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Autore: kenjina    07/08/2009    4 recensioni
I ritiri, se fatti con persone "normali", sono quasi sempre piacevoli, istruttivi e formativi. Il problema sorge quando queste persone tanto normali non lo sono. E Takenori Akagi e Shin'ichi Maki avranno un bel da fare per tenere a bada le teste calde delle loro relative squadre!
"Si sa, il cognome Sakuragi riporta sempre alla memoria delle grandi teste calde. Hanamichi primo fra tutti. Ma Hime, la sorella gemella dizigote, non era certo da meno. Anzi.
Per Takenori Akagi, il Gorilla dello Shohoku, era una continua lotta fisica e interiore tenere a bada quegli scalmanati dei Sakuragi. Dopo aver conosciuto Hanamichi sperava che almeno la sorella, in quanto donna, potesse essere più alla mano e meno imbecille del fratello.
Risposta sbagliata."

Storia revisionata nell'Agosto 2016
Genere: Commedia, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Hanamichi Sakuragi, Nobunaga Kiyota, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Wild Boys'
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La cena, a differenza del pranzo, fu più movimentata

Capitolo XXVII

Friendship - Epilogo

L’aria salmastra era sempre stato uno dei loro odori preferiti. Era un vero toccasana sia per la mente che per il corpo. Quando erano bambini il padre li portava sempre al mare, per farli divertire sulla sabbia e fargli respirare il buon profumo dell’oceano. Era così grande, pensavano i fratellini, che secondo loro neanche  l’uomo più assetato del mondo sarebbe riuscito a berlo tutto!

 

«Hana-chan! Aspettami!», gridava una bambolina dai capelli rossi ritirati in due simpatiche codette.

«Dai, Hicchan! Raggiungimi!», rispondeva il fratello, con un sorrisone da orecchio a orecchio.

«Kaede, tu non giochi con loro?», chiese il padre delle due piccole pesti ad un terzo bambino dai capelli corvini.

«Prima finisco questo, signor Sakuragi».

L’uomo gli si avvicinò e vide una palla di sabbia che il bambino, con un dito, stava decorando con delle linee tremolanti.

Kaede sorrise appena la sua palla di sabbia da basket fu pronta. Ma il sorriso gli morì in gola quando Hanamichi gli corse davanti, prendendo in pieno con un piede il suo capolavoro. Guardò arrabbiato il bambino e, come avrebbe fatto dieci anni dopo, prese i resti della sua palla e glieli lanciò, beccandolo in testa.

La piccola Hime si sedette sul bagnasciuga, accanto a quello che era già il suo migliore amico, ridendo a crepapelle, mentre il fratello s’infervorava, con le lacrime agli occhi.

Il padre s’inchinò e gli accarezzò la testolina rossa, ora piena di granelli di sabbia umida, e sorrise. «Bel colpo di testa, Hanamichi!».

 

Hime si mise a ridere da sola, ripensando a quel momento che ancora ricordava proprio come se fosse stato il giorno prima.

Il fratello, seduto accanto a lei con in mano una lettera da parte di Haruko, la guardò preoccupato. «Hicchan, tutto bene?».

Lei annuì, poggiandosi contro la sua spalla. «Sì, va tutto bene».

«Ma dimmi tu quel volpino! Sembra che lo faccia apposta a venire qui a correre!», si lagnò Hanamichi, guardando Rukawa che, come ogni pomeriggio, si allenava sulla spiaggia. Aveva ricevuto l’ingaggio per la Nazionale Juniores del Giappone dopo la partita contro l’Aiwa, che aveva anche decretato la fine dei loro Campionati, e per questo doveva allenarsi doppiamente per essere all’altezza. Hime era rimasta sorpresa quando aveva scoperto che sarebbe stato in ritiro proprio vicino alla clinica dove il fratello stava facendo riabilitazione; e fu contentissima di poterlo andare a trovare durante gli allenamenti estenuanti al quale il coach della Nazionale lo sottoponeva. Hanamichi, invece, la considerava una mezza maledizione. Soprattutto quando si trovava quella brutta faccia di volpe in clinica che, diceva lui, sembrava peggio di un uccellaccio del malaugurio. In realtà sia Hanamichi che Kaede erano intimamente felici di continuare a prendersi a insulti anche durante la loro mancanza dallo Shohoku, ma il loro orgoglio era troppo smisurato per poterlo ammettere apertamente. Del resto a modo loro dichiaravano il loro affetto ogni volta che se ne presentava l’occasione. A modo loro.

Kaede salutò i fratelli con un cenno del capo, proseguendo per la sua strada.

«È ovvio che hanno preso lui perché io sono infortunato! Non può essere altrimenti!».

Hime rise, dandogli un sonoro bacio sulla guancia. «Sì, è sicuramente così, Hana! Vedrai, quando la schiena ti tornerà nuova di zecca chiameranno anche te».

L’espressione crucciata di Hanamichi si tramutò presto in un sorrisone. «Haruko dice che mi aspettano tutti!».

«E certo, mica possono fare a meno di un Genio come te!», gli disse, scompigliandogli i capelli, ormai già un po’ più lunghi di com’erano appena rasati.

«Sai, mi manca il basket», le confessò, triste. «Non pensavo che potessi innamorarmi così tanto di una palla!».

