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Autore: Serenity452    30/03/2020    1 recensioni
1945: Adelaide "Ade" Maxwell frequenta il settimo anno, ad Hogwarts, nella casa di Grifondoro ed è figlia di un nome importante: suo padre Vladimir Maxwell è un membro del Wizengamot e grande amico di Lumacorno.
Negli anni scolastici Ade ha collezionato una lunga serie di figuracce che hanno coinvolto un'unica persona: Tom Marvolo Riddle.
Lo studente modello, prima Prefetto ed ormai Caposcuola, pupillo di Lumacorno temuto e rispettato da tutto il corpo studentesco viene costantemente investito dalla sfortuna quando Ade Maxwell è vicino a lui.
E tra un Lumacorno convito che il suo pupillo e la sua "nipotina" potrebbero formare la più promettente coppia di tutti i tempi, un Silente sempre più sospettoso e la combriccola dei neo-Mangiamorte, può una lunga ed interminabile serie di sfortunati eventi creare qualcosa di magico.... come l'amore nel crudele e spietato Lord Voldemort?
State a verdere!
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Horace Lumacorno, Nuovo personaggio, Tom O. Riddle, Tom Riddle/Voldermort
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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VI. Un Serpente difensore?


Mercoledì come promesso io e Livius pranzammo insieme, nel cortile della scuola.
Dalla Sala grande avevo trafugato un po’ di cibo e così avevo trascorso un bel pomeriggio fra risate e pettegolezzi da Grifondoro.
Ero sorpresa, Livius era davvero piacevole, non solo quel mercoledì ma anche i giorni successivi furono sereni e interessanti.
Tom invece continuava ad ignorarmi ed io non sapevo se essere felice oppure dispiaciuta.
Era sbagliato sentirne la mancanza?
Era giusto?
Dopotutto, eccetto i momenti in cui eravamo stati soli, in quella camera oscura, Tom era sempre stato gentile e adesso che ero in biblioteca da sola, senza sapere cosa studiare, ecco adesso sentivo davvero la sua mancanza.
Di certo lui avrebbe afferrato un mucchio di libri, li avrebbe portati fino al nostro tavolo più appartato e me ne avrebbe assegnati alcuni.
Nel mesetto che avevamo passato a fingerci buoni amici i miei voti erano saliti in maniera impressionante, mentre nelle ultime due settimane che passavo a scherzare e pranzare con Livius lo studio era il mio ultimo pensiero.
E perdere punti significava contrariare mio padre e prepararmi ad una severa punizione.
Le gite a Hogsmead sarebbero stata un ricordo lontano.
Perciò quando vidi Tom entrare nella biblioteca, un barlume di speranza tornò in me.
Io volevo andarci ad Hogsmead.
Magari con Livius.
E so che usare Tom in questo modo è sbagliato, ma lui ha sfruttato me in modi molto più crudeli e per di più aveva esercitato diverse volte un’imperdonabile con lo scopo di punirmi per i miei pasticci.
Così, quando lui si sedé con i suoi quattro libri al seguito, lo raggiunsi facendo finta di nulla e mi sedei proprio di fronte al Caposcuola.
Non appena gli fui così vicina, tutte le mie idee su come scoprire cosa stava studiando, in modo da uguagliare i suoi voti ai miei, svanirono e desiderai soltanto parlargli e averlo indietro.
Non m’importava che fosse cattivo e che la nostra amicizia fosse fittizia.
«Ciao.» dissi soltanto, incerta se usare il suo nome o il suo titolo.
La biblioteca sembrava vuota e silenziosa, ma la custode era vicina e magari qualche studente era in giro e avrebbero potuto sentirmi.
Tom alzò gli occhi verso di me e mi guardò inespressivo.
«È da un po’ che non ci vediamo, come stai?» gli chiesi, sperando che egli si sciogliesse un po’ nei miei confronti.
Non sembrava affatto in vena di parlarmi.
«Che cosa vuoi, Maxwell?»
Oh cielo, non mi chiamava col cognome da almeno un mese. Doveva essere grave.
«Ecco… io… ti ho visto e… insomma… non posso più rivolgerti la parola?» gli domandai a bruciapelo.
Lui improvvisamente sorrise e chiuse il libro che stava leggendo.
«E perché dovresti, non hai il tuo amichetto Burbage con cui fare le tue chiacchiere?»
«Bè… lui adesso è agli allenamenti di Quidditch.» gli rivelai scioccamente.
Questo dovette davvero irritarlo, infatti, il suo sorriso si spense e i suoi occhi divennero rossi e crudeli.
«Molto bene, Adelaide. Faresti meglio a sparire dalla mia vista.»
«Devo studiare.» dissi, risoluta.
«Non sono affari miei, trovati un altro tavolo.»
