ritardo, pensò speranzosa. Ma quando ebbe alzato il rivevitore, una voce maschile sconosciuta le chiese bruscamente di suo marito.

«Non è in casa. Chi parla, per favore?» La voce non rispose e soggiunse, sicura che si trattasse di una telefonata di lavoro: «Sono la moglie del dottor Devlin. Devo riferigli qualcosa?

L’uomo borbottò qualche parola inintellegibile, poi le chiese quando sarebbe tornato Jury.
«Mio marito dovrebbe rincasare fra poco,» rispose lei pazientemente. «Desidera che la faccia richiamare?»

«No,» rispose l’uomo seccamente. «Gli dica soltanto che richiamerò stasera.»

«Potrei sapere il suo nome, per favore?» Insistette lei, ma la comunicazione fu interrotta.»

Jury rincasò venti minuti dopo, scusandosi per il ritardo, ma Ann lo interruppe mentre si sedevano al tavola.

«Ho ricevuto una strana telefinata», lo informò.

Lui ascoltò con una punta d’impazienza, poi alzò le spalle.

«Sarà qualcuno che vuole noleggiare il battello,» commentò in tono evasivo. «Be’, mi dispiace per lui, ma dovrà rivolgersi altrove. Ci hanno dato il lavoro!»

Ann ebbe un tuffo al cuore. Sapeva che Jury non avrebbe potuto fare quel lavoro senza di lei.

Quanto a Jury, era esultante ed entusiasta di Henrick Notron.

«È un tipo formidabile, sono sicuro che lo troverai simpatico. Deve avere superato la settantina, ma fino a poco tempo fa s’immergeva ancora come un giovanotto. Il medici gli ha ordinato di smettere. Così gli è toccato assumere qualcun altro per scattare le foto subacquee che gli occorrono per la sua ricerca e noi siamo gli eletti!»

Con tutta la buona vlontà, Ann non riuscì a partecipare all’entusiasmo di suo marito. Già esperta navigatrice e subacquea, era stata iniziata alla fotografia da Jury e dallo zio di lui Frank, un noto fotografo naturalista richiestissimo per le illustrazioni dei libri sulla natura della Scozia. Era stato zio Frank presentare loro Enrick Notron, e adesso Ann doveva affrontare le conseguenze. Frank riteneva di avere fatto loro un grasnde favore, procurando quel lavoro, e lei non voleva sembrare ingrata. Gli erano già debitori per troppe cose. Prima che la situazione in Unione Sovietica cambiasse. Era stato lui ad aiutare Jury a fuggire da quel paese, dove era stato detenuto a causa delle sue idee politiche.

«Ann,» disse Jury a un tratto, distogliendola dai suoi pensieri. «Non mi sembri molto entusiasta, ma devi riconoscere che si tratta di un progetto meraviglioso.»

«Perché?», ritorse lei con amarezza. «Avere un bambino non è altrettanto meraviglioso?»

Colto alla sprovvista, Juri cercò di prenderle la mano, ma lei balzò in piedi senza lasciarsi toccare.

«Hai detto che dubitavi di poter avere quel lavoro e che ti eri offerto per fare piacere a zio Frank. Mi sembrava che anche tu in questo momento, pensassi soprattutto al bambino…»
Abbassò lo sguardo sul piatto per nascondere le lacrime che le avevano  riempito gli occhi.
«So quello che provi», le assicurò lui con dolcezza. «Ma questo è un lavoro eccezionale, cara. Voglio dire, dobbiamo preoccuparci anche di Henrick, a parte il fatto che si tratta di un’occasione straordinaria.»

«Henrick!», sbuffò Ann esasperata. «Che cosa centra quel tizio?»

«Sta a sentire, cara», continuò Jury in tono suadente. «Nemmeno io ero ansioso di avere questo lavoro… no, non guardarmi così, è la sacrosanta verità. Mi ricordavo benissimo della mia promessa e sai bene quanto desidero il nostro bambino.»

«Puoi risparmiarti il fiato, perché i fatti parlano da soli. Ti hanno offerto un lavoro e l’hai accettato, punto e basta!»

Jury fu offeso da quell’amato sarcasmo.

