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Autore: The Bride of Habaek    30/03/2020    0 recensioni
Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L’ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo fra le braccia.
- Jacques Prévert, “Tre fiammiferi accesi” -
Genere: Drammatico, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cattleya Baudelaire, Claudia Hodgins, Dietfried Bougainvillea, Gilbert Bougainvillea, Violet Evergarden
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Come back to me - Torna da me
Racconta il Maggiore Gilbert
Per salvarla son dovuto partire lasciandomi alle spalle gli affetti, il passato e il mio stesso cuore. In quell'ultima battaglia ho rischiato di perderla per sempre, essere un soldato significa porre al primo posto la propria Patria e solo al secondo l'individuo in carne ed ossa. I miei sentimenti per Violet mi hanno suggerito l'unica cosa giusta che potessi fare in quel momento: proteggerla. Non ho avuto altra scelta se non scomparire, allontanandola da me, dalla guerra ma soprattutto dalla triste mietitrice che molto probabilmente me l'avrebbe portata via per sempre e sarei morto dal dolore oltre che per il senso di colpa. Mi sono preso cura di lei quando il resto del mondo le ha voltato le spalle e l'unica cosa che desidero in questo momento è che lei sia felice, che continui a vivere, voglio che si senta libera di scegliere ciò che vuole diventare nella sua vita. Sono già trascorsi tre anni dall'ultima volta in cui abbiamo combattuto insieme, rimembro quel giorno con un velo di malinconia poiché nonostante io sia riuscito a confessarle i miei veri sentimenti alla fine sono stato costretto a sopprimerli di fronte alle sue lacrime per la mia presunta dipartita. Con il mio sacrificio sono riuscito a salvarla, Violet ora scrive delle lettere meravigliose ed ogni giorno chiedo a Claudia Hodgins, ex Tenente e compagno d'armi, di farmele leggere così da poter conoscere i suoi successi e la sua nuova vita al centro postale, distante dall'esercito. La sua apparente rinascita viene sfatata non appena ho aperto fra le mani il suo primo libro autobiografico intitolato "Come back to me", torna da me, dedicato al suo amore perduto il Maggiore Gilbert Bougainvillea. Sfogliandolo ho rivissuto ogni attimo trascorso insieme a lei, dal giorno in cui mi è stata affidata, le sue prime lettere, il giorno del Ringraziamento fino a giungere a quel dannato conflitto che ci ha divisi oscillando fra la vita e la morte. Nelle ultime pagine ho letto le righe di una donna che non si è mai arresa, che combatte ancora le sue battaglie dentro di sé. Sono le parole di una donna innamorata, almeno quanto me che continuo a farlo mentre piango come un bambino con il suo ultimo scritto fra le mani. Il libro si conclude con un "Ti Amo" e seguono delle stampe con incisa l'immagine inconfondibile di quella spilla color verde smeraldo che le regalai durante la festa del Ringraziamento, quella stessa spilla con cui si è fatta immortalare nel retro copertina, perché nella parte frontale si trova la foto delle piastrine che sono state rinvenute sul fronte di Leidenschaftlich con sopra inciso il mio nome. Vado da Claudia Hodgins con il libro di Violet fra le mani e mi sento uno straccio per aver cercato in ogni modo di reprimere quello che tutt'ora provo quando penso a lei, per aver preferito la ragione all'istinto.
"Claudia ho bisogno di parlarti..."
Affermo dopo essermi presentato a casa sua nel cuore della notte.
"Gilbert cosa ci fai qui?"
Mi chiede stropicciandosi gli occhi dal sonno.
"Sono le tre del mattino... è successo qualcosa?"
Aggiunge guardandomi con aria preoccupata.
"Ho appena finito di leggere il libro di Violet."
Rispondo nascondendo l'unico occhio superstite gonfio per il pianto oltre che per la nottata insonne.
"Tesoro, torna a letto..."
E' la voce di Cattleya.
" Cattleya lui è..."
Cerca di dire Claudia evidentemente in difficoltà.
"Ma certo! Lui deve essere il tuo amico Gilbert, non è così?"