«Bene, Tom! Se sei arrabbiato con me perché ti ho respinto mentre cercavi di molestarmi, e perché ho detto il tuo nome, o perché ora passo il mio tempo con Livius, quindi cerca di crescere!»
Esclamai alzandomi, questa volta su tutte le furie.
Lui rimase immobile, granitico nella sua rabbia, poi si alzò a sua volta e mi guardò intensamente.
«Rifiutato?» proferì con un tono che non sembrava suo.
«Nessuno, e dico nessuno, può rifiutarmi. Soprattutto non per uno sporco traditore del Sangue come Burbage!» disse tirando fuori la bacchetta.
Lo guardai sconvolta, non poteva fare sul serio, eravamo nella biblioteca!
Lo avrebbero visto sicuramente!
«Non farlo, Tom. Ti vedranno.» sussurrai, spaventata, ma risoluta.
Avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, con quello sguardo assassino, ne ero certa.
Ero stata impaurita tante volte, ma questa mi sembrava la più terrificante delle situazioni, questa volta temevo davvero che qualcuno avrebbe potuto scoprirlo.
E cacciarlo dalla scuola.
Il Serpeverde però parve pensarci e abbassò la bacchetta appena in tempo per sfuggire alla vista di madama Prince.
«Signor Riddle, cos’è questo baccano?» domandò la donna, con uno sguardo austero e irritato.
Tom sfoggiò immediatamente un sorriso di circostanza.
«Chiediamo scusa, una piccola divergenza culturale. Ma la signorina Maxwell stava andando via.»
Rispose lui, pacatamente, costringendomi ad annuire col capo.
«Che non si ripeta più. Sapete che è vitato parlare in biblioteca. Per questa volta, considerata la vostra posizione di studenti modello, nessuna punizione verrà applicata. Ora rispettate le regole.» disse la donna, guardando Tom con le gote più rosse.
Non ci potevo credere, anche lei era affascinata da lui?
«Vattene.» sibilò come un serpente Tom, verso di me, mentre la bibliotecaria se ne andava dandoci le spalle.
Ancora arrabbiata, presi tutti i libri di Tom fra le braccia e, sapendo che non mi avrebbe seguita in modo plateale, me la diedi a gambe con un bottino, che probabilmente era troppo complesso per me.
Dopotutto madama Prince si era sbagliata: Io non ero una studentessa modello.
Ero solo una sfortunata ragazza, con un nome importante, che cercava di fare la furba con Tom Riddle.
Ovviamente lui continuò ad essere arrabbiato e non rivolgermi la parola per la settimana successiva.
Ma il più grande sostenitore della nostra coppia, Lumacorno, non avrebbe accettato una situazione del genere.
Quando sentì Tom chiamarmi “Maxwell” per necessità, perché il mio calderone stava schizzando viscido verde sul suo libro, Lumacorno si avvicinò affranto e ci guardò come se avesse visto una bara con dentro un suo familiare.
«Ragazzi miei, non avrete litigato, vero? Adelaide cara, non avrai mica fatto qualche dispetto a Tom?»
Tom rise sotto i baffi, soddisfatto che Lumacorno stesse improvvisamente incolpando me quando era lui il dispettoso.
«N-Non è così, professore…» mormorai, troppo timida per difendermi a dovere.
Accidenti, dov’era il mio coraggio Grifondoro?
«Sono certo che saprai scusarti, mia cara. Tom è un caro ragazzo!» disse il vecchio, tutto convinto delle sue parole.
«Grazie, professore. Voi siete davvero comprensivo. Adelaide è solo un po’ infantile!» buttò lì Tom, mantenendo quell’espressione da orfanello maturo e saccente, che tanto faceva impazzire i professori.
Era odioso e mi stava dando della bambina.
«Ah, Tom! Spero potrai perdonarla, dopotutto è così giovane e tu sei così maturo per la tua età, non è vero Adelaide cara?»
«S-sì… Certo. È solo un malinteso.»
Così il docente ordì, a sua stessa insaputa, un piano per condannarmi a morte certa.
Propose un progetto di gruppo, per risollevare gli animi.
«Certamente insieme fareste un ottimo lavoro e magari farete pace, bricconcelli!» esclamò divertito e sicuro di sé il vecchio Luma.
Tom non proferì parola, era un corpo avvolto da una nube nera che sorrideva in modo falso e che nessuno vedeva eccetto me.
«Ma sì. Scegliamo un’altra bella coppia con cui affiancarvi!» esclamò, lanciandoci un’occhiata molto eloquente, soprattutto a rivolta a Tom, che sorrise compiacendolo ancora di più.
«Allora, signorina Violet Belish e… signor… Livius Burbage! Sì. Voi quattro lavorerete assieme.» disse zio Lumacorno.
Mi voltai verso Violet ed insieme io affiancai Tom, evitando che Livisus in avvicinamento avesse la terribile idea di affiancarlo così da formare una fazione maschi contro femmine.