«E va bene , lo ammetto!», scattò spazientito. Henrick Notron mi ha offerto il lavoro e sono stato ben felice di accettarlo! D’accordo, credevo che non mi avrebbe assunto, e allora? Mi ha detto che Frank gli aveva parlato molto bene di noi e che contava sul nostro aiuto. Ha detto “nostro”, e questo significa che conta anche su di te.»

«Oh, sicuro!», sbottò lei. «Ma non credere di contare su di me! Non voglio saperne di questa storia!»

«Senza sentire quello che ho da dirti?», domandò Jury allargando le braccia. «Oh Ann, non puoi piantarmi in asso così.»

«Ah, così sarei io che ti pianto in asso?», lo sfidò lei.

Jury si morsicò il labbro e si girò dall’altra parte. Ann lo osservò un momento, colpita dalla strana intensità delle emozioni di suo marito.

«D’accordo, Jury, scusami. Parla pure, ti ascolto.»

In quel momento squillò il telefono e lui andò a rispondere.

«Pronto, sono Jury Devlin.»

«Apra bene le orecchie, signor Devlin», disse una voce maschile. «Questo è un avvertimento e non intendo ripeterlo, quindi le consiglio di ascoltare bene.

«Sto ascoltando, mi dica.»

«Non deve accettare, ripeto, non deve accettare alcun incarico nel Mar Egeo, altrimenti potrebbe capitare una disgrazia a lei e a sua moglie… specialmente a sua moglie. Questo è il primo e ultimo avvertimento.»

Jury cercò di non tradire la sua agitazione. Non si sarebbe mai aspettato una diffida così minacciosa.

«Non so di che cosa stia parlando», replicò con tutta la calma di chi era capace. «Le assicuro che…», cominciò, ma l’uomo aveva riagganciato.

Rimase immobile per qualche secondo, riflettendo febbrilmente. Che si fosse trattato di uno scherzo? Ai tempi di cui sosteneva la causa della libertà in Unione Sovietica aveva ricevuto degli avvertimenti simili, ma ormai le cose erano cambiate. E adesso lo minacciavano poiché si accingeva a lavorare con un biologo marino! Era assurdo.

Tornò lentamente da Ann e alzò le spalle sorridendo. «Sì, era di nuovo quel tizio», la informò. «È un povero idiota che cerca di dissuadermi dal lavorare per Henrick. Deve trattarsi di un concorrente invidioso.»

«Un idiota?». Fece eco Ann accigliandosi. «Mi è parso un tipo molto determinato, piuttosto. Che cosa intendi fare?»

«Intendo titare dritto per la mia strada,» rispose Jury avviandosì verso la porta. «Vado a occuparmi del battello.

 
Nel corso di una notte agitata, Ann decise che non doveva insistere perchè Jury rifiutasse l’incarico. Pur essendo risentita perché lui era venuto meno alla sua promessa, doveva accompagnarlo nel Mediterraneo.

Il mattino seguente, a colazione Jury appariva aggrondato e meditabondo. Alla fine Ann non riuscì più a sopportare la sua tretaggine.

«Jury…» Lui rizzò lentamente la testa. «Jury a proposito di quel viaggio nel Mediterraneo, quando dovremmo partire, precisamente?»

Lui spalancò gli occhi con stupore, poi sorrise e le prese la mano.

«Oh, Ann, stai dicendo sul serio?», chiese gioiosamente, quindi aggiunse con ansia: «Sei proprio sicura? Non lo fai soltanto perché…»

«Perché ti amo? Sì, temo che il motivo sia proprio questo.»

Indugiarono parecchio tempo a tavola mentre lui le spiegava le ragioni di quel progetto. Un giovane biologo di nome Nilved sosteneva che una certa varietà di alga si trovava soltanto nel Golfo di Aden. Henrich confutava quella teoria, sostenendo di avere trovato l’alga in questione anche nel Mediterraneo.

Jury Nilved aveva svolto una ricerca approfondira su quella rara alga. Già si sapeva che apparteneva alla famiglia del papiro, la pianta usata dagli antichi egizi per fabbricare la carta, e ora lui sisteneva che la si poteva trivare soltanto al largo del Corno d’Arica.

«E questa sarebbe la teoria che Henrick accetta?», domandò Ann. «Quando legge un articolo di Nilved, ne scrive un altro per confutarlo.»

«No, non è nel suo stile. Si limita a ribadire le sue idee verbalmente, in attesa di poter produrre delle prove tangibili. Purtroppo la sua invalidità gli impedisce di imergersi per fotografare l’alga.»