Esclama lei.
"Piacere di conoscerti. Violet parla così spesso di te... sei esattamente come ti ha descritto."
Afferma scrutandomi.
"Piacere mio. Spero di non avervi interrotto."
"No affatto, accomodati Maggiore Bougainvillea o posso chiamarti per nome?"
Mi chiede Cattleya.
"Gilbert va più che bene, ti ringrazio."
"Entra o ti prenderai un malanno con questo gelo."
M'incita Claudia dandomi una pacca sulla spalla.
Ci sediamo su un divano di pelle nera mentre Cattleya ci porta da bere e  sorride come se sapesse fin troppe cose sul mio conto.
"Gilbert ti vedo pallido, sei sicuro di star bene?"
Mi domanda Claudia vedendomi perdere la mia solita compostezza.
"Si, sto bene amico mio ma non è questo il punto."
"Qualcosa ti turba? C'entra Violet?"
"Hai centrato in pieno."
Cattleya si siede in mezzo a noi e guardandomi dritto negli occhi comprende in un istante il motivo del mio turbamento.
"Sei ancora innamorato di lei vero?"
Le sue parole fanno scattare qualcosa in me.
"Amo Violet dal profondo del mio cuore."
"Allora perché non vai da lei e glielo dici? State soffrendo entrambi per questa storia ed io non credo proprio che ti sbatterebbe la porta in faccia, sai perché?"
" Cattleya non essere insistente..."
Prova a dire Claudia ma viene completamente ignorato."
"Perché Violet prova i tuoi stessi sentimenti."
Conclude appagata.
"Credevo di salvarla invece l'ho resa infelice e lo sono anch'io. Non passa giorno in cui non pensi a lei, non esiste notte in cui non la veda almeno per un istante nei miei sogni."
"Vai da lei ed aprile il tuo cuore. Magari me le dedicasse Claudia delle parole così."
Afferma Cattleya lanciando un'occhiata al suo uomo.
"Perché non serve visto che sei già qui. Ahi, fa male!"
Urla Claudia dopo essersi beccato uno scappellotto dalla sua "dolce" metà.
"Grazie di tutto, sento un fardello in meno sul cuore. Ora so cosa è giusto per entrambi."
"In bocca al lupo!"
Gioisce Cattleya dall'uscio di casa.
"Ci si vede presto Gilbert!"
Conclude Claudia entusiasta.
"Crepi! Porterò anche Violet la prossima volta, buonanotte!"
Con rinnovato entusiasmo vado da lei, so che non è questa l'ora di presentarsi a casa delle persone... saranno le cinque del mattino, ma desidero ardentemente destarla da quel sogno che ripete tutte le notti e renderlo reale. Entro nel suo condominio evitando di farmi scoprire dal custode che potrebbe benissimo scambiarmi per un ladro, una volta giunto alla sua porta inizio a sentirmi teso come una corda di violino. Busso tre volte e lei viene ad aprire senza dire nemmeno una parola. Quando mi vede lì in piedi dinanzi alla porta sgrana gli occhi e se li sfrega energicamente, ancora immersa in chissà quale visione notturna.
"M-Maggiore? Sei un fantasma?"
Chiede un po' confusa nella sua candida camicia da notte.
"Non chiamarmi più Maggiore, per te sono semplicemente Gilbert."
A quel punto inizia a piangere e a versare lacrime come fossero un fiume in piena racchiuso nelle sue iridi azzurre. Mi avvicino per consolarla e lei non mi respinge, anzi si aggrappa con tutte le sue forze alla mia giacca poggiandosi contro il mio petto.
"Violet ti prego di perdonarmi, sono stato uno sciocco a voler credere che sarei riuscito a sopportare la tua lontananza."
"Dove sei stato per tutto questo tempo?"
Riesce a chiedermi schiarendosi l voce.
"Ho continuato a combattere e sono salito di grado, ma ho sempre avuto un pensiero fisso: eri tu."
Lo sei tutt'ora.