Probabilmente, in buona fede, non avrebbe compreso che si stava affiancando ad una serpe velenosa e inviperita!
Per fortuna Violet, che era una buona amica di Livius, lo tirò accanto a sé e tutti e quattro fummo al tavolo di Riddle, che fumava di rabbia.
Lumacorno era già ben lontano. Non percepivo nulla di buono.
«Tre Grifondoro e un Serpeverde. Sembra che noi siamo in vantaggio, Riddle.» proferì Livisu così ingenuamente che mi morsi un labbro.
Tom lo guardò e fece un sorriso crudele.
«Non contarci troppo Burbage.» rispose Tom acidamente e dopo aprì il libro e scelse la pozione che avremmo preparato per il nostro progetto di gruppo.
Lui stabilì i nostri, molto marginali, ruoli e di tutto il resto se ne occupò lui, con nostra somma felicità.
Era un sollievo, almeno, se qualcosa fosse andato storto, non se la sarebbe presa con noi, o con me.
«Allora dopo che ne dite di andare alla partita? I Tassorosso hanno una formazione interessante!»
«Sarebbe una buona idea, ma ho artimanzia.» disse Violet dispiaciuta.
«Bé, Ade, andremo noi due. Vedrai, ci divertiremo un sacco!»
«F-forse dovremmo rimandare. Sai sono un po’ indietro con gli studi…» gli dissi sperando che non insistesse come al solito.
«Oh, non preoccuparti. Torneremo presto…»
«… Non credo sia una buona idea Livius.»
«Ma Ade, sono solo un paio di ore. E poi suvvia, che bisogno hai di studiare, sei una Maxwell, il tuo nome è sufficiente a coprire le tue lacune, no?»
«Giusto…» mormorai, colpita.
Quella era la prima volta che Livius mi feriva, con una frase fuori luogo.
Sembrava così invidioso.
«Che importa se prendi voti mediocri, dopotutto nessuno si lamenterà con te! Andiamo a divertirci e non pensarci più Ok?»
Non potevo credere alle mie parole, mi aveva, indirettamente, dato della mediocre?
Proprio Livius?
Il ragazzo che era gentile, sempre disponibile e credevo di conoscere?
Ma all’improvviso Tom chiuse il libro con forza e guardò Livius disgustato.
«Forse non sei a conoscenza della situazione di Adelaide. Se i suoi voti dovessero calare suo padre le toglierebbe il permesso di andare ad Hogsmead e, probabilmente, potrebbe persino ricevere altre punizioni più gravi, ma naturalmente tu sei un traditore del tuo sangue e l’onore della tua famiglia non conta nulla…»
Guardai Tom a bocca aperta.
Mi stava difendendo?
«Sei soltanto invidioso del suo prestigio, ma Adelaide non sarebbe mai mediocre, perché oltre al suo nome c’è una grande strega di talento. La prossima volta che le parlerai così, mi assicurerò che tu non le parli più, sono stato chiaro?»
Livius era livido di rabbia e tremava, ma certamente era paura.
Tom dava i brividi anche solo con uno sguardo e Livius si era beccato un torrente di minacce velate e rimproveri da lui.
«Stavo solo scherzando Riddle…» mormorò lui, mentre la campana suonava e segnava la fine dell’ultima ora di Pozioni.
Grazie a dio.
«Lo spero per te. Vieni Adelaide, consegniamo la pozione a Lumacorno.» Ordinò Tom.
Decisi immediatamente di seguirlo e non appena fummo nel corridoio di banchi Tom mise una mano dietro la mia schiena e si voltò a guardare verso Livius con uno sguardo truce, soddisfatto e maligno.
Avrei voluto schiaffeggiarlo, dirgli di non essere presuntuoso, ma in verità un po’ gli ero grata.
Mi aveva difesa.
Proprio Tom Riddle.
La Serpe velenosa.
Quello a cui piaceva essere chiamato “Mio Signore”.
Il ragazzo che usava le Imperdonabili.
Aveva detto che ero una straga talentuosa, e si sa, quando il ragazzo che ti piace ti difende e ti fa un complimento, le farfalle nello stomaco svolazzano.
E nel mio stomaco queste benedette farfalle stavano formando un uragano.
E probabilmente anche in quello di Lumacorno perché, quando ci vide arrivare alla cattedra insieme, divenne rosso e gli occhi gli brillarono.
«Che meraviglia! Che capolavoro! Complimenti a Tom ed Adelaide…» disse lui, senza spiegare se si riferisse alla nostra pozione o al fatto che, così vicini, io e Tom potevamo essere davvero una coppietta.
Se solo lui non avesse avuto quel bagliore omicida negli occhi.
E so che sta tramando qualcosa, di nuovo.
 
Fine VI Capitolo.

Ehi Potterhead!
Sono tornata!
In questo periodo di quarantena ho trovato il tempo di scrivere di più e, considerato che su ItaliaUno c'è la maratona di HP, mi sembrava doveroso pubblicare il capitolo di questa storia :)

Spero vi sia piaciuto, aspetto i vostri pareri.
Saluti, Ser-
   
 
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