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Autore: Little_GirlMoon005    31/03/2020    0 recensioni
[Skyrim]
'' Aveva appena messo piede a Skyrim e il benvenuto non era stato uno dei migliori.
Di certo non si aspettava di finire in mezzo ad una disputa tra un gruppo di ribelli e l'esercito imperiale, e di conseguenza finire sul ceppo del boia quando la sua unica colpa era essere arrivato nel posto giusto ma al momento sbagliato. "
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Gli aggiornamenti dei capitoli non saranno una cosa graduale. Potrebbero passare anche parecchi mesi fra un capitolo e l'altro. Chiedo venia per questo!
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Dovahkiin
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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The lost rogue



Whiterun
14. Stella del Mattino, 4E 201




Hai sentito del Drago ad Helgen!? questa era la notizia che stava correndo fra gli abitanti della bella cittadella, tra i quartieri bassi e quelli alti.
Certe voci si diffondono molto velocemente, e possono alimentare multeplici emozioni. Stupore, orrore, paura, ma anche incredulità, scetticismo. Soprattutto quest'ultima. Insomma, si stava parlando di un Drago, ma a detta di alcuni erano solo baggianate, poichè di queste creature non se ne vedevano da moltissimo tempo.

Gli abitanti si sarebbero aspettati un paio di ali imponenti volare sopra le loro teste, e lingue di fuoco bruciare le loro case, ma di questo fantomatico drago non se ne vedeva ancora alcuna traccia. E la gente, non tutti ma la maggior parte, si era convinta che fosse solo una cosa di poco conto e quindi non ha più dato peso alla cosa.

Lo stesso non si poteva dire del giovane incappucciato che aveva appena varcato il portone della bella città, con lo sguardo di qualcuno che aveva visto l'Oblivion e ne era uscito vivo. Aveva appena messo piede a Skyrim e il benvenuto non era stato uno dei migliori. Di certo non si aspettava di finire in mezzo ad una disputa tra un gruppo di ribelli e l'esercito imperiale, e di conseguenza finire sul ceppo del boia quando la sua unica colpa era essere arrivato nel posto giusto ma al momento sbagliato.

Aveva quasi sfiorato la morte, poi era apparso il fantomatico Drago, portando fiamme, distruzione e tanta paura.

Forse era stato toccato dagli Dei, perchè fu uno dei pochi che riuscì a salvarsi. Lo stesso non si poteva dire di tutti quelli che aveva visto morire tra le fiamme. Un giovane guerriero, spavaldo e intrepido, lo aveva aiutato a fuggire fino al villaggio più vicino e offrendogli poi un tetto sulla testa per un po' di tempo, quanto bastava che lo aiutasse a riprendersi. Aveva perso quel poco che aveva; l'arco, la borsa di monete, alcuni libri e tomi magici, e il cavallo.

Aveva ringraziato quel giovane, Ralof, e sua sorella per l'ospitalità, dirigendosi nella città più vicina in cerca di fortuna, e un paio di septim che gli sarebbero serviti per ricominciare. Devi dirgli del Drago, gli avevano detto prima di lasciarlo andare, Vai a Whiterun, comunica la notizia allo Jarl, deve saperlo! Ed ora si trovava nei pressi di una città a lui sconosciuta, le immagini di quell'orrore nella sua mente, e lo stomaco che brontolava dalla fame.

Diede un'occhiata al piccolo sacchetto di monete che Ralof gli aveva donato. ''Cazzo...'' si rese conto che era vuoto, siccome quei septim li aveva spesi per un'armatura leggera, un arco da caccia, e pelli di animali per creare un mantello che lo riparasse dal freddo pungente di quella landa gelida.
Adocchiò una delle bancarelle presente al mercato che vendeva della frutta fresca, e lo stomaco brontolò rumorosamente alla vista di quella polpa gustosa. Dannazione, aveva una fame da lupi, ora come ora avrebbe ammazzato per una zuppa di patate. Non letteralmente.

''Vilkas, cosa stiamo cercando?''
''Carne di hoker.''
''Mm, mi piace la carne di hoker.''
''Lo so, Farkas...''

