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Autore: _Selenophile_    30/03/2020    1 recensioni
[erkenci kus]
[erkenci kus]Una ragazza dagli occhi ambra,Serena Monteforti,dopo un anno e mezzo a Londra,decide di ritornare nel paese universitario dove tutto è cominciato per affrontare i suoi demoni e riprendere in mano la sua vita.
Profondamente cambiata dal suo passato e da quello che è successo, non sa che è in arrivo per lei una sferzata di vita, totalmente inaspettata in un periodo come quello,in cui tutto era assopito e,quasi,dimenticato.
Un gruppo di ragazzi come tanti, che ha sogni,speranze, che lotta per emergere e per rimanere a galla. Un gruppo di ragazzi un po'strani e svampiti,che partorisce idee.
E un'idea,buttata lì un giorno di Ottobre, tra un aperitivo e una sigaretta.
Tutto questo causerà una tempesta violenta, dirompente e perfetta, da cui tutti usciranno diversi,cambiati.
Perchè un aquilone si alza solo con il vento contrario.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tirai su con il naso, sciogliendomi dall’abbraccio. Il mio amico mi scompigliò i capelli: «Sere,eres una bomba;chica!»,mi prese un braccio e mi fece fare una piroetta,fischiando.
«Smettila!»,risposi ridendo,mentre lui mi abbracciava di nuovo.
«Eccone n’artro che torna e non chiama!», Sofia diede un pugno sulla spalla del mio amico, « ‘Nte vergogni?». Tutti risero,mentre si affaccendavano intorno al mio amico colombiano,salutandolo e dandogli pacche sulle spalle.
Quando lo sguardo del mio amico si posò sul Andrea,socchiuse gli occhi,mentre i due si squadravano. «Jo, ti presento mio cugino: Andrea Ricci.»,i due si strinsero la mano,continuandosi a fissarsi come due pugili l’attimo prima di iniziare il combattimento. Avvertivo un’aria tesa tra i due.
«Beh,Joan?!»,entrambi portammo lo sguardo su Victor,«Raccontaci un po’com’è andata!».
L’altro scosse le spalle:«È stata dolceamara. Ho deciso di trattenermi qualche mese per rivedere un po’tutti!».
Joan mancava dalla Colombia dall’età di vent’anni. Figlio bastardo di un padre che non lo aveva riconosciuto;aveva un rapporto conflittuale con la mamma,che non perdeva occasione di rimproverargli il semplice fatto di essere nato. Era arrivato in Italia per cercare di scappare da quell’inferno famigliare;riuscendosi  per quasi tredici anni.Fin quando, la notte di Capodanno,non gli arrivò una chiamata dall’ospedale di Santiago de Calì:la zia,unica persona che lo aveva trattato come un figlio, e che lui considerava sua madre,aveva un tumore al fegato,ormai sarebbe stata questione di tempo. Così lui lasciò i tre lavori con cui si manteneva,l’università e la sua pseudo ragazza per fiondarsi sul primo volo in partenza. Era stata questione di giorni.
La vita non era stata gentile con lui, e non lo sarebbe stata fino alla fine.
«Hai qualche foto?»,Camilla era curiosa.
Joan mi fece una carezza;poi con aria trasognata,si portò una mano al cuore e un’altra alla testa:«Sì.Quì!».
«Ma da dove la prendete tutta questo romanticismo,io non lo so proprio!»,la battuta di Diafa causò l’ilarità generale.
Fu allora che successe. In un attimo tutto diventò sfocato,le voci indistinte,nella mia visuale comparvero puntini bianchi. Qualcuno mi chiamò,ma la voce mi arrivava distante;il cuore batteva fortissimo,l’aria mancava e la confusione aumentava. Le immagini si sovrapposero e la stanza cominciò a restringersi,mentre tutte le mie emozioni mi sopraffacevano:la mia ansia per il primo giorno,la tensione di rivedere tutti,la sorpresa e il conseguente imbarazzo nello scoprire l’identità del mio professore, i suoi occhi scuri così penetranti;l’arrivo di Stefano e lo scontro con Tatiana; Joan che finalmente era ritornato.
Tutto questo mi irretiva, formando un nodo alla gola.