"Non lasciarmi mai più... non gettarmi via per nessun motivo al mondo!"
Mi incita lei che ora è un miscuglio di rabbia e sentimento.
"Te lo prometto. Staremo insieme molto a lungo."
Entro nel suo appartamento piccolo ma confortevole, sedendomi accanto a lei sul suo letto, noto un insieme di oggetti che ricostruiscono in qualche modo il nostro trascorso. Dai peluche alla mimetica fino a quella famosa spilla del colore dei miei occhi.
"Sei una donna indipendente ormai. Claudia mi ha fatto leggere le tue lettere sono veramente belle, sai trascrivere i sentimenti delle persone come nessun altro."
"Ho imparato da te."
Afferma impassibile.
"Hai letto il mio libro?"
Aggiunge subito dopo.
"Si, l'ho letto tutto e mi ha toccato nel profondo. Man mano ti spiegherò ogni cosa, ma adesso c'è qualcosa di molto più importante che voglio dirti."
Le mie parole la raggiungono come fossero una freccia infuocata.
"Gilbert cosa..."
Le afferro le mani meccaniche portandomele al petto e Violet mi guarda con gli occhi ancora troppo gonfi per riuscire a contenere le lacrime che fuoriescono a intervalli regolari.
"Io ti amo, ti amerò sempre e credimi se ti dico che ogni scelta che ho preso in passato, per quanto  fosse errata, aveva il solo scopo di proteggerti."
"L'unica cosa che conta è che tu sia qui. Senza di te sarei solo una macchina sanguinaria, un'arma nelle mani dell'esercito. Mi hai insegnato cosa significa amare."
L'abbraccio senza pensarci due volte e Violet trema come una foglia. Tante, troppe emozioni stanno assalendo il suo corpo di donna decimato da quell'ultima battaglia.
"Il tuo occhio destro..."
Dice sfiorando la benda con le sue dita meccaniche.
"Mi ha fatto patire le pene dell'Inferno, ma ho sconfitto anche questo nemico."
Le dico mentre la sento rasserenarsi fra i miei tricipiti.
"Mi sono sforzato di dimenticarti, ma il massimo che sono riuscito ad ottenere è immaginare come sarebbe stato stringerti fra le mie braccia."
Violet soffoca definitivamente le lacrime posando la testa fra i miei pettorali, il suo rifugio sicuro.
"Gilbert, tu sei tutto il mio mondo. Staremo insieme per sempre non è vero?"
Mi chiede con un velo di malinconia.
"Certo. Sempre se non mi colpiscono al cuore o alla testa."
Ironizzo ma sotto alcuni aspetti è la verità.
"L'unica in grado di farlo sono io."
Afferma convinta.
"Tu sei già nel mio cuore Violet.
A quelle parole è come se avessi sganciato una molotov e appiccato un incendio. Un bacio passionale ci fa togliere i freni inibitori  e dopo averlo a lungo desiderato quel sogno diventa realtà. Carezze morbide come la seta che avvolge i nostri corpi nudi ci riscaldano l'anima. Come nel sogno ci amiamo fino a perdere il senso del tempo con la differenza che questa volta è tutto vero, abbiamo attraversato gli oceani del tempo per poterci dire "Ti Amo". Violet è completamente persa in questa nuova dimensione per lei del tutto sconosciuta, quella del sesso, della seduzione, dell'amore carnale che non conosce altra cura se non cibarsi della persona amata.
"Non ho mai provato nulla di simile..."
Sussurra lei mentre sfioro la superficie della sua pelle con le labbra.
"Farai bene ad abituartici visto che verrai a stare da me."
"Dici sul serio?"
Chiede su di giri.
"Certamente e faremo le cose in grande."
"Quanto in grande?"
Mi domanda sedendosi sulle ginocchia.
"Inizierei da qui... Violet Evergarden vuoi sposarmi?"
Alla vista dell'anello di fidanzamento sussulta illuminandosi in volto.
"Si, lo voglio!"
E da quel giorno, come una promessa fatta dinanzi a Dio, non ci siamo più separati.

   
 
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