Alle sue orecchie arrivò una conversazione poco distante, da due persone che erano davanti al chiosco delle carni. A prima vista gli sembravano parenti, forse erano fratelli, ed entrambi indossavano un'armatura pesante. Gli davano le spalle, e lo sguardo del giovane cadde su una piccola borsa che uno dei due teneva attaccata alla cintura e, dal tintinnio che emetteva, constatò che era piena di septim. Bingo!

Gli occhi gli brillarono leggermente mentre un idea gli sfiorava la mente. Era davvero il caso di prenderela in prestito? Non che non l'avesse mai fatto, ma finire dietro una cella subito dopo essere scampati alla morte non sembrava un idea allettante.
Ma il suo stomaco rispose per lui, più forte di prima, quasi pregandolo di sazziare la sua fame. O la va, o la spacca, si disse mentre si avvicinava, silenzioso e calmo, con lo sguardo attento a tutto ciò intorno a lui, verso le due ignare figure...

''Ah, povero coniglio...'' uno dei due fratelli, Farkas, si lasciò andare a quel commento osservando quasi tristemente la carcassa morta dell'animale. ''Vilkas, credi che avesse una famiglia, nei boschi?'' l'altro fece le spalluccie. ''Non preoccuparti, probabilmente sarano morti anche loro.'' rispose mentre davanti a lui veniva tagliata della carne di hoker in pezzi più piccoli. Per un attimo Vilkas percepì come un leggero fruscio dietro le proprie spalle, come se qualcuno gli fosse appena passato accanto... 

Si voltò di scatto, ma non vide nessuno. ''Mm? Vilkas?'' lo chiamò suo fratello, vedendolo come guizzava lo sguardo alla ricerca di qualcosa, o qualcuno. ''Tutto bene?''
''Mm, si... tutto bene.'' gli rispose riportando l'attenzione sul chiosco delle carni. ''La mente mi gioca brutti scherzi.'' borbottò quasi a se stesso, per poi prendere la propria borsa di septim. ''Che diamine-'' ma, andando a toccarsi i fianchi, si accorse di non averla più attaccata alla cintura. ''Dove cazzo é!?' guardò anche a terra sperando che gli fosse semplicemente caduta, ma non la vide. Farkas provò a constatare che forse li aveva dimenticati a Jorvask, ma Vilkas era sicuro di averli portati con se. Poi realizzò.

''Giuro sugli Dei che se becco quella canaglia, lo faccio a pezzi!'' quasi ringhiò come un animale mentre si allontanava dal mercato parecchio incazzato, attirando sguardi preoccupati e lievemente spaventati di alcune persone, e seguito dal fratello che cercava inutilmente di calmarlo. Nessuno notò che la canaglia in questione si era rifugiata nella locanda lì presente.





''Per un pelo...'' il giovane cacciò tutta l'aria che inconsapevolmente aveva trattenuto, dopo essersi chiuso la porta alle spalle e lasciandosi investire dal calore che il fuoco della locanda emanava. Non ricordava l'ultima volta che aveva provato a rubare da qualcuno, forse quando era ancora un ragazzino ma lì si limitava a saccheggiare qualche barile pieno di patate, e quando veniva beccato era inseguito da qualcuno che brandiva una scopa minacciandolo di sparire dalla vista. Certo, sua madre poi le aveva insegnato qualche trucchetto e, a quanto pare, aveva dato i suoi frutti.

''Mm? Oh benvenuto, accomodati pure vicino al fuoco, l'ho appena ravvivato!'' quella che doveva essere la locandiera gli rivolse un sorriso cordiale, mentre disponeva della legna per alimentare le fiamme del focolare. ''Abbiamo cibo caldo, bevande, e letti caldi!''

Il giovane rispose con un altrettanto sorriso liberandosi del cappuccio che gli celava il capo, mostrando una chioma di capelli biondo grano un po' mossi, non perfettamente pettinati, con ai lati della testa due sottili trecce, e un viso coperto da una leggera peluria.

Non c'era quasi nessuno dentro la locanda, se non un bardo che stava suonando il liuto, e una giovane redguard. Il giovane si sedette al bancone, sfilandosi poi l'arco e poggiandoselo di fianco. Chiese dell'idromele, una zuppa di cavoli accompagnata da due tozzi di pane e una fetta di carne di cervo. E nell'attesa, prestò attenzione ad una conversazione tra il bardo e la redguard.