Mi sentivo chiamare insistentemente,ma non so da chi. Borbottai delle scuse e mi fiondai in bagno,mentre l’attacco di panico raggiungeva il culmine.
Feci appena in tempo a chiudere la porta,prima di accasciarmi sul pavimento,gli occhi fissi sulle piastrelle bianche.
Devo cercare di rimanere calma;ripetei a me stessa;concentrati su qualcosa di bello. Continuai a ripetermi.
Il sole sta tramontando, colorando il cielo di un rosso caldo,rassicurante. Qualche stella fa timidamente capolino tra le poche nuvole sparse. Dalla parte opposta, appare la luna,pallida e silenziosa; portando con sé la sera, e poi la notte,sinonimo di riposo e tranquillità.
Chiudo gli occhi e sospiro,gli ultimi raggi solari illuminano il mio viso,mentre comincio a sentire il suono delle cicale.
La luce del tramonto si riflette sul mare dipingendolo di un rosso vivo, le onde s'infrangono lentamente sulla spiaggia in un moto continuo e instancabile, bagnando la riva con la loro spuma bianca. In lontananza, fin dove si perde l'occhio, il mare e il cielo si fondono creando un unico sfondo. Il sole tinge il cielo di varie sfumature rosa, indaco, giallo e arancio così come le nuvole e tutto diventa un quadro perfetto.
All’improvviso,qualcuno afferra la mia mano e la stringe in una presa decisa ma dolce al tempo stesso,mi giro e vedo Andrea;è scalzo ed indossa un pantalone di lino bianco, la miriade di collane che gli ricadono sul petto nudo. La poca luce rimasta si riflette sul suo corpo,illuminando i suoi addominali definiti, rendendo la sua pelle ambrata.
Mi accarezza il viso,gli occhi luminosi e carichi di promesse sottaciute. E io mi lascio andare,completamente in pace.
Sentii il mio respiro farsi più cadenzato,regolare, e il cuore arrestare la sua corsa frenetica. Mi asciugai le lacrime e mi sciacquai la faccia,lo specchio mi ridava un’immagine orrenda:una ragazza pallida,con il viso provato e gli occhi spenti.
Quando era stata l’ultima volta che avevo avuto un attacco di panico? Prima della mia partenza per Londra,subito dopo essere stata picchiata da Tatiana e dalle amiche,in quel periodo,avevo attacchi di panico in continuazione,praticamente ogni volta che dovevo mettere piede in facoltà.
Sembrava essere successo in un’altra vita.
Sbattei le palpebre e mi diressi verso gli altri,ero sicura di averli spaventati.
«Eccola!»,mi corsero incontro.
«Ma che è successo?Ci hai fatto spaventare!»,Camilla era preoccupata.
«Oh,scusate.Dovevo urgentemente andare in bagno.»,mentii.
«Ma dai!Sembrava stessi svenendo!»,Sofia mi guardava corrucciata, «Puoi dircelo se hai avuto..».
«Sto bene.»,sibilai,gli occhi che emanavano lampi in direzione della mia amica.
Tra me e Sofia era sempe così:io che non volevo parlare dei miei problemi,e lei che si ostinava a tirarmeli fuori con la forza,non capendo che facendo così mi irritava ancora di più,spingendomi a chiudermi. Io mi sfogavo,ma dovevo scegliere io quando.
Calò il silenzio generale, la mia posa rigida tradiva un certo nervosismo,Sofia continuava a guardarmi in cagnesco.
«Dai,ragazzi!»,stranamente,fu Andrea a rompere il silenzio,«Non c’è motivo di accanirsi tanto. Sono bisogni fisiologici!»,concluse allargando le braccia.
Io riuscii a fargli un sorriso,grata del suo gesto. Era ovvio che avesse capito la situazione,prima di tutti gli altri.
«Tu perché non sai..»,mormorò piano la mia amica.
«Ho un’idea fantastica!»,Camilla cercò di ripristinare l’atmosfera gioiosa. «Stasera,serata tra ragazze!».
«Che?!», esclamammo io,Elisa,Sofia e Diafa all’unisono.