«Quindi il nostro lavoro consisterebbe nel fornire le prove?»

«Precisamente, e non c’è in gioco soltanto una verità scientifica, ma anche la reputazione di Henrick.»

«Ascolta, questo Henrick Nilved… di che paese è?»

«Non ne ho idea, Perché me lo chiedi?»

«Non hai fatto caso all’accento dell’uomo al telefono?»

«Non in modo particolare, perché?»

«Perché quel tizio parlava come gli americani d’origine irlandese, Stavo giusto pensando che potrebbe essere il nostro caro Nilved.»

Juri rifletté un momento corrugando la fronte. Quell’implicazione non gli piace affatto.

«Allora che cosa ne pensi?», domandò Ann con impazienza poiché il silenzio si prolungava.
Jury si riscosse bruscamente. Non aveva parlato a Ann della minaccia alla loro incolumità, né intendeva parlargliene.

«Oh, cara, penso che ci sono delle questioni molto più importanti», rispose. «Per esempio, dobbiamo assumere una terza persona nella nostra da squadra?»

Ann dimostrò immediato interesse alla cosa e parve emtusiasta quando lui parlò di Tommy, suo fratello minore. Che tempo addietro l’aveva aiutata a salvare Jury nell’Atlantico settentrionale. Il ragazzo abitava con i genitori a cinquanta chilometri da loro e veniva spesso a trovarli.

Jury telefonò immediatamente, sapendo che Tommy era a casa in vacanza, e gli parlò del progetto.

«E tu come te la passi, Tommy?», chiese alla fine. «Hai qualche piano per le vacanze?»

«Non ancora, sono arrivato soltanto iei sera. Spero di trovare un lavoro per l’estate, anche se di questi tempi non è tanto facile,» considerò.

«Be’, forse potresti darmi una mano… mi occorre un terzo subacqueo,» lo informo Jury con ingannevole noncuranza. «Cosa ne diresti di lavorare per me? Sempre che mamma e papà siano d’accordo, naturalmente.»

Rob e Eliane Devlin furono ben felici di acconsentire. Erano contenti che Tommy lavorasse per suo fratello invece di pensare al ragazzo che aveva conosciuto due anni prima e con cui si era addirittura fidanzato.

Xander era un bel ragazzo la cui madre, vedova da tempo aveva sposato Frank, lo zio di Tommy. Quando i suoi genitori l’avevano mandato in collegio a terminare gli studi, il suo rapporto con Tommy si era affievolito notevolmente.

Ora i due giovani erano iscritti a università diverse, il motto “lontano dagli occhi lontano dal cuore” sembrava adattarsi perfettamente alla loro situaziome. Di fatto, qiando Tommy corse dai suoi genitori per informarli della “straordinaria proposta” di Jury, non pensò a Xander nemmeno per un istante.

 
Durante i giorni seguenti Ann e Jury si prepararono per il viaggio e finalmente furono pronti per partire per l’isola greca di Xanthos, la loro base nel Mare Egeo. Henrick Notron li aveva preceduti per provvedere a tutte le loro necessità sull’isola.

Alle sette del mattino Jury, Ann e Tommy lasciarono la costa della Scozia per recarsi all’aereoporto di Glasgow. Da dove sarebbero partiti per Atene.

Mentre percorrevano la strada tortuosa che si snodava attraverso la brughiera e le colline, Jury si accorse che erano tallonati da una macchina. Se avesse frenato all’improvviso, il veicolo li avrebbe sicuramente tamponati, così Jury sospirò di sollievo quando vide nello specchietto retrovisivo che l’altra macchina si accingeva a superarli.

Ma quando il veicolo ebbe iniziato la manovra, Jury presentì il pericolo e sterzò bruscamente a destra, rasentando la siepe mentre l’altra macchina sfrecciava via vicinissima.

«Scusatemi. Mi somo spostato troppo sulla destra, ma quella nacchina mi sembrava un pò troppa vicina», disse Jury cercando di sdrammatizzare.

«Altro che un po’!» sbottò Tommy. «Ci avrebbe sicuramente urtati, se non avessi sterzato.»
Il veicolo era già sparito in lontananza, mentre Jury riportava la macchina sulla corsia pensando istintivamente la misteriosa telefonata.

   
 
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