Ehi, hai sentito anche tu del... drago ad Helgen?
Cosa? Allora è vero!? Per gli Dei, non voglio casa mia completamente distrutta! Il tetto l'ho riparato solo ieri.
Sono sicura che lo jarl ci proteggerà.
Si, ma... lui sa? Del drago, s'intende.
Beh, immagino di si... altrimenti perché non...

"Tieni tesoro." venne distratto dalla giovane locandiera che gli pose davanti una ciotola colma di zuppa, una bottiglia di idromele, del pane e della carne. Lui la ringraziò, gustandosi poi il pasto con grandi cucchiaiate. "Mm, questa storia del drago mi mette a disagio..." borbottò la locandiera poggiandosi con le braccia sul bancone. Il giovane non capì se stesse parlando con lui o semplicemente pensando ad alta voce, ma non disse nulla continuando a consumare il proprio pasto.

Dopo un po' di tempo rimasta in silenzio, lei si rivolse direttamente a lui. "E tu? Hai... sentito della notizia? È da un po' che va in circolazione, ma questo drago sembra sparito siccome non ci sono più stati avvistamenti oltre ad Helgen. E gli unici che l'avrebbero visto sarebbero... be, morti."
"... Non tutti." sospirò lui, guardandola dritta negli occhi e ricevendo uno sguardo perplesso, che sparì poco dopo quando lei realizzò.
"Tu... eri lì?"

Rispose alla sua domanda con un lieve cenno del capo, giurò di vedere nei suoi occhi un bagliore di terrore che svanì così com'era apparso lasciando spazio ad uno sguardo più mite. "E... oh cielo, sei ferito? Niente di rotto? Al tempio di Kynareth potresti trovare un po' di ristoro-"
"Io... no, sto bene, ma grazie, l'apprezzo molto." sussurrò il giovane sorridendo lievemente, per poi pagare e alzarsi. "Ah, una cosa, se possibile... uhm-"
"Hulda, mi chiamo Hulda, ragazzo."
"Il palazzo dello Jarl... dove si trova?"







Arrivato a Dragonsreach venne accolto dalla piu grande sala del trono che avesse mai visto. Colonne di legno tanto spesse da sembrare tronchi d'albero, soffitto a colta con balconate su ogni lato, un lampadario in ferro battuto su cui brillavano almeno trenta candele e un finissimo tappeto rosso disteso sul pavimento in legno. "Uhm, ehilà?" esclamò ben poco convito il giovane mentre avanzava, con lo sguardo meravigliato che vagava per tutta la sala. Non ottenne una risposta, ma udì quello che sembrava un discorso tra due uomini.

...E cosa vorresti che facessi, Proventus? Niente?
Mio signore, ti prego. Questo non è il momento di prendere decisione affrettate, credo che abbiamo bisogno di maggiori informazioni prima di agire.

Superò il falo che spiccava al centro della sala e si fermò poco lontano dal trono dove siedeva colui che doveva essere lo Jarl di Whiterun, la faccia tirata e le rughe di preoccupazione che gli solcavano la fronte. Non si accorse della sua presenza, ma la dunmer che gli era affianco si, perché scattò verso di lui bloccandogli la strada, la mano bene in vista sul pomolo della spada.

"Cosa significa questa interruzione? Lo Jarl non riceve nessuno."
"Un momento, Proventus. Ireleth, questo chi è?"

Il giovane si schiarì un poco la voce prima di rispondere; "Vengo da... Riverwood, signore. La gente lì ha bisogno del vostro aiuto. E... so del drago."
"Dunque eri a Helgen? Hai visto con i tuoi occhi questo drago." disse, la preoccupazione sul suo volto e le occhiaie parvero intensificarsi alla nomina di quella bestia. "Si, signore. E l'ultima volta si è visto volare fino qui."