«Sì.Stasera,pigiama,schifezze,trattamenti di bellezza e..confidenze!»,l’ultima parola la bisbigliò,con l’aria di chi stava raccontando i più profondi segreti della CIA.
«Io lavoro,stacco alle nove.Mi dispiace!»,scossi le spalle.
«E dai!»,Elisa cercò di convincermi,«Passiamo una serata insieme come ai vecchi tempi!».
«Effettivamente,è una bella idea! È una vita che non stiamo tutte insieme!».
«Penso che una serata tranquilla possa farti bene!»Sofia mi si era avvicinata,lo sguardo mite;stava cercando di fare pace.
Guardai quegli occhi color nocciola,miele,neri e ghiacchio,tutti preoccupati per me. Mi ripetevo sempre che dovevo tornare alla vecchia vita;e per farlo,dovevo fare esattamente quello che facevo prima della mia fuga a Londra. Loro erano le mie amiche,con cui prima passavo la maggior parte del mio tempo. Sofia aveva ragione,totalmente,ma non le avrei mai dato la soddisfazione di sentirmelo dire.
«Ditemi che pizza prendete,passo a prenderle dopo lavoro.»,conclusi,sorridendo. Le mie amiche cominciarono ad urlare felici,attirando gli sguardi dei ragazzi in pausa caffè; Sofia mi abbracciò,mentre io la stringevo a me. Pace fatta.
«Io la voglio con doppia mozzarella e prosciutto cotto!»,Merco si intromise,mettendo un braccio intorno alle spalle di Diafa.
«Forse non hai capito..»,Camilla incrociò le braccia,«..solo ragazze!».
«Questa si chiama discriminazione. Io ho anche i capelli lunghi come voi!»,effettivamente,dall’ultima volta che ci eravamo visti,i capelli di Merco erano cresciuti,adesso  arrivavano appena sotto le orecchie.
«Vuoi morire,Merco?! Un’intera serata con cinque ragazze!Nemmeno nei peggiori incubi!».
«Perché non ti fai i fatti tuoi,tu?!»,Elisa apostrofò Victor,che indurì la mascella,fissandola truce. Quei due dovevano assolutamente chiarirsi.
«Ok. Va bene.»,Joan si intromise,«Mettiamo in atto il piano B:voi a fare le cose da ragazze,noi baldi giovani al torneo di beer pong al Pop Cafè».
«E tu come lo sai del torneo?!».
«Io so tutto,baby».Joan mi diede un colpetto sul naso.
«A proposito!»Daniele cacciò il suo I-phone e cominciò a smanettarci,dopo due secondi arrivò a tutti una notifica.
«Cugino,ti ho aggiunto al nostro gruppo WhatsApp!».
L’altro rilassò le spalle,piegando la testa in avanti per lo sconforto,«Lo sai che ho un pessimo rapporto con la tecnologia,Dan!»
«Infatti è arrivato il momento di cominciare a essere una persona civile!Anzi,sai cosa faccio?!»,il biondo guardò il cugino con aria di sfida,mentre faceva qualcosa al telefono.
Sentimmo il suono di una notifica.Andrea prese il telefono,«Mi hai aggiunto ad un altro gruppo?!», strinse lo sguardo,Daniele stava rischiando grosso.
«E poi,chi sono i Black Leather Jackets?!».
«È il nostro gruppo di soli maschietti.»,spiegò Daniele,mentre il cugino era sconcertato.
«Aspetta,aspetta.Un gruppo di soli maschi?!»,Elisa era curiosa.
«Certo!Abbiamo bisogno dei nostri spazi anche noi. Pensate sia facile sopportarvi?!»,Mercorelli sfoderò un sorriso angelico.
Andrea gli diede il cinque,complici.«Questo ragazzo mi piace!». Vedendoli così vicini, Andrea muscoloso e con le spalle larghe,Mercorelli magro e longilineo, erano un po’buffi,anche se il secondo era più basso del primo.
«Imbecilli. Entrambi!». Sofia era una ragazza che prendeva immediatamente confidenza, e io questa cosa la invidiavo tantissimo.
 
La musica si sentiva dal pianerottolo di casa,girai la chiave ed entrai,in casa si respirava felicità.
«Sono arrivate le pizze!».