«Ti capisco, Hana, è normale. Quando cominci a giocare, anche se all’inizio gli allenamenti ti sembrano stupidi o stancanti, poi non potrai farne a meno», gli sorrise. «Tornerai più forte e motivato di prima, proprio come ha fatto Hisashi».

«Già, Mitchi ha passato davvero un brutto momento».

«Ma ne è uscito da campione».

Hanamichi annuì, pensoso. «Vincerò questa partita anche io, vedrai Hicchan!».

Lei rise, convinta che il fratello avesse pienamente ragione. Chi l’avrebbe mai detto che Hanamichi Sakuragi, colui che aveva sempre considerato il basket e gli sport in genere una perdita di tempo, ora fremesse per tornare ad allenarsi?

«Hicchan, grazie per essere qui con me».

Lei gli prese una mano e gliela strinse forte forte. «Hana, sei la persona più importante della mia vita, insieme alla mamma e al papà. Anzi no, sei la mia vita».

Il fratello si lanciò per abbracciarla con tutto l’affetto di cui disponeva, facendola commuovere per la sua infinita dolcezza.

«Sai, non riesco a immaginare come saranno gli allenamenti senza il Gori», disse mogio mogio, poco dopo.

«Stai tranquillo che se non ci penserà Ryota a farti rigare dritto ci sarà Ayako con i suoi ventagli!», scherzò Hime. «E poi te l’ha detto anche Haruko che il fratello è sempre in palestra a controllare. Evidentemente manca tanto anche a lui, il basket».

«Nonostante tutto mi ci sono affezionato a quel bestione». Hanamichi guardò il cielo. «E mi fa senso ammetterlo, ma non vedo l’ora che mi insegni altro. Quando tornerò dovrò prendere il suo posto di centro!».

«Non montarti la testa, pivello».

I fratelli saltarono dallo spavento, troppo presi nei loro discorsi per accorgersi di Rukawa che era tornato indietro nella sua corsa e si era seduto accanto a loro.

Rimasero tutti e tre in silenzio, a contemplare il mare che placidamente ondeggiava a pochi passi da loro, consapevoli che, finché fossero rimasti insieme, non sarebbero servite parole per capirsi. Poi Hime si sdraiò sulla sabbia, facendo fare la stessa cosa agli altri due. Li prese entrambi per mano e sorrise, felice.

«Vi voglio bene», sussurrò, chiudendo gli occhi e pensando a una terza persona che in quel momento mancava, ma che mentalmente era sempre con lei.

Hanamichi le diede un bacino, accoccolandosi accanto alla sorella, mentre Kaede come sempre non disse niente; solo la sua mano grande, che stringeva quella minuta della sua migliore amica, parlava per lui.

Sì, era proprio vero. Tutti e tre insieme non avevano bisogno di parole per comunicare. La sola amicizia che li legava valeva più di mille monologhi.

Keep smiling, keep shining

Knowing you can always count on me, for sure

That’s what friends are for

In good times, in bad times

I’ll be on your side forever more

Oh, that’s what friends are for.

[Dionne Warwick, That’s what friends are for]

Fine.

* * * *

Piccolo siparietto per l’autrice:

E fine fu! E’ passato poco più di un anno da quando ho pubblicato questa fanfiction, ma mi sembra fosse ieri! E’ incredibile quanto il tempo, scrivendo WB sia volato… Mi son divertita troppo a scrivere di questi pazzi, come sempre del resto! :) Ma ve l’ho detto, se volete ancora seguirmi su queste reti prossimamente pubblicherò anche il seguito, che con molta probabilità si chiamerà Bar America… Il perché lo scoprirete solo leggendo! :P

Un grazie a lilli84 che ha commentato anche il penultimo capitolo (sei sempre così gentile <3), grazie tutti coloro che hanno commentato: a MihaChan la pazza (tesoro, grazie grazie mille per il tuo sostegno! E per avermi aiutata nel momento del bisogno XD :*), a Black_Moody (desaparecida :*, quanto mi hanno fatto ridere i tuoi commenti?! Uno spasso XD), a kuro (hai visto che alla fine l’ho finita? Son stata brava? *_* Grazie mille per tutto :*), a gaara4ever, SangoChan88, asthenia, Trilla, ayakuccia, Lili Rose e lucilla_bella!

Grazie a asthenia, ayakuccia, Black_Moody, giugiu182, glo91, klikka, kuro, LaDolceFragola_991, lilli84, masychan, MihaChan, Nena89, SangoChan88, sophia90 e Talia per averla inserita tra i preferiti e ugualmente Felix85, Fix89thebest, masychan e Nena89 per averla inserita tra le seguite!

Se ho dimenticato qualcuno chiedo perdono, ma siete tanti e io sono emozionata! *o*

/me commossa

E non da ultimo grazie al Sensei, che ha creato questo mondo fantastico che è Slam Dunk e che non mi farà mai smettere di sognare e ridere. Mai. Grazie Inoue-san!

Questo kyokuba che saltella alle mie spalle vi saluta tutti calorosamente! …Tranne Akagi che mi sta mezzo strozzando con i suoi famosi boxer “l’abito non fa il monaco”, minacciandomi per fargli avere la sua giusta vendetta nel prossimo capitolo della “saga”… Io dico di si, ma tanto lui è solo frutto dell’immaginazione… che potrà farmi?!

Grazie ancora a tutti! Un abbraccio strittolosissimo e a presto, si spera!

Kenjina.

 

 

   
 
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