Lo Jarl scambiò uno sguardo ad Irelith rivolgendosi poi all'uomo accanto a lui. "Cosa dici ora, Proventus? Dobbiamo continuare ad affidarci alla solidità delle nostre mura? Contro un Drago?"
''Mio signore,'' intervenne Irelith. ''Dovremmo mandare subito delle truppe a Riverwood. E' in grave pericolo e se quel drago si aggirasse tra le montagne-''
''Lo Jarl di Falkreath la vedrà come una provocazione!'' Proventus la interruppe. ''Penserà che siamo dalla parte di Ulfric e che ci stiamo preparando ad attaccarlo. Non possiamo rischiare.''

''Possiamo invece.'' ribattè la dunmer. ''Basta così!'' tagliò corto lo Jarl. ''Non me ne starò fermo mentre un drago brucia il mio feudo e massacra la mia gente! Irelith, invia subito un distaccamento a Riverwood e ordina lo stato d'allerta per la città. E ordina di riaprire i cancelli Proventus, ma cominciate subito a deviare l'acqua del canale per formare delle cisterne. Offri un compenso per chiunque voglia aiutare. Dobbiamo essere pronti.''

Entrambi si inchinarono e presero congedo per le loro mansioni, e lo jarl rimase solo col giovane davanti a lui. Si alzò finalmente dal trono avvicinandosi a lui. ''Grazie per il tuo contributo, ragazzo, non lo dimenticherò facilmente.''
''Nessun ringraziamento, davvero. Era il minimo che potessi fare per la gente di Riverwood.'' Nello sguardo dello jarl si potè vedere un leggero barlume di rispetto. ''Mi piaci, giovane. Dimmi, qual'è il tuo nome?''
''... Damien, signore.''
''Bene, Damien. Ho una proposta che forse potrebbe essere al caso tuo. Te la senti?''
''Di cosa si tratta?''

Lo jarl fece cenno di seguirlo, per poi camminare con passo calmo verso le stanze adiacenti. ''Il nostro mago di corte, Farengar, stava investigando su una questione collegata a questi draghi e alle... voci su di loro. Credo che tu postresti dargli una mano.'' arrivarono alla camera del mago, sommersa dalle carte. Libri e pergamene erano aperte su ogni ripiano, e gemme dell'anima erano sparse qua e là. Un globo di luce galeggiava sopra al tavolo, sostituendo le candele. Un uomo avvolto da ampie vesti da mago era chino sui fogli. ''Farengar,'' si annunciò lo jarl. ''Penso di aver trovato qualcuno che possa aiutarti col tuo progetto sul drago. Questo giovanotto è Damien, nonchè testimone di Helgen. Prego, forniscigli tutti i dettagli.'' poi si rivolse al giovane. ''Buona fortuna.''

Non appena lo jarl prese congedo per tornare ai suoi compiti, Damien rimase solo con l'apprendista, e lo scherno che gli adombrava gli occhi lo fece sentire parecchio a disagio. Cercò di sfoggiare il migliore dei suoi sorrisi, ''Uhm, ciao.'' disse. L'altro sembrò accigliarsi ancor di più, nemmeno ricambiò il saluto. ''Mm, quindi lo jarl pensa che tu possa essermi utile.'' disse mentre tornava a lavorare come se non si fosse mai interrotto. ''Il fatto che tu sia stato ad Helgen è effettivamente una motivazione convincente. Ma non sarà un'impresa facile, devi addentrarti in una rovina pericolosa in cerca di un'antica tavoletta di pietra che potrebbe persino non essere là. Sei comunque interessato?''

Aveva appena iniziato a parlare e Damien già capì che questo Farengar era una di quelle persone non proprio amichevoli, dalla lingua abbastanza affilata e dal carattere, più o meno, scontroso. Ma aveva abbastanza pazienza da tenergli testa. O almeno sperava. ''Si, m'interessa.'' rispose. ''Ma... puoi dirmi cos'ha a che fare la tavoletta coi i draghi? Che tipo di collegamento hanno?''

''Ah, allora non abbiamo un rude mercenario, ma un pensatore. Uno studioso, magari?''
fece il mago, e Damien poteva percepire l'ironia nelle sue parole. ''Beh, si, mi interessa scoprire quanto più possibile su ogni cosa che innesca la mia curiosità.'' rispose con tono calmo. ''Per quanto mi riguarda, va bene se non vuoi il mio aiuto, lo comprendo... ma credo dovrai aspettare qualcun'altro per recuperare quella tavola. E immagino che la responsabilità non sia mia, ma solamente... tua.''