«Guarda,Sere!»,Elisa calò sul viso il cappuccio del suo pigiama giallo intero,«Sono Pikachu!»,poi si recò in sala, facendo il verso del Pokemòn.
Diafa stava facendo i pop corn,anche lei indossava un pigiama intero,di colore bianco. «Oh,eccoti qua!»mise i pop corn in una ciotola,«Poggia le pizze sul tavolo e mettiti il pigiama. Camilla te lo ha comprato rosa!».
«Camilla ha comprato i pigiami a tutte?»,chiesi,sorpresa.
«Certo!Non puoi capire quanto è agitata.Neanche avesse organizzato il party degli Oscar!».
Ridendo,andai a cambiarmi in camera mia;sì,una serata con loro mi avrebbe fatto bene.
«Oddio,sembri una bambolina!».
Inarcai un sopracciglio al commento di Sofia,che stava tagliando le pizze,indossava un pigiama rosso che faceva risaltare i suoi capelli castani e la sua pelle olivastra,di qualche tono più chiara di quella di Diafa. In realtà,io mi sentivo un confetto.
Camilla arrivò in sala con un sorriso raggiante e il pigiama intero blu, «Mi sono dimenticata di dirti di far togliere la pancetta sulla mia pizza!».
«Tranquilla,big blondie. Ci ho pensato io». Camilla era vegetariana;doveva pur avere qualche difetto,no?
«Fermi tutti!»,misi le mani davanti,con i palmi aperti,bloccando qualsiasi movimento. Mi diressi in camera e presi un altro acquisto londinese.
«Wow!Che figata!»,le ragazze mi si erano avvicinate,ammirando la mia fotocamera polaroid.
«Ha l’autoscatto,mettetevi in posa!».
 
«Ho capito,Eli,ma dovete parlare!»,Sofia stava mettendo il semipemanente  sulle unghia di Camilla.
«Io non ho niente da dirgli. È lui che ha troncato ogni rapporto!»,la mia amica prese un pezzo della sua pizza al tartufo e l’addentò,«Io che posso farci?!».
«Lui lo ha fatto perché non voleva vivere una storia senza certezze!»,Diafa stava preparando la maschera all’argilla che avremmo fatto più tardi.
Elisa bevve un sorso di birra,«Ho lasciato Giorgio per lui;quali altre certezze vuole?!».
Giorgio era il fidanzato storico di Elisa, stavano insieme da quando lei aveva compiuto sedici anni ed erano molto affiatati;finchè non comparve Victor. Tra i due l’alchimia era palpabile,e l’attrazione palese. Lui però la tenne sempre un po’a distanza,non era proprio il tipo da infilarsi tra due innamorati;finchè,una sera,la mia amica non gli confessò,complice qualche bicchiere in più, di essere in crisi con il suo attuale ex ragazzo:le cose non erano più quelle di una volta, la relazione era stagnante e non provava più lo stesso sentimento per colui che era stato fino a quel momento,un punto di riferimente.Solo con Victor era ritornata a essere quella di una volta. Per chi,come me e Sofia,conosceva Elisa da tempo,ed aveva vissuto tutta la storia,sapeva che questa era un’ammissione che le era costata non poca sofferenza. Era una ragazza pulita; viveva cercando di non far del male a nessuno e,quando ciò accadeva,ne soffriva in prima persona. Per molti mesi,non ebbe il coraggio di lasciare Giorgio definitivamente,causando uno sfiancante tira e molla con lui,e un’esasperazione sempre crescente in Victor. Finchè un giorno,dopo l’ennesima videochiamata a tre,raccolse le sue forze e lasciò il suo ragazzo,che ovviamente non la prese bene. Questo,però,causò una chiusura nel mio amico,stanco ormai di trovarsi in mezzo a una situazione così ingarbugliata.
Sospirai.«È normale che lui adesso voglia qualche certezza in più.Ha passato mesi in totale confusione,raggio di sole!». Io davo nomignoli a tutte le persone che mi stavano a cuore,secondo me,era un modo per farle sentire importanti.
«Senti,Cami,tu che sei la più grande,esprimiti.Secondo te sbaglio?».
La mia coinquilina guardò un attimo il soffitto,arricciando le labbra.«Il problema è che c’è stato questo tira e molla. Io penso che lui adesso abbia paura dell’ennesimo ripensamento,per questo ti tiene a distanza. Una volta Daniele si è lasciato sfuggire che l’aveva visto con il morale a terra».
«Oh,davvero?»,Elisa era sorpresa.
«Ma te l’abbiamo detto tutte che Victor è pazzo di te!».
«Uff!Appena possibile ci parlo!»,concluse la mia amica,sprofondando nel divano.
«1-0 per la girls gang!». Elisa lanciò un cuscino a Diafa,che per evitarlo,si tuffò sul divano,facendomi finire con lei sul pavimento.
«A proposito,signorina!»,Camilla mi sventolò davanti un dito laccato di rosa,«Non ci devi dire niente?!».
Smisi di ridere,«Riguardo cosa?».
«Ma come?!»,continuò,«Riguardo un certo professore nuovo, figo da morire e prestante come un dio?!».
«Che vuoi che vi dica?!»,guardai fuori dalla veranda,facendo la vaga.
Il prolungato silenzio mi spinse a voltarmi, mi ritrovai quattro paia di occhi che mi fissavano,in trepidante attesa.
Sbuffando,raccontai ciò che fosse successo dopo lezione, mentre loro mi ascoltavano attentamente senza dire una parola.
Diafa emise un fischio.«Però!Ti ha chiesto di fermarti!».
«Già. Ma probabilmente perché mi ha visto disattenta.»,cercai di liquidare la questione,«Il pezzo con i funghi lo mangia qualcuno?!».
«Non ci provare!»,Sofia mi tolse di mano il pezzo di pizza,«Non provare a cambiare discorso!».
Alzai gli occhi al cielo e mi sdraiai sul divano.«Non c’è niente da dire. Mi ha riconosciuto come la cameriera del bar;quando mi ha vista disattenta a lezione,mi ha fermata per rimproverarmi. Tutto qua!».
«No, perché se vuoi rimproverare una studentessa,non vai a chiederle un parere sull’aspetto fisico.»
«Hmm,esatto,Eli. Anche come si è comportato all’entrata..»,Camilla guardò il soffitto,lo faceva sempre quando era pensierosa.
«Io ho avuto come l’impressione che lui ti conoscesse già. Non vorrei che lui al bar lo avesse fatto di proposito a non presentarsi.».
Mi fidavo delle impressioni di Sofia, lei era una ragazza molto empatica,riusciva a capire e a vedere molte cose che agli altri sfuggivano.
«..forse ha visto qualche foto con Daniele!Me sta ‘ngamà ‘sta storia!*»,Elisa si eccitava per nulla. Che si facesse bungee jumping o una semplice ciambella,per lei non c’era differenza.
«Impossibile. Abbiamo cominciato a frequentare Daniele qualche mese prima che io partissi per Londra. E non abbiamo fatto foto.»,conclusi,prendendendo un sorso di birra.
«Ci sono!»,la mia coinquilina bionda battè il pugno,«Tu gli piaci!».
Sputai la birra sul tavolo,mentre mi sporcavo il pigiama. «Che..cosa..?!»,non riuscivo a parlare,avevo parte del liquido bloccato in gola.
«La solita imbranata!»,l’altra mia coinquilina mi passò un tovagliolo,aiutandomi a pulire.
«Che hai detto,Cami?».
«Pensateci bene!»,l’altra si alzò,cominciando a passeggiare per la stanza.
«Un ragazzo e una ragazza si incontrano. Scocca subito la scintilla. Si guardano negli occhi.Passano l’intera serata a fissarsi..»
«Te voli sedè che devo finì a fatte l’ogne?!**».
«..si rivedono il giorno dopo. E capiscono che non possono stare l’uno senza l’altro.»,si sedette sul divano,facendosi spazio tra me e Diafa a forza,«Proprio come nei film.»concluse con gli occhi che brillavano.
«Appunto.Nei film,o al massimo nei romanzi!»,borbottai.
«Quindi non ti dispiacerebbe se ciò accadesse.Dillo che ti piace!»,Elisa ammiccò.
«No!»,risposi prontamente..o sì?