Ci fu inaspettatamente dello stupore sul volto del mago, forse anche del lieve fastidio. Forse non era abituato a qualcuno che rispondesse alle sue provocazioni. Sollevò le mani dal libro dove stava scrivendo degli appunti veloci e cercò una pergamena tra quelle distese sul tavolo.

La spianò sopra tutte le altre e, quando Damien si avvicinò per osservarla meglio, vide che raffigurava tutta Skyrim. ''Vedi, quando le storie sui draghi hanno iniziato a circolare, molti le hanno liquidate come fantasie.'' parlò il mago, ogni accenno di derisione ormai sparito dalla sua voce. ''Credevano fosse impossibile, ma solo gli stolti considerano impossibile tutto ciò che non rientra nella loro esperienza. Io però ho sempre cercato informazioni sui draghi; dov'erano scomparsi, moltissimi anni fa? E da dove provenivano? E' stato allora che ho sentito parlare di una certa tavoletta di pietra che dovrebbe trovarsi... qui.''

Indicò col dito un punto poco a sud di Whiterun, tra le montagne. ''Al tumolo delle Cascate Tristi. Si tratta della Pietra del Drago, e dovrebbe riportare una mappa dei siti di sepoltura dei draghi.''
''E' quella rovina che si trova vicino Riverwood?''
''Esattamente.'' rispose Farengard. ''Appena puoi, vai al tumolo, trova la pietra e portamela. Ci stai?''

''Ci sto.'' i due si strinsero la mano. ''E... per farmi perdonare dal modo in cui mi sono comportato, puoi... addocchiare qualche mio libro e i miei appunti, ma non rovinare nulla, per favore.''

Damien, curioso com'era, diede uno sguardo alle varie carte che Farengar aveva steso sul tavolo. Appunti, note personali, piene di parole e simbole che prima d'ora non aveva mai visto. Prese con delicatezza quello che lo aveva colpito maggiormente; una carta che sembrava raffigurare un drago che subito gli sembrò familiare. La figura era colorata di nero, e ruggiva contro il cielo mentre era avvolto da alte lingue di fuoco. ''E questo!'' esclamò. Farengar gli lanciò un occhiata interrogativa. ''Il drago che ho visto ad Helgen, è questo.'' gli porse la pagina per mostrarglielo. ''Mi prendi in giro? Impossibile.'' Farengar glie la strappò dalle mani con ben poca gentilezza.

''Non sto scherzando. Il drago di Helgen era... uguale a questo qui, ne sono sicuro!'' ribattè con voce sicura Damien. ''Mi aveva... cioè, aveva parlato! Una cosa del tipo... dovah... dovah..? Ah, non ricordo, ma giuro che-'' s'interruppe quando vide lo sguardo di Farengar incupirsi improvvisamente mentre continuava a guardare l'immagine del drago. Il fatto che quel mago non gli stesse più rispondendo subito lo fece quasi allarmare.

''Ascoltami,'' disse infine Farengar, voltandosi verso di lui con il viso contratto in un espressione seria. ''Ti conviene andare subito al Tumolo delle Cascate Triste.''
''Ma... puoi spiegarmi perchè-''
''No, non c'e tempo!'' lo interruppe spingendolo quasi con forza fuori dalla sala. ''Vai al Tumulo, ora. Adesso!''

Nonostante fosse molto confuso, Damien percepì chiaramente la preoccupazione nella sua voce e annuì lasciando immediatamente la sala del mago che continuò a fissare il disegno di quella bestia nera, le dita leggermente tremanti che scorrevano lentamente su una scritta.


ALDUIN
Il Divoratore del Mondo












-angolo autrice;
siccome vorrei uscire da questa quarantena il meno esaurita possibile, ho deciso di impiegare il mio tempo riprendendo a scrivere una long fic su skyrim... e a rigiocarci ancor di più. Liberi di lasciare recensioni positive e non, consigli e suggerimenti. E se notate errori di qualsiasi tipo, ben venga. Purtroppo ho il vizio di non notarli, anche se rileggo più volte il capitolo :'')


  
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