«No,cosa?»,mi chiese Diafa.
«Non mi dispiacerebbe!».
«Allora ti piace!»,gli occhi di Elisa brillavano di eccitazione,come se avesse scoperto un tesoro.
«Non mi piace!»,ribattei,il cuore che cominciava ad accelerare.
«..però ti dispiacerebbe!»,Sofia trascinò Camilla sul tappeto,riprendendo a limarle le unghia.
«Non..»,alla fine rinunciai. Mi stavo incartando con le mie mani.
«È diventata tutta rossa!».
Misi il broncio,come una bambina.«Possiamo cambiare discorso,per favore?!».
«Ma guarda che non c’è niente di male,se comincia a piacerti un nuovo ragazzo!»,Sofia mi diede una rapida occhiata,prima di ritornare sulle unghia della coinquilina.
«Sì. Se il ragazzo in questione è il mio nuovo professore».
«Ma allora avevo ragione. Lui ti..»,premetti un cuscino sul viso di Elisa,per cui la restante parte della frase si trasformò in mugugni indistinti.
«Comunque,a prescindere da tutto.Lui non mi convince.»,Diafa,dopo l’esperienza con il padre,aveva una pessima reputazione degli uomini;non aveva mai avuto una relazione,le sue interazioni con l’altro sesso si limitavano a qualche rapporto occasionale.
«Che ti importa?! Vi frequentate di nascosto e poi,una volta dato l’esame,uscite allo scoperto!».
«Camilla!Ma che dici?!».
«E poi con l’esame come fa?! Queste cose sono illegali..»,Diafa la rimproverò.
«Scusate.Stiamo parlando del nulla.»,intervenni nella discussione,«Io non piaccio a lui,e lui non piace a me. Questo è tutto.»,conclusi,anche se il cuore continuava a battere all’impazzata.
«Già.Certo!»,Elisa cominciò a stendermi la maschera,«E tu ti aspetti che ci crediamo?!».
«Comunque,a pensarci bene, è meglio se non fomentiamo questa cosa»,Camilla adesso era seria.
«Ma se fino a due minuti fa eri tutta arcobaleni ed unicorni!».
«Ragazze! Per favore!»,brontolai,mentre la freschezza della maschera dava sollievo al mio viso incandescente,«Non dimentichiamoci che è anche fidanzato!».
«Figurati,come se fosse qualcosa di serio con lei!»,si lasciò sfuggire Camilla.
La guardai alzando un sopracciglio,era chiaro sapesse più di quanto fosse disposta ad ammettere;e purtroppo,con quella frase aveva inevitabilmente acceso la nostra curiosità,siamo sempre ragazze. Lei ci guardò esitante,indecisa se vuotare il sacco o meno.
Dopo qualche secondo,alzò gli occhi al cielo.«Oh,andiamo!So che non ne parlerete con nessuno!»,si sedette a gambe incrociate,ritirando per l’ennesima volta la mano da quella di Sofia,che imprecò per l’ennesima volta in quella serata,e cominciò:«Sapete che Daniele ha molta stima verso il cugino,che considera un fratello».
Annuimmo.Che fossero legati,era palese.
«Beh..quando Daniele seppe che il cugino sarebbe ritornato a Camerino per prendere il posto di Antonini,immaginò che con lui sarebbe tornata anche Melissa,per il postdoc in Fisica».
Prese una manciata di pop corn e li sgranocchiò.«Per farla breve..»,mandò giù il boccone,«..i due sono stati insieme per cinque anni. Però Daniele mi ha detto che era una storia di solo sesso,da parte sua;da parte di lei,invece,c’era un vero e proprio attaccamento. Era innamorata folle di lui. Finchè qualche mese fa,lei non si è fatta coraggio e gli ha dichiarato apertamente che voleva qualcosa di più. Potete immaginare com’è andata a finire.»
«Che bastardo!»,Diafa saltò dal divano come una gazzella,lo sguardo che lanciava lampi,«L’ha usata per divertirsi e poi l’ha mollata!».
«In realtà..lui aveva messo le cose in chiaro fin da subito. È stata lei che fino a quel momento aveva sperato che lui si innamorasse di lei. Voleva stare con lui,a prescindere da tutto».
Provai un po’di pena per Melissa, sicuramente non era stato facile stare accanto a una persona che sai che non ti amerà mai. Deve essere sfiancante cercare di fargli cambiare opinione.
«Quindi con lei,tolto il sesso,non c’è stato nulla di sentimentale.Penso che lui le voglia solo un bene fraterno».
«Comunque sia la loro storia;non ha senso nemmeno parlarne». Alzai il volume della tv,canticchiando la canzone che stava mandando il canale musicale.
Elisa prese il telecomando e abbassò.«Non c’è niente di male ad ammettere che lo trovi attraente».
«Esatto.Magari con lui riusciresti a dimenticare Stefano».
Mi girai verso Sofia,irrigidendomi all’istante.«E lui adesso che c’entra?».
«Comunque ancora non ti è indifferente;si è notato chiaramente.»,Camilla le diede una botta sul braccio,mentre Elisa le lanciava delle occhiate strane,sapevano che si stava addentrando in un discorso rischioso.
«Che c’è?!Lo sa anche lei che è così!»,scrollò le spalle,«Altrimenti non sarebbe corsa in bagno,dopo averlo rivisto».
Il mio sguardo divenne vitreo,«E tu che ne sai?!Non eri con me lì!».
«No,è vero. Però ti conosco abbastanza da dire che sei corsa in bagno in pieno attacco di panico;è questo vuol dire che tu ancora non stai bene psicologicamente».
«E tu,da quando sei in psicoanalisi,sei diventata un’esperta,no?!». Quella frase,tagliò l’aria come un fendente.
È vero,prima ho detto che Sofia era una persona molto empatica;ma,purtroppo,questa sua empatia,portò con sé anche molte fragilità e insicurezze,nascoste sotto un’aria spavalda e scanzonata;e spesso e volentieri la tormentavano,risucchiandola in un vortice senza uscita. Questo le causò non pochi problemi, sia a livello fisico che,soprattutto,a livello psicologico. Per cui,da qualche anno, aveva deciso di farsi aiutare;facendo degli enormi passi avanti.
Lei non mi rispose nulla,piegò solo gli angoli delle labbra all’ingiù ,in una smorfia triste. Io ero un carattere difficile,avevo molti spigoli che ancora non ero disposta a limare. Spesso,quando mi si metteva davanti la verità,deviavo il discorso;ma,ancora più spesso,rispondevo male,usando frasi cattive e taglienti;la maggior parte delle volte non pensavo quello che dicevo,però serviva a far cessare immefiatamente il discorso.
Come in quel momento.Il clima gioioso e confidenziale era sparito,lasciando il posto a una tensione sempre crescente.
«Beh,fidanzato o no,io ‘na bottarella me la farei dare volentieri!»,come al solito fu Elisa a risollevare la situazione.
Non feci mai le mie scuse a Sofia per quella frase,e lei non le pretese. Solo adesso,trovandomi nella sua stessa situazione,capisco cosa voglia dire vivere lasciandosi trascinare da tutto ciò che ci circonda;solo adesso capisco cosa voglia dire avere una morsa sul cuore che stringe,e stringe,e stringe;solo adesso capisco cosa voglia dire svegliarsi nel cuore della notte piangendo e urlando un nome di una persona che non c’è;quelle poche volte che si riesce a dormire.
Solo adesso capisco quanto possa essere scomoda la fragilità umana.

*"Questa storia mi sta appassionando" **"Ti vuoi sedere che finisco a farti le unghie?" ____________________
Ecco a voi il capitolo numero 8,un po'lunghetto,ma denso di avvenimenti!

Dunque,questo capitolo è un po'strano,abbiamo davvero tutte le interazioni tra i vari personaggi. Abbiamo una Serena nervosa e confusa,ancora non capisce cosa stia succedendo;o meglio,ancora non ha preso piena cnsapevolezza dei sentimenti verso il suo professore. Inoltre,non ha ancora fatto i conti con il suo passato,e questo porta la ragazza a essere aggressiva con chi,in realtà,vuole solo aiutarla.

Cosa ne pensate?
Fatemi sapere,a presto!
S.
   